IL CIELO STELLATO

IL CIELO   STELLATO

“Guardando il cielo stellato, mi è venuto di pensare che da ogni suo punto parte un raggio di luce che giunge a noi e che infiniti raggi c’individuano singolarmente con assoluta precisione. Di contro, dal nostro occhio possono partire sguardi per infinite direzioni che tocchino ed abbraccino tutti i punti dell’universo. Quest’elementare ed ovvia osservazione ha suscitato in me una duplice ed opposta emozione: lo sgomento del piccolo, umile essere che avverte il peso di una centralità e quindi di una ribalta sconfinata che, per quanto non richiesta né cercata esiste e va giocata, e, di contro, il ruolo che, pur limitato allo sguardo, diviene demiurgico in ragione della potenza che esprime abbracciando l’universo. Sul filo di questo pensiero, ho percepito, più con il cuore che con la mente, l’opposizione e la sintesi, in ciascuno di noi, delle due istanze che ci traggono verso l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, lasciandoci, soli ed uni, sospesi fra di esse. Mi sono sovvenuti la bell’armonia di quest’equilibrio, l’imperturbabile bilanciarsi delle forze espresse ed un messaggio di sapiente, serena consapevolezza. Ho così reinterpretato l’accensione delle tre fiamme all’apertura dei lavori, sotto le stelle, in Officina. E’ l’universo che in questo incrociarsi di raggi si contempla, ed il suo divenire, misteriosamente, non ne muta l’essenza. E noi, simili agli Dei, partecipiamo di questo, non come informe materia, ma come attori che, pur costretti ad un ruolo, interpretano se stessi.”

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