LEGGENDE SULL’ORIGINE DELLA MASSONERIA

Leggende sull’ origini della Massoneria

Daniele Failli

Io posseggo un bene più stabile delle vostre ricchezze: l’arte è il mio bene e la mia maggior ricchezza; nessun ladro me la può rubare; non me la possono togliere né l’acqua né il fuoco, né i malandrini. Nessuno può spogliarmi dell’arte, a meno che non mi privi della vita, perché essa è nascosta in me come una cosa inafferrabile che se ne va con me…(Paracelso).

La nostra regola è l’iniziazione progressiva, i nostri principi fondamentali sono l’uguaglianza regolata dalla gerarchia e la fratellanza universale. Siamo i continuatori della scuola d’Alessandria, ereditiera di tutte le antiche tradizioni. Siamo i depositari dei segreti dei capolavori dell’occultismo dell’Apocalisse e del Zohar. La rivelazione di Giovanni o Apocalisse, contiene tutti i segreti cabalistici del dogma di Gesù il Cristo. Le rivelazioni dell’alta Qabbalah sono contenute e nascoste nel misterioso e oscuro libro dello Zohar. La Massoneria è per questo una grande associazione cabalistica. Il nostro “dogma” è quello di Zarathustra o Zoroastro e di Hermes Trismegisto (tre volte grande). Zarathustra era considerato dai greci come il più grande saggio straniero, ispiratore di Pitagora e maestro delle scienze occulte. E’ descritto da Anderson nel suo libro “Le Costituzioni dei Massoni, comprendenti la storia, i doveri, le regole di questa antica e venerabile confraternita. Compimento ad uso delle Logge” nella prima parte di storia mitica e fantasiosa della Massoneria, come Grande Maestro dei maghi del quale, secondo la leggenda, i discepoli avrebbero conservato e tramandato vecchie usanze di antichi Liberi Muratori. Sotto il nome di Ermete Trismegisto tra il I e il II secolo dell’era volgare, presso i filosofi della scuola alessandrina si svilupparono diverse dottrine filosofiche e religiose. Esse trattavano dell’alchimia, dell’astrologia, e della magia delle virtù segrete delle piante e delle pietre. Sotto il nome di Ermete si sviluppò anche una filosofia religiosa della natura. Filosofia soprattutto platonica e stoica con influssi ebraici. Secondo alcuni studiosi, l’ermetismo, ha avuto un ruolo preminente nella trasformazione della Massoneria da operativa in speculativa. Nei tre gradi sono presenti evidenti elementi ermetico-rosacruciani. Una formula emetica si trova nel lato Nord del Gabinetto di Riflessione: l’iscrizione VITRIOL (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam; Visita le profondità delle Terra e attraverso la purificazione troverai la Pietra segreta, vera medicina). Si può aggiungere che abbiamo avuto come antenati i Gioanniti , come modello i Cavalieri Templari e come padri i Rosacroce.

I Gioanniti o discepoli di Giovanni affermavano che i racconti dei Vangeli erano solo delle allegorie la cui chiave si trova nel Vangelo di Giovanni 21,25 “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”; parole che secondo i gioanniti sarebbero state solo un’esagerazione ridicola se non si fosse trattato di un’allegoria. Essi pretendevano di conoscere i fatti storici e reali di Gesù adottando in parte le tradizioni ebraiche e in parte le storie del Talmud (all’interno del Talmud si trovano sparsi elementi di saggezza esoterica strettamente iniziatica, in modo particolare nel trattato Hagigah). I gioanniti raccontavano che a Nazareth, una fanciulla di nome Miriam, fu sorpresa da un certo Pandira o Panther, il quale sotto le spoglie e nome del suo fidanzato Joachanan, si introdusse nella sua stanza e a la violentò. Joachanan, saputo del triste evento, la lasciò senza comprometterla perché era effettivamente innocente. La fanciulla partorì un figlio a cui fu dato il nome Joshua o Gesù. Un rabbino di nome Giuseppe adottato il bambino lo portò con sé in Egitto dove venne iniziato alle scienze segrete. I sacerdoti di Osiride lo consacrarono sovrano pontefice della religione universale, riconoscendo in Lui l’incarnazione di Horus da tempo annunciata agli adepti. Giuseppe e Joshua tornarono in Giudea dove la scienza e le virtù del giovane suscitarono l’ira e l’invidia dei sacerdoti, che un giorno gli rinfacciarono la sua nascita illegittima. Joshua che amava e onorava la madre, seppe interrogando il maestro tutta la storia del crimine di Pandira e delle disgrazie di Miriam. Il suo primo istinto nel mezzo a un banchetto di nozze fu quello di rinnegarla: “che cosa a me e a te?” -semitismo piuttosto frequente nell’Antico Testamento, che viene usato per manifestare a qualcuno che non si vuole avere con lui alcun rapporto – (tradotto nel Vangelo di Giovanni 2,4: “Che ho da fare con te, o donna?”) ma poi pensando che la donna non meritava di essere punita perché non aveva colpa su quanto subito, disse: “Mia madre non ha peccato, non ha perduto la sua innocenza; è vergine, e tuttavia è anche madre; che le venga reso il doppio onore! Quanto a me non ho padre sulla terra. Sono figlio di Dio e dell’umanità!”. I gioanniti facevano risalire questa tradizione a Giovanni Evangelista, attribuendoli la fondazione della loro Chiesa segreta. I grandi pontefici di questo gruppo prendevano il titolo di Cristo con una successione attraverso una trasmissione ininterrotta di poteri dall’Apostolo Giovanni.

Nel 1118, a Gerusalemme, prestarono giuramento nelle mani del Patriarca di Costantinopoli nove Cavalieri crociati tra i quali Hugo de Payns. Il loro scopo dichiarato era quello di difendere il Santo Sepolcro e di proteggere i pellegrini cristiani che venivano a visitare i luoghi santi. Mentre lo scopo segreto era la ricostruzione del Tempio di Salomone (sogno dei patriarchi d’Oriente, profetizzata da mistici giudaici dei primi secoli) sul modello profetizzato da Ezechiele. A quei tempi non solo non esisteva traccia del Tempio di Salomone, ma non rimaneva traccia nemmeno del secondo tempio costruito da Zorobabele. I Templari fecero propri i valori della “cavalleria” e presero a modello dalla Bibbia i “massoni” guerrieri di Zorobabele che lavoravano con in una mano la cazzuola e nell’altra una spada. La spada e la cazzuola diventarono le insegne dei Templari. Al tempo della formazione dell’Ordine del Tempio, Hugo de Payns conobbe un pontefice gioannita di nome Teocleto, che lo iniziò ai misteri gioanniti attirandolo con le idee di sovrano sacerdote e di regalità suprema come suo successore. I Templari molto appresero nel soggiorno in Terra Santa anche attraverso le frequentazioni con i sapienti di religione islamica. Per certo si occuparono anche di magia e scienze esoteriche (Alchimia prima fra tutte). I cavalieri dell’Ordine del Tempio avevano principalmente due dottrine una ufficiale e pubblica della Chiesa cattolica romana e una nascosta e solo riservata ai Maestri: il gioannismo. Il gioannismo era la qabbalah degli gnostici, in seguito si sviluppò in panteismo mistico con gli idoli della natura, rifiutando qualsiasi dogma rivelato, giungendo a riconoscere il simbolismo panteistico dei maestri della magia nera, rendendo onore divino al mostruoso idolo Baphomet (Bafometto; questo termine ricorre in Massoneria con il significato di “tuffo nella purezza e nella saggezza” nel XXIX grado del Rito Scozzese Antico e Accettato). Per liberarsi dell’obbedienza della religione studiavano i culti decaduti e non tralasciavano le speranze dei culti nuovi, promettendo a tutti gli accoliti la libertà di coscienza e una nuova ortodossia che sarebbe stata una sintesi di tutte le credenze, anche quelle perseguitate. La loro ambizione di diventare ricchi e comprare il mondo fu fatale ai Templari. In effetti questa colossale organizzazione militare, religiosa era diventata anche finanziaria, ( la sua ricchezza e gloria era dovuta alle crociate, dalle quali aveva origine) e nel 1312 possedevano in Europa più di mille signorie. Il papa Clemente V e il re Filippo il Bello con una immensa retata presero i Templari, che furono disarmati e gettati in prigione. Con i mezzi più subdoli fu condotto il più grande processo della storia che vide coinvolti circa quindicimila imputati. Nel corso dei sette anni del procedimento si ricorse all’uso delle più brutali torture. Nessuna infamia fu risparmiata, ricorrendo all’accusa di magia e trovando persone che denunciavano e testimoniavano che i Templari quando li ricevevano sputavano sul Cristo, rinnegavano Dio, davano osceni baci al gran maestro, praticavano la sodomia, adoravano una testa di bronzo con gli occhi di carbone, parlavano con un grande gatto nero e si accoppiavano con i demoni. Questo dramma finì quando Jacques de Molay e molti suoi compagni morirono tra le fiamme. Prima di morire però il Gran Maestro del Tempio organizzò dal fondo della prigione quattro logge massoniche occulte: a Stoccolma per il Nord, a Edimburgo per l’Occidente, a Napoli per l’oriente e a Parigi per il Mezzogiorno. Jacques de Molay , prima di morire avrebbe trasmesso i suoi poteri e suoi segreti a un cavaliere, John Mark Larmenius, e da allora la carica di gran maestro non sarebbe mai stata vacante. L’erede dell’Ordine del Tempio sarebbe dunque la Massoneria.

