STORIA del “IL GABINETTO DI RIFLESSIONE

STORIA del “IL GABINETTO DI RIFLESSIONE”

Premesso che, almeno per quanto mi risulta, il Gabinetto di Riflessione non ha nessun rapporto o legame con la tradizione muratoria corporativa, se ne deve dedurre che esso è un’aggiunta al rito dell’iniziazione posteriore al 1717. Non so per certo quando ciò sia accaduto, ritengo però che esso sia uno dei meriti diretti o indiretti del

Cavaliere di Ramsay, l’ideatore della Massoneria cavalleresca dotata di gradi superiori, oltre a quelli della tradizione corporativa.

Il Gabinetto di Riflessione nasce in Francia unitamente alle varie forme pseudo o meta massoniche in un secolo in cui massima è la richiesta di misticismo e di occultismo.

Questo secolo, il XVII, è il secolo dei lumi, dell’inizio della rivoluzione

industriale e della rivoluzione francese, ma è anche il secolo di Cagliostro e dei Chassidim, cioè di una nuova ricerca di certezze morali, spirituali e sociali.

Nonostante la Riforma e la Controriforma, le Chiese non riescono a dare risposte a tutte le nuove domande che i tempi pongono all’Umanità. In questa grande crisi si trova coinvolta anche la Massoneria che si muta, da assonnata corporazione di mestiere, in una nuova famiglia speculativa di tipo laico che cerca nella reciproca tolleranza ideologica la risposta alle lotte religiose, politiche e sociali.

La nuova Massoneria inglese è fiera delle sue ascendenze operaie, consapevole che solo il diuturno lavoro creativo dell’uomo può trovare il suo perfezionamento, ed annovera tra i suoi membri accettati, oltre che muratori professionali, anche commercianti, artigiani e molti intellettuali.

Sul continente, e specificatamente in Francia ove per prima attecchì la Massoneria speculativa, le condizioni sociali erano ben differenti. Nella società umana è ancora ben radicata la suddivisione nei tre stati di nobiltà, clero e borghesia, ben distinti dal popolo minuto, ancora privo di emancipazione, spesso privo dei diritti civili, sempre privo dei diritti politici. L’organizzazione sociale era piramidale; tutta la sovranità ed il potere erano al vertice, il depositario poteva però benignamente elargire ai gradi inferiori. Era anche convinzione comune che tale suddivisione fosse di scelta e per volontà divina.

La nuova Massoneria speculativa poteva estrarre i suoi adepti quasi

esclusivamente da uno di questi tre stati e, per svariati motivi, ne restavano esclusi i commercianti, gli artigiani e, naturalmente, gli operai anche se muratori professionali.

Ai nobili, borghesi e clerici di Francia entrati a far parte della famiglia massonica non poteva piacere l’ascendenza plebea della Libera Muratoria, anche se si riannodava misticamente ai grandi costruttori del passato. Ed ecco che nel 1738 il Cavaliere di Ramsay, di origine scozzese, ma esule a Parigi al seguito del pretendente al trono inglese, “trova” che in effetti la corporazione dei muratori altro non era che lo

scheletro portante ed apparente di una associazione di uomini che conoscevano i segreti della vita che avevano appreso molti secoli addietro, quando andarono come Crociati in Terra Santa. Costoro avevano imparato tutto dai sapienti arabi e, mentre l’Europa intera si crogiolava nelle barbarie e nell’ignoranza, essi si tramandavano di generazione in generazione tutto lo scibile dell’antico Egitto e tutti i segreti ed i misteri dell’alchimia araba; ma, essendo perseguitati dal potere politico e dal potere religioso, si confusero tra i membri della corporazione muratoria nei lontani monti di Scozia. Tra questi solidali, i migliori e più meritevoli maestri muratori venivano scelti onde iniziarli ai loro sublimi misteri affinché, per gradi, giungessero, al tempo opportuno, alla conoscenza del segreto massonico.

Con simili ascendenti, chiaramente di origine nobiliare in quanto cavalieri crociati, la Massoneria era certamente più presentabile, specie nei migliori salotti. Nascono allora le tante e diverse forme di massoneria cavalleresca, con i vari gradi che dovevano significare i passi compiuti nell’avvicinamento al supremo, sublime segreto.

Nel 1805, al seguito delle truppe napoleoniche, giunge in Italia, assieme alla Massoneria del R.S.A.A., anche il Gabinetto di Riflessione e naturalmente esso è importato con tutte le sue implicazioni occultistico-ermetico alchemiche.

Poiché ormai esso fa chiaramente parte della tradizione italiana, non potremmo immaginarci una Iniziazione senza far passare il profano, innanzi tutto, attraverso il Gabinetto di Riflessione, anche se a me personalmente piacerebbe che la sua simbologia fosse più strettamente correlata a quella massonico operativa.

