RELIGIONE E MASSONERIA

RELIGIONE E MASSONERIA

SPIRITUALITÀ NEI CONCETTI Dl

EGUAGLIANZA E Dl FRATERNITÀ

TRA GLI UOMINI NELLA RELIGIONE CRISTIANA E NELLA MASSONERIA

di

Giuseppe Schiavone

1. Origini semantiche

l termine Massoneria o Libera muratoria è di origine francese e deriva da frère maçon (fratello massone) e franc-maçon (franco muratore, libero muratore) e franc-maçonnerie (libera muratoria). Franc: Franco, dal nome del popolo germanico che abitava sulle rive del Reno, che invase le Gallie fondandovi una monarchia. “Franco”, però, ha in sé anche il significato di “libero”, e ciò mostrerebbe che i massoni erano uniti per amore della libertà.

In francese, maçon (corrispondente al provenzale màsso) proviene dal latino medievale machio, machionis (màcio), muratore, tagliatore di pietra, che risponde all’antico alto tedesco mezzo, mëizzo, poi nel moderno alto tedesco metz (tagliatore, taglia-pietre), da meizan (intagliare), affine al gotico maitan (tagliare, mozzare), moderno tedesco meisseln, tagliare con lo scalpello, scalpellare, squadrare la pietra.

L’etimologo Klein ha fatto l’ipotesi che la parola sia stata portata in Inghilterra dai Normanni ( 1066), ma nella traduzione inglese frère sia stato confuso con free, di qui freemason. Successivamente i francesi avrebbero tradotto l’espressione free-mason con franc-maçon.

In Inghilterra, il termine mason senza il prefisso free appare già nel 1292 in uno scritto sulla costruzione di una cappella nel palazzo di Westminster. L’espressione “Libera Muratoria” appare per la prima volta nel 1375 in un’ annotazione riguardante una riunione di rappresentanti di corporazioni cittadine a Londra. La medesima espressione si trova nel 1396 in una lista di lavoratori nella costruzione della cattedrale di Exeter.

La parola Massoneria (nella scrittura inglese masonry) la troviamo con assoluta chiarezza nel Poema regio (1390), ai vv. 20, 24, 54 Si tratta di una ricostruzione in versi, in inglese medioevale, sulle origini della Massoneria o Muratoria. Incomincia narrando la fondazione della Massoneria operativa in Egitto ad opera di Euclide (vv. 1-57) e la diffusione successiva dell’ Arte sino alla sua introduzione in Inghilterra nel X secolo, ai tempi del re Atelstano, che ne sanziona solennemente le Costituzioni (vv. 58-86). La seconda trattazione è normativa (vv. 87-496), divisa a sua volta in 15 articoli (vv. 87-260), in 15 punti (vv. 261-470) e in un decreto a sé stante, relativo all’assemblea generale dei massoni con la presenza dei più eminenti signori del luogo (vv. 471-496). Prosegue con la leggenda dei Quattro Coronati (vv. 497-534), la leggenda della Torre di Babele (vv. 535-550), l’istituzione delle arti liberali da parte di Euclide (vv. 551-576), i doveri verso la Chiesa (vv. 577-692), le buone maniere nella vita in comunione e nelle varie evenienze della convivenza sociale (vv. 693-794).

In Italia, l’espressione mazzone (muratore) si trova alla fine del sec. XIII; e mazzoneria, nel senso proprio di “arte muratoria”, era già entrata nel Quattrocento (cfr. M. Cortellazzo – P. Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 1983, III, p. 729).

2. Origini storiche

Attualmente la Massoneria è un Ordine universale iniziatico che intende al perfezionamento e alla elevazione dell’uomo, senza distinzioni di lingua, cultura, religione, stirpi o ideologia politica. Il suo scopo è la costruzione di strutture sociali di bene, sulla base della fraternità universale, della saggezza, della forza dell’amore e della ragione, della bellezza, della pratica della tolleranza (in tutti i campi), della lotta contro ogni fanatismo e dell ‘esercizio della libertà. Una volta era segreta; oggi non più, ma semplicemente riservata. Ha per divisa gli strumenti dell’architetto e del muratore, come simbolo di costruzione effettiva del progresso universale.  

