LA RITUALITA’ IN LOGGIA

LA RITUALITÀ.

Riceviamo e volentieri  pubblichiamo questo lavoro del Fr. A. C. della R. Loggia F. Baracca 973 all’Or. di Grosseto.

È una  piacevole lettura e c’è tanto da imparare.

Mi permetto di esprimere alcune considerazioni prima di riportare a Voi M\V\ ed ai fratelli della nostra Loggia che ci ascoltano, quanto appreso dalla partecipazione al Corso di formazione per i M.d.C. organizzato dal Collegio Circoscrizionale dei MM\VV\ della Toscana.

Come sappiamo il primo incontro si è focalizzato sulla ritualità, come base fondamentale della nostra Istituzione.

La ritualità è alla base del nostro cammino esoterico, una forma di pensiero e di disciplina che accompagnerà sempre la nostra crescita interiore.

La stessa che ci aiuta ad allontanare l’eco dei rumori del mondo profano e che ci accoglie come una madre premurosa, che ci difende e guida nel percorso di allontanamento dai metalli.

Certo alla base c’è la volontà del singolo di crescere e di perfezionare il proprio io smussando e migliorando quegli aspetti che il nostro carattere “grezzo” si trascina dietro e che lo studio e la condivisione, come espressione massima dell’eggregore, può donarci.

I nostri lavori rituali, sono il frutto dell’unione dei singoli, e ribadisco di ogni singolo fratello, che mossi da intenti comuni formano ed elevano con il loro contributo, con la loro energia.

Il punto di riferimento è il nostro rituale, le indicazioni che ci sono pervenute dalla storia dell’Istituzione e che hanno dato una linea guida fatta non per vincolare ma perché frutto di uno studio esoterico preciso, dettagliato e determinato anche nella più piccola della espressione che lo compongono.

Ci sono testi che affrontano con studi profondi e certosini la Ritualità, ma è il cuore alla base di tutto, il nostro sentimento di appartenenza e di voglia di essere e di diventare Massone.

La stessa necessità di essere uno, anche se ognuno è diverso, di sentire quelle emozioni quelle sensazioni che albergano in ognuno di noi quando ci apprestiamo a costruire insieme il nostro Tempio.

Dobbiamo sentire il dovere, nei confronti dei fratelli, di donare la nostra energia e la nostra forza.

Il nostro GRAN MAESTRO in varie occasioni ha paventato la necessità di non perdere di vista la ritualità, come fonte di unione, ma soprattutto come forma di appartenenza che permetta di sentirsi al proprio posto ovunque ci troviamo, un unico grande Tempio dove un unico comportamento ci permette di sapere cosa fare sempre.

Le Sue parole sono state raccolte, ed il Collegio Circoscrizionale dei MM\VV\ della Toscana ha addirittura istituito una commissione che svolgerà il lavoro di verificare e controllare.

La Tradizione è ritualità, la ritualità è forma, ma la forma è sostanza, è il centro della nostra Comunione, per questo non possiamo dimenticarla, modificarla o metterla in secondo piano.

Essa va considerarla come fonte del nostro retaggio di Massoni.

L’armonia che regna sovrana dentro il tempio, è la diretta conseguenza dell’unisono comportamento dei fratelli.

Nel Tempio, non scordiamocelo mai, regna la ritualità che è il frutto della nostra Tradizione e che sta alla base della nostra conoscenza.

E’ il pilastro, il fondamento della nostra Istituzione, che come tutti sappiamo si basa sui rituali in ogni sua manifestazione, che siano le tornate di lavoro ordinario, i funerali, le iniziazioni, l’innalzamento delle colonne o gli aumenti si salario.

Non voglio dilungarmi oltre, e di seguito riporterò quanto è scaturito dagli incontri.

Lascerò al fratello Samuele Luti che stasera ci allieta con la sua arte e presenza, esprimere le considerazioni più adatte per quanto riguarda la musica come fonte di armonia e di generatrice di quelle emozioni, scandendo il tempo ed i momenti fondamentali dei nostri lavori.

Unica mia considerazione in merito è che il M\V\ il Maestro di Armonia o chi per esso, ed il M.d.C. sono coloro che devono concordare e conoscere la musica che segue i lavori in quanto anch’essa parte integrante della ritualità.

Queste di seguito sono le indicazioni scaturite dal primo incontro:

ATTESA INGRESSO NELLA SALA DEI PASSI PERDUTI:

-in silenzio, penombra onde elevare la nostra concentrazione, raccoglimento ed energia per ciò che stiamo per compiere la formazione del tempio interiore e la successiva formazione del tempio mentale e fisico;

INGRESSO NEL TEMPIO:

-ordinato, silenzioso, rispettoso per aiutare il M.d.C. ed il M\V\ ad espletare la preparazione, senza essere richiamati al silenzio ed alla concentrazione;

POSIZIONE DA SEDUTI:

-composta seguendo l’indicazione della posa del faraone, le mani non devono essere tenute in grembo o in altra posizione, devono essere appoggiate sulle gambe con i palmi che appoggiano sulle stesse;

ABBIGLIAMENTO:

-abito scuro, camicia bianca o scura e cravatta scura senza colori vistosi o sgargianti, scarpe scure. E’ ammessa la clamide come ultima risorsa e non come abbigliamento ordinario, e sempre comunque con scarpe scure e pantaloni scuri sotto, la clamide serve per i rituali di iniziazione come tutti sappiamo;

INGRESSO M\V\ DIGNITARI ED UFFICIALI:

-si squadra il tempio, ad ogni angolo con i piedi a 90 ° e dopo che si è insediato il M\V\ ogni giro ci si rivolge a lui passando davanti l’Oriente, questo vale per tutte le deambulazioni, Dignitari ed Ufficiali, Diaconi e M.d.C.;

REGOLO DEL PRIMO E SECONDO DIACONO:

-deve essere tenuta non appoggiata alla spalla ma sull’avambraccio. In posizione seduti deve essere tenuta appoggiata sulla gamba ma retta in verticale e durante la deambulazione i Diaconi devono stare all’ordine per tutto il tempo;

POSIZIONE DELL’ORDINE:

-il gomito deve stare, compatibilmente con lo spazio a disposizione retto all’altezza della spalla, il pollice deve appoggiare sulla giugulare destra e non in altra posizione;

IL SEGNO DURANTE IL PERCORSO DEL 1 E 2 SORVEGLIANTE:

-ci si rivolge con il viso verso il M\V\ e si va all’Ordine solo quando con la coda dell’occhio si vede arrivare i due Sorveglianti;

ORIENTE:

-solo il M\V\ i rappresentati ed ospiti sono seduti all’Oriente, gli altri compresi.

Il Fratello Segretario ed il Fratello Oratore devono mettersi in piedi alla chiamata del Fratello 1° Sorvegliante in quanto l’Oriente è solamente la parete alle spalle del M\V\ e ovviamente la Sua seduta;

QUADRO DI LOGGIA:

-appena posizionato il M.d.C. deve appoggiare il suo regolo in verticale per richiamare tutte le energie presenti nel tempio per la sua costruzione, e dopo lo crea con un disegno; al momento di toglierlo farà la stessa operazione per poter rimandare le energie ai fratelli che le conserveranno fino alla prossima tornata;

PARLARE:

-ci si rivolge solo verso il M\V\ che è l’unico in grado di poter interloquire non si deve rivolgere lo sguardo altrove o verso altri;

APPLAUSO:

-non si deve fare alla fine di un intervento o alla fine della lettura di una tavola di un Fratello; è consentito solo per un intervento ad alto livello emozionale, tipo una tavola o un intervento che coinvolga personalmente il Fratello;

HO DETTO:

-non va mai detto, ne scritto, non ha senso rinforzare una cosa che è già stata fatta;

BATTERIA E TRIPLICE BATTERIA:

-si esegue sempre con la mano destra sulla sinistra senza cambiare;

IL TRONCO DELLA VEDOVA:

-si inseriscono entrambe le mani nei sacchi incrociate, la sinistra nel sacco nero per l’obolo da donare (senza guanto) e la destra nel sacco rosso per le proposte;

REGOLO DEL MAESTRO DELLE CERIMONIE:

-non deve essere mai abbandonato a meno che le mani siano impegnate con oggetti che rendono impossibile tale operazione; deve essere sostenuto con la mano sinistra sopra fino a quando non viene aperto il Libro Sacro, poi la mano sinistra passa sotto la destra;

COPRITORE INTERNO:

-ruolo che deve essere ricoperto principalmente da un ex M\V\in quanto difensore della sicurezza del Tempio, carica di grande significato esoterico e che non deve essere messa in secondo piano. Egli deve sempre impugnare la spada tenendola appoggiata sulla gamba in verticale quando seduto. Inoltre non deve mai dimenticare che è lui il “guardiano del Tempio” e solo lui può e deve aprire la porta a secondo delle necessità;

USCITA:

-il M.d.C. chiama battendo il proprio regolo a terra secondo l’ordine prestabilito i presenti,quando vengono chiamati i Fratelli Maestri non si specifica la loro Colonna di appartenenza, essi devono scendere ordinatamente. Per tutti l’uscita deve essere altrettanto rituale, senza correre, squadrando il tempio da qualsiasi parte del Tempio siano seduti, e devono arrivando davanti al M\V\ inchinarsi e portare la mano destra sul cuore ( al rispetto) senza altri segni.

F.llo A. C.

R…L… Francesco Baracca n… 973

Or… di Grosseto

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