DANTE E’ STATO IL PRIMO A CREDERE NELL’ITALIANO

Dante, ha detto Teresa, è stato il primo a credere nell’italiano. È proprio così. Dante è stato il più grande poeta che l’Italia abbia mai avuto, e tutti lo chiamano, giustamente, come ha ricordato anche Fela, il “padre della lingua italiana”. Perché? Perché Dante per l’italiano ha fatto più di tutti gli altri scrittori messi insieme. Nel XIV secolo, cioè il secolo in cui lui è vissuto, tutti consideravano il latino una lingua perfetta e le nuove lingue nate dal latino delle lingue senza valore. Dante, invece, ha scritto che l’italiano valeva quanto il latino, e poteva servire anche per scrivere opere di alta letteratura: proprio quello che ha fatto lui, che nella nuova lingua ha scritto l’opera più bella e più famosa di tutta quanta la letteratura italiana: la Divina Commedia. Dante l’ha scritta nella sua lingua materna, cioè il fiorentino del 1300. Questa sua lingua Dante l’ha fatta funzionare come un elastico, tirandola verso l’alto e verso il basso, usando a volte espressioni elegantissime e a volte espressioni anche basse : in certi punti della Divina commedia Dante adopera perfino parolacce! La Divina Commedia ha avuto così tanto successo che il fiorentino di Dante, con qualche trasformazione, è diventato la base dell’italiano attuale. Pensate che il 90 % delle parole che usiamo oggi, nell’italiano di tutti i giorni, sono già presenti nella Divina Commedia! Certo, alcune di queste parole col tempo hanno cambiato significato. Per esempio, la parola gentile per Dante significava ‘nobile di sentimenti’, oggi invece indica una persona cortese e ben educata. Ma il grosso delle parole e dei loro significati è rimasto lo stesso! Arrivederci!

CERTIFICAZIONI

Un vero percorso di integrazione deve tenere conto di tutti i fattori che aiutino lo straniero in Italia a realizzare il proprio progetto di origine e a inserirsi nella società che lo ha accolto.

L’acquisizione di competenze di base dell’italiano, cioè come seconda lingua, è un primo fondamentale passaggio per una piena integrazione. Ma che cos’è una lingua? È un mezzo per esprimere le proprie competenze, emozioni e quotidiane necessità.

LA LINGUA COME PATRIMONIO

Nei 150 anni di storia che sono trascorsi dall’Unità d’Italia, la lingua è diventata progressivamente patrimonio comune e condiviso. Il primo merito per questa diffusione capillare va alla scuola e all’introduzione del concetto di ‘obbligo scolastico’ nel 1877, un’opportunità per tutti i giovani italiani dal nord al sud. Successivamente un ruolo importante è stato svolto dalla televisione che ha garantito omogeneità linguistica. Una particolare attenzione verso gli adulti ancora analfabeti è stata data agli inizi degli anni Sessanta dalla trasmissione “Non è mai troppo tardi” in cui il maestro Manzi insegnava a leggere e a scrivere con tecniche didattiche moderne per l’epoca.

Ora l’Italia da Paese di forte emigrazione si è trasformata in un’importante meta di immigrazione. La porta d’accesso verso la piena integrazione è ancora la lingua italiana.

Sono numerosi gli stranieri adulti nel nostro Paese che frequentano corsi di Italiano.

Tra questi, i corsi di integrazione linguistica e sociale organizzati dai Centri Territoriali Permanenti.

Cosa sono i Centri Territoriali Permanenti? Sono centri di istruzione e di formazione per adulti presenti su tutto il territorio nazionale finalizzati a far conseguire ai corsisti le competenze necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro e le conoscenze di base per vivere in una società in forte trasformazione.

I Centri Territoriali Permanenti costituiscono il luogo più significativo per l’insegnamento dell’Italiano  ad adulti e giovani adulti.

I PERCORSI DELLA CERTIFICAZIONE

Abbiamo già detto che l’acquisizione di una lingua è un processo a tappe che di volta in volta creano occasione per nuove partenze. Il progetto Cantieri d’Italia ha accompagnato i corsisti assistiti dai loro insegnanti, e anche individualmente, verso un primo livello di competenza della lingua italiana per stranieri. E’ possibile acquisire la Certificazione dopo aver frequentato, con esito positivo, i corsi di integrazione linguistica e sociale organizzati dai Centri Territoriali Permanenti in tutto il territorio nazionale.