La fraternità di maghi e di iniziati non poteva certo scomparire. Sparirono nelle tenebre dove si nascosero a tramare vendetta: la spada spezzata dei Templari era diventata un pugnale, le cazzuole messe al bando costruivano solo tombe. Ben presto il papa e il re morirono in modo sospetto ed improvviso. Il principale accusatore dei Templari, Squin de Florian morì assassinato. I Templari sopravvissero per qualche anno in alcuni paesi ma non è seriamente attestata alcuna continuità oltre il XV secolo. A partire dal Settecento proliferarono un gran numero di organizzazioni esoteriche di diverso orientamento di ispirazione templare e che ne tramandano i segreti. La leggenda che circonda i Templari si diffuse soprattutto nel XVIII sec. quando si rivelò importante ai primordi della Massoneria. Il cavaliere André Michel Ramsay nel 1736 fu il primo a stabilire un rapporto fra i Crociati e la Massoneria. Massoneria che dai Crociati avrebbe ricevuto l’antica sapienza dei costruttori del Tempio di Salomone. Intorno al 1760, alcune Logge tedesche introdussero rispetto alla massoneria originaria, gradi, gerarchia, e segreti, stabilendo una connessione storica fra origini della Massoneria ed i Templari.

La Rivoluzione francese con il suo movimento politico e sociale provocherà l’abbattimento in Francia dell’ordinamento feudale e della monarchia assoluta, creando i presupposti per uno stato democratico moderno. Nel tentativo di gettar discredito sulla rivoluzione gli ambienti conservatori crearono e diffusero l’idea del complotto Massonico-Templarista. I Massoni-Templari erano diventati gli eredi       una lunga catena di cospiratori che risale agli Assassini e agli Gnostici del Medioevo, quindi distruttori dell’ordine sociale cristiano (trasformati in una setta pre-anticristiana) e quindi anche cospiratori anarchici.

Nel XXX grado “Cavaliere Kadosch” del Rito Scozzese Antico e Accettato la simbologia è strettamente legata all’Ordine dei Templari. Tale grado fu istituito in Scozia da alcuni capi Templari, sfuggiti all’eccidio di Parigi del 1314. Gli obbiettivi di questo grado sono indicati nel dialogo del rituale d’Iniziazione dove si persegue la ricostruzione dell’Ordine, dopo la persecuzione del 1314, e la “vendetta” come seguaci di Jacques de Molay.

 La rosa nell’iconografia cristiana è sia la coppa che raccoglie il sangue di Cristo, sia la trasfigurazione delle gocce del suo sangue, e sia il simbolo delle piaghe di Cristo. Queste immagini evocano sia la rugiada celeste della redenzione, sia il Graal. La rosa, simbolizza spesso la rinascita mistica per il suo rapporto con il sangue versato. Nel simbolo rosacrociano (R. Flud, Summum Bonum, Francoforte 1629) sono raffigurate cinque rose, una al centro le altre una per ogni braccio della Croce. La rosa è al centro della Croce al posto del cuore di Cristo, cioè del Sacro Cuore. E’ lo stesso simbolo della Rosa candida della Divina Commedia, che evoca la Rosa mistica cristiana, simbolo della Vergine.

La celebrità dei Rosacroce si originò dalla pubblicazione di tre opere che furono la Fama (1614), la Confessio (1615) e Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz (1616) che per la prima volta al mondo rivelarono la presunta esistenza del cenacolo dei Rosacroce. Dalle letture dei testi traspariva che un gruppo d’invisibili legati alle antiche conoscenze segrete, (specie l’Alchimia), s’incontravano attorno alle parole di Platone ed Ermete perché gli antichi misteri non andassero perduti e che gli arcani rituali continuassero a sopravvivere in clima di maggior segretezza, visto l’avvento di una nuova epoca d’intransigenze religiose e la scomparsa di un grande Mago come Giordano Bruno bruciato sul rogo a Roma (1600).

Per le strade di Parigi, nella primavera del 1623 fu affisso questo proclama: “Noi deputati dei fratelli rosa-croce soggiorniamo in questa città in maniera invisibile per grazia dell’Altissimo, al quale si rivolge il cuore dei saggi; senza nessun tipo di mezzi esterni insegniamo a parlare le lingue dei paesi che abitiamo e dagli uomini nostri simili abbiamo terrore e morte. Se qualcuno viene preso dal desiderio di vederci solo, per curiosità, che non si metta mai in comunicazione con noi; ma se la sua volontà lo conduce in realtà e di fatto ad iscriversi nei registri della nostra confraternita, gli mostreremo la veridicità delle nostre promesse e non diciamo qual’ è il luogo in cui abitiamo poiché il pensiero, insieme alla reale volontà del lettore, sarà capace di farci conoscere a lui e lui a noi”. Si trattò di un falso storico? Il dilemma è ancora in attesa di soluzione; tuttavia la leggenda circolò in tutti gli ambienti e questa confraternita occulta all’interno della quale si studiavano le antiche filosofie, che non abbandonava l’umanità ormai priva delle conoscenze spirituali ancestrali, si dedicò in gran segreto (da veri esoteristi) a cercare di guidarne i passi verso la conoscenza (attribuiscono a se stessi questa valenza) ricordando a tutti il supremo dovere morale: nati non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza (Dante con la matrice gnostico, ermetico, esoterica del pensiero dei “Fedeli d’Amore”). Le influenze rosacrociane si ritrovano in Massoneria nel XVIII grado del Rito Scozzese Antico e Accettato denominato “Cavaliere Rosa-Croce”.

Templari, Fedeli d’Amore, Cavalieri dell’Ordine della Giarrettiera, Rosacroce, Massoni: tutte queste società, tutte queste confraternite esoteriche, prevedevano un rito di iniziazione che simula “morte e resurrezione”, morire a se stessi e rinascere diversi, cambiati, migliori; Annullarsi per riconquistarsi. Passi progressivi verso la conquista interiore ed esteriore di armonie profonde dell’anima. Dietro c’è l’ineffabile: l’anima che staccandosi da tutte le cose esteriori, raggiunge le profondità dell’interiorità del io segreto, come scrisse Giordano Bruno “lei è dentro di te quanto neppure tu sei dentro a te stesso”.

Conosci te stesso, scopri te stesso, il tuo carattere. Mente ed energia, corpo e spirito. L’esoterismo punta alla piena coscienza dell’individuo e alla sua capacità di trasformazione continua in perfetta autonomia e per questo è anche e soprattutto in contrasto con le religioni (il Papa e gli altri capi religiosi dominano l’anima di tutti gli abitanti della Terra). Citando un proverbio Zen, l’iniziato è come un “bruco che abbia scoperto che esiste un modo per diventare farfalla”, consentendo allo Spirito di spaziare libero nei territori della contemplazione del divino. Quel divino che è dentro di noi che altro non è che la propria anima, l’unica in grado di porre l’uomo dinanzi agli aspetti più sacri dell’esistenza. Ecco il segreto, l’emozione del sacro non può essere raccontata, è e resta esoterico. Cammini segreti della conoscenza sulla strada degli antichi sapienti (“maghi”), come quei “Re Magi” che con gli occhi rivolti al cielo, guidati dalla stella cometa (la stella è il segno: per gli alchimisti la quintessenza, per i maghi il grande arcano, per i cabalisti il pentagramma sacro), seppero trovare il Salvatore del mondo nella sua culla. Ai magi è stato attribuito il titolo di “Re”, questo perché alla ” costituisce una vera sovranità e la grande arte dei maghi (mago = colui che sa) è detta “Arte Reale”.

Oggetto del nostro culto è la Verità rappresentata dalla luce. Abbiamo come sacra leggenda quella di Hiram, completata da quella di Ciro e di Zorobabele. Non c’è discriminazione religiosa (sono ammesse tutte le credenze) e si professa una sola filosofia: cercare la Verità. Lo scopo allegorico della Massoneria è la ricostruzione del Tempio di Salomone.

I riti della Massoneria servono a trasmettere il ricordo delle leggende dell’iniziazione e a conservarle tra i confratelli. Occorre sempre tenere bene a mente che l’esoterismo e la ritualità ad esso connessa sono comunque discipline pratiche, il cui terreno di applicazione è il “se interiore”. Tutti i grandi misteri con i relativi riti portano l’iniziato a interpretare il dio in lui (Deus absconditus, Dio nascosto), sia chi sia.

Concludo con le parole di Bruno: “…ed abbiamo dottrina di non cercar la divinità rimossa da noi, se l’abbiamo appresso, anzi di dentro, più che noi medesimi siamo dentro a noi”(Bruno, La cena delle ceneri, cit. p.22).

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