UN BILANCIO TRA VANTAGGI E SVANTAGGI

un bilancio tra vantaggi e svantaggi

dello smart working,

 i primi sono infinitamente maggiori dei secondi, ha rimarcato De Masi, aggiungendo che prima della pandemia, su 14 milioni di potenziali telelavoratori, solo 570.000 telelavoravano. E che voi, dopo il 4 marzo, sotto la sferza del coronavirus, la cifra è scattata a 7-8 milioni. Come mai lo smart working non è stato introdotto gradualmente negli anni precedenti? La sua domanda? Perché i capi, magari inconsciamente, ha spiegato, non volevano che, oltre a cambiare l’organizzazione, si riducesse il loro potere. Quando la pandemia sarà terminata, migliaia di aziende e milioni di lavoratori avranno vissuto la rivoluzione mentale dello smart working e avranno sperimentato in prima persona i molti vantaggi e i pochi disagi che ne derivano. L’Osservatorio del Politecnico di Milano ha calcolato che almeno 4-5 milioni di impiegati e manager Dopo la pandemia continueranno a lavorare lontano dagli uffici in base ad appositi accordi aziendali. Tornare a stare insieme ha concluso il Gran Maestro che ha invitato a guardare in modo positivo al futuro. “Abbiamo fatto la Gran Loggia 2020, che è stata voluta da tutti noi con coraggio e determinazione e che si è svolta in assoluta sicurezza nel rispetto delle regole, faremo — ha detto — anche la Gran Loggia 2021, a dimostrazione di quanto ci sia bisogno delle associazioni, delle formazioni sociali che favoriscono le relazioni tra le persone, che sono una necessità prevista anche dalla Costituzione”. Insieme alla pandemia, ha sottolineato, “stiamo infatti vivendo anche una fortissima emergenza delle relazioni, forse sottovalutata, un’emergenza indotta dal senso di insicurezza e precarietà che la pandemia porta con sé. Un’emergenza che può avere ristoro soltanto nel tornare a stare insieme…Noi del Grande Oriente sentiamo fortemente questa mancanza, la mancanza di quel benefico sollievo che proviamo durante i nostri lavori rituali nelle logge, che rafforza il nostro spirito e il nostro senso di appartenenza, e che nasce dal dialogo, dall’apprendere insieme, dall’imparare a guardare l’uno con gli occhi dell’altro. E non appena sarà possibile torneremo nelle nostre officine, con la speranza anche di essere uomini migliori… Non avere paura del domani — ha Concluso citando la stella del raggac Bob Marley — perché in fondo oggi è il giorno che ti faceva paura ieri”. L’evento è stato organizzato dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente, che negli ultimi sei mesi ha tenuto ben cinque incontri online. Si è iniziato il 17 novembre 2020 con il convegno “Da Ipazia a Filelfo, un’antica tradizione può salvare il mondo” con Silvia Ronchey, è seguito il 3 dicembre il seminario interno riservato ai fratelli sul Grado di Compagno Libero Muratore e successivamente l’11 dicembre c’è stata la presentazione del volume “I Quattro maestri” del filosofo Vito Mancuso. Il 18 febbraio è stato organizzato un altro seminario interno sulle origini e l’evoluzione del Grado di Maestro e sabato 10 aprile, si è tenuto quest’ultimo dibattito.  Gli incontri si sono rivelati un’occasione preziosa di dialogo per comprendere meglio la realtà che ci circonda.

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