QUATTRO STORIE DI INTEGRAZIONE

MARIA LETIZIA CIFERRI

Dirigente scolastico istituto comprensivo statale”Daniele Manin” – Roma

Il primo CTP “Nelson Mandela”, inserito nell’Istituto comprensivo “Daniele Manin”, è il primo CTP d’Italia in quanto a iscritti frequentanti. Comprende due sedi diverse, collocate nel quartiere Esquilino – e si tratta della scuola Di Donato, in Via Bixio, e di Via Olmata che è collocata invece nel rione Monti. E si parla di una frequenza di circa 4000 persone nel giro di un anno scolastico. All’interno del nostro CTP troviamo rappresentati tutti i continenti del mondo. Attualmente frequentano i corsi di alfabetizzazione d’italiano come seconda lingua 942 persone, mentre 310 persone stanno frequentando i corsi per il conseguimento del titolo di scuola media a fine anno. 180 studenti, lo scorso anno, hanno ottenuto la certificazione dell’italiano livello A2. L’attestazione rilasciata dal CTP consente allo studente di evitare di sottoporsi al test per la richiesta del permesso di soggiorno di lunga durata. Il test si compone di varie prove, che mirano a verificare la padronanza della comprensione scritta e di quella orale, e l’interazione verbale.

Una cosa interessante mi è capitata in occasione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia, perché ho avuto modo di vivere la notte dei 150 anni con i ragazzi di due corsi di media ed è stato particolarmente emozionante vivere la notte tricolore guardandola attraverso gli occhi di questi ragazzi stranieri che in qualche modo si sentono molto più italiani di noi, perché stanno facendo la loro vita qua, perché vogliono costruirsela o se la sono già in parte costruita.

GIULIA TRONELLI

Docente referente

La mia classe è composta da molti ragazzi che provengono da ricongiungimenti familiari. Hanno un genitore italiano, un genitore del paese di origine, e si sono quindi ricongiunti alla famiglia. Molti di loro hanno potuto seguire un percorso di studi tradizionale nel loro paese, quindi alcuni sono arrivati anche a prendere il diploma, altri sono arrivati invece ad un certo anno della scuola superiore, ma in ogni caso necessitano di prendere un diploma di licenza media che sia riconosciuto in Italia. Questo poi dà loro la possibilità di proseguire la scuola superiore o addirittura quando viene poi convalidato il diploma di scuola superiore, inserirsi direttamente all’Università.

JURANDY RODRIGUES

studente

Sono Jurandy, ho 19 anni, sono brasiliano, vivo in Italia da 7 mesi. Sono rimasto in Italia per ricongiungermi con mia madre. Quando avevo 2 anni mia madre è venuta in Italia per lavorare e quando avevo 14 anni è ritornata in Brasile per portarmi in Italia, ma io non volevo andare con lei, volevo rimanere in Brasile. Quando ho finito gli studi in Brasile, ho voluto ricongiungermi con mia madre. Ho visto in Italia una opportunità per continuare a studiare. Ho deciso di studiare l’italiano perché ho visto che era un’opportunità per continuare i miei studi qui in Italia. Quando sono venuto qui per studiare ho fatto diversi amici di vari paesi. Ogni giorno vivo con loro e quando finisce la lezione la nostra amicizia è così forte che ci troviamo fuori dalla scuola per giocare a pallacanestro.

CTP di Monza

ANNA MARTINETTI

Dirigente scolastico scuola media statale “TERESA CONFALONIERI” – Monza

Il CTP di Monza nasce attorno agli anni 70 e subito si sistema, per così dire, in questa scuola che ha una caratteristica molto particolare. E’ una scuola del centro, è una scuola che era un ex convento e quindi risale al 1300, noi abbiamo ragazzi dai 16 anni in su, ragazzi che vengono molto spesso direttamente dai loro paesi e spesso hanno anche dei diplomi ottenuti nei loro paesi ma non possono assolutamente accedere alle scuole superiori perché: primo non conoscono l’italiano e secondo perché non conoscono la nostra scuola, quindi il CTP fa da filtro, collabora con le scuole superiori, con gli enti locali proprio per inserire, è un mezzo contro la dispersione di questi ragazzi, per inserirli nel percorso scolastico . Gli iscritti in questo anno scolastico arrivano a 1300, di questi iscritti 600 sono ragazzi dai 16 ai 22 anni. Guardiamo la nazionalità, sono stranieri di tutte le nazionalità, due anni fa ho fatto un conto, ne avevo contate sessanta , sessanta nazionalità, nord africa, oriente, medio oriente, da qualche anno anche Europa dell’Est, Ucraina, Moldavia e Sudamerica.