E portatrice, nella storia, di una cultura ch’è sintesi della spiritualità mediterranea antica (egiziana, ebraica, ellenica, romana). Si tratta di una cultura che stimola nell ‘uomo una palingenesi consapevole e razionale (rinnovamento radicale dell’io), praticata fin dal passato attraverso l’iniziazione. La formazione dell’iniziato procede maturando progressivamente tre momenti della vita interiore: la volontà, l’intuizione, l’autocoscienza, che corrispondono ai tre gradi massonici di Apprendista, Compagno, Maestro.

Le sue matrici culturali risalgono alla sapienza egizia (ermetismo), all ‘esoterismo ebraico e cristiano (Antico Testamento, kabbalah; Nuovo Testamento), all’esoterismo greco misteri eleusini, orfismo, pitagorismo, platonismo), all’esoterismo romano (religione di Mithra, ecc. ).

Dal punto di vista della storia della civiltà del lavoro, ha come precedenti, nella romanità, i Collegia Artificum (per le arti edili, soprattutto per gli scalpellini e i tagliatori di pietra, i Collegia Fabrorum, prima e dopo la Lex Julia del 62 a.C: ); nel Medioevo, le Associazioni di mestiere; nell’età moderna, le Accademie (per lo più d’ispirazione neopitagorica e neoplatonica).

Le radici dell’organizzazione massonica, così come noi oggi la conosciamo, risalgono alle Corporazioni di mestiere medievali, in particolare  alla Società dei muratori (scalpellini, scultori, pittori, ecc.), che fu una delle più famose (basterà ricordare i Maestri Comacini e i Costruttori di cattedrali) 4

A tal proposito è da tener presente la cosiddetta «Carta di Bologna del 1248» (Statuta et ordinamenta societatis magistrorum muri et lignamiis)5

Vale ancora la pena di ricordare che, dall’insieme di queste soietates populi, nacque una struttura politico-istituzionale democratica straordinaria: il Comune medievale; e s’ avviò lo sviluppo della cultura laica, cioè la cultura popolare. Una protagonista di questo vasto movimento di rinascenza cittadina fu appunto la societas dei Liberi Muratori. Questa era divisa in tre gradi: manovale (o apprendista), muratore, maestro. Sede della corporazione era la capanna o loggia, situata presso l’ edificio da costruire (pieve, basilica, convento), nella quale si apprendeva e si perfezionava l’ arte. Gli insegnamenti erano impartiti in tempi diversi (iniziazione gradualistica), secondo determinati riti e giuramenti, sotto il suggello della segretezza. Gli istituti della corporazione contemplavano non solo le regole tecniche dell’arte, ma anche le norme etiche e religiose, secondo riti esoterici riservati ai soli iniziati, con esclusione rigorosa dei profani.

Questo modello passò dalla “Muratoria” alla Massoneria, con l’ utilizzo dei noti strumenti: Compasso, Squadra, Livella, Filo a piombo, Cazzuola, Grambiule (simbolo d’accettazione fattiva dell’ altissimo valore del lavoro, considerato dai massoni un valore sacro).

A motivo delle sue finalità pratiche e della sua composizione sociale, fatta, come già detto, di costruttori, fu poi chiamata “Massoneria operativa”

In età moderna, dalla Carta di Colonia in poi (1535), le Logge accolsero nelle loro file uomini anche non strutturati nelle arti muratorie, purché di elevata moralità, cultura e laboriosità. Erano i cosiddetti “muratori accettati”: uomini, cioè, eminenti in campi diversi e, probabilmente, liberi pensatori perseguitati dal potere ufficiale per le loro idee eterodosse.

Sotto l ‘ influenza degli “accettati” si andò affermando la trasformazione in senso etico-psicologico degli antichi simboli del mestiere muratorio e, inoltre, s’ andò elaborando la chiarificazione dell’umanesimo massonico, con la fondazione del Tempio interiore nel segreto della coscienza, principio e modello del Tempio esterno, con cui comunque il primo doveva interloquire dialetticamente. Perciò la conseguente affermazione del rapporto diretto tra coscienza e storia.

