ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL “MAESTRO SPIRITUALE

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL “MAESTRO SPIRITUALE”  ed il suo insegnamento durante lo svolgimento dei lavori di Loggia

Maestro Venerabile, Fratelli carissimi, ogni organizzazione iniziatica regolarmente costituita si distingue essenzialmente ed incomparabilmente da qualunque altro tipo di organizzazione per una particolare qualità. Un’organizzazione iniziatica è innanzitutto la depositaria ed il supporto di un’influenza spirituale che le è stata trasmessa e che a sua volta trasmette a coloro i quali posseggono determinate qualificazioni atte a permettere il loro ricollegamento alla catena iniziatica di tale organizzazione. La Libera Muratoria, in quanto organizzazione iniziatica, trasmette un’influenza spirituale la quale vivifica i riti ed i simboli che sono i regolari veicoli e supporti di questa influenza spirituale.

L’origine del patrimonio simbolico e spirituale della Tradizione Muratoria, ovvero dei principi immutabili che la reggono e la definiscono quale essa è, deve intendersi come essenzialmente sovra-umana, spirituale dunque nella propria essenza e di conseguenza intemporale. Se però le si vuole dare un’origine storica o temporale sarà necessario, da questo particolare punto di vista, risalire di gradino in gradino lo sviluppo ciclico dell’umanità fino alle origini di questa; da Adamo stesso dunque. Questo ricordo della propria origine viene indicato dalla Massoneria inglese con la frase “from immemorial time”, ossia da tempo immemorabile, e la simbolica datazione anno di Vera Luce ci rammenta tuttora questa origine riportandoci all’età primordiale, a quell’età dell’oro, quando l’umanità del Paradiso Terrestre poteva percepire la Luce Spirituale, direttamente e coscientemente, dalla fonte divina.

La Libera Muratoria lavora nel Nome di un principio spirituale che ne è l’origine, il sostegno, il mezzo ed il fine, simbolo esso stesso: il G.A.D.U.; del quale Dante dà la seguente definizione: “Colui che col suo compasso segnò i limiti del mondo e regolò dall ‘interno tutto ciò che si vede e tutto ciò che è nascosto” (da questo si può dedurre che, al tempo di Dante, vi furono degli stretti legami tra i Fedeli d’ Amore e la Libera Muratoria).. Una volta chiarito quale è il Nome e quale è di conseguenza la natura del principio reggitore del nostro Rispettabile Ordine è necessario capire, anche solo teoricamente, come questo principio manifesta la propria Presenza, quando la Loggia è regolarmente costituita e ne viene invocata I ‘assistenza, e quindi di fatto aperti i lavori. Per fare ciò dovrò necessariamente cercare risposte in dati tradizionali ed in particolare da quanto è possibile evincere dai nostri riti e simboli, cominciando ad attingere dal Libro della Sacra Legge, soprattutto dal Vangelo di S. Giovanni, dove vengono abitualmente sovrapposti compasso e squadra all’apertura del lavori.

Il Maestro Spirituale – La Loggia, il mondo del Libero Muratore, ovvero il “luogo”, lo “spazio” qualificato dalla Presenza Spirituale della Divinità.

La Loggia è tradizionalmente considerata un simbolo del mondo (cosmos = mondo, ordine) dove tutto si compie secondo il rito, ossia in conformità all’ordine cosmico, ed è pure considerata come il luogo illuminatissimo e regolarissimo, in opposizione alle tenebre esteriori corrispondenti al mondo profano (pare che la parola Loggia sia verosimilmente ricollegabile, tramite il latino locus = luogo e lux = luce, alla parola sanscrita loka = mondo, luogo derivata dalla radice lok = vedere. Vi è in questo accostamento etimologico uno stretto rapporto fra il mondo, il rito, e la luce).

Il motivo delle riunioni di Loggia dei Liberi Muratori è quello di trovarsi appunto in un luogo illuminatissimo e regolarissimo; luogo che è quello spazio ordinato e qualificato dalla manifestazione della Luce che essi desiderano vedere con l’occhio spirituale del proprio cuore.

