COSTRUTTORI DI SOGNI POSSIBILI

COSTRUTTORI DI SOGNI POSSIBILI

DI GUSTAVO  RAFFI   EX G.M. DEL GOI

UN ANTICO SEGRETO MASSONICO

Nel suggestivo rituale della Catena d’Unione si fa esplicito riferimento ai Liberi Muratori come ai custodi di un antico segreto: quello del grande amore del Grande Architetto dell’Universo per gli uomini. Ma i Liberi Muratori sono, anche, i custodi di un altro – e non meno importante segreto – quello di “essere sognatori”. Sembra un segreto minore: anzi, sembra quasi il segreto di Pulcinella. Ma non è così. Sognare non è comune a tutti. Molte persone, infatti, non sognano.

Non sognano perché glielo impediscono le ansie, le nevrosi, le depressioni, le difficoltà, i disagi, i dolori, le tristezze, l’infelicità: o, più semplicemente, le vicende – talora insopportabili – della vita quotidiana. E, allora, le loro notti diventano cupe, pesanti, plumbee. E, al risveglio, si sentono più stanchi di quando si sono coricati: con il risultato che tutto diventa più faticoso e – quello che è peggio – grigio e senza speranza. Non sognare può essere considerata la metafora di una vita senza colore, senza brio, senza respiro: come le notti senza sogni. Può essere la metafora di una vita senza ideali, senza fantasia, senza creatività, senza voglia di spendersi: per sé e per gli altri. In questo caso, diventa un lungo tunnel oscuro dove i disagi si accumulano ai disagi e dove domina una solitudine che ben presto si trasforma in egoismo. È l’egoismo di chi non è capace di slanci disinteressati, di chi abbraccia il meschino interesse, la signoria del denaro, le suggestioni del potere o il narcisismo più sfrenato: in una parola, quelli che noi chiamiamo i “metalli”. Non è questa la vita che ci piace! Non è questa la vita che vogliamo vivere! Non è questa la vita dei Liberi Muratori! Poco importa, se – guardandoci intorno – ci accorgiamo che questo è il modello imperante di vita: il modello che i mass-media cercano di accreditare come l’unico possibile. Poco importa se molti – in ogni parte del mondo e soprattutto in Occidente – si accontentano di vivere una vita succube del consumismo, della pubblicità e del finto progresso. Poco importa se preferiscono i sogni televisivi – teleguidati – dove tutto è falso, posticcio, casuale e distraente. Poco importa – ancora – se molti annullano la loro dignità in folli corse verso un potere che è solo uno “specchietto per le allodole”. La forza del sogno Sognare significa “essere”. Non significa” avere”. Per questo, il sogno stato considerato – a ragione – come l’altra faccia (forse quella più vera) dell’esistenza: quella a cui dobbiamo guardare. Quella su cui dobbiamo plasmare la nostra esistenza. Non a caso un grande scrittore spagnolo del Seicento – Calderon de la Barca – diceva che “la vita è un sogno e il sogno il sogno di un sogno”.

Certo, sognare – come d’altronde la vita – è impegnativo. Talora, infatti, il sogno produce incubi. Di questi incubi ne abbiamo avuti tanti: le guerre, le intolleranze, i totalitarismi, le persecuzioni religiose, i razzismi e – insieme a loro – il disinteresse sociale, l’egoismo, il rifiuto di considerare l’altro come, in tutto e per tutto simile a noi. Se noi guardiamo alla storia passata e recente questi incubi si sono materializzati in visioni d’orrore che ci turbano. Visioni dove le segrete dell’Inquisizione si sovrappongono alle celle dei lager, dei gulag e degli infiniti luoghi dove l’Umanità sofferente si domanda se sta sognando l’inferno. Ma si sovrappone anche alle periferie degradate, ai bambini che muoiono – ovunque nel mondo – per fame e per sete, alle grida delle donne violentate, al silenzio di chi non può parlare, alla libertà impedita o ai diritti umani disattesi.