Il lavoro di preside o di dirigente di un centro territoriale permanente è molto diverso rispetto a quello di una scuola normale. In un centro territoriale si ha la possibilità davvero di utilizzare le risorse che vengono date dallo Stato e che non sono poche per offrire, per dare un’offerta formativa che in una scuola normale non è possibile fare, praticamente siamo noi che scegliamo che tipo di offerta formativa dare secondo le esigenze del territorio.

URA MORASSO

Docente referente

Gli studenti stranieri che si iscrivono ai corsi del centro territoriale sono stranieri che arrivano un po’ da tutte le parti del mondo e hanno età diverse, vivono e lavorano qui in Italia e molti di loro hanno anche costruito o ricostruito qui da noi una famiglia. Si iscrivono ai corsi fondamentalmente per imparare la lingua italiana e questo per loro significa sostanzialmente migliorare la loro integrazione sul territorio.

Moltissime delle persone che vengono da noi, soprattutto donne, si decidono a venire, a imparare l’italiano quando i loro figli vanno a scuola perché non conoscendo l’italiano si rendono conto di non riuscire anche a seguirli e quindi si sentono inadeguate.

I nostri corsi non sono rivolti solo ad adulti ma sono rivolti anche ai giovani da 16 ai 19 anni.

Abbiamo incominciato nel 90 con un piccolissimo progetto che riguardava forse una decina di ragazzi stranieri e oggi i nostri ragazzi sono più di 100.

Chiedono di imparare la lingua italiana, soprattutto chiedono di avere competenze linguistiche che permettano loro poi di accedere alle scuole superiori o ai centri di formazione professionale.

Per quanto riguarda le certificazioni, la novità di quest’anno è introdotta dal decreto ministeriale del 10 giugno 2010 che richiede la certificazione della lingua italiana a livello A2 per quegli stranieri che vogliano conseguire il permesso di soggiorno europeo di lunga durata.

Sta cambiando questo un po’ la mentalità degli stranieri, nel senso che molti fino ad oggi pensavano di potersi accontentare di un apprendimento spontaneo della lingua, adesso capiscono che devono frequentare i corsi, registrando un aumento piuttosto significativo della domanda di corsi di lingua italiana di base.

JUAN ESTEBAN DE LOS SANTOS

studente

Mi chiamo Esteban, vengo da Santo Domingo, Repubblica Domenicana, abito qui in Italia, a Monza, sto facendo la scuola media “ Confalonieri”.

Sono arrivato qua da un anno. Mia mamma era qua da dieci anni mi ha fatto venire perché voleva stare assieme ai suoi figli, io e mio fratello.

Mi ha iscritto al CTP, ho conosciuto tante persone di diversi paesi, come del Bangladesh, del Sri Lanka, Ecuador e siamo amici non solo a scuola ma anche fuori dalla scuola perché siamo tutti stranieri ma non solo, ho anche amici italiani.

Voglio lavorare per aiutare la mia mamma, non c’è la fa da sola, voglio darle una mano.

Mi piace questa città, perché è tranquilla, bella e posso fare delle belle passeggiate.

Io mi sento bene qui, penso in futuro di rimanere in questa città.