Tutto ciò premesso, passiamo ora all’esame di quanto si trova nel Gabinetto di Riflessione, con l’avvertenza che le indicazioni che seguono devono essere intese solo come una base di partenza per l’interpretazione di tanto complessa simbologia.

È il momento di mettere in evidenza la connessione che esiste tra il Gabinetto di Riflessione e il Rito vero e proprio dell’Iniziazione: il passaggio attraverso il Gabinetto di Riflessione è una fase complementare di quelle ulteriori fasi altrettanto rituali che si svolgono nel Tempio, che si chiamano “viaggi”, e che precedono il momento culminante dell’Iniziazione. Questa, attingendo alle più antiche forme tradizionali misteriche, prevede dei “passaggi-viaggi” attraverso i quattro elementi primordiali:

Terra – Acqua – Aria – Fuoco.

Il primo significato che si può attribuire a questi viaggi è collegato all’esigenza di purificazione sentita preliminarmente (in limine – sulla soglia del Tempio) dagli antichi quando si avvicinavano ai sacri riti.

Il Gabinetto di Riflessione rappresenta allora la Terra nel suo significato di Elemento primordiale; la presenza in esso del Candidato determina la realizzazione del primo viaggio, fase iniziale del complesso processo di catarsi indispensabile per poter giungere all’Iniziazione.

Secondo il Rituale tali fasi sono le seguenti:

= la deposizione di tutte le scorie materiali, rappresentate dai metalli che vengono tolti al Candidato prima che questi sia introdotto nel Gabinetto di Riflessione;

= il viaggio attraverso l’Elemento Terra che si svolge nel Gabinetto di Riflessione; i successivi viaggi negli Elementi Acqua, Aria e Fuoco che si svolgono nel Tempio.

AI significato elementare di Terra si ricollegano i simboli funebri presenti nel Gabinetto di Riflessione, essi ribadiscono il concetto della caducità della vita umana.

La presenza del teschio e dello scheletro ricorda al Candidato la meta ultima del suo corpo. Anche la cosiddetta “discesa agli inferi”, di cui è traccia in numerosi riti antichi, nonché in opere dell’epoca storica (Odissea, Eneide, Divina Commedia, ecc.) si rifà ad antiche forme tradizionali misteriche.

La Ruota a quattro raggi, simbolo della Legge universale cosmica, è il

presupposto emblematico da cui prendono necessariamente maggior risalto gli altri emblemi.

Clessidra rappresenta l’imperturbabile scorrere del tempo, ma anche la sua brevità in relazione alla vita umana. In questo contesto di precarietà è necessaria la Vigilanza sulle proprie azioni e la Perseveranza nel bene, essendo le ore contate.

La Falce, nella sue espressiva brutale strumentalità, conferma il destino caduco della vita e delle ambizioni degli uomini.

Mentre i simboli fin ora esaminati rappresentano quasi i punti focali della strategia generale nel Disegno Supremo, quelli del Pane e dell’Acqua ci mostrano, invece, i mezzi di sussistenza di colui che cerca di sopravvivere nel quadro di una così ferrea economia generale in cui viene a ritrovarsi.

Il simbolismo del Pane e dell’Acqua dovrebbe insegnare al saggio di accontentarsi del necessario, senza rendersi schiavo del superfluo’. Esso è l’ammonimento che la nutrizione del corpo è indispensabile, ma che non deve rappresentare il fine della vita. Il Pane e l’Acqua possono anche simboleggiare il nutrimento spirituale e quello materiale, entrambi necessari all’uomo.

Non a caso sul tavolo, accanto al Pane e all’ Acqua, ci sono due coppe contenenti rispettivamente lo Zolfo ed il Sale, comunemente significanti l’ Ardore e la Sapienza, e una Lucerna, simbolo della Fede.

Il Gallo, infine, per le sue peculiari caratteristiche naturali, “allude chiaramente al risveglio delle forze assopite: esso annuncia la fine della notte ed il prossimo trionfo della Luce sulle Tenebre”.

Questo significato che si dà al Gallo si inserisce come la chiave del quadro interpretativo fin qui presentato. Infatti, di fronte alla legge cosmica, con tutte le sue conseguenze, non sta più l’uomo comune, ma sta l’uomo iniziando, ricco di Pane e di Acqua, illuminato da una Lucerna, accorto custode di Zolfo e di Sale in cospetto di un Gallo.

In termini simbolici tutto ciò significa che quell’uomo illuminato, cioè sorretto da fede (Lucerna) nello spirito (Pane), vivo e vitale (Acqua) e pieno d’ardore (Zolfo) nel cercare la sapienza (Saie), nutre una sicura e serena speranza nel suo prossimo futuro (iniziazione) che vedrà il trionfo della luce sulle tenebre (Gallo).

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. G.  BItt,  

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