PERCORSO REALE E PERCORSO METAFISICO

PERCORSO REALE E PERCORSO METAFISICO

Piero Ricci

Parallelismi tra il Pellegrinaggio in Oriente di

Hermann Hesse e il cammino iniziatico del massone

Nel mondo profano l’uomo viaggia “fisicamente” ed i motivi del viaggio sono di solito il desiderio di conoscere  luoghi e persone, sono necessità personali, spirito di avventura o pause di riflessione nella propria vita. Esso così esce comunque dalla quotidianità per aprirsi a qualcosa di nuovo. Nel mondo iniziatico il viaggio è invece “interiore” e rappresenta qualcosa di complesso e profondo; anche in questo caso significa uscire dalla quotidianità, ma da quella del conosciuto, per penetrare altri stati di coscienza inesplorati lavorando nell’intimo del proprio essere. E quindi da questo punto di vista il percorso Libero Muratorio rappresenta il paradigma della vita, letto però su un piano interiore ed esoterico, un cammino che si intraprende nell’intimo per conseguire stadi superiori di conoscenza. Come nella vita, infatti, anche in Massoneria il viaggio si affronta, da una parte nella solitudine della ricerca, dello studio e nell’introspezione e, dall’altra, nella comunione con gli altri, nel caso, con e nella Fratellanza.

Questo perché se è vero, come è vero, che il “fine” del viaggio sta nel viaggio stesso, il “senso” sta invece nella continuità, nell’eredità di idee, comportamenti ed esempi che ognuno di noi, e tutti insieme, lasciamo alle nuove generazioni; sta in questo il concetto di “immortalità”, che non è prerogativa del singolo ma caratteristica dell’umanità nel suo insieme. Come il viaggio dalle ragioni insondabili che è la vita, dove ognuno di noi vive una esperienza sempre diversa perché la via alla verità non è mai una ma sono infinite, così in Massoneria ciascun iniziato ricercherà quella via alla verità che reputerà essere la propria, rompendo il velo dei vizi e dei pregiudizi del mondo profano grazie agli strumenti della simbologia fino a raggiungere poi quella nuova consapevolezza che gli permetterà di avvicinarsi sempre più alla Luce. Nel viaggio tipico dei Liberi Muratori l’iniziato non abbisogna quindi di fisicità per spingersi oltre, verso la perfezione o la sacralizzazione del proprio Io; ciò che si muove è la sua coscienza, la sua mente ed il suo spirito.

Come nella vita profana “ogni viaggio incomincia sempre con un passo”, così in Massoneria, quando l’Apprendista si avvia con il piede sinistro per superare le due colonne ed entrare in una dimensione parallela a quella profana, abbandona l’Età del ferro (uomo-metallo) per approdare all’Età dell’oro (uomo spirituale) e proseguire infine nel suo percorso di avvicinamento al Delta.

Nel primo grado sono ben tre i viaggi simbolici che rappresentano i tre elementi purificatori dell’aria, acqua e fuoco, preceduti da un altro preliminare, quello della terra, rappresentato dal Gabinetto di Riflessione, uscendo dal quale entra simbolicamente in contatto con l’elemento dell’aria, simbolo delle idee del mondo intermedio, di quello stadio in cui si percepisce ma ancora non si apprende.

Viaggi che sono, alla fine, quelli del “pellegrino”, dove la Loggia ed il Tempio rappresentano il cosmo, la vita e il cammino che quest’ultimo dovrà affrontare fino al momento in cui l‘iniziato accede al vero “risveglio”, a quella spiritualità che sola potrà consentirgli di scoprire e decifrare i simboli nascosti.

Viaggi che accompagnano poi l’iniziato per tutto il suo percorso, che sono al tempo stesso Principio e Meta e, come recitato dai Rituali, sorgendo la Luce ad Oriente, è verso Oriente che il massone deve muovere affinché possa vedere e raggiungere la piena luce della mente illuminata dal più alto grado di coscienza raggiungibile dall’essere umano. Come scrisse Thomas Stearn Eliot “Nel mio principio è la mia fine. Nella mia fine è il mio Principio”; analogamente ogni iniziato comincia il suo peregrinare da un punto dipartenza ritornando al quale non ritrova la stessa situazione che è stata lasciata poiché il viaggio ha prodotto inesorabilmente un cambiamento: il ritornare a sé è solo un perfezionamento di ciò che si era all’origine, è la conquista di un Io migliore. In molti e in tempi diversi hanno detto e scritto su questo tema, ma uno forse su tutti mi sembra aver più compiutamente reso il senso complessivo del viaggio esoterico, ampliandone la visione in una continuità spazio/tempo veramente affascinante e illuminante: Hermann Hesse nel suo Pellegrinaggio in Oriente.