CTP di Palermo

MARIA ANNA VACCARELLO

Vicepreside Istituto comprensivo statale “ FEDERICO II “– Palermo

Questo Istituto Comprensivo “Federico II” di Palermo, è un istituto comprensivo di scuola dell’infanzia, di scuola primaria, scuola secondaria e di primo grado, ed è anche centro territoriale permanente. La scuola è ubicata all’interno del quartiere Borgo vecchio, un quartiere che si trova al centro della città, quindi alle spalle del salotto palermitano, ma si caratterizza più per essere una scuola di periferia, per le sue difficoltà, per la presenza di utenti con devianza giovanile, per dispersione scolastica. Da qualche anno a questa parte sono stati gli alunni stranieri, gli alunni di cultura altra, a chiederci l’attivazione dei corsi. Intanto l’istituto ha quattro moduli. Un modulo ubicato nella sede dell’Ucciardone, nella casa circondariale dell’Ucciardone, uno situato nella sede di Borgo vecchio e due dislocati nei due quartieri Marconi e Santa Chiara. La presenza degli alunni stranieri nella nostra scuola è molto elevata. Abbiamo presenti alunni di tutte le nazionalità, delle Mauritius, del Bangladesh, dello Sri Lanka, della Costa D’Avorio, ragazzi somali. Molti di questi corsisti sono maschi, soltanto il 30/40 % sono donne, sono poche le persone che già lavorano, che hanno già trovato in Italia un’occupazione. Molti di questi sperano di trovare un lavoro migliore rispetto a quello che invece sono abituati a trovare nel nostro paese. I corsisti si iscrivono alla nostra scuola perché devono conseguire un diploma di licenza ma una parte di loro si iscrive a scuola anche per avere riconosciuta una competenza della lingua. L’esperienza che noi ogni giorno facciamo con questi ragazzi di cultura non italiana è sicuramente una delle esperienze più significative che noi possiamo pensare. Il confronto giornaliero non può fare altro che arricchirci perché è un continuo mettersi in discussione, è un continuo stimolo.

ORNELLA PRIMA

Docente referente

Molti di loro sono laureati, diplomati, nel paese di origine, ed hanno proprio voglia di cultura, hanno voglia di imparare. Alcuni vengono – in pochi, devo dire – a imparare a leggere e a scrivere. Loro sono qua da tanto tempo, parlano italiano discretamente anche se non correttamente. Le difficoltà sono diverse in base al paese di provenienza, soprattutto se la lingua è con strutture e scritture completamente diversa. Il primo contatto che abbiamo con i corsisti è l’accoglienza. Questo è un momento molto importante perché veramente là vengono fuori le richieste, le esigenze dei corsisti e i problemi dei corsisti, problemi di lavoro, di orario, etc, ma soprattutto là ci rendiamo conto di come formare le classi. Noi formiamo le classi per fascia di livello. Spesso rimaniamo in contatto con i corsisti e il rapporto che si instaura con alcuni di loro non so è come con un fratello, come con un figlio, anche perché spesso, al di fuori di questo ambiente, non trovano molta amicizia.

ASARE KWAKY BEDIAKO

studente

Io sono Asare, vengo dal Ghana, sono venuto in Italia perché là in Ghana ci sono pochi lavori. Per questo motivo ho deciso di venire in Italia per migliorare la mia vita e aiutare anche i miei genitori. Avevo un amico qua e mi ha trovato un lavoro come collaboratore domestico. Io e mia moglie ci siamo sposati in Ghana. Abbiamo due bambini. La femmina frequenta la scuola in Italia, a Palermo. Uno è maschio, è piccolo, ha un mese. Nella lingua italiana ci sono troppi verbi e anche articoli, non è come in inglese. In inglese, per esempio, posso dire “the boy”, “the girl”, “the man”, “the woman”. In italiano non è così, “uomo” ha un suo articolo e “donna” ha un altro articolo. Mi sono iscritto a questa scuola per migliorare anche la mia vita. A Palermo mi trovo bene con tutti e tutti si trovano bene con me. Mi piacerebbe molto andare e continuare ad andare in questa scuola perché mi aiuta molto

CTP di Roma

GIANCARLA GRETO

Dirigente scolastico istituto comprensivo statale

ANTONIO GRAMSCI” – Roma

Il 21° Centro Territoriale Permanente, l’Istituto Comprensivo “Antonio Gramsci”, accoglie un’utenza adulta, straniera e italiana, ma prevalentemente straniera, che afferisce dal XV al XVI Municipio: Monteverde, Portuense, Trullo, ma anche altre parti di Roma…soprattutto gli stranieri hanno le provenienze più disparate. Una buona parte arriva dal Nord Est europeo, ma abbiamo molti asiatici, filippini, numerosi sono i maghrebini, numerosi dal Marocco, Tunisia e moltissimi egiziani. Il 21° CTP gestisce anche l’organico carcerario di Regina Coeli e di Casal Del Marmo. Accoglie adulti per percorsi di alfabetizzazione fondamentalmente. L’utenza è presente nella misura di oltre 1000 iscritti all’anno e con una frequenza assidua di oltre 800 iscritti. Abbiamo una presenza di italiani pari circa alla metà e altrettanto di stranieri. È consistente la presenza delle donne fra gli italiani mentre si abbassa la percentuale fra gli immigrati.

