L’ABITO FA IL MASSONE ?

L’abito fa il Massone?
Il noto proverbio ‘L’abito non fa il monaco’ mette giustamente in guardia dallo stabilire una corrispondenza scontata tra l’esteriorità e e le vere intenzioni della mente e del cuore, anche se una veste che indichi una scelta di vita più impegnativa dell’ordinario nei confronti di Dio o dell’umanità raccoglie generalmente rispetto. La ‘veste’ massonica, costituita da alcuni capi simbolici come il grembiule, i guanti o il collare, si distingue invece sia dall’abito religioso sia dalla ‘divisa’ per il suo uso rituale interno, richiamandosi a un codice che si attiva nella comunicazione tra ‘fratelli’ e che invita il singolo a confrontarsi con la coerenza del proprio percorso muratorio. Abbigliamento del grado di Compagno, ripreso da un disegno di inizio secolo che richiama l’origine operativa della Massoneria. Il grembiule è un simbolo che trae origine dalla Massoneria operativa, facendo esplicito riferimento al lavoro, ma nella Massoneria speculativa ha acquisito più ampie valenze. Per esempio la cesura che determina tra la parte superiore e quella inferiore del corpo, allacciandosi alla vita, indica la necessità di privilegiare la prima (cuore e mente), tenendo sotto controllo la seconda (istinti). Deve poi essere ricordato che, modificandosi la sua simbologia per i vari gradi, acquista di volta in volta significati particolari. Altro capo di abbigliamento classico sono i guanti bianchi, che il candidato riceve nella cerimonia di iniziazione, benché non si tratti di una pratica universale e vi siano in proposito significative varianti. Nel caso di questo simbolo si può pensare a reminescenze cavalleresche (i cavalieri medioevali abbinavano all’elmo i guanti della dama). In effetti, ancora nel rituale italiano delle due paia di guanti bianchi che vengono consegnati al neoiniziato una è per lui, l’altra per la donna che ama o stima di più. In generale questo capo di abbigliamento allude alla necessità di conservare le mani pure, ma anche a quella di preservare da qualsiasi contaminazione o profanazione la sfera del sacro (gli arredi e i simboli del Tempio). Un ritratto del grande poeta e scrittore tedesco J.W. Goethe. A proposito dei guanti, ricevuti dopo l’iniziazione alla Massoneria, scriveva all’amata baronessa Charlotte von Stein: «Un regalo da poco, a giudicare dall’apparenza, l’aspetta al suo ritorno. La cosa più straordinaria è che non lo posso regalare che a una donna, e una sola volta». Il collare è simbolo distintivo di un’alta funzione nella gerarchia della Loggia. Ciò comporta non solo autorità e onore (il triangolo con il vertice in basso che vi è raffigurato è un segno di comando), ma anche, come peso portato al collo, consapevolezza delle responsabilità connesse all’esercizio del potere. Lintervento sull’abbigliamento in chiave simbolica è particolarmente significativo nella cerimonia di iniziazione al grado di Apprendista (vedi il riquadro del capitolo I gradi di iniziazione). Gli abiti scomposti e l’assenza di una scarpa rappresentano sia lo stato confusionale del profano prima di accedere al Tempio dove intraprenderà il cammino verso l’Ordine, sia la necessaria umiltà che deve caratterizzare l’atteggiamento di chi si vuole sottoporre a un’iniziazione. In questo secondo caso la valenza simbolica rinforza quella della deprivazione dei metalli (vedi il capitolo Il patrimonio simbolico).
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