Qui la vicenda, raccontata in prima persona in forma pseudo autobiografica, narra dell’autore che, avendo aderito alla “Lega”, una antica e misteriosa società iniziatica di cui erano stati membri alcuni famosi personaggi, fittizi o reali, come Platone, Mozart, Pitagora, Don Chisciotte, Baudelaire ecc., si mette in marcia per uno scopo molto elevato, sebbene destinato a rimanere segreto, al quale si unisce quello personale di incontrare la bellissima principessa Fatma e di conquistarne possibilmente l’amore.

Anni dopo Hermann Hesse vuole raccontare lo svolgimento di quel viaggio, che peraltro non fu portato a termine, ma si accorge di non possedere né memorie, né oggetti, né diari, sia perché il viaggio si svolgeva non solo nello spazio ma anche nel tempo (dal medioevo all’età dell’oro) ma anche per la crisi che aveva investito i pellegrini durante l’attraversamento della profonda gola nel Morbio Inferiore, dove scompare Leo, un semplice servitore di cui tutti accusano l’assenza. La successiva perdita di coscienza circa l’importanza dell’Impresa e la rottura dell’Armonia farà poi sì che il gruppo si sciolga, la meta non venga raggiunta e l’oblio si impossessi del Pellegrinaggio. Senza andare oltre nella sintesi del racconto già da questo emergono evidenti correlazioni e parallelismi con la Massoneria.

La Lega rappresenta il prototipo, senza tempo e senza luogo, di ogni società iniziatica alludendo all’Obbedienza massonica ed alla sua caratteristica di universalità spazio-temporale. I partecipanti al viaggio sono numerosi nel racconto e provenienti da tutti i luoghi e da tutti i tempi ed ognuno racchiude in se stesso il germe dell’Ideale in un continuum di generazioni, Statua dedicata ad Hermann Hesse sul ponte Nikolaus a Calw, sua città natale, ph:Hedwig Storch così come i massoni, “sparsi nel mondo e nel tempo” ma uniti nel e da un ideale obiettivo comune. La perdita dei beni materiali e l’allontanarsi di Leo sono stati la causa della rottura dell’Armonia di quella Comunità e del

venir meno dell’idealità del viaggio e del suo scopo, con ciò riportando

al tema del distacco dai “metalli” richiesto all’iniziando e alla scoperta del rapporto di fratellanza. Inoltre, l’idea che l’importanza del viaggio non consista tanto nel raggiungimento della meta, ma nel viaggio stesso e che esso sia indirizzato verso Oriente, ciò riporta al percorso massonico e alle sue peculiarità iniziatiche, aventi lo sguardo sempre

rivolto all’Oriente. Due obbiettivi sono poi richiesti ad ogni Pellegrino, uno comune che è il viaggio verso Oriente, ed uno personale che per l’autore è conoscere Fatma e unirsi a lei; allo stesso modo in  Massoneria l’obbiettivo comune è la costruzione della Grande Opera e quello personale, la “Fatma” del libro, rappresenta l’oggetto della ricerca individuale, la Verità, la Sophia degli Gnostici, la Luce.

E il racconto prosegue narrando di come tutto diventi invece confuso, sprofondando l’autore nella disperazione e nello smarrimento, nella perdita dello stimolo e della fede sul Progetto e di come lui stesso si renda conto di non essere in grado di mettere insieme una narrazione coerente. Una disperazione dalla quale esce, da una parte con il proprio sofferente tentativo di recuperare la Via e, dall’altra, con il rientro nella comunità della Lega, dove Leo, fino a quel momento considerato come un semplice servitore, si presenta invece come il Capo Supremo della Lega stessa.

Così accade anche in Massoneria, dove il vacillare delle certezze non rappresenta certo un problema se poi ogni volta si recupera la propria via. E’ proprio infatti del Libero Muratore, “uomo del dubbio”, mettersi in discussione e quindi accusare sensi di smarrimento per poi, lavorando sul profondo dell’animo e nel contesto della Fratellanza, uscirne ogni volta migliorato e ad un livello superiore di consapevolezza. Infine la narrazione di Hesse ci riporta anche ad un altro aspetto: quello del “non giudicare in base alla condizione nella vita profana” perché ciò che conta e che vale per un Libero Muratore è ciò che ognuno si porta dentro in termini di attese, di principi e di ideali, quelli che fanno poi di ogni essere un “uomo”.

In conclusione, la riammissione nella Lega dell’autore passa attraverso una azione introspettiva sul proprio io e la interiorizzazione

dei principi e del fine della Lega stessa, rappresentati dalla “statuetta” a due facce; ovvero nel fluire dell’immagine dell’autore in quella del Capo supremo, come a significare il raggiungimento della Verità e la comunione in questa.

Così finisce il racconto, non quello di quei giorni che non vedrà mai la luce, perché l’ambizione di rendere in semplici parole un percorso esoterico-iniziatico palesò chiaro all’autore il limite insuperabile di una divulgazione essoterica, ma quello del vero viaggio, introspettivo e intimo fino all’incontro e alla congiunzione con la tanto ricercata Fatma.

Hiram n.1/2018

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