IL SILENZIO INIZIATICO B

“IL SILENZIO INIZIATICO”

Nel difficile cammino massonico possiamo scoprire come il Silenzio nutre la Parola e quando riusciremo a scoprire la correlazione fra Silenzio e Parola, allora, comprenderemo che la Parola crea e distrugge.

Il Silenzio profano è osservazione dei processi biochimici del nostro corpo e delle nostre emotività per arrivare al superamento degli stessi. Esso è l’acquiescenza dei sensi. Prima preparazione per un’acquiescenza ancor più profonda per una purificazione del nostro veicolo ricettivo così spesso invaso da pensieri incolti disordinati, grossolani,

E’ ancora pura dignità, silenzioso ritiro ed accettazione del proprio karma, è osservazione esteriore. In sintesi è la capacità di resistere allo stimolo di emettere suono alcuno a formulare idee od altro e quindi è la capacità di evitare coinvolgimenti di idee e parole espresse dalle genti, pur vivendo tra esse.

ll Silenzio iniziatico è invece saper far tacere il frastuono delle intime rivolte, quel non dialogare con le tentazioni, non rispondere ai richiami delle passioni.

In Loggia, l’Apprendista con il Silenzio interiorizza tutto quanto vede e sente; nel Silenzio medita i simboli, li fa propri, li vive, si fonde con essi e con essi diventa Uno. Egli ricerca con tenacia il “silenzio iniziatico” controllato dallo sguardo vigile del Secondo Sorvegliante che ne interpreta gli sforzi dandogli il supporto teorico utile al proseguimento del cammino.

L’Apprendista, durante il cammino verso la Luce, giunto ad un certo punto della propria evoluzione spirituale, comincia a sentire un’irrefrenabile bisogno di quiete fisica, mentale è soprattutto emozionale. Egli, inconsapevolmente, si accinge a viaggiare dentro se stesso, a vedersi così come è nella sua vera natura; diviene introspettivo, parla a se stesso, si ascolta è si auto analizza al fine di esaurire quei molteplici condizionamenti comportamentali, ambientali e mentali subiti ed accettati nel corso della sua vita profana. Inizia l’interiorizzazione, ll Silenzio,

l’interiorizzazione, è quel “silenzio di pausa” che, se prima si identifica con il “tacere” {. uno dei quattro verbi della tradizione ermetica che gli antichi saggi leggevano nelle forme simboliche della mitica sfinge ). dopo deve divenire necessariamente “silenzio con se stessi” al fine di poter assimilare, studiare e plasmare quel Primiero “silenzio forzato” ( ed il segno dell’Apprendista ne è la rappresentazione simbolica ). Il Silenzio serve pure a proteggere | segreti iniziatici ed a far si che essi pervengano inalterati nel tempo. Tutto ciò che si muove nell’occulto deve rimanere  celato a chi non ha occhi per vederlo o mente per concepirlo. Chi intuisce e parla commette atto di profanazione,

Colui che non sa “tacere” con i propri Fratelli sarà mai capace di osservare perfettamente il Silenzio nel mondo profano? Silenzio e perfezione sono spesso una cosa sola. Sul terreno morale il Silenzio è raccomandato a tutti, esso non consia di un materiale ammutolirsi, anche talvolta a discapito della verità quando è doveroso parare. È’ invece virtù quando il sapere tacere esige fortezza. prudenza, ricchezza interiore ed impegno nel sacrificio di rinunciare al piacere di dire. E’ importante sopprimere ogni parola azione: ogni discorso sconveniente che non edifica, Silenzio vuoi dire umiltà. Silenzio interiore vuoi dire aprite un passaggio per il flusso ed il riflusso del verbo eterno.

Il “tacere” è, quindi, la prima regola fondamentale del sentiero iniziatico che suggerisce al neofita di evitare di pronunciare parole inutili ed altresì lo esorta a coltivare la prudenza e la riservatezza custodendo gelosamente tutti i segreti che man mano gli vengono svelati. La pratica del tacere” è una delle discipline più importanti che ritroviamo negli ordini monastici, nelle tradizioni alchemiche, nelle tecniche iniziatiche occidentali ed orientali, nella Scuola di Pitagora, negli Esseni, nelle correnti buddiste, nelle religioni induista, musulmane e cattoliche. Bisogna riuscire a vigilare su noi stessi; riuscire a controllare le nostre emozioni ed i nostri pensieri. Sì riuscirà a dominare la “parola” quando si avrà il controllo totale della pratica del “tacere”, solo allora saremo in grado di immergerci nel silenzio, nel vuoto, nell’esperienza unica del “nulla”

primordiale da cui ogni parola creativa prende vita e vigore.

lì silenzio è espressione dell’inesprimibile; in esso la parola perfetta trova la propria via erompendo come una fresca cascata, Quando il neofita avrà imparato il significato del silenzio, solo allora comprenderà il valore della Parola, quando e come usarla. Capirà altresì che essa è la manifestazione della forza creatrice del pensiero rappresentante l’intermediazione tra l’uomo ed il divino, tra l’uomo e tutto ciò che lo circonda, visibile od invisibile. Infatti la Parola crea delle forme di emozione, immagini mentali ed impulsi d’azione che

utilizzati abilmente possono risvegliare enormi forze latenti,

L’azione della Parola { le preghiere, i mandra, le parole sacre massoniche } può essere più o meno immediata ma, certamente, sempre più attiva e catalizzante poiché la sua vibrazione continua nel tempo acquistando sempre di più forza, vigore e significato, e specialmente se ripetuta con lo stesso tono e ritmo. La Parola è quindi come un catalizzatore capace di      risvegliare nella psiche umana particolari energie, archetipi e stati di coscienza. Essa è il modo più semplice per entrare in comunione con le forze della natura, espressioni cosmiche del G.A.D.U.. La Parola è quindi vibrazione, è energia. Ogni qualvolta noi parliamo ed smettiamo suoni, non facciamo altro che emanare forze e vibrazioni diverse a seconda della natura e della qualità delle nostre parole. Noi siamo tutto ciò che pensiamo e diffondiamo suoni in relazione ai pensieri che creiamo. L’iniziato comprenderà i veri effetti della Parola soltanto quando avrà sperimentato le vari fasi del “silenzio iniziatico” che, oltre a produrre pace, stabilità ed armonia, determina potere sul piano invisibile.

L’Uomo e la Donna sono spiritualmente capaci di nascita; in primo luogo mediante i pensieri, in secondo mediante la Parola, in terzo mediante Inazione, Quando nel corpo umana il pensiero è divenuto luce, la Parola vita e l’atto verità, allora, e scio allora si sarà raggiunta la Realizzazione.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *