COME ARMONIZZARE LA VITA CHE È IN NOI

COME ARMONIZZARE LA VITA CHE È IN NOI

di G. C.

Troppo sovente l’unica preoccupazione dell’uomo moderno è rivolta a soddisfare le esigenze, i desideri e gli impulsi della propria è persona, del proprio corpo e cioè del suo «essere prettamente materiale»; a lottare quasi esclusivamente per migliorare la sua posizione nell’ambito della società, della famiglia, del lavoro.

Gli impulsi più profondi, le esigenze interiori, spirituali, morali, esoteriche molto spesso non vengono neppure avvertiti o, se avvertiti, vengono compressi e trascurati.

L’io interno e profondo che alberga in tutti noi viene negletto o, comunque, posto in secondo piano.

Poco numerosi, purtroppo, sono gli uomini diversi, quelli cioè che soli, forse, hanno diritto ad essere considerati veramente «uomini». Il nostro Istituto, tutto sommato aristocratico, è ben conscio delle esigenze che sgorgano dal più profondo della nostra essenza, dalla nostra vita interiore e cerca di soddisfare, nei modi più adeguati, tali esigenze.

Accade, però, che taluni eccedano in tal senso fino a giungere a vere e proprie forme di fanatismo religioso, filosofico, esoterico ecc. ecc. L’Uomo-e torniamo a parlare di quello con la «U» maiuscola — deve, pertanto, essere consapevole e non già limitato dalle esigenze materiali e dai condizionamenti sociali ma, nel contempo, non potrà vivere estraneo alla sua materialità ed al mondo che lo circonda, solo attratto da ciò che gli sgorga dal più profondo del suo essere e solo dedito a percepire e soddisfare i conseguenti impulsi ed esigenze. La giusta via di mezzo è, forse, il segreto per armonizzare la vita interiore senza comprimerla ma senza enfatizzarla all’eccesso. La saggezza è, in definitiva, il nocciolo di tutta la questione. Ed è, infatti, «Uomo saggio» quello che sa percepire e tenere in giusta considerazione le esigenze interiori dando spazio ad una doverosa ricerca volta alla conoscenza del proprio intimo.

Quando poi l’«Uomo saggio» può utilizzare nella sua ricerca un valido «metodo», ecco che arriva a percepire i «grandi problemi», avviandosi sulla strada della vera conoscenza e perfezione.

Ma è sempre l’«Uomo saggio» quello che mantiene, nonostante tutto, un aggancio ben tangibile con la realtà e con le esigenze quotidiane, certo senza stupidamente ingrandire e moltiplicare queste ultime e senza, soprattutto, drammatizzare gli alterni casi che caratterizzano la vita umana.

Si è detto della saggezza, ma non si può, altresì, prescindere da una certa cultura, o meglio, da un certo bagaglio di conoscenze, le più varie, e da un metodo — come già si è detto — che porti non solo all’acquisizione dei vari elementi conoscitivi, ma anche all’uso ed all’amalgama ditali elementi nell’ambito di una ricerca interiore ed esteriore veramente efficace.

Si è così evidenziato un trinomio: «saggezza», «CONOSCENZA» e «metodologia» che, ritengo, possa risolvere il quesito posto dal titolo della presente tavola.

Il suddetto trinomio, inoltre, seppure non precipuo del pensiero e della terminologia massonica, ritengo sia certamente alla base dell’idea massonica attuale.

Ad esso tutti i FFr.’. devono tendere, arricchiti dal metodo a loro elargito dalla massoneria stessa, scuola di metodologia per eccellenza, onde acquisire e/o aumentare le proprie conoscenze ed utilizzarle nel giusto equilibrio interiore/esteriore che è proprio del saggio.

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