LE VIE DEL MASSONE

DCF 1.0

LE VIE DEL MASSONE

Maestro Venerabile e fratelli tutti carissimi,

per diventare Libero Muratore ciascuno di noi deve, durante il Rito di Iniziazione, aver già affrontato, e vinto, la Morte. Lo scopo dell ‘iniziazione è quello di mettere ordine nelle varie questioni che sono, per il profano, in disordine perpetuo, un po’ per definizione. In fondo, la differenza tra mondo iniziatico e mondo profano sta tutta qui !

Credo di poter affermare che lo sviluppo del Libero Muratore avviene su TRE diversi ma contemporanei percorsi:

l) nell ‘interiorità 2) nel Tempio

3) nel mondo

LA PRIMA VIA: l’interiorità

il Libero Muratore non ha paura di stare solo, anzi! È proprio nella solitudine e nel silenzio che gli riesce più facile lavorare: leggendo, meditando, confrontando e macerandosi. E insomma dentro di sé che trova pace e sviluppa idee, intuizioni e convincimenti. E insomma quello che noi diciamo costruire il Tempio interiore. Solo, in compagnia di se stesso, il L.’.M.’.  sta veramente bene.

Ma, affinché questo lavoro non sia sterile, o peggio ancora per evitare pericolose deviazioni dalla retta via, ecco la necessità, per l’iniziato, della seconda via.

LA SECONDA VIA: il Tempio

è la dimora ideale, rituale e profonda di cui Rito e Simboli sono gli elementi di maggior rilievo. Il Rito deve essere ripetuto sempre uguale, o con quelle piccole modifiche che lo migliorino (grazie alla sempre maggior comprensione e partecipazione di tutti i Fratelli). Esso agisce anche grazie ai Simboli che, costantemente proposti, sono base e suggerimento. Base e suggerimento utilizzabili per meditare e comprendersi. Ed è in queste condizioni che dovrebbero emergere e manifestarsi sia le propensioni che le speranze; ed è ancora qui che si deve gioire dei progressi (anche solo parziali) di ogni singolo fratello!

E qui, tra le, che si viene iniziati: ed è in compagnia dei Fratelli che si impara sia la Tradizione che l’uso dell’esoterismo. È questo, insomma, il luogo privilegiato della vita massonica. Ed un massone è tale nella misura in cui partecipa alla vita di Loggia, qui imparando ad amare ed a perseguire la Verità e la Virtù, ad usare la tolleranza e ad incrementare la propria spiritualità. Ed in base alle inclinazioni, alla cultura ed alle nozioni qui imparate, al confronto con i Fratelli che si deve scegliere quale metodo iniziatico si vuole seguire, in libertà: possiamo essere razionali e seguire la dea ragione, o sentirsi più vicini ad un “verbo” rivelato (sia da una religione che da un filosofo o da un grande illuminato): potremo cercare di comprendere il Fine attraverso il simbolismo o l’esoterismo, sentirci religiosi o mistici. Ma, infine, quello che diverremo sarà in ogni caso un uomo migliore. E questo risultato verrà proiettato nel mondo in cui si vive: proprio quel mondo che, nel bene e nel male, usufruirà del nostro cambiamento, ossia delle conquiste e delle realizzazioni avvenute.

LA TERZA VIA: il mondo al contrario del Tempio, questo è la dimora della esteriorità, della profanità, del fenomenico, dell’umano e del sociale, del transitorio e dell ‘homo (lupus? sapiens?). Insomma, dell’imperfezione!

Lo possiamo vedere, e spero proprio siate concordi con me nell’affermare che esso è difettoso, bacato! E, ammettiamolo, anche la stessa Massoneria ha finito per esserne contaminata.

Il male c’è, esiste, ci circonda!!

Tuttavia noi sappiamo, o meglio possiamo immaginarlo, che un mondo senza male (e quindi enormemente migliore) può esistere. Ed è a questo scopo che noi dobbiamo lavorare e dobbiamo impegnarci. Ripensiamo un attimo alla frase del Rituale che afferma che dobbiamo: …lavorare al bene e al progresso dell’umanità…” senza sosta.

