UN PROFONDO EQUILIBRIO

UN PROFONDO EQUILIBRIO

 di Augusto Comba

Caltre rievocazioni anniversarie che hanno motivato quest’anno le pubbliche manifestazioni, la ricerca storica, la stampa di libri e di giornali, in questi ultimi tempi ha prevalso il ricordo dello scoppio, cinquant’anni or sono, nella tarda estate del 1939, della guerra mondiale. Storici e divulgatori hanno ripercorso in tutti i suoi aspetti quel periodo angoscioso, e un copioso materiale documentario si è riversato ampiamente e direttamente attraverso la televisione, ridestando nei più anziani una massa di ricordi e svelando ai giovani vicende su cui forse avevano finora notizie sfocate e apprese distrattamente, mentre sono state loro riproposte in modo crudo e incisivo. Questo flusso d’immagini, di notizie e di considerazioni e tutt’ora in corso, è destinato ad avere un seguito di qualche anno, così come l’esplosione del 1939 ebbe un seguito pluriennale di catastrofi. Ma la logica dei mass-media, che consuma rapidamente gli argomenti da collocare al centro dell’attenzione, metterà certamente la sordina a questa tematica e ne troverà delle altre con cui soddisfare la curiosità della massa dei consumatori di immagini. Sicché fra breve si potranno fare dei bilanci delle sensazioni indotte, nei diversi strati e tipi di fruitori, da quanto hanno visto e letto sull’argomento. Bilanci tanto più interessanti quanto più, appunto, differenziati per categorie. La categoria a cui si rivolge questa rivista è quella di coloro che operano .nelle logge; e noi la pensiamo unificata, nelle sue componenti diverse per età e per altre caratteristiche individuali, dalla comune capacità di meditare seriamente e responsabilmente sugli argomenti che le vengono presentati. A questo genere di meditazione non può sfuggire che il disastro enorme di cinquant’anni or sono fu lo sbocco di una serie di gravi squilibri e disordini, tenuti a bada in certa misura per alcuni anni e giunti infine all’esplosione. E poiché abbiamo parlato di responsabilità, ci sembra logico che sullo sfondo di questa riflessione ci siano gli squilibri sommamente pericolosi del mondo in cui oggi viviamo, presenti nella politica e nell’economia, nell’ecologia e nel costume, così noti a tutti noi che non ‘| è il caso di specificarli. Ciò che soprattutto caratterizza il nostro comune punto d’incontro, il lavoro di loggia, in confronto a questo mondo turbato, è l’equilibrio profondo che lo governa. Immutabilmente definito dai punti cardinali, dalla vita che vi si svolge sotto il cielo dal mezzodì alla mezzanotte, anche per questo esercita su di noi un’:fascino inconfondibile e ci infonde forza e serenità. E importante allora sottolineare che il dono che riceviamo in tal modo non deve esaurirsi nel beneficio che ne ricaviamo per conto nostro — sebbene tale sentimento sia del tutto legittimo — ma attraverso l’opera di ciascuno deve sapersi anche volgere verso il mondo attorno a noi e verso la sua tormentata umanità.