LA MASSONERIA, OGGI

LA MASSONERIA, OGGI

Più volte a questa domanda la risposta s’è affondata in una esegesi dell’Ars Regia, del suo passato, dalle origini incerte ai chiarori della riemersione nel 1945.

Questo affascinante itinerario storico, da qualunque scorcio inteso ed

esaminato, è di certo noto o conosciuto, pur con gli interrogativi che possono e debbono affacciarsi alla mente di chi, da quel passato, vuole e deve trame motivo di riflessione.

Non ignorando la storia, ma ami poggiando sul tuo insegnamento e, mi sia permesso; per coerenza al principio di un attualismo costante della Libera Muratoria (il solo principio che, con la fede, deve animare, guidare e sorreggere una partecipazione attiva ed intelligente all’istituzione) penso di non suscitare malumore alcuno nel tentare dì comunicare la mia personale interpretazione o modo di vedere la Libera Muratoria, cioè cosa e come dovrebbe essere la Massoneria.

In questo tentativo di esporre, in tutta umiltà, il mio pensiero, adempio anche ad uno dei precipui doveri di ogni Libero Muratore: contribuire al perfezionamento dei confratelli ed al mio proprio; non dubito infatti che la saggezza di questa assemblea vorrà formulare osservazioni ed appunti che costituiranno per me, motivo di nuovi riflessioni. I Liberi Muratori — eredi e conservatori della tradizione — non possono e non devono adagiarsi sul Modus Vivendi della società della quale sono parte. Devono essere, al contrario, fattore trainante della società suggeritori e promotori non solo di ordine, ma di novazioni sociali, scientifiche, intellettuali…

Nulla di nuovo in tutto questo perché la storia afferma che i Liberi Muratori, riuniti in Loggia o isolatamente, hanno operato in questo senso. E oggi? E domani? I Liberi Muratori, oggi, trainano in non rilevante misura la società, sono suggeritori di novazioni in ancor non rilevante misura. Situazione, questa, riferita ovviamente alla Patria nostra. Pare a me che i Liberi Muratori italiani siano oggi sulla soglia del divenire ciò che hanno da essere nuovamente! È questione di

Uomini! La Libera Muratoria infatti non è altro che i Liberi Muratori, noi «riunione di Uomini Liberi e di buoni costumi». Per logica conseguenza è questione di scelta di Uomini!

Non vorrei essere frainteso dicendo «scelta di Uomini»: i Liberi Muratori operano quotidianamente una scelta, votando se accogliere o meno i candidati all’Iniziazione che sono proposti da confratelli! Ogni Libero Muratore, poi, opera una scelta nell’ambiente di relazioni, nel quale vive! La Libera Muratoria non può non essere ciò che i Liberi Muratori vogliono essa sia, se esiste in essi volontà e capacità realizzativa: una Riunione di Uomini Liberi e di buoni costumi.

Ma quale significato attribuiamo oggi a questa affermazione? La

«condizione» coniata nel 1719 dal primo legislatore Anderson non ha e non può avere oggi il significato attribuitole nel ‘700, così come non può avere il valore che assunse nell’800 e, successivamente, agli albori del ‘900 e, infine, alla riemersione nel 1945. Nel ‘700 Uomo Libero era il «non schiavo» perché esisteva lo schiavismo; «di buoni costumi» il buon cittadino in senso ampio, ma sottolineava, per analogia, i non «schiavisti», coloro che non esercitavano la tratta, non avevano schiavi al proprio servizio, non gestivano l’accattonaggio organizzato ed altre consimili cose.

Nell’ 800 l’Uomo libero vuole forse anche significare il non essere nato

schiavo, non esserlo stato, non essere affