FEDERICO GARCIA LORCA

Federico Gracia Lorca.

Omosessuale, socialista, massone fucilato da Franco.

Questo mio lavoro vuole solo essere un punto di partenza per portare all’attenzione di questa Camera il ritratto di un uomo del passato prossimo per stimolare in qualche modo, la curiosità è la ricerca persone di tutti.

Grafica Lorca nasce a Fuente Vaquero nella provincia di Granada il 5 giugno1898. Figlio di Federico Garcia Rodriguez, un ricco possidente terriero

e di Vicenta Lorca Romero, un’insegnante, seconda moglie del padre, dalla fragile e cagionevole salute, al punto che lascerà presto l’insegnamento per dedicarsi all’educazione del figlio, al quale trasmette la sua passione per pianoforte e la musica. La madre gli trasmetterà anche quella coscienza profonda della realtà degli indigenti e quel rispetto per il loro dolore, che Garcia Lorca riverserà all’interno della propria opera letteraria.

Federico trascorre un’infanzia felice, ma fisicamente afflitta da malattie fino a

quando la famiglia non si trasferisce a Granada.

A Granada frequenta il “ Collegio del Sagrado Corazon”, che era diretto da un cugino di sua madre. Dopo si iscrisse all’ Università, frequentando dapprima la facoltà di giurisprudenza ( non per personale aspirazione, ma per seguire i desideri paterni) per poi passare a quella di lettere.

Conosce i quartieri gitani della città, che entreranno a far parte della sua poesia. Incontra per la prima volta il letterato Melcchor Fernandez Almagro e

il giurista Fernando de Los Rio, futuro Ministro de istruccion Pubblica durante il periodo denominato Seconda Repubblica Spagnola: entrambi ( ed in speciale modo il secondo) aiuteranno in modo concreto la carriera del giovane Federico.

Inizia nel frattempo lo studio del pianoforte e diventerà un abile esecutore del repertorio classico e di quello folcloristico.

Si trasferisce a Madrid per proseguire gli studi universitari e grazie all’interessamento di Ferdinando De los Rios ottiene l’ingresso nella prestigiosa Residencia de Estudiantes, che era considerata il luogo della nuova cultura delle giovani promesse.

All’università stringe amicizia con Luis Bunuel e Salvador Dali, cosi come con

molti altri personaggi di grande rilievo della storia spagnola. Tra questi Gregorio Martinez Sierra, direttore del Teatro Eslava, dietro invito del quale

Garcia Lorca scriverà, la sua opera teatrale d’esordio, Il maleficio della farfalla.

Nella Residencia Garcia Lorca rimane nove anni, tranne i soggiorni estivi alla

Huerta de San Vicente, la casa di campagna, e alcuni viaggi a Barcellona e a

Cadaques ospite del pittore Salvador Dali a cui lo lega un rapporto di stima e

amicizia che coinvolgerà presto anche la sfera sentimentale.

È di questo periodo la pubblicazione del Libro de poemas, la preparazione delle raccolte Canciones e Poema del canto profondo al quale fa seguito il

dramma teatrale il maleficio della farfalla che fu un fallimento: fu rappresentata una sola volta, scrive il dramma storico Mariana Pineda per il

quale Salvador Dali disegna la scenografia.

Seguirono altre le prose d’ impronta surrealistica, raccolte poetiche e un gran numero di articoli, composizioni, pubblicazioni varie, senza contare le lettere

in casa di amici, le conferenze e la preparazione della rivista granadina “Gallo” e la mostra di disegni a Barcellona.

Le lettere inviate in questo periodo da Lorca agli amici più intimi confermano

che l’ attività febbrile improntata ai contatti e alle relazioni sociali che il poeta

in quel momento è nasconde in realtà una intima sofferenza e ricorrenti pensieri di morte, malessere su cui molto incide il non poter vivere serenamente la propria omosessualità.

Fernando de los Rios, il suo amico protettore, venuto a conoscenza dello

stato conflittuale del giovane Garcia Lorca, gli concede una borsa di studio

per gli Stati Uniti d’ America.