Ipotizziamo allora che sia accaduto qualche cosa di terribile che ha modificato l’ordine preesistente nelle leggi della natura. Di conseguenza noi ora viviamo una forma “distorta” della vita e del cosmo.

Ciò mi pare sia perlomeno plausibile.

Per avvalorare l’ipotesi, posso affermare che quell’ordine ancora esiste: pensiamo a tutti quegli aspetti in cui l’uomo non è riuscito a mettere il proprio zampino: tutto quello che esiste nel cosmo inteso come “sistema”, ma anche la perfezione del corpo umano e degli altri esseri viventi in genere, insomma dall’enormemente grande all’enormemente piccolo.

Allora credo di poter affermare che l’uomo ha, FORSE, il compito e la funzione di, almeno in parte, contribuire al

RISTABILIMENTO DEL SISTEMA

e dell’ordine preesistente per far ritornare quell ‘armonia che abbiamo ipotizzato come iniziale.

E un compito difficile, impegnativo, irto di tanti e tali ostacoli da apparire insuperabili, ma non per questo IMPOSSIBE.

Tra le difficoltà immediate certamente vi è:      e la non consapevolezza del compito,

  • le incomprensioni cui è soggetto chiunque proclami una cosa del genere poiché ai molti (tutti?) interessa il “tutto e subito” inteso in senso materiale, ovvero ‘egoismo più esasperato,
  • le varie forme di superstizione (leggi ignoranza) con i vari tabù che ne sono la più diretta conseguenza. In tutte le religioni rivelate constatiamo il messaggio molto esplicito di un Eden seguito da una caduta con il risultato di costringerci a vivere in “questo” mondo definito valle di lacrime.

Ed è in questa specifica, e forse illusoria, visione che il Libero Muratore può diventare utile e funzionale: penso, in questo momento, ad uno dei precetti fondanti la nostra Istituzione, la Fratellanza (universale). Essa non può che basarsi su:

  rispetto

 comprensione

  • tolleranza o, in una parola, Amore per il prossimo.

Questo è, secondo me, il solo modo per poter operare, per partecipare o meglio cooperare al compito suddetto che, lo ripeto, è estremamente arduo.

Condizione primaria e necessaria il saperci vedere tutti, ma proprio tutti, come operai muratori chiamati alla costruzione del Tempio o, meglio e in parole povere, al nuovo mondo e nuovo uomo. Qui ciascuno avrà un suo compito ed un ruolo, recuperando fin dall ‘inizio quella visione gerarchica e quell ‘abitudine all ‘obbedienza verso il Maestro (o architetto?) tipica di ogni società tradizionale.

Se condividete idea e analisi fin qui esposte occorre concludere che la marcia verso l’unità diventa prioritaria. E allora ben venga tutto quanto serve ad unire, sia esso lingua, religione o cultura e, viceversa, consideriamo nefasto e negativo tutto quanto tende a separare, sia razza, patria, ideologie varie, ceti sociali e quant’altro. Cerchiamo di abolirlo dal nostro modo di pensare e, peggio, di giudicare: non può far altro che ostacolare il raggiungimento della meta. Ecco un’ottica per vedere meglio il divieto di parlare di politica e di religione in Loggia.

Riassumendo e traendo la debita morale: se quanto detto fin qui è corretto, se ne deduce che se non ci impegniamo in questa strada sbagliamo o, meglio ancora, pecchiamo. Per modificare l’ordine esistente (meglio sarebbe dire il disordine!) così ben radicato occorre non aver paura di percorrere vie nuove. Bisogna cercare alternative e soprattutto azzerare TUTTE le conoscenze che abbiamo finora accumulato.

Occorre     ELIMINARE  DOGMI.

                    RIDISCUTER E  TUTTO.

Poiché è solo mettendo in dubbio anche ciò che ci è, da sempre, apparso non solo giusto ma anche ovvio, possiamo sperare di aprire quella porta su quel nuovo mondo che sia finalmente GIUSTO.

Fratelli, all’opera!!

TAVOLA  DEL FR.’. A. Bgg,

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