TAUMATURGIA DANTESCA OVVERO UNA RIFLESSIONE LAICA

TAUMATURGIA DANTESCA

OVVERO UNA RIFLESSIONE LAICA

Davide Riboli

poi tanto furo, che ciò che sentire

doveano a ragion senza veduta,

non conobber vedendo; onde dolenti

son li miei spirti per lo lor fallire,

e dico ben, se ’l voler non mi muta,

ch’eo stesso li uccidrò que’ scanoscenti!

In occasione della presentazione delle principali iniziative organizzate per le celebrazioni dantesche di quest’anno, il ministro Franceschini ha rimarcato l’esistenza di un sentimento di identitànazionale, nato assai prima dello Stato Italiano. Non v’e dubbio che di quel sentimento, capace di aggregare gli individui in comunità e le comunità in nazione, Dante e la sua opera siano i simboli massimi, sebbene sia ancora molto il lavoro da compiere per diffonderne la conoscenza. Non e un caso che – sempre stando alle parole del ministro – il programma organizzato per le celebrazioni abbia come scopo principale quello di “avvicinare ancora di più Dante alla gente”. Non so se le celebrazioni riusciranno in questo scopo e non so neppure se sia cosi necessario, ma so che nei versi di Dante risiede il potere di avvicinare le persone tra loro, superando ogni distinzione politica per un bene comune. E lo so per esperienza diretta… 2 agosto 1980, ore 10:25. L’ala Ovest della stazione di Bologna Centrale esplode. Muoiono 85 persone e con loro si torce in agonia un paese tormentato da ferite che il tempo, invece di guarire, squarcia: piazza Fontana (1969), questura di Milano (1973), piazza della Loggia (1974), treno Italicus (1974).Bologna la governa un marziano: Renato Zangheri, riminese per nascita e professore per vocazione, iscritto al Partito Comunista dal 1944. E un uomo di cultura e la fiducia nella cultura ne guida le scelte che spesso lo fanno apparire un alieno tanto

agli occhi dell’opposizione che a quelli della sua stessa maggioranza. Quando presenta il progetto di commemorare il primo anniversario dell’orrenda strage con una lettura pubblica di Dante, anziché in San Petronio, succede il putiferio. E non si tratta tanto del fatto che a dar voce alla Commedia sarà un personaggio discutibile come Bene. Ad apparire massimamente inopportuna e la scelta di sostituire le gramaglie del cordoglio con le luci dello spettacolo. E con Dante, per di più…

La maggioranza, composta da PCI, PSI e DC, rischia la crisi. Garofani e Scudocrociati gridano in coro allo scandalo. Qualcuno passa al gruppo di minoranza con l’intento di far cadere la giunta. Gli stessi compagni di partito di Zangheri si grattano che avvicinare Dante alla gente, l’hanno avvicinato all’avanspettacolo..

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