L’ esperienza statunitense sarà fondamentale per il poeta e darà come risultato una delle produzioni lorchiane più riuscite, Poeta en Nueva York, incentrata su quanto Garcia Lorca, osserva con il suo sguardo partecipe e attento una società di troppi eccessi contrasti tra poveri e ricchi, emarginati e classi dominanti, connotata da razzismo.

Dietro invito della Instituccion hispanocubana de cultura Lorca parte per Cuba.

Il periodo trascorso a Cuba è un periodo felice il poeta stringe nuove amicizie tra gli scrittori locali, tiene conferenze, recita poesie, partecipa a feste e collabora alle riviste letterarie dell’isola, “Musicalia” e “Revista de Avance”.

Sempre a Cuba scrive drammi teatrali e l’interesse maturato per i motivi e i ritmi afrocubani lo aiuteranno a comporre la famosa lirica Son de negros en Cuba che risulta essere un canto d’ amore per l’anima negra d’America.

Rientra in Spagna  dopo la caduta della dittatura di Primo de Rivera.

L’amico Fernando de Rivera, che nel frattempo è diventato Ministro della Pubblica istruzione, aiuta Garcia Loraca con e interpreti selezionati dall’  istituto Esquela di Madrida a realizzare il teTro popolare ambulante chiamato

la Barraca che girando per i villaggi rappresentava il repertorio classico spagnolo .

È durante il tour con La Baraca che Garcia Lorca scrive le sue opere di teatro

più note e denominate “trilogia rurale” Bodas de sangue, Yerma e la casa di

Bernarda Alba.

Alla morte dell’amico banderillero e torero Iniacio Sanchez Mejilas il poeta dedica il famoso Lianto (Compianto” .

Stanno intanto precipitando gli eventi politici. Tuttavia Garcia Lorca rifiuta la possibilità di asilo offertagli da Colombia e Messico, i cui ambasciato prevedono il rischio che il poeta possa essere vittima di un attentato a causa

del suo ruolo di funzionario della Repubblica.

Dopo aver respinto le offerte decide di tornare a Granada nella casa della Uerta de San Vicente per trascorrevi l’ estate e tornare a trovare il padre.

Rilascia un’ ultima intervista al “Sol” di Madrid, in cui chiarisce la propria avversione di estremismo nazionalistico, tipiche di quella destra che prenderà da lì a poco il potere instaurando la dittatura” Io sono uno Spagnolo integrale e mi sarebbe impossibile vivere fuori dai miei limiti geografici, io               sono fratello di tutti.

L’impegno Civile,Sociale è Segreto.

La vocazione politica di Garcia Lorca e le sue posizioni esplicite a favore dell’ideale repubblicano e socialista, la sua produzione in maniera ricorrente

non solo attraverso la sua poetica, ma anche attraverso la sua sterminata opera di scrittore: testi teatrali, interviste, articoli giornalistici e, soprattutto, attraverso la sua stessa vita, la quale essa stessa dimostrazione del forte impegno politico e della coscienza civile dell’andaluso. Ciò lo rese protagonista indiscusso del suo travagliato tempo e del suo paese.

Durante la dittatura franchista, il compito affidato ai mezzi di comunicazione

di massa e tra questi alla stampa di regime, relativamente alla figura di Garcia Lorca fu quello di diffondere l’immagine del maggior poeta Spagnolo

vicino alle tradizioni popolari e ne offuscasse la sua profonda impostazione

politica ed ideologica.

Fin dalla sua gioventù fece parte dell’associazione culturale d’avanguardia di

cui fu protagonista e che lo apri alla gioventù intellettuale del periodo, espresse le sue idee politiche, ed è ben chiara la sua coscienza civile, tanto da portarlo a scrivere poco prima della dell’avvio della dittatura di Primo de Rivera una lettera appello a jose Ortega Gasset, influente intellettuale El filosofo spagnolo, nella quale chiede indirizzo, appoggio e consenso, alla possibilità di creare un gruppo di giovani intellettuali insieme ai suoi amici, perché proprio agli intellettuali, secondo loro doveva essere richiesto di abbandonare l’apolitica’ e buttarsi totalmente nel gioco politico, avendo come unica bandiera quello del pensiero libero e moderno, nel rispetto del diritto.

La fine della dittatura di Primo de Rivera aveva portato con se molti sconvolgimenti nel storia della Spagna, la quale vide, grazie al cartello delle

forze repubblicane che trionfarono nelle elezioni politiche municipali la secolare forma istituzionale monarchica, dando inizio alla seconda Repubblica di Spagna, che avrà vita breve, fino all’avvento del regime dittatoriale di Francisco Franco.

Questa sua vocazione politica verso gli ultimi, ed i poveri l riscontreremo anche nella sua attività di primo piano nella della cultura del teatro popolare .

Grazie alla proposta dell’allora ministro della pubblica istruzione del governo

repubblicano da lui clamorosamente appoggiato, venne nominato direttore del nuovo teatro de la Barraca.

Successivamente in pieno biennio repubblicano attraverso un’intervista rilasciata al quotidiano El Sol quale fosse la sua “parte politica” ritrovandolo negli ultimi, ovvero quella dei diseredati, dei poveri, di coloro che non hanno nulla, ed anche in questo caso ritornò ad affermare il ruolo politico dell’intellettuale, il quale deve rispondere alla chiamata di coscienza della partecipazione alla vita attiva politica.

Questa sostanziale apertura della cultura a classi fino a quel momento emarginate fu duramente criticato dai partiti conservatori tanto nella sostanza, quanto nel metodo,

Nelle elezioni successive videro la schiacciante vittoria dei conservatori della

Ceda, una coalizione di partiti monarchici e nazionalisti, e dunque al governo

delle sinistre successe un governo di stampo conservatore. In questo governo Lorca non trovò l’appoggio che prima riceveva dal governo socialista, anzi gli furono mosse cocenti critiche sia al suo progetto quanto alla direzione artistica.

Nell’anno successivo questa campagna diffamatoria sul programma culturale guidato Lorca fu oggetto di un cocente attacco sulla stampa tramite l’organo di stampa della Falange Spagnola, che critico’ aspramente il gruppo della Barraca, muovendo accuse tanto sullo spreco delle risorse nazionali, quanto scendendo in accuse ed allusioni sul piano ideologico ed anche nei confronti della figura dello stesso Lorca intellettuale di sinistra ed omosessuale, di tenere una vita immorale.

Nel corso della sua vita Lorca partecipò attivamente come conferenziere a numerosi appuntamenti culturali, non disdegnando in nessuna di queste occasioni di esprimere apertamente la sua insofferenza verso le forme di totalitarismo e governi autoritari che andavano nascendo in Europa.

Politicamente il Poeta fu repubblicano socialista e antifranchista, molto vicino ai governi del Fronte Popolare.

Lorca scelse sempre di stare “dalla parte dei poveri, dalla parte di coloro che non hanno nulla e ai quali si nega persino la tranquillità del nulla”.

Ma chi era veramente Garcia Lorca? La quintessenza della sua opera è rappresentata dal suo essere Sommo poeta e drammaturgo, oltre che dal suo straordinario impegno civile e sociale.

Eppure c’è un particolare rilevantissimo, anche lascia traccia quando è ancora in vita del suo impegno segreto è massonico. Nell’ultima intervista al

“Sol” di Madrid dove Lui asserisce di essere “il fratello di tutti” questo è un lascito di incommensurabile spessore, perché il grande drammaturgo, martire della libertà appartenga alla fratellanza dei liberi muratori, ciò non solo aggiunge un nuovo tassello alla biografia de una nuova chiave di lettura all’opera poetica di Garcia Lorca, ma restituisce alla massoneria l’orgoglio di

averlo nelle se fila.

IL MARTIRIO

Federico Garcia Lorca, il grande poeta e drammaturgo spagnolo, fu ucciso perché era “socialista”. “Omosessuale”, “massone appartenente alla loggia Alhambra”. L’autore di “romancero Gitano”il cui corpo non è mai stato ritrovato in una fossa comune di Alfacar, fu assassinato, insieme ad un’altra persona, dopo “aver confessato”.

È quello che si legge in un documento della polizia franchista di Granada, redatto dopo la fucilazione di Garcia Lorca da parte delle truppe falangiste all’inizio della guerra civile spagnola.