Il Libro della Sacra Legge, posto sull’altare, viene abitualmente aperto, conformemente alle antiche forme rituali, alla prima pagina del Vangelo di S. Giovanni, protettore della Libera Muratoria (da cui uno dei significati simbolici dell’espressione Loggia di S. Giovanni). Sulla prima pagina del Vangelo di S. Giovanni, dove vengono sovrapposti compasso e squadra, si legge: “In principio era il ver. È risaputo che il  è un aspetto, un attributo del Verbo in quanto principio della costruzione universale, il quale, dagli antichi costruttori, veniva identificato al Cristo medesimo. A quel Cristo che dice di sé stesso, definendo la propria funzione ed il principio di questa funzione manifesta: “Io sono la Luce …” (Gv. 8, 12-13). Egli dunque, in quest’ottica, è da considerare come l’incarnazione del Verbo, come la manifestazione della Luce.

Sempre nel Libro della Sacra Legge, viene affermato da Gesù Cristo: “Dove sono due o tre riuniti nel mio Nome, Io sono in mezzo a loro” (Mt. 18, 20-21). Il medesimo equivalente di questa importante e chiarificatrice affermazione si può leggere in antichi documenti, contenenti dei rituali della Massoneria Operativa, datati 1620, 1630, 1663, 1686 e conservati nella biblioteca civica di Londra (pubblicati parzialmente nella rivista France anti-Maçonnique no del 16 ottobre 1913), dove all’apertura dei Lavori il Fratello Jachin (detentore della Sacra Lzgge – attuale Oratore) invoca la presenza e l’assistenza di El-Shadday, il G:.A :. del Cielo e della Terra, con queste parole: “Tu … che hai promesso che là dove due o tre persone si riuniranno nel Tuo Nome, Tu sarai in mezzo a loro; nel Tuo Nome noi ci riuniamo… Questa presenza spirituale, emanazione diretta del G:.A:.D:.U:. non è assente nel ricordo dei Massoni attuali, anche se per la maggior parte di essi tale ricordo si è affievolito. Se ne può ad ogni modo trovare traccia nei nostri rituali, in particolare nella promessa solenne del primo grado dove questa presenza viene implicitamente affermata quando l’Apprendista Libero Muratore promette “solennemente alla presenza del G. ‘.A . ‘.D. ‘.U.’. Tutto ciò dà per scontata la presenza Spirituale del G.’. A.’.D.’.U.’ a lavori aperti, ed è veramente questa presenza che, a mio avviso, seppur non percettibile dai sensi, sostiene, ispira e guida il lavoro collettivo di Loggia.

Come si determini da questo punto di vista tecnico la discesa di tale presenza è difficile dirlo con certezza, in quanto ciò presupporrebbe, ritengo, un avanzato grado di realizzazione spirituale; è comunque possibile con i pochi dati tradizionali di cui dispongo tentare di dame un accenno. Da quanto è tradizionalmente esposto in merito si può dedurre che la presenza spirituale del  per manifestarsi, quando la Loggia è regolarmente costituita ed aperta nel Suo Nome, prenda come supporto per la discesa l’entità collettiva, non solo corporea, ma anche psichica, dei Liberi Muratori  che per comunità di intenzione desiderano cooperare alla costruzione del Tempio interiore, sfruttando la possibilità che si esplicherebbe nel corso del lavoro iniziatico collettivo, nella misura delle proprie capacità intellettuali. La Loggia, in questo contesto, da un punto di vista macrocosmico, corrisponde in un certo senso ad un essere vivente completo delle tre modalità: spirituale, psichica (animico-sottile) e corporea.

Il Maestro Spirituale – Il suo insegnamento durante lo svolgimento dei lavori di Loggia, ovvero il tempo qualificato che si trascorre in sua presenza con lo scopo di recepire i suoi insegnamenti.