Su queste basi l’istituzione dei Liberi Muratori si riorganizzò trasformandosi in “Massoneria speculativa”. L’ atto fondativo si ebbe a Londra, il 24 giugno 1717, giorno dedicato alla natività di San Giovanni Battista 6

In Italia la prima loggia comparve a Firenze nel 1733-38. La chiesa cattolica la avversò irriducibilmente: Clemente XII nel 1738, Leone XIII nel 1884 espressero in due distinte encicliche la loro condanna.

La costituzione del primo Grande Oriente d’Italia (G.O.I.) avvenne il 20 giugno 1805, con una generale riorganizzazione delle sedi locali . Dopo, si registrò una certa diradazione delle Logge; mentre, viceversa, s’aprì il periodo fiorente della proliferazione delle vendite carbonare e di altre società iniziatiche gemmate dalla Libera Muratoria.

Un successivo rilancio della Massoneria si ebbe tra il 1859 e il 1861, anche se si mostrava divisa in tre rami: il cavouriano Grande Oriente d’Italia con sede a Torino (1859); il garibaldino Grande Oriente di Palermo (1860); il Grande Oriente di Napoli (1861 ). L’opera di fusione delle tre correnti fu realizzata nel 1887 ad opera di Adriano Lemmi, Gran Maestro nel decennio 1885-95.

Nel 1908 si divise in due rami: da una parte, il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani; dall’altra, la Gran Loggia di Piazza del Gesù. Così, da allora, si designarono i due Ordini massonici.

Nel 1923, il fascismo al potere dichiarò incompatibile l’appartenenza dei suoi membri ad ogni tipo di Loggia. Dopo il delitto Matteotti (10 giugno 1924), l’attacco del regime alla Massoneria fu portato a fondo e fu contrassegnato dalle devastazioni di molte Officine, concludendosi infine coi decreti (giugno 1925) che imponevano l’illegittimità e lo scioglimento di entrambi gli Ordini massonici.

Al pari la Massoneria venne condannata, nel 1935, dal nazismo; nel 1939, dal franchismo e dal regime sovietico (dopo ch’era stata duramente avversata sotto gli zar). In questo periodo, benché perseguitati o arrestati molti suoi membri, la Massoneria svolse attività clandestina antifascista. Dopo il 25 luglio 1943 essa si ricostituì a Napoli; quindi a Roma (il 3-4 giugno 1944, nuovamente a Palazzo Giustiniani, sotto la guida di un Comitato di Gran Maestranza formato da Umberto Cipollone, Guido Laj, Gaetano Varcasia) 8 . Nel 1973 la scissione dei due Ordini venne ricomposta, per riproporsi tuttavia nel 1977. In tempi recenti ha fatto scandalo la Loggia P2 (una loggia contro-iniziatica e deviata), in ogni caso condannata e sciolta, se pur tardivamente, da Palazzo Giustiniani. Nel 1993 è stata turbata da una mini-scissione (più che altro una defezione di pochi, che hanno poi dato origine alla cosiddetta Gran Loggia Regolare d’Italia). Oggi, con il nuovo Gran Maestro Virgilio Gaito, e con la Giunta di governo che lo affianca, è in atto un’ampia azione di recupero dell’antico prestigio e di elaborazione d’un programma teso a proiettare la Libera Muratoria nel Terzo millennio come istituzione portatrice d’un rinnovato progetto di civiltà, eticità e fraternità universale; come movimento spirituale forte nell’alveo della tradizione laica moderna.

3. Origini leggendarie. Il senso della Massoneria

I massoni fanno risalire le loro ascendenze all’architetto del tempio di Salomone, Hiram 9, il quale fu ucciso a tradimento da tre malvagi operai che volevano carpirgli la Parola (i segreti dell ‘ Arte). In conseguenza di ciò, gli altri lavoranti si unirono per proteggersi e soccorrersi a vicenda.

