DELL’ENNEADE MASSONICA PRIMA PARTE

DELL’ENNEADE MASSONICA

di C. L.

Parte Ia

LE TRE FASI DELLA TRASMUTAZIONE ALCHEMICA DEL MISTO

Per noi Massoni ci fu un istante della nostra esistenza che segnò una svolta irreversibile: l’ingresso nel gabinetto di riflessione. Ivi, uomini della Terra vissuti sino a quel momento fuori del Tempio, fummo sottoposti, dopo la spogliazione dei metalli, a sconosciute  trasmutazioni riassunte nell’acrostico misterioso di Basilio Valentino V.LT.R.L.O.L. (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum

Lapidem). È il vetriolo filosofico degli alchimisti (che si completa poi con altre due lettere) che ciascuno svelerà a sé medesimo secondo cadenze e tempi propri di una ascesa individuale non inscrittibile entro schemi a priori definiti.

In quell’istante, da uomini della Terra, fummo sottoposti alla prova della Terra: alla morte iniziatica, sigillati dentro il matraccio.

L’inizio del trapasso dalla vita profana alla vita iniziatica fu scandito dal testamento, con il quale enunciammo i sentimenti e le intenzioni che ci indussero a morire della prima per risorgere alla seconda, fondata sulla edificazione del tempio interiore e sul vincolo dell’universale fratellanza.

Ammessi nel Tempio, superati i tre viaggi simbolici, vissuto spiritualmente il rito e formulato il giuramento, fummo tratti dalle tenebre dell’ignoranza alla luce della sapienza: il nostro spirito di neofita (= neo-fiton, nuova pianticella) si aprì alla comprensione

dei misteri massonici sotto il premere dei tre colpi di maglietto de M.V. sulla spada fiammeggiante posta sul nostro capo.

Allora, solo allora, fummo accettati, creati e costituiti apprendisti liberi muratori.

Per l’apprendista, ovviamente, l’iniziazione in quel momento è soltanto e tutta virtuale, ma se la lezione ricevuta nel gabinetto di riflessione non è andata perduta, egli sa che il suo compito è quello di far morire il vecchio uomo che è in lui, il caput-mortem, per rinacere come illuminato dalla luce interiore, come colui che dai quattro elementi saprà estrarre la quinta-essenza di Raimondo Lullo.

Una palingenesi da un modo di essere ad un altro modo di essere, un impegno totale di tutte le forze psichiche, morali e intellettuali del proprio essere per divenire un Massone speculativo, un costruitore, un maestro dell’arte reale.

La forza egregorica dei fratelli, sprigionata dal rito, e gli insegnamenti del M.V. aiuteranno l’apprendista nell’impresa, ma sarà lui, lui solo, che dovrà imparare ad usare con maestria gli strumenti dell’Enneade massonica nella duplice maniera del distruggere nel levare e del formare nel creare.

Tanto più proficuo sarà il suo lavoro quanto meglio saprà portare a compimento le tre fasi fondamentali della Trasmutazione Alchedemica.

Ia fase

Dissolvere le nove cattive inclinazioni dell’uomo: la pigrizia, la lussuria, la golosità, l’avarizia, l’iracondia, l’invidia, l’orgoglio.

Alla eptade dei sette peccati capitali occorre aggiungere Vaccecae le mento e l’errore, con i quali si completa lEnneade della tenebre hi che ancora avvolge il neofita. E’ la fase al nero o « caput corvi » o terra dannata degli Ermetisti, primo stadio dell’Opera, vero processo putrefattivo rappresentato dalla Tetractys rovesciata con il Bi vertice della tenebra spirituale puntato verso il basso. Nei nove giirito roni danteschi, sul fondo del vertice, è assiso il Re delle tenebre.

Si tratta di un compito arduo racchiuso nel motto: ordo ab chao.

È il regno di Saturno.

IIa fase

Purificare i nove sensi o facoltà che pongono luomo in relazione sol- con il mondo: tatto, gusto, odorato, vista, udito, immaginazione o di È

memoria, cui dobbiamo aggiungere i due « araldi del piano divino » ello e cioè la chiaroveggenza e la chiarudienza. Alchemicamente è la fase al bianco nella quale tutte le possibilità olui trasmutatorie non si sono ancora completate. Operata la dissolu-55zione il neofita trapassa dalla nigredo dell ‘ignoranza alla albedo del l’autocoscienza.

Quando il corpo si è sfatto, le ossa dello scheletro calcinano al fuoco lento dell’asbesto inestinguibile, sino al bianco seppia. Allora lo spirito è pronto a liberarsi perché ha raggiunto lo stato di rebis, Stato dal quale è possibile estrarre la luce dalle tenebre. L’ex profano ha costruita la «Materia Prima» sulla quale operare e in tal modo ha raggiunta la condizione di Misto. Qui potest capere capit, secondo il motto rosacruciano, Per inciso dirò che furono i Rosa + Croce che introdussero il simbolismo alchemico nella Massoneria, tra il XVII e il XVIIIsecolo, quando vi penetrarono a sua insaputa e la riformarono. È il regno di Diana

IIIa fase

Edificare le nove virtù essenziali per l’ascesa trascendente, ossia le

— quattro virtù cardinali (forza, giustizia, temperanza, prudenza);

— tre virtù teologali (fede, speranza, carità);

— due virtù sublimali (saggezza e intelligenza). Queste due ultime virtù sono espresse in modo preminente nel I libro dei Re, ITI, vers. 10-12: «E questo piacque al Signore, che Salomone avesse chiesta una tal cosa. È Iddio gli disse: “Giacché tu hai chiesto Questa cosa e non hai chiesta lunga vita, né ricchezze, né la vita dei tuoi nemici; anzi hai chiesto di aver intelletto per discernere il giusto; ecco, io faccio secondo la tua parola, ecco io ti dò il cuore saggio e intelligente, talché né davanti a te è stato, né dopo di te alcuno ti sarà pari”… » (Ed. Diodatina). Nell’albero sefirotico l’intelligenza (Binah) ha per paredro Chochmah (la saggezza). Se la prima è la facoltà necessaria per accedere alla conoscenza (gnosi) delle cose divine assolute, la seconda esprime la facoltà del discernimento, ossia la capacità di saper operare la scelta migliore. Quest’ultima, dunque, presuppone la prima, ma Opera nel suo seno per eliminazione. Scienza del bene e del male, indistintamente percepiti, congiunta però alla capacità di discriminare il bene dal male: in ciò sta la sapienza dell’adeptato, meta suprema del misto.

Alchemicamente è la fase di completamento dell’opera, la Crisopea,

la Rubedo sapienziale ottenuta in grazia al sinergismo dei tre princìpi:

il sale principio o virtù di carità, il mercurio principio 0

virtù della speranza, lo zolfo principio o virtù della fede.

La Tetractys spirituale si completa con l’argento dei saggi (intelligenza)

e l’oro dei saggi (saggezza). È il regno di Apollo.

Il vertice della Tetractys è la luce divina.

Riepilogando, si può affermare che tutta l’operazione alchemica consiste nella cottura lenta dell’uovo filosofico (sublimatoio o matraccio) nell’atanor (o forno), affinché, al momento giusto, nasca la  « pietra al rosso », la crisopea. Le corrispondenze analogiche ci consentono di decodificare l’antica scienza ermetica nei seguenti termini: nella nostra anima (o atanor o fornello) il fuoco della ricerca deve cuocere l’uovo filosofico o sublimatoio, cioè il nostro cuore, affinché in esso si produca la trasmutazione interiore o illuminazione totale.

È il grande arcano, l’estasi, l’identificazione, avvenuto il processo di purificazione, dell’anima con Dio, o meglio, plotinianamente con Uno, del quale nulla possiamo dire o sapere tranne che è inconoscibile.

Secondo Plotino la prima ipostasi dell’Uro trascendente è l’Intelletto o nous, che egli identificò con il Demiurgo del Timeo di Platone.

Il «nous» è la sede delle idee sopramondane dalle quali la mente umana trae lordo idearum e tutti i numeri finiti e infiniti.

L’ascesa iniziatica, interpretata in chiave alchemico-rosacruciana, sia pure per brevissimi accenni, ci consente di ritornare su quei primi passi dai quali abbiamo preso le mosse per salire la scala philosophorum.

Nel pilastro di mezzo che divide in due il vano di ingresso della cattedrale Notre-Dame di Parigi è scolpita nella pietra una figura femminile seduta in trono, la cui fronte tocca le nubi. Essa stringe lo scettro nella mano sinistra (lo scettro è simbolo della sovranità) mentre con la mano destra regge due libri, uno aperto (essoterismo) e uno chiuso (esoterismo). Stretta tra le sue ginocchia e appoggiata al suo petto si eleva la scala di nove gradini: e la scala philosophorum dell’alchimia.

Questo grande tempio gotico, occulta bibbia di pietra, porta sul frontespizio il sigillo della grande opera impressovi dai maestri templari.

L’Enneade massonico-speculativa indica ai suoi affiliati le tre (x nove) fasi della trasmutazione alchemica e offre i nove strumenti per operare sulla « materia prima» allo scopo di conseguire la luce interiore.

In un prossimo articolo parleremo di questi nove strumenti e del loro uso.

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