E anche in questo caso, chi vive queste situazioni – tanto estreme quanto drammaticamente comuni – si domanda con angoscia se sta vivendo un sogno spaventoso: un sogno da cui implora di uscire. Un sogno che vorrebbe dimenticare. Ma i sogni – i sogni importanti – al pari degli incubi non si dimenticano: rimangono ben fissi nella nostra mente. E, ogni tanto, ritornano alla memoria e non dobbiamo cancellarli. Così come non dobbiamo cancellare dalla nostra mente gli oscuri sogni del passato che molti vogliono – seppur in forma mutata proporre: oggi. Voglio ricordare – tra i tanti – i fondamentalismi che insanguinano il mondo e le mille forme di oscurantismo che si ripropongono come risposta alle difficoltà del presente. Sono sogni che vogliono, di nuovo, una Umanità impaurita, sottomessa, prona e tremante. Che vogliono seminare il disordine e l’odio dietro l’apparenza della ricerca di una identità: che consiste in ben altro. Ma i Liberi Muratori respingono questi sogni: non sono i loro sogni. I sogni dei Liberi Muratori Non sono questi i sogni che piacciono ai Liberi Muratori. Non sono questi i sogni che i Liberi Muratori vogliono sognare. I Liberi Muratori vogliono sognare un mondo migliore e più giusto: un mondo dove possano coesistere etnie, idee, religioni, politiche diverse. Questo è il loro mondo, il mondo in cui credono. Il mondo che si è aperto dinnanzi ai loro occhi quando sono entrati nella catena iniziatica che stringe tutti coloro che – nel mondo – si sentono Fratelli. D’altronde che cos’è l’Iniziazione se non un sogno ad occhi aperti: un sogno che ci trasporta in una realtà dove le comuni abitudini degli uomini non hanno cittadinanza e dove tutto “è giusto e perfetto?”

Una grande figura iniziatica – il mago Prospero de La Tempesta di William Shakespeare – pronuncia una frase su cui non possiamo non riflettere: «siamo della sostanza di cui sono fatti i sogni, la nostra breve vita è racchiusa da un sonno».

In fondo è proprio così e i Liberi Muratori lo sanno bene. La nostra vita, infatti, si può paragonare ad un lungo sogno in cui scambiamo l’apparenza per realtà o – forse meglio – la realtà per apparenza: senza che ce ne accorgiamo. E su questo dovremo riflettere di più, prima di imbarcarci in tante inutili avventure. Ma Prospero – il mago dietro cui si nasconde John Dee – non vuole dirci che dobbiamo contrapporre la realtà al sogno. Vuol dire che dobbiamo essere capaci di sognare nel modo giusto: in modo che i sogni possano diventare reali. O, quanto meno, possibili. Come ricorda Bachelard: “Il sogno ad occhi aperti non è un vuoto mentale. È piuttosto il dono di un’ora che conosce la pienezza dell’anima”. Ma questa – a ben vedere – è l’essenza stessa dell’Esoterismo. Il giorno in cui siamo stati iniziati non abbiamo forse accettato di iniziare un lungo sogno? Un sogno che è diventato la nostra stessa vita! Era – ed è – un sogno che sembrava (e sembra) andare contro la realtà. Che sembra opporsi alle comuni realtà. Quelle che quando entriamo nel Tempio abbandoniamo – materialmente e spiritualmente – lasciando al di fuori il nostro habitus esteriore. Cambiamo “pelle”, linguaggio, postura. Le regole esteriori – come nel

sogno – non hanno più valore e le gerarchie profane si annullano davanti a quelle che dovrebbero essere dettate dal sapere, dalla saggezza e dalla riflessione. Tutto – nel Tempio – è pace, equilibrio e armonia: come nei sogni, nei sogni più belli. Quelli che ricordiamo con gioia: la stessa gioia che ci conduce ad incontrarci – dopo giornate di lavoro defatigante – con i Fratelli, traendo forza, alimento spirituale e piacere.