Altri studiosi, però, senza rinnegare questa tradizione, il cui valore iniziatico-pedagogico caratterizza soprattutto la leggenda del terzo grado (il rito della Camera di Maestro), sostengono addirittura che la Massoneria abbia avuto un inizio più antico, perché sarebbe nata con l’uomo.

Le origini leggendarie della Massoneria, comunque, queste come altre, vanno prese non alla lettera, ma per il significato simbolico ed esoterico che contengono. La presunzione che la Massoneria sia esistita fin dalla genesi dell’uomo e che si sia sviluppata con lui, va interpretata nel senso che essa ha sempre capito, raccolto e rappresentato un bisogno proprio dell ‘ essere d’ uomo, un bisogno davvero primigenio e profondo: il bisogno di trascendenza. Cioè il bisogno di superare la condizione contingente, la condizione di finitudine, per avviare un processo di crescita del sé d’uomo; il quale, pur partendo dal finito, si sporge da esso e tende ad orientarsi continuamente verso l’infinito. Il permanente trascendere è il processo che l’uomo compie auto-perfezionandosi: a livello biologico, intellettivo, culturale, morale, sociale, spirituale. Il trascendere è una facoltà ontica, cioè una facoltà peculiare dell ‘essere d’uomo.

La comprensione della dinamica di questo trascendimento e delle leggi che la regolano per la Massoneria diventa una sapienza iniziatica (la sofia muratoria: scienza+intelligenza+virtù, contenuta in un patrimonio di simboli raccolti nel corso della storia, come «riflesso della luce perenne [ … ] e attraverso le età, entrando nelle anime sante , forma amici di Dio e profeti» 10 , da cui la deduzione di un quadro assiologico (quadro di valori individuali e sociali) e di un metodo che guida l’adepto sulla via del suo affinamento mentale, etico e spirituale. E ciò che, in linguaggio muratorio, si chiama  operazione di levigatura della pietra grezza”.

Secondo questa impostazione concettuale, pertanto, tutta l’ attenzione va sul trascendente (cioè su colui che effettivamente trascende), senza pensare alla trascendenza in modo astratto e separato dalla concretezza del soggetto che sta trascendendo. La trascendenza è intrinseca all’uomo. La Massoneria ha compreso questo dinamismo di autopoiesi (auto-creatività, autocostruzione creativo-spirituale dell’ uomo), ne ha raccolto e conservato i significati in un ricco “catalogo” di simboli maturati nel tempo e ne ha reso cosciente l’iniziato attraverso un metodo: il metodo liberomuratorio, che consente al soggetto di non subire passivamente questo naturale sviluppo come qualcosa di meccanicistico e deterministico, ma di essere, viceversa, protagonista attivo e guida del medesimo processo evolutivo, orientandolo ed accelerandolo verso obiettivi di crescita spirituale sempre più alti.

Questa crescita, così, s’esprime primariamente come una crescita coscienziale, per poi determinare effetti sull’intero essere d’uomo, tanto nella sua dimensione naturale quanto in quella storica. E la divinizzazione dell’uomo e della natura attraverso un processo, che si sviluppa, appunto, in un divenire storico, per gradi: gli stadi storici dell’emancipazione umana, le varie epoche della civiltà. Evoluzione della coscienza ed evoluzione della storia, pertanto, coincidono; nel senso che l’evoluzione della coscienza è la misura dell’evoluzione della storia.

Infatti, il bisogno di trascendenza innesca una dinamica storica della trascendenza: è ciò che si chiama il progresso, che s’ avvia, appunto, con il primo storico illuminarsi della coscienza, quando comparve l’ Homo Sapiens (preceduto dall ‘Aoustralopiteco e dall ‘ Homo Habilis), che segnò il passaggio dall’animalità all’umanità in senso proprio, dal regno dell’istintualità e della necessità a quello della libertà e della cultura, al disvelamento dello spirito.

Il massone ri-percorre questo processo nel “Gabinetto di ri-flessione”, dove simbolicamente muore come profano e ri-nasce come Iniziato, con l’ illuminarsi, appunto, della sua coscienza in modo nuovo, dando origine a quella che l’ iniziato Dante Alighieri chiamò la “vita nova”

4. Riscontri biblici

Il manifestarsi del bisogno di trascendenza — di cui abbiamo finora parlato — postula l’esistenza       nell’uomo di un principio di trascendenza (cioè di una causa che lo determina): un principio di infinitudine e di perfezione che è innato nell’uomo e che spinge l’uomo medesimo verso l’autotrascendimento. E la scintilla divina nell’uomo, il soffio di Dio immesso nell’uomo, la Sua presenza nell’umanità (tale, infatti, è il senso dell’ incarnazione di Cristo), com’è chiaramente detto nel Vecchio e nel Nuovo Testamento.

«Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (Genesi, 2, 7).

V’è nell’ uomo, quindi, un innato principio spirituale di vita, un principio spirituale di perfezione che dà luogo al processo di perfettibilità umana. O, quanto meno, si tratta di un principio che originariamente ha visto l’infinito e la perfezione, cioè Dio; oppure che —stando a contatto con Lui, com’è chiaramente detto nel racconto biblico del Giardino dell’Eden— ne è stato impressionato, illuminato, ne ha ricevuto l’ impronta (cfr. J. Bôhme). La qual cosa ha destato il desiderio, il bisogno profondo (ancestrale) nell’uomo di raggiungere, meglio dire di ricongiungersi col Principio originario, cioè con Dio. In linguaggio esoterico, ciò è quanto i massoni chiamano la Reintegratio ad Deum.

E qui che si colloca la consapevolezza che alla base dell’essere d’uomo v’è un principio di spiritualità, che è il seme ovvero il nucleo in cui consiste la sostanza ontica del soggetto e da cui procede il suo farsi storico.

In tale prospettiva essere massone significa aderire ad un processo iniziatico di perfezionamento che ha come principio regolatore e come finalità l’ Essere supremo. Cioè assumere Dio come metodo e come fine della propria esistenza. Il processo, però, per i massoni, a differenza di altre scuole, è compiuto coscientemente, per via razionale e per gradi, non per salto mistico.

Il perfezionamento si raggiunge non attraverso la “grazia ” — che secondo i cattolici, rispettabilmente, è il solo strumento di salvezza—, ma attraverso la conoscenza e coscienza del senso della vita individuale e cosmica; e nel mettersi iniziaticamente sulla strada deificante che porta (o riporta) al Principio.

E qui che si colloca la comprensione razionale della religio.

5. La Stella fiammeggiante: lo Spirito incarnato nell’uomo

Nel Tempio dei Liberi Muratori c’è un simbolo (tra i tanti in cui è racchiusa la sapienza massonica) che campeggia in alto, ad Oriente, sulla cattedra del Maestro Venerabile: è la Stella fiammeggiante o Pentalpha: cinque Alpha, cioè cinque principi, perché ai tradizionali quattro (Terra, Acqua, Aria, Fuoco) si aggiunge l’Intelligenza11 . Ha la lettera «G» al centro, che indica Dio, la sua Luce: Geova (in lingua ebraica Jeova, Jahveh, Jeve), God (in l. inglese), Gott (in l. tedesca), Gud (in l. svedese); oppure può essere l’iniziale di Geometria, intesa come la scienza divina che regola l’armonia del cosmo; o di Gnosi: la perfetta conoscenza delle supreme verità filosofiche e religiose, attingibile solo attraverso il cammino iniziatico.

La Stella fiammeggiante, in Massoneria, rappresenta il Fuoco centrale vivificante, il centro interiore dell ‘uomo da cui s’irradia la vera Luce, I ‘Illuminazione e la Scienza divina, l’Intelligenza. E, dunque, il Fuoco sacro dello Spirito divino incarnato, che vivifica l’uomo dal di dentro, dal suo centro appunto, perché —come già detto— è il suo centro12  Perciò la Stella s’identifica con l’illuminazione interiore (l’intuizione) che guida l’iniziato che ha coscienza d’essere un microcosmo e, come tale, portatore d’un principio intrinseco di ordine, armonia, perfezione.

Dagli alchimisti la Stella fiammeggiante, espressiva della Quinta essenza celeste, viene chiamata «Fanciullo filosofico», immagine, anche qui, della divinità incarnata, il principio di coscienza. Coerentemente a questi sensi, viene considerata pure come l’emblema del Cristo. Significativamente, infatti, chi guidò i Re Magi verso Gesù bambino a Betlemme fu una stella fiammeggiante (la «Stella dei Magi»), che indicò la “via” (non solo in senso geografico, ma soprattutto in senso allegorico) di come può avvenire una nascita divina, cioè una ri-nascita iniziatica. Nel caso di Cristo fu la nascita di un uomo (detto anche da Paolo il «secondo Adamo» o «l’ultimo Adamo» 13 che rilanciò nella storia il messaggio già affidato da Dio al primo Adamo (quello edenico).

Il messaggio, contenuto nel Libro della Genesi (l, 26), così recita:

«E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”»,

inculcandogli dentro lo pneuma, il «principio di vita», il principio vitale cosciente, lo Spirito.

Dunque, il primo Adamo, il capostipite del genere umano era un essere che somigliava a Dio, ne era l’immagine; aveva incarnato in sé il principio divino; il soffio dello Spirito era organicamente in lui; com’è detto nella rappresentazione iniziatica della Stella fiammeggiante.

Il secondo Adamo (il Cristo) riconferma e riannuncia (su un piano diverso, il piano dell’amore e dell’universalità) l’incarnazione dello Spirito nell’uomo: «Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis» (nel testo greco originale è, infatti, en emin, tradotto correttamente nella Vulgata da San Girolamo  con l’espressione latina «in nobis»14).

Dal primo al secondoAdamo viene affermata costantemente una verità secondo cui ogni uomo, avendo in sé, geneticamente, la spiritualità divina, può ascendere al Padre, reintegrarsi con Lui, divenendo simile a Lui.

L’«immagine» e la «somiglianza» divine, da principio potenziale, possono diventare attualità storica alla portata di tutti gli uomini di buona volontà, cioè raggiungibili attraverso un metodo di cui la Massoneria è depositaria: questa è la conoscenza esoterica conquistata dagli iniziati.

5. L’antropologia massonica. Il principio d’uomo, il suo valore

Nell’uomo quindi, secondo l’antropologia massonica, alberga lo Spirito (come s’è gia visto), il Logos, il Verbum, che è strutturato nella mente (il meum ens, seguendo l’interpretazione esoterica) 15. che invece non si ritrova in nessuna delle altre forme di vita nell’universo. L’uomo è l’unico essere visibile che ha coscienza di se stesso, coscienza della vita e della morte, del bene e del male; che ha facoltà di libero arbitrio.

Su queste premesse si fonda il principio d’uomo, cioè il principio secondo cui ogni uomo è dotato di spirito, ragione, autoconsapevolezza, volontà, autonomia, libertà (che è la prima parola del motto massonico «Libertà-Uguaglianza-Fraternità», scritto a caratteri cubitali in ogni loggia. La specie umana, in termini universali, è composta da individui siffatti; è una grande catena che ha questi anelli. Da ciò consegue il principio di eguaglianza (la seconda parola del motto): tutti gli uomini sono eguali perché tutti sono portatori del medesimo patrimonio spirituale.

Appartenere alla medesima specie, vivificata dal soffio divino, determina ipsofacto un vincolo di specie, ovvero una solidarietà naturale tra gli uomini sotto il segno dello Spirito. Questa solidarietà poi, attraverso la cultura e la coscienza del fatto, evolve in fratellanza universale (il terzo fattore del motto). La presa di coscienza dei fondamenti ontici dell’essere d’uomo matura la solidarietà di specie in universale fratellanza umana. Di qui, per il Massone, l’impegno e, perciò, il vincolo etico a ricercare —attraverso il cammino iniziatico— la piena consapevolezza di sé, cioè del proprio essere originario; quindi il vincolo etico a vivere secondo natura, ovvero come fratelli, perché così siamo stati fatti dal medesimo Padre, il Grande Architetto dell ‘Universo (G.A.D.U.)

l principio d’ uomo, allora, è la divinità essenziale incarnata nell ‘uomo medesimo: è una realtà vibrante che dev’essere sperimentata da ciascuno per proprio conto, una rivelazione interiore, un’illuminazione, il risveglio di una facoltà specifica (facultas facultatum) che possediamo sin dalla nascita, ma che s’attiva solo quando la coscienza è pura. Poi, quand’è vergine (come in Maria), dà luogo ad un salto metafisico pur rimanendo nel fisico (nella physis), cioè partorisce il Cristo: una possibilità ch’è stata data ad ogni uomo, perché a tutti è stato «dato potere di diventare figli di Dio» 1 6

II soggetto, trovando Dio (il G.A.D.U.) nella propria interiorità, trova dunque il principio di se stesso, la pura potenzialità di sé, la spiritualità, che è libertà-intelligenza-creatività-amore: l’essenza della specificità umana, da cui parte l’autentica autocostruzione dell’iniziato, per divenire un uomo integrale, onnilaterale. In questo processo l’espansione della dimensione coscienziale coincide con l’espansione dello spirito, perciò con la crescita dell’humanitas che è in ognuno. Di qui l’imperativo etico: Uomo, sii uomo! Un imperativo che per il massone suona nell’accezione «Fratello, sii Fratello al tuo simile!».

Rivelazione divina (intesa come progressiva liberazione del divino dall ‘ incoscienza della materia), pertanto, e crescita umana coincidono. Indiarsi è uguale a umanizzarsi, e viceversa. Dio e uomo reciprocamente si danno senso. In ciò consiste l’autocostruzione di sé e dell’umanità, del singolo e della specie; perciò il lavoro muratorio, com’è scritto nei relativi rituali, è fatto dal massone «per il bene dell’umanità e per la gloria del G.A.D.U.».

Da ciò consegue anche l’alto valore morale dell’essere d’uomo, la sua elevata dignità. Ogni corpo d’uomo dev’essere considerato come un Graal (a cui si lega l’esoterismo cavalleresco dei Templari), cioè portatore dello Spirito divino (qui stat in nobis, semper). Siffatta strutturazione dell’essere d’uomo determina un’altissima qualità onto-antropologica, che rende chiaro come recare un offesa all’uomo è come recare un’offesa a Dio direttamente. Ne discende la proibizione d’ogni forma di sfruttamento e di dominio dell’uomo sull’uomo; quindi l’obbligo morale a demolire le strutture di male, tutte; e a costruire le strutture socio-politiche del bene.

Per questo alto obiettivo siamo tutti impegnati in quanto uomini. Perciò uniamoci in nome del Grande Architel’Universo e dell’Uomo e, abbracciandoci, operiamo per il bene comune!

NOTE

1)Dio solare dell’amicizia e dell’ordine cosmico. Fu divinità del pantheon vedico, presente anche nella tradizione iranica. Poi, dalla Persia si diffuse a Roma, divenendo religione ufficiale sotto l’imperatoreAureliano (270-275 d.C).

2) Furono corporazioni di mestiere che si svilupparono, durante la repubblica e l’impero, nella Roma antica.  Protette dallo stato si interessavano anche di attività segrete e di cerimonie mistiche che venivano svolte in  ambienti segreti, con rituali simbolici.

3) Con la Lex Julia (62 a.C.) furono riordinati i Collegia e i Solidalitia e, contestualmente, fu disposta la soppressione delle associazioni che s’occupavano dell’organizzazione di feste, giochi, convitti, competizioni  elettorali. Tali provvedimenti, comunque, non coinvolsero le associazioni di lavoro in generale, né in particolare i Collegia artigiani, che però furono sottoposti all’autorizzazione delle autorità competenti, ad una precisa regolamentazione e ad un controllo amministrativo rigoroso.

4) Il termine “comacino” deriverebbe, secondo alcuni, da “comacineus”, cioè “compagno di officina”; secondo altri da “cum machinis” (da cui la pronuncia “comàcini”) cioè coloro i quali lavorano con strumenti di mestiere. Rupi Comacine erano dette le montagne intorno a Como; e, ancora oggi, a Milano, è detta Porta Comacina, quella rivolta verso Como. I Comacini, operanti fra il VI e I ‘XI secolo, uniti in fratellanza, tramandarono  l’arte antica di edificare (muratoria) ed anche il vincolo di fraternità che univa i primi muratori, i quali sono  conosciuti anche come “Maestri e Fratelli Comacini”. Dall ‘ Alta Lombardia, dove svolsero la loro prima attività,  si andarono diffondendo, poi, in Francia, Svizzera e nella valle del Reno. Già prima del Mille, a Lucca, operava  una “Massoneria di Maestri Comacini”. Le strutture delle fratellanze dei Maestri Comacini — secondo Eugenio

5) Cfr. E. Bonvicini, Massoneria antica. Dalla «Carta di Bologna» del 1248 agli «Antichi doveri» del 1723, Roma, Atanòr, 1989.

6) Agli inizi del XVIII secolo, esistevano a Londra quattro Logge che —com’era nel costume di tutte le società popolari dell’ epoca— si riunivano in locande: rispettivamente, in quella denominata “All’oca e alla graticola”  “Alla corona”, “Al melo”, “Al bicchiere e all’uva”. Da esse, da un’assemblea generale dei loro membri, nacque la “Gran Loggia di Londra”, che diede il via alla Massoneria moderna.

7)  Nel 1804, su iniziativa di soldati dell’esercito cisalpino, guidati dal generale Lechi, fu istituita anche a Lecce una Loggia. Ebbe sede nel palazzo Giaconia (poi passato in proprie.t.à, nell’ordine, del vescovo Daniele Varcardo, dell’umanista Vittorio de’ Prioli, dei duchi Carignani, dei duchi Lopez y Royo, dell’Istituto dei non vedenti). Nel 1811 fu installata la «Japigia Illuminata», operante sino al 1815. Nel 1864 fu insediata la «Mario Pagano». Nel 1904 nacque la «Liberi e Coscienti», tuttora attiva. Da questa sono gemmate tutte le altre.

8) Anche a Lecce, nel 1944, dopo la clandestinità del periodo fascista, la Massoneria si riorganizzò prontamente, riaprendo il Tempio della Loggia « Liberi e Coscienti».

9) 1 Re, 7, 13-14.

I0) Sapienza, 7, 26-27.

          11)  Il simbolo, visibile nella massonica Camera di Compagno d’ Arte, è di origine pitagorica, ma si diffuse anc Ihe nella speculazione ebraica. Il suo significato, come meglio si vedrà in seguito, è alquanto complesso: include i numeri 3, 2 e 5. Al suo centro, come già detto, c’è un pentagono: simbolo dell’unione feconda del 3, principio maschile, con il 2, principio femminile (perciò rappresenta anche l’Androgino, l’uomo perfetto). Inoltre, il 3, nella concezione pitagorica, indica l’unità che s’è scissa nella dualità e si è ricomposta nella trinità. Il 5, inoltre, indica la legge del Quinario.

12) Nel vecchio rituale utilizzato per l’iniziazione del profano in Camera d’ Apprendista (edizione G.O.I. 1982) è scritto che il «fuoco» è la «sacra materia ignea [ … ] racchiusa nell ‘essere» d’uomo; e che essa è «l’essenza che [ …l anima» l’individuo.

13) 1 Corinti, 15, 45.

14) Giovanni, l, 14.

15) Mens, mentis: dalla radice indo-germanica màn, che si trova variamente vocalizzata in men, mein, min, mun, ecc., «pensare», «conoscere», «intendere»; designa il «principio pensante», It«attività del pensiero», lo “spirito”, l’ “intelligenza” (A. Ernout – A. Meillet, Dictionnaire étymologique de la langue latine, Paris, 1985, p. 396, alla voce «mens»).

16) Giovanni, l, 12

operazione di levigatura della pietra grezza”.

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