LA MASSONERIA OGGI, E ANCORA ATTUALE?

LA MASSONERIA OGGI, E ANCORA ATTUALE?

Di Arnaldo Francia

In una recente tornata di loggia si ripropose un dibattito sul tema frequentemente ricorrente della validità e dell’attualità della Massoneria ai giorni nostri. Dopo una prima serie di interventi non ancora esauriti ad ora tarda, si decise di rimandare la discussione alla tornata succesSiva per consentire a tutti di esprimere il proprio pensiero sull ‘argomento.

ln quell’occasione ciascuno si sforzò di descrivere la situazione politica, sociale, religiosa, comportamentale di questa nostra epoca, facendo del suo meglio per evidenziare ed esaltare quegli aspetti che più riteneva meritevoli di segnalazione a conforto dell’esistenza e della validità della Massoneria nonchè della sua persistente attualità.

Ma ci si potrebbe chiedere, senza enfasi e senza polemica, se sia necessaria una documentazione del mondo esterno, dei suoi aspetti contingenti, dei suoi problemi attuali e delle caratteristiche della civiltà contemporanea per rispondere affermativamente alla domanda. O non sarebbe più semplice rispondere che la Massoneria, nata con I ‘ uomo e tramandatasi nei secoli, propone principi che possono sembrare arcaici e oggi anacronistici soltanto ai meno provveduti mentre sono immutabili ed eterni, costantemente attuali e in perfetta armonia e corrispondenza con i tempi.

Al limite, la semplice proposizione di una domanda del genere potrebbe già far sorgere dubbio e sospetto sulla maturazione iniziatica di chi la propone così come, indipendentemente dal credo religioso, dal costume morale, dalla pratica di vita, non si può disconoscere la validità tuttora attuale delle tavole di Mosè, dell ‘opera di ConfUcio, della parola di Cristo.

Un Uomo dotto e famoso non seppe rispondere alla domanda se fossero i tempi a creare i grandi uomini o se fossero questi, con il loro genio, la forza, le azioni a creare e plasmare i loro tempi; io personalmente, che dotto e famoso non sono, non arrossisco se non so rispondere alla domanda se i tempi differiscano tra loro, almeno per quanto concerne le passioni, le lotte, le ambizioni, le aspirazioni dell uomo.

E quasi sarei tentato di rispondere che i tempi sono ilnmutabili e si ripropongono quindi sempre uguali, invocando a conforto le opere dei grandi scrittori e dei grandi poeti che si è soliti definire eterne e i cui personaggi, riposti i costumi del romanzo e della rappresentazione, non hanno epoca e neppure nazionalità definita. Proprio perché immutabile è la scena e l’arnbiente di vita e immutabili sono i sentimenti degli uomini, eterni e quindi moderni e quindi attuali sono e rimangono gli eroi della tragedia greca, i personaggi di Shakespeare, Don Chisciotte e il Dottor Faust e, con le dovute differenze. le creature di Molière e di Goldoni e le maschere del teatro popolare.

Ma forse questa mia risposta potrebbe risultare troppo semplicistica e sbrigativa e apparire maldestro tentativo per concludere che l’ideologia massonica, squisita sintesi politica, nel senso etimologico della parola, e quindi morale, costituisce una concezione inimitabile di vita sempre e comunque in armonia con i tempi.

Per completare e migliorare la risposta cercherò di appellarmi a quella saggezza popolare forse un po’ ingenua, magari troppo disponibile ma solo apparentemente contradditoria che con tanta sicumera talora rammenta che «nulla di nuovo avviene sotto il sole» rna per ammonire subito dopo, con un ‘velo di rassegnazione, che «i tempi cambiano» o talora, con maggior senso di nostalgia e di rammarico, che «i tempi sono cambiati».

Si potrebbe allora concludere che pur nella immutabilità di quei parametri rappresentati dai sentimenti eterni degli uomini, ogni epoca non sfugge ad una sua caratterizzazione in funzione di tutta una serie di elementi culturali, scientifici. artistici, religiosi, politici, tanto è vero che, a distanza, possiamo ricordare secoli bui c secoli brillanti, secoli in cui sembra prevalere un oscurantismo senza speranza e secoli in cui sembra di assistere ad una rivincita dello spirito quasi ad una sua rinascita, forieri talora di aneliti e di messaggi d’avanguardia.

La lontananza di quelle epoche, il comprensibile distacco dei nostri cuori e delle nostre menti dai tanti episodi che si sono succeduti, la possibilità di un ‘analisi storica a posteriori che colleghi in grossi capitoli gli avvenimenti salienti del passato facilita l’opera dello storico e consente ai posteri una più semplice anche se spesso grossolana catalogazione che permette con una certa facilità di apporre una etichetta, talora anche azzeccata, ai periodi storici del nostro passato.

Non diversamente i nostri posteri potranno esprimere un più distaccato giudizio in merito a questa nostra epoca, ulteriormente agevolati per la quantità di messaggi, di documenti, di ricordi che il progresso loro concede. Ma noi, attori di quest’epoca, partecipi interessati di queste nostre vicende, protagonisti, spettatori o vittime del momento attuale, con quale superbia c quanta presunzione possiamo permetterci un giudizio sereno, impersonale, disinteressato? Potremmo essere enfatici o entusiasti citando tutta una serie di conquiste e di successi della nostra civiltà o potremmo essere troppo severi censori dei tanti aspetti negativi che la contraddistinguono.

Non credo sia possibile aggiungere nulla di nuovo o di originale a quanto è già stato detto in merito alla nostra epoca, tanto frequentemente anche nell ‘ambito della nostra Organizzazione, né intendo indulgere ad una critica già fin troppo severa: credo semplicemente di poter configurare e comprendere gli aspetti più deteriori del tempo che viviamo nello sbigottimento che si pervade di fronte alla povertà morale, alla mortificazione della spiritualità c alla disperata ricerca di riferimenti. Appropriandomi di un titolo ad effetto potrei definire la nostra quale I ‘epoca della «caduta degli Dei» e dobbiamo tutti riconoscere con

umiltà e coraggio che nel corso della nostra vita, per ciascuno di noi, anche dei più forti, quegli «Dei», cui ci ispiravamo ancora nella nostra infanzia e nella nostra adolescenza, hanno almeno vacillato.

Ai mali che angustiano questa nostra epoca si aggiunge il sempre più diffuso disinteresse di gran parte della gente nei confronti dei tanti problemi contingenti, la sempre maggior renitenza riguardo la gestione della cosa pubblica, la rassegnazione serpeggiante che oggi riesce persino a condizionare quella fondamentale manifestazione di democrazia che è costituita dall ‘esercizio del voto.

Ed ecco allora che la risposta alla nostra domanda trova una sua maggior completezza: è proprio nei periodi in cui maggiormente incombono crisi morali, spirituali, esistenziali, in cui più intensa e sofferta è la ricerca di punti di riferimento che gli uomini dotati di “virtute ed intelletto” c soprattutto forniti di buona volontà debbono ricercare in se stessi la forza per risvegliare le coscienze e per dare ciascuno un personale contributo al riscatto dalla rassegnazione, dall’abulia, dall’inerzia. In questa operazione, squisita espressione di nobile volontariato umanistico e sociale, i massoni non possono che essere in prima linea: presenti ed educati in una scuola iniziatica e compresi dei suoi insegnamenti, essi fruiscono del vantaggio di potersi ispirare a quegli ideali che già in altri tempi hanno offerto prova di indiscussa validità e che possono costituire un sicuro riferimento in questa epoca di decadenza dei valori spirituali. Solo con il conforto del loro recuperato entusiasmo. l’Organizzazione potrà, a sua volta, attingere e validamente utilizzare preziose riserve di intelligenza, competenza, energia per continuare ad esprimere, attraverso i suoi uomini, come è suo costume, la sua funzione sempre attuale di aiuto al progresso della comunità.

Se è vero infatti che la modema Massoneria nasce solo all’inizio del 1700 con le costituzioni di Anderson, altrettanto noti sono i riferimenti a movimenti iniziatici ben più antichi.

Si tratta di movimenti che, pur con differenti connotazioni, si propongono con periodica ricorrenza in tutte le epoche dall ‘antichità ad oggi.

Attraverso ad essi si è realizzato, di volta in volta, un tentativo “di accostarsi alla divinità che si differenziava da quello peculiare del culto pubblico e privato’ .

E non è casuale che tali culti misterici si siano formati soprattutto laddove li favorirono particolari circostanze storiche, politiche. culturali, in particolare quando si verificavano decadenza delle religioni, appannamenti degli ideali (e perchè no, delle ideologie), crisi delle coscienze.

Non sembra quindi difficile cogliere la sottile analogia Ira la moderna Massoneria e le correnti iniziatiche cultrici dei misteri elensini o di quelli orfici o ermetici o dionisiaci o con gli stessi Cristiani delle catacombe. Ancor più facili da riconoscere sono i rapporti tra la moderna muratoria e correnti iniziatiche sviluppatesi culturalmente nell’oscurità della notte medievale, nei chiostri dei conventi, fra gli architetti delle cattedrali, tra i cavalieri delle Crociate che trovarono i loro esponenti più noti negli Alchimisti, nei Templari, nei Rosacrocc. E ancor più facile e comprensibile sarebbe analizzare ed interpretare le matrici della muratoria moderna alla luce degli aneliti riformatori del Rinascimento, degli effetti sconvolgenti della rivoluzione scientifica del seicento e infine, e soprattutto, degli influssi culturali, sociali. spirituali provocati dall ‘Illuminismo.

Erede e depositaria di un messaggio iniziatico di così lunga e consumata tradizione, la Massoneria, da corrente di pensiero può trasformarsi, specie in certi momenti, in vera e propria scuola di vita, capace di offrire agli uomini un insegnamento morale e comportamentalc. Essa ripropone infatti in ogni tempo quei suoi ideali che, ispirati alla libertà, alla tolleranza, alla fratellanza e soprattutto alla costante e fiduciosa ricerca della verità, possono dar vita a momenti liberatori e possono costituirc valido strumento per superare Ic più comuni passioni e le ricorrenti debolezze.

Tali ideali sono cterni nell ‘uomo e vivono nei tempi e ancorché sembrino talora sopiti nelle coscienze, improvvisamente rinascono come la mitica fenice e si ripropongono con sempre rinnovata vitalità.

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