Il 21° CTP è stato individuato come CTP Polo per le certificazioni di livello A2 di conoscenza della lingua italiana. Abbiamo iniziato a gennaio a esaminare i candidati che secondo il protocollo d’intesa erano stati organizzati insieme alle prefetture e stiamo proseguendo con diverse sedute di test proprio per permettere a questi immigrati di conseguire questa attestazione che permette loro di ottenere il permesso di lunga permanenza in Italia. È importante che sia ben percepito tutto questo processo, della possibilità che attraverso il CTP si possano, a titolo completamente gratuito e in collaborazione anche con il Ministero dell’Interno, promuovere questi corsi e campagne di pubblicizzazione di questa possibilità.

ANTONELLA MONDELLA

Docente alfabetizzatrice

Nella società multietnica il CTP rappresenta per questa utenza una grande risorsa del territorio offerta dallo Stato italiano, non solo perché non comporta una spesa economica, ma anche perché presso il CTP possono trovare figure professionalmente valide, un luogo d’incontro dove si può facilmente socializzare, incontrare gente del proprio paese, e trarre conoscenze di nuove culture. Poi anche non sentirsi soli in terra straniera e inoltre gli permette di conoscere le leggi della nostra Costituzione. Ho constatato che fanno maggiore fatica ad acquisire la struttura della lingua italiana le persone provenienti dall’Egitto, Pakistan, Afghanistan, primo perché non hanno avuto una grande istruzione nel loro paese, e poi perché la lingua non presenta tante analogie con la lingua italiana.

NORMA ROSAS VALENZUELA

studentessa

Mi chiamo Norma, sono peruviana, ho 39 anni, ho un figlio di 7 anni che ho lasciato alla mia mamma, lo voglio portare qui in Italia, però voglio parlare molto bene l’italiano, per questo ho deciso di studiare in questa scuola la lingua italiana. Un giorno sono andata al Municipio per chiedere una scuola vicina al mio lavoro, e mi hanno dato l’indirizzo dell’Istituto Gramsci. Sono arrivata qua alla scuola per chiedere di studiare, sono entrata in aula e ho trovato tante persone di varie nazionalità. Ho fatto amicizia con loro ed è stato molto bello quel giorno. Adesso lavoro come badante per un anziano e sono molto grata a questa persona che vuole anche accogliere mio figlio, quando lo porterò qui in Italia, e gli sono molto grata perché mi dà il tempo di studiare in questa scuola per imparare l’italiano. Sono tre anni che non vedo mio figlio. Lo chiamo tutti i giorni per sentire la sua voce e spero di unirmi presto a lui come mamma. Voglio parlare meglio l’italiano così quando lui arriva qui in Italia non ha la difficoltà che avevo io, per questo voglio parlare con lui molto bene, non mi voglio sbagliare.

Altri percorsi di certificazione:

Esistono inoltre quattro sistemi di certificazione riconosciuti dallo Stato italiano: la certificazione CELI dell’Università per Stranieri di Perugia, la certificazione CILS dell’Università per Stranieri di Siena, la certificazione IT dell’Università Roma Tre e la certificazione PLIDA della Società Dante Alighieri.

IN ITALIA, IN EUROPA

Nell’era della globalizzazione assume maggior significato e maggior rilievo un’idea di appartenenza culturale allargata a cui concorrano le tradizioni e la lingua dei singoli Paesi. Per questo una vera integrazione è un processo dinamico e reciproco che coinvolge il singolo individuo e il Paese inserito nell’Unione europea.

Il rapporto con una lingua è un viaggio che non si conclude mai, ma che si nutre di passaggi indimenticabili come il punto in cui una persona comincia a sognare – cioè a costruire se stesso – nella nuova lingua.

TRATTO DA INTERNET

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