LA FRATELLANZA ARTIGIANA “G.GARIBALDI”

 La Fratellanza Artigiana

“Giuseppe Garibaldi” di Livorno

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Il 25 agosto 1861 il fratello Francesco Domenico Guerrazzi fondava a Livorno la Fratellanza Artigiana, la più anticaistituzione laica, che con la SOCREM (1882)e la Società Volontaria di Soccorso(1891), tutt’ora esistenti, testimoniano l’attività dei massoni che ci hanno preceduto in favore del miglioramento dell’Umanità. L’affermarsi del volontariato “laico” deve essere letto in parallelo con le attività del GOI, che dopo l’Unità si impegnò nella costruzione di una identità nazionale e di una memoria condivisa, creando società filantropiche, associazioni patriottiche e culturali, che hanno lasciata una traccia nella nostra Storia collettiva. La Fratellanza nacque sotto il motto “Patria e Umanità”, gli scopi” il mutuo soccorso, l’istruzione ,gli interessi dei cittadini”; per essere ammessi erano richieste :”onestà, moralità, obbligo di istruire i figli”. Numi tutelari Garibaldi e Mazzini ,che scrisse da Londra “Fratelli …credo in voi perché la tradizione italiana, la tradizione delle nostre glorie e delle nostre virtù del passato è tutta di popolo e voi mi sembrate chiamati a farla rivivere…Voi non separate l’idea del miglioramento economico, al quale avete diritto, da quello del vostro miglioramento intellettuale, dall’educazione dell’anima”. I temi che hanno caratterizzata l’attività del sodalizio erano stati indicati da Guerrazzi: “l’Indipendenza e l’integrità nazionale, il legame con il popolo, la libertà politica e l’allargamento del suffragio universale, una forte impronta anticlericale, la difesa della scuola laica, la battaglia contro la pena di morte, la cremazione e il divorzio”.

A Garibaldi, detenuto nel carcere del Varignano (esemplare ringraziamento per aver regalato un Regno), venne offerta la Presidenza Onorario. Il Generale rispose: “Grazie ,cari amici, le vostre nobili parole sono la  morte dell’egoismo. E quando tutto il popolo le pronunziasse,  vi accerto che nessuno potrebbe muovere ingiuria al nostro Paese”. Garibaldi ebbe per Livorno sempre parole di elogio:” a nessuno per generosità fu seconda, quando la Patria glielo chiese, dell’Oro e del sangue dei prodi suoi figli”. Per decenni dalla sede della Fratellanza è passata tanta parte della democrazia livornese. Il 1°maggio del 1893 l’On. Andrea Costa e G:.M:.A:.del GOI vi inaugurò la prima sezione socialista. Ospitò gli interventisti che auspicavano la IV guerra d’Indipendenza per liberare Trento e Trieste e nel 1921 le prime riunioni del PCdI. Nel 1911 il Comune appuntò sul labaro la Medaglia d’Oro per la partecipazione alla lotta contro l’epidemia colerica. Il 9 novembre del 1926 il Prefetto sciolse la Fratellanza: “per la sua composizione e per i fini che persegue dà fondato motivo che essa spieghi attività contraria all’Ordine Nazionale con pericolo di turbamento dell’Ordine Pubblico”. Dopo la Liberazione, sanate le ferite della guerra, il 1° marzo 1956 il Comune restituì la proprietà dell’immobile ,con un gesto di grande civiltà, che ha pochi esempi nel territorio nazionale. Oggi, è la sede di una importante biblioteca, ospita due Logge del GOI e la Loggia “Ipazia” della Gran Logga Femminile. L’attuale Presidente il fratello Danilo Alari in questi anni ha rinnovato il rapporto con la società livornese, aprendola alla visita delle associazioni e dei cittadini.

In un fresco sabato di fine giugno, organizzata dalla R:.L:. Francesco Baracca n.973 all’O:.R:. di Grosseto con il patrocinio del Collegio dei MM:. VV:. della Toscana, s’é svolta la visita al Giardino Torrigiani di Firenze. Si narra che il marchese Pietro Torrigiani , erede della villa e

dei giardini, avesse soggiornato presso la corte di Napoleone e che durante quella visita si fosse rimasto affascinato dalla complessa architettura paesaggistica allora in voga; al suo ritorno a Firenze incaricò il famoso architetto paesaggista Luigi de Cambray Digny di trasformare il proprio giardino posto nel centro storico di Firenze in un “paesaggio esoterico” seguendo lo stile e l’impronta del giardino all’inglese. Dopo la morte di Digny la costruzione del giardino fu affidata all’architetto-ingegnere Gaetano Baccani che ampliò notevolmente la visione di Digny, commissionò la demolizione di alcune case dei Torrigiani e utilizzò i detriti di questi edifici per erigere una collina artificiale al centro del giardino.

In cima a questa collina eresse una torre neogotica alta quasi ventidue metri, elemento distintivo del giardino appena creato e che avrebbe acquisito grande fama esoterica nei secoli a venire. Questa struttura ospitava un ‘athanor’ nascosto nel profondo della collina artificiale, una biblioteca, una collezione di strumenti astronomici e una terrazza da cui studiare i percorsi degli astri nel cielo Oggi il giardino è di norma chiuso al pubblico ed il Marchese Torrigiani ha

 voluto guidarci personalmente attraverso i suoi meravigliosi segreti. News  dal Collegio n. 2

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