OBBLIGO VACCINI/ Se l’ideologia della libertà individuale si scontra col bene comune

OBBLIGO VACCINI/ Se l’ideologia della libertà individuale si scontra col bene comune

La libertà del singolo deve prevalere sul bene comune? Fino a che punto si deve spingere un governo per convincere le persone a vaccinarsi?

Paolo Vites

Prima Israele con la vaccinazione nei pub in modo da invogliare i giovani, poi lo stato di Washington che insieme al vaccino offre uno spinello gratuito. Le trovate per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge e far sì che i tanti indecisi cambino idea non mancano in questa epoca storica dominata dalla pandemia.

Anche in Italia c’è stato un tentativo simile a quello israeliano, anche se fallito in breve tempo: a Messina nell’hub vaccinale allestito in fiera era stato allestito anche uno stand con birra in vendita a soli 50 centesimi. L’iniziativa è stata bocciata perché avrebbe rappresentato uno stimolo ad assumere bevande alcoliche. Non il massimo della sanità insomma.

Tornando agli Stati Uniti dove l’obbiettivo di raggiungere l’immunità di gregge entro il 4 luglio, cioè la vaccinazione del 70% della popolazione, è stato fallito, non manca l’ingegno: marijuana, birre, popcorn, gift card, armi (ovviamente), videogiochi, sconti per andare al ristorante, ricompense in denaro fino a 500 dollari e gadget di ogni tipo. Queste misure sono una resa della ragione e della sanità davanti a un qualcosa che sfugge per definizione, un rifiuto a guardare alla realtà in nome dell’individualismo più sfrenato.

Il problema è anche politico oltre che sanitario. Un sondaggio di alcuni mesi fa diceva che almeno il 30% dei sostenitori del Partito repubblicano era contrario alla vaccinazione contro l’11% dei democratici.

Davanti a questo quadro si è mosso direttamente Joe Biden che nei giorni scorsi ha lanciato una campagna di convinzione pro vaccino porta a porta: “Dobbiamo andare comunità per comunità, quartiere per quartiere e spesso porta a porta, bussando letteralmente alle porte” per incoraggiare la vaccinazione, ha detto. Non solo: secondo alcune fonti sarebbe in atto un piano per far sì che gli operatori wireless esaminino i messaggi telefonici e sui social media per presunta disinformazione sui vaccini.

È ovvio che si tratterebbe di una grave violazione della privacy: come si sa, i produttori di smartphone come la Apple si sono sempre rifiutati di fornire i codici di accesso ai telefonini alla polizia anche in casi di omicidi. Si spera non si arrivi a questo punto, anche se c’è chi giudica le misure prese dal presidente Macron per il green pass obbligatorio a una identica violazione della libertà personale.

Viviamo in un momento storico estremo, mai affrontato prima, sia dal punto di vista sanitario che socio-politico. Le fantasie complottistiche di una lobby di “uomini in nero” che manovrano tutto e tutti dietro al Covid ne sono l’esemplificazione.

Ma la vaccinazione è qualcos’altro. Deve prevalere il diritto alla salute rispetto alle libertà personali?

Sembrerebbe ovvio che sia così, visto che come ci dice la documentazione scientifica, per fare un esempio solo, la poliomielite è stata estirpata grazie alle vaccinazioni obbligatorie. Il problema è che con la sola eccezione della Cina, nessun paese ha il coraggio di imporre l’obbligo di vaccinazione per ideologici principi di libertà assoluta del singolo. È curioso che a sostenere questa linea, negli Stati Uniti come in Italia, siano soprattutto le formazioni politiche di destra, quando lo stesso principio, quello della libertà assoluta del singolo, è alla base di lotte come il ddl Zan, il matrimonio gay, l’aborto. Cose cioè che la destra aborrisce. È un cortocircuito quello che viviamo tipico di un’epoca confusa, senza alcun ideale, senza alcuno interesse per il bene comune, senza fiducia, senza speranza. Un frullatore umano frutto di secoli di lavaggio del cervello che ha reso l’essere umano, questo sì a vantaggio del potere, come già diceva Pasolini in epoca non sospetta, uno zombie manipolabile in nome dell’economia, intesa come sfruttamento. Ben venga invece una iniziativa come quella di andare porta a porta a spiegare i benefici del vaccino, un modo per ritrovare in carne e ossa la nostra umanità ingabbiata ormai davanti ai computer.

ARTICOLO SEGNALATO DAL FR.’. A. F.

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