Il documento inedito, con la versione franchista della morte del poeta, come

riferisce la stampa spagnola, è stato ritrovato dall’emittente radiofonica Ser e

dal sito eldiario.es.

Il documento fu compilato dalla terza brigata regionale di investigazione della polizia di Granada, città dove trascorse l’adolescenza è dove tornò subito dopo lo scoppio della guerra civile.

Nell’agosto del 1936, il sindaco socialista di Granada,(cognato del poeta),  viene fucilato. Lorca che si era rifugiato in casa dell’amico poeta falangista

Luis Rosales Camacho viene arrestato.

Numerosi si levarono gli interventi a suo favore, soprattutto da parte dei  fratelli da Falla, ma nonostante la promessa fatta allo stesso Luis Rosales che Garcia Lorca sarebbe stato rimesso in libertà,”se non saranno denunce contro di lui”, il governatore Jose’ Valdes Guzman, con l’appoggio de generale Queipo de Liano, da ordine di, segretamente, di procedere all’esecuzione a notte fonda . Federico Garcia Lorca è condotto a Viznar, presso Granada, e all’alba del 19 agosto 1936 viene fucilato sulla strada vicino alla Fuente grande, luogo di cammino che va da Viznar a Alfacar.

Il suo corpo non venne mai ritrovato. La sua uccisione provoca riprovazione

mondiale, molti intellettuali esprimeranno parole di sdegno, tra le quali spiccano quelle dell’amico Neruda

Il rapporto della polizia franchista costituisce un documento di notevole importanza storica, sottolinea la stampa spagnola, perché di fatto presuppone il riconoscimento, per la prima volta, da parte della dittatura del generale Francisco Franco dell’assassinio del poeta.

“Il Glorioso Movimiento Nacional” lo “sorprese” a Granada si legge nel documento inedito della polizia franchista , dove era arrivato da alcuni giorni,

si era rifugiato in casa di alcuni amici, dove venne arrestato. Dopo il fermo fu

portato in prefettura, a cui segui la fucilazione e la sepoltura in una fossa comune.

Il documento fu preparato dalla polizia nel 1965 per rispondere alla petizione della giornalista francese Marcelle Auclair, che aveva inoltrato presso l’ambasciata spagnola a Parigi.

La petizione fu trasmessa al ministero degli Esteri dell’epoca, il quale sollecitò il ministro degli interni di avviare una ricerca negli archivi per cercare  documenti sulla morte del poeta.

Nel rapporto della polizia franchista si sottolineava che Garcia Lorca era un

massone appartenente alla loggia Alhamfra,   che aveva assunto il nome simbolico di Omero e che era considerato socialista.

Oltre ad essere considerato socialista e massone al poeta erano attribuite anche pratiche omosessuali anche se non dimostrate.

Il mancato ritrovamento del corpo del poeta tuttavia accende un’intensa controversia circa i dettagli di quella esecuzione . Controversia ancora adesso tutt’altro che risolta.

Nel 2009 a Fuentegrande de alfacar tecnici incaricati dalle autorità andaluse

condussero uno studio specifico per l’individuazione della fossa comune, iniziarono anche i lavori di scavo con l’obbiettivo di trovare gli eventuali resti

del poeta. Questi lavori però furono interrotti per mancanza di fondi.

Garcia Lorca fu un Poeta, un Massne un Uomo libero.

Tutti i regimi hanno sempre avuto timore di Uomini così per questo non li tollerano e li sopprimono. In questo periodo nell’opinione pubblica serpeggia l’aspirazione malcelata dell’uomo forte, alla sicurezza, per dirla in breve, forse, contestualizzando più o meno ad un regime.

Ma è proprio sempre in questi contesti che pensieri liberi, ovvero non in linea con quelli dominanti, vengono umiliati e repressi. I regimi sono semplici basta semplicemente adeguarsi alla cultura imposta dall’altro, è nelle democrazie la difficoltà del confronto di opinioni suffragate per trovare una strada comune di progresso e di crescita. È questa la fine morale della mia personale ricerca.

Grazie per l’attenzione

R. P. R.S.A.A.

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