Come ho detto in precedenza„ chi sostiene, ispira e guida il lavoro iniziatico collettivo di Loggia è la presenza Spirituale, emanazione diretta del  questa presenza qualifica il lavoro collettivo in modo• che questo possa produrre, durante ogni Tornata rituale, dei risultati effettivi, nella misura delle capacità di assimilazione di coloro che partecipano a tale lavoro. L’insegnamento del Maestro Spirituale o della Presenza Spirituale si esplica necessariamente tramite quegli stessi Massoni che partecipano ai lavori di Loggia. Si esplica mediante aspetti rituali e simbolici: medianti i simboli che i Massoni rappresentano, attraverso le funzioni principali, quali le tre Luci di Loggia o regolatori visibili e le funzioni secondarie, mediante gli indirizzi che vengono dati ai lavori, mediante le tavole che vengono lette, gli interventi e gli atteggiamenti dei partecipanti, mediante l’apparente fatto accidentale che viene talvolta a verificarsi. E molto chiarificatrice, a questo riguardo, la frase simbolica: “dalla discussione scaturisce la Luce“, riportata in qualche rituale massonico; avendo però cura di non intendere per discussione quel procedimento eminentemente profano, ma qualcosa di trasporto a livello iniziatico, conforme alle regole della via massonica. Ritengo che la frase rituale trasposta e corretta sia: “dal confronto scaturisce la Luce”; intendendo per confronto, molto probabilmente, il confronto dei dati tradizionali e punti di vista relativi a questi, che dovrà svolgersi nella più rigorosa ortodossia massonica. In questo contesto la frase citata è abbinabile al tradizionale “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (LC. I l, 9-1 1) che trova la sua applicazione operativa mediante il confronto costante tra i Fratelli (soprattutto durante il lavoro collettivo di Loggia), i quali rappresentano dei simboli nei loro atti e nelle loro parole. Non bisogna dimenticare che “è il valore simbolico che dà alle cose il loro significato profondo perché esso è il mezzo che stabilisce la corrispondenza con realtà di ordine superiore, ma per determinare effettivamente questa corrispondenza, bisogna essere capaci, in una maniera o nell’altra, di percepire nelle cose stesse il riflesso di quelle realtà”. Quale migliore luogo per imparare quanto appena detto se non la Loggia dove tutto è illuminatissimo e regolarissimo, dove esiste una Presenza Spirituale alla quale bisognerebbe accostarsi, come ci si accosterebbe ad un Maestro Spirituale umano, con l’intenzione vera di conoscere e quindi di chiedere e la certezza che esiste la possibilità di ottenere gli insegnamenti e gli orientamenti che più ci abbisognano? Ovviamente tali insegnamenti, tali suggerimenti saranno proposti dalla sintesi dei lavori di Loggia; ed è per questo che dobbiamo, in quanto iniziati, imparare a leggere i simboli ed essere accorti a vedere i segni. Un Maestro Spirituale orientale dice a questo proposito: “in un simbolo si può scorgere un bicchiere d’acqua o un oceano, secondo la profondità di comprensione dell ‘osservatore“. Dante, sempre in proposito, afferma che tutte le

scritture , e non soltanto quelle sacre, “si possono intendere e debbonsi sponere massimamente per quattro sensi. L ‘uno si chiama litterale,… l’artro si chiama allegorico,… lo terzo senso si chiama morale, lo quarto senso si chiama allegorico” (Convivio T. II, cap. 1 0). Per dare un esempio di come armonizzano questi quattro sensi, pensiamo alla parola Gerusalemme, la quale secondo il senso letterale è una città della Palestina, secondo quello allegorico è l’immagine della Chiesa, secondo il senso morale è l’anima del credente, ed infine, secondo il senso anagogico è la Gerusalemme Celeste, archetipo dell’anima e del mondo, contenuto nello spirito divino. Ovviamente quanto è detto del simbolo fissato (la scrittura, le figure geometriche, gli oggetti rituali) vale parimenti per quanto riguarda il simbolo agito (movimenti rituali, tra i quali la pronuncia verbale ed il tracciamento del Quadro di Loggia).

È indubbiamente il senso più profondo, quello spirituale, che, in quanto iniziati Liberi Muratori, dobbiamo sforzarci di comprendere; poiçhé non dobbiamo dimentica che il dovere di ogni Massone è quello di fare emergere la Luce dalle tenebre. Ad ogni Tornata rituale noi costruiamo, nel Nome del G:.A:.D:.U:., adeguandoci al Suo piano architettonico, mediante il supporto dell’interscambio collettivo, una parte del Tempio interiore che corrisponde a quelle possibilità che devono venire esplicate nel corso di quel particolare lavoro di Loggia. Però, quanto riusciremo a recepire dell’insegnamento proposto dalla sintesi dei Lavori di Loggia, e questo varierà di intensità a secondo del grado di purificazione e quindi di rispettiva ricettività raggiunta, dovrà necessariamente avere la sua logica ed ordinata estensione nella vita di tutti i giorni; infatti un vecchio rituale ci rammenta che “il lavoro del Massone non si arresta mai”.

Per rendere proficuo tale lavoro occorre fortificare continuamente la propria volontà, essere perseveranti nella via Massonica intrapresa discriminando attentamente sulle proprie azioni e su quanto ci accade, in modo da rettificare e correggere gli errori. L’essenziale dovere del Libero Muratore è quello di conoscere sé stesso, e per fare ciò dovrà necessariamente lottare contro tutti quegli elementi che, in lui, si oppongono all’ordine e all’unità, fino alla risoluzione delle proprie opposizioni, possibile solo mediante l’effettiva riunificazione di tutti gli elementi che compongono la sua manifestazione individuale. In virtù di questa riunificazione, il Libero Muratore avrà resa effettiva la propria iniziazione (la Maestria, naturalmente) e si sarà identificato con la Luce Spirituale (avendo realizzato la Presenza Divina nel proprio cuore), mentre la sua volontà diverrà, per questa ragione, una con la Volontà del Cielo.

L’aiuto, il confronto ed il sostegno ritengo possano essere degli ottimi supporti per rendere efficace questo lavoro di rettifica e riunificazione, la cui natura, ricordiamolo Fratelli, è essenzialmente spirituale. Il confronto ed il sostegno reciproco di natura fraterna che dobbiamo rendere effettivi sono, a mio avviso, delle tecniche operative di adeguamento all’insegnamento di Cristo: “Amatevi gli uni gli altri” (Gv. 13, 34-35) ed al precetto universale ed eterno ribadito nel nostro rituale: “non fare altri (Fratelli) ciò che non vorresti fosse fatto a te e fa ‘ agli altri (Fratelli) tutto il bene che vorresti che gli altri (Fratelli) facessero a te“.

I precetti di Cristo citati significano, a mio avviso, che chi ama veramente non esita a confrontarsi con i Fratelli ed a correggere ed aiutare il Fratello che commette degli errori, poiché il suo dovere fraterno gli suggerisce di fare questo. Bisogna comunque avere presente che l’Amore è quello di cui parla Dante: “L ‘Amor che move il sole e l’altre stelle“. Questo Amore è tutt’uno con la conoscenza del G.A.D.U. conoscenza che per noi attualmente si traduce, molto probabilmente, soltanto in termini di Verità. Per questa ragione sono portato a ritenere che dove non c’è Verità non vi sia affatto Amore. L’Amore intenso in senso iniziatico è di natura Spirituale, sublimato dunque, il che mi pare più attinente alla natura ed agli scopi del nostro Rispettabile Ordine.

Noi Liberi Muratori dobbiamo diventare i servitori coscienti della Verità e dell’Amore, che detto in termini Massonici vuol dire cooperare coscientemente (Bhakti = partecipazione) alla costruzione del Tempio secondo il piano del

TAVOLA DEL FR.’. G. Cnl,

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