COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

Commemorazione  dei  defunti

(E. R.)

Rispet.mo   M .’.  V  .’.  

Carissimi Fratelli,

      quest’anno una casuale disposizione del calendario ci consente di celebrare  la Commemorazione dei Fratelli passati all’Oriente Eterno nel corso di una tornata ordinaria della nostra Loggia.

      Ciò da una parte dilata i tempi della serata, in quanto inserisce tale commemorazione in un contesto già carico di  impegni e di adempimenti da sbrigare, dall’altra però obbliga ad una maggiore concentrazione, eliminando i fronzoli spesso legati ad una cerimonia e ci impone di renderla sintetica, essenziale, senza nulla togliere alla sacralità  e alla profondità delle stessa, anzi esaltando nella intensità emotiva del momento tutto il rispetto e l’amore  che la Loggia nutre nei confronti  dei propri  Fratelli passati all’Oriente Eterno, unendoli in un  abbraccio massonico a tutta l’assemblea e, idealmente, a tutta la famiglia universale.

      Quando  la Comunione  Italiana fissò la data del 10 Marzo per ricordare ed onorare i  propri defunti, operò una scelta che sarebbe limitativo legare al solo fatto che in tale data era morto un grande, grandissimo apostolo della Fratellanza Universale.

      Indubbiamente la vita e le opere di Giuseppe  Mazzini avevano lasciato un solco profondo nell’animo di molti uomini e soprattutto nei massoni,  che stavano faticosamente cercando  di far comprendere al mondo profano i valori  e i principi che venivano loro ispirati nei lavori di Loggia, affinché l’umanità potesse, in concreto, progredire ed elevarsi.

      L’appartenenza di Giuseppe Mazzini  alla  Istituzione non è  stata mai provata,  nel senso che non  si sono trovate  tracce scritte di una sua iniziazione  o  di una sua iscrizione  nel piè di lista di una qualsiasi Loggia della Comunione.

      Tuttavia gli ampi ed approfonditi  trattati da lui scritti sui doveri dell’uomo verso l’Umanità,  verso la Patria, verso la famiglia, verso se stessi (che poi sono le domande che ritroviamo nel nostro testamento spirituale al momento della iniziazione)  la difesa  e la diffusione dei valori di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, che si ritrovano  in  molti suoi scritti e in molti appassionati  discorsi, lasciano chiaramente intendere quanto lo spirito di Mazzini fosse vicino ai principi e ai valori massonici al di là e al di sopra di una formale iscrizione all’Ordine.

      Inoltre egli manifestava pensieri da grande Illuminato e ispirava ideali di largo e universale respiro, aveva la determinazione e il coraggio di affermare le proprie idee anche se in forte contrasto con il pensiero corrente, anticipando temi e valori così importanti, battendosi con tanto calore ed  enfasi da farlo individuare come uno dei grandi Iniziati della storia dell’Umanità, capaci di far compiere agli uomini passi da gigante nella loro evoluzione intellettuale e spirituale.

      Ma i motivi che hanno fatto scegliere il 10 Marzo  per la Commemorazione dei defunti, pur trovando conforto nella ricorrenza  della morte  di una simile personalità, vanno ricercati, a mio avviso, nei filoni dei pensieri simbolici che risalgono ai popoli più antichi e dei quali, come abbiamo potuto osservare  in molte altre occasioni,  la Massoneria ha potuto operare  una sintesi efficace in chiave iniziatica ed esoterica.

      Infatti l’uso di celebrare , nel mondo occidentale,  la Commemorazione dei Defunti il  2 Novembre è  relativamente recente, in quanto fu introdotta nell’anno 1.000 in alcuni monasteri francesi  a conclusione delle onoranze a tutti i Santi  e si estese poi, intorno al 1.400-1.500 in tutte le comunità cristiane, con un tono di tristezza e di mestizia che si ritrova anche ai giorni nostri.

      Gli antichi Romani  dedicavano invece ai propri morti nove giorni di Febbraio, durante il passaggio  dall’Inverno alla  Primavera; tale periodo, definito PARENTALIA, andava dal 13 al 21 Febbraio  ed in esso si svolgevano cerimonie e servizi funebri prestati sulle tombe con grande uso di corone di fiori  e di viole sparse, di farina di farro con aggiunta di sale, di pane zuppato nel vino.

      Il giorno culminante e finale  dei Parentalia era il 21 febbraio, denominato feralia,  che secondo un antico calendario, dava inizio alla Primavera.

      I Romani, come  altri popoli antichi, non davano a quei giorni carattere triste, ma gioioso, di festa.

      Gli Etruschi, del resto,  credevano che i defunti sedessero accanto a loro sul bordo dei sepolcri, partecipando al rito e al pasto funebre: nelle necropoli vivi e morti erano sempre gli uni alla presenza degli altri, quasi non esistesse un confine fra  i due mondi  specialmente in certi determinati periodi.

      In Messico le feste di Todos los Santos, che comprendono anche il giorno dei morti, riflettono tradizioni antiche non dissimili da quelle celtiche; i cimiteri sembrano un prato fiorito a primavera, non c’è tristezza ma gioia nella ricorrenza dei parenti e degli amici  defunti.  Ma c’è un paese europeo, l’Irlanda, dove la commemorazione dei defunti assomiglia ad una festa famigliare, durante la quale i morti sembrano confondersi con i vivi come se i due mondi non fossero poi così distanti come potrebbe sembrare.

     Per questo motivo il luogo dove si riunivano i clans irlandesi era un vecchio cimitero, dove si amministrava la giustizia e dove si discutevano le cose più importanti della vita del gruppo, ritenendo che lo spirito dei defunti  fosse capace di fornire ai presenti la forza e la saggezza necessarie per  operare le scelte più giuste e decidere in modo equo e razionale.

      Vedete, carissimi Fratelli, quali e quanti spunti simbolici ed esoterici emergono da queste antiche tradizioni:

  • i defunti, avendo subito una nuova e, per molti versi, misteriosa iniziazione si ergono, sul piano spirituale un gradino più alto dei  vivi tanto che il loro influsso  viene considerato benefico  e apportatore di elementi rigeneratori;
  • essi, pur avendo conosciuti i  misteri della morte, non abbandonano la catena d’unione che li lega al mondo dei vivi, tanto che i due mondi, meno lontani di quanto sembri, si intrecciano e si incontrano in molte circostanze;

i sentimenti prevalenti nelle commemorazioni dei defunti sono la gioia e la serenità, proprio perché nulla deve turbare l’incontro spirituale dei due mondi.

      La nostra Istituzione, sensibile ai misteri e ai simboli che hanno da sempre accompagnato la storia dell’Umanità, non poteva non sentire il fascino  e il potere esoterico di tali manifestazioni spirituali; per rendere ancora più significativo il senso della propria Commemorazione dei defunti, ha ritenuto opportuno collocarla a ridosso  dell’Equinozio di Primavera e cioè in un periodo aperto alla gioia e alla speranza, in quanto la luce sta vincendo la sua lotta con le tenebre e la Natura si prepara all’esplosione della Primavera.

      Noi stasera, carissimi Fratelli, fedeli alla tradizione muratoria, nella sacralità di questo luogo, nella solennità del Tempio, vogliamo ricordare con rispetto e con animo riconoscente il lavoro svolto da chi ci ha preceduti; tutto ciò che noi oggi utilizziamo con tanta naturalezza è stato costruito e conservato, con tenacia e sacrificio, da coloro che hanno lavorato prima  di noi sulla pietra grezza, resistendo anche a momenti di grande difficoltà.

     La tradizione, vanto della nostra Istituzione, è stata custodita anno dopo anno, con tenacia ed intelligenza, difendendo con passione e forza i valori e i principi massonici.

      A noi è chiesto di fare altrettanto, di conservare il grande patrimonio ideale ed esoterico che appartiene a tutta l’Istituzione,  operando con amore fraterno e nella  massima armonia.

      Accingiamoci ora, con l’animo disposto alla serenità e alla gioia, a formare con i Fratelli defunti di questa loggia una catena di unione fraterna, chiamandoli all’Oriente uno per uno, per tributare loro gli onori e il rispetto dovuti:

                                               Fr T  Abati Dino

                                               Fr T  Floro  Fontani

                                               Fr T  Mario  Lupi

                                               Fr T  Aladino Passini

                                               Fr T  Gino Pieraccini

                                               Fr T  Roberto  Pieraccini

                                               Fr T  Michele  Portanti

                                               Fr T  Giovanni Valdambrini

che la sapienza che ha illuminato le nostre menti,

che la bellezza che ha rallegrato i nostri  occhi,

che la forza che ha temprato  i nostri animi,

diano sempre ai nostri architettonici lavori la luce, la saldezza e la compiutezza degne di una Loggia giusta e perfetta.

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