E altrettanta gioia e piacere la sperimentiamo quando progrediamo nel lavoro iniziatico, la cui vera ricompensa non sono le forme esteriori – i famosi “pennacchi” – ma quella interiore basata sul sentimento di essere diversi e migliori. È quel sentimento profondo che ci fa capaci di vedere la realtà in un altro modo. E questo modo è, ancora una volta, il sogno: il sogno della Libera Muratoria. Un sogno ad occhi aperti da cui non si vorrebbe mai essere svegliati.

Un sogno a cui abbiamo la fortuna di essere stati chiamati, ubbidendo ad una voce interiore a cui possiamo dare il nome di vocazione, ma che – più laicamente – vogliamo considerare una scelta: una scelta  radicale. Si è trattato di una scelta decisiva. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che non viviamo solo di Massoneria e per la Massoneria. Qualcuno – e a ragione – potrebbe dire, anche, che non sogniamo solamente e che nella vita questi sogni non hanno cittadinanza.

Non è così. Noi non viviamo soltanto nei nostri Templi: è vero. Siamo nel mondo, nella società, nella realtà esteriore: in mezzo ai problemi, alle difficoltà, a necessità che – troppo spesso – ci stringono in una morsa di ferro. E, talora, ci fanno dimenticare di sognare. Ma se non sogniamo, dimentichiamo quello che siamo. E ci convinciamo che il sogno della Libera Muratoria si arresta – quando terminiamo i nostri Lavori – sulla soglia del Tempio. Così, qualche volta, viviamo una doppia realtà. La realtà del sogno e quella della vita profana: con la sua banalità, i suoi sofismi giuridici, le sue forme, le sue norme, le sue gerarchie, i suoi interessi. In questo caso, bisogna ricordare le parole – sapienziali – del mago Prospero che ci dice che siamo fatti della sostanza del sogno. Che ci dice che dobbiamo – ad ogni costo – rimanere sognatori: come nel Tempio. Perché i Liberi Muratori non possono abdicare alla loro natura. Ma cosa vuol dire “essere sempre sognatori”?

Essere sognatori rimanda – se vogliamo  esprimerci visivamente – a cieli azzurri, a  prati verdi, a boschi, a montagne innevate, ad aurore e a tramonti. Sono immagini di pace, di armonia, di fratellanza, di tolleranza, di disponibilità e di gioia che riempiono l’animo e in cui prendono forma i nostri valori. Sono i valori in cui crede la Libera Muratoria Universale e che professa il Grande Oriente d’Italia. Ma essere sognatori significa fare di queste visioni lo sfondo della nostra vita e di proporla agli altri. Significa che dobbiamo concretizzare questi

sogni trasformandoli nella realtà: nella realtà sociale. Come hanno sempre cercato di fare i Liberi Muratori. Sottrarsi a questo compito equivale a naufragare nel nulla delle buone intenzioni, o nel sentimentalismo. O, ancora peggio, nel narcisismo di chi pensa che la fortuna di poter sognare lo affranchi da qualsiasi responsabilità e lo faccia felice e contento. Bisogna dunque che il nostro sogno – quello della Libera Muratoria – divenga concreto e palpabile: in noi stessi, nella società e nell’Ordine. Diceva Aristotele che “La speranza è il sogno di chi è sveglio”. E aveva ragione. Per questo è necessario impegno, lavoro, coraggio, progettualità e perseveranza: come, d’altronde, dicono i nostri Rituali. Come dice la nostra Tradizione: quella del Grande Oriente. Sognare nella società Non è un mistero che stiamo vivendo momenti difficili: basta leggere i giornali e guardare la televisione per accorgersene. Quello che era la realtà per eccellenza – ossia l’associazione tra liberalismo e mercato – sta miseramente naufragando in una crisi senza precedenti. Una crisi che sta mettendo in discussione

gli tessi standard consumistici di vita a cui eravamo abituati e che, bruscamente, ci ha svegliati non da un sogno qualsiasi ma dal “sonno della ragione”. Dire che dopo questa crisi – di cui non si vede ancora la fine – il mondo sarà diverso è affermare una ovvietà e una banalità.

Indipendentemente dai suoi esiti, va da sé che bisognerà riconsiderare il modo con cui buona parte degli Stati hanno vissuto sino ad ora: incuranti della realtà e dimentichi dei bisogni altrui. Se questo non

avverrà le conseguenze potranno essere assai più disastrose di un generale abbassamento del tenore di vita: come si dice. Tutte le crisi economiche portano con sé pericolosi contraccolpi politici, istituzionali,

sociali e culturali. Significa perdita di fiducia nelle istituzioni, nella politica, negli uomini e nella possibilità di un progresso equitativo.

 Ci sarà il rischio che prenda piede – insieme alla disoccupazione e alla povertà – un diffuso disagio sociale che può aggravare la già esistente crisi di identità con il rischio di trasformarla in aggressività. Una aggressività che si rivolgerà all’interno verso tutti coloro che sono eccentrici rispetto alla società (i diversi, in tutti i loro aspetti, per intenderci) e all’esterno verso tutti coloro che– estranei alla nostra società – vi cercano una soluzione ai loro problemi esistenziali (immigrati, etc.). A questo si aggiungerà il rischio di una regressione culturale che può portare all’irrigidimento dottrinario, a forme reazionarie e alle tentazioni di un dogmatico ritorno al passato. Può voler dire ripiombare in incubi di cui la storia del Novecento (e non solo del Novecento) ha dato drammatici esempi.

A questa ipotetica (e non augurabile) prospettiva la Libera Muratoria non può rimanere estranea. Senza scendere sul terreno della politica o della religione deve, tuttavia, far valere la potenza luminosa del sogno contro le tenebre degli incubi. Diceva Morrison: “Datemi un sogno in cui vivere perché la realtà mi sta uccidendo”.

Deve poter dare il suo contributo di riflessione, di esempio e di azione per invertire ogni negativa linea di tendenza. Ogni Loggia, ogni Fratello e il Grande Oriente dovranno impegnarsi a fondo – con gli strumenti a loro disposizione – per riaffermare, propagandare e testimoniare il proprio sogno di libertà, di tolleranza e di fraternità. Essere esoteristi non significa nascondere la testa nella sabbia. Significa lavorare per progresso e il benessere dell’umanità. È, quindi, indispensabile impegnarsi a fondo per la solidarietà, per i diritti umani, per la cultura del dialogo e per una intelligente multiculturalità. Ma tutto ciò non è altro che rendere possibili i nostri sogni, estendendoli alla società tutta: in un momento in cui la società deve poter sognare e nel sognare trovare rimedio ai propri mali.

I nostri antichi Maestri erano capaci – con mezzi modestissimi – di trasformare i loro sogni spirituali in gigantesche opere architettoniche. Ora tocca a noi farlo. È venuto il momento – in una società in cui nessuno più sembra capace di sognare – che i sognatori facciano sentire la loro voce: una voce secolare, alta e forte che può risuonare con forza quando tutto tace. Non è facile. Non porta successi immediati. Ma è proprio nei momenti di maggiore tenebre che la Luce può brillare.

Sognare nell’Ordine Ma non solo alla società è giusto pensare. Dobbiamo guardare anche a noi stessi: ai nostri sogni, soprattutto dopo questa tornata elettorale che – è inutile negarlo – è stata pesante e combattuta sino all’estremo limite della decenza. Il che – dove non si è scivolato nell’inutile, volgare e sgradevole calunnia – è perfettamente comprensibile e può essere considerato come un segnale di vitalità del nostro Ordine. A patto, ovviamente, che ora si possa riprendere a lavorare: senza astio, acrimonia, vendette o altro. I Liberi Muratori sono sognatori: non sono né politici né pirati. Per questo, la diversità di opinioni e di idee è sempre ben accetta se diventa il trampolino di lancio per un futuro che deve essere straordinario: come devono essere i sogni, i nostri sogni. Infatti, se vogliamo – come si è detto – rendere i nostri sogni dei concreti mattoni per la costruzione del Tempio dell’umanità è tempo di chiudere inutili polemiche e di rimboccarsi le maniche.

Il lavoro che è stato fatto nel passato è sotto l’occhio di tutti. Nessuno può negare che ha cambiato, radicalmente, il nostro Ordine, rendendolo rispettato e rispettabile. Ora bisogna concludere questo lavoro, sanando anche le ferite che molti interventi anonimi di alcuni facinorosi hanno provocato al nostro interno e, più gravemente, all’esterno. Bisogna adoperarsi tutti per una leale pacificazione – doverosa tra avversari corretti – e per continuare a rendere l’Ordine Massonico un effettivo lievito iniziatico e un solido punto di riferimento

per chi – nel sociale – guarda a noi come a portatori di valori importanti ed indiscutibili. Con armonia, equilibrio e rinnovato entusiasmo dovremo quindi impegnarci a fondo nel lavoro di Loggia che è il centro della Vita Muratoria, valorizzando particolarmente il Grado di Maestro che deve essere praticato al massimo in quanto sono i Fratelli Maestri le colonne portanti dell’intero Grande Oriente. Sono i Maestri – sotto la saggia guida dei loro Venerabili – che possono dare il ritmo ai numerosissimi Apprendisti che attendono da loro un esempio e uno stile. Che attendono di poter sognare quello che si aspettano di sognare e che rifiutano un modello di Libera Muratoria vecchio stile: lontana dalle loro menti e dai loro cuori. Noi vogliamo, invece, che la Libera Muratoria del domani sia – nella continuità con i suoi eterni principi – una grande scuola di vita, di libertà e di democrazia dove l’esperienza esoterica sia uno straordinario valore aggiunto. Un valore aggiunto che moltiplichi le capacità individuali, facendo di ogni Fratello un costruttore di sogni. Ma non di sogni alla maniera di “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

Bensì di sogni concreti, possibili e palpabili. Sogni in cui l’approfondimento interiore si unisca alla solidarietà, alla disponibilità e alla presenza nella vita collettiva.

Ma per far questo dobbiamo migliorare l’organizzazione del Grande Oriente, renderla più efficace e più razionale. Dobbiamo modernizzarla nelle sue strutture e renderla più comunicativa in modo da esplicitare – agli occhi dell’opinione pubblica – il nostro impegno. Dobbiamo, inoltre, potenziare le opere di solidarietà che – da tempo e con commuovente e ammirevole impegno – meravigliosi Fratelli portano avanti. Il vero esoterista non può che essere solidale con chi è più povero e bisognoso: non solo di un aiuto concreto ma anche di un sorriso. Sognare vuol dire sorridere.

Non dobbiamo dimenticarlo. Carissimi Fratelli, ospiti e amici questa Gran Loggia non vuole essere la celebrazione né di vittorie e tantomeno di sconfitte.

E neppure vuole essere il trionfo di una vuota e banale retorica. Non è questo lo stile dei Liberi Muratori. Questa Gran Loggia vuole essere un

grande momento di unione da cui trarre energie, entusiasmo e volontà per continuare – al meglio – sulla nostra strada. Una strada che è quella che ci vede – da sempre – “costruttori di sogni possibili”. Questo è quello che desiderano tutti i Fratelli, questo è quello che si percepisce frequentando i lavori di Loggia. Questo è quello che cercano tutti coloro che bussano, incessantemente, alla porta di nostri Templi per avere la Luce. Ma la Luce non è che la splendida metafora di quel sogno che l’umanità vuole che sia realizzata e che si traduce nella Fratellanza fra gli uomini, nella Uguaglianza con tutti gli uomini e nella Libertà per tutti gli uomini. Questo è il sogno della nostra vita di Liberi Muratori. D’altronde come scriveva Paolo Coelho – un grande scrittore che ha tradotto in letteratura molti principi dell’esoterismo – “È proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante”. E noi vogliamo che la nostra vita sia bella, utile, gioiosa, felice ma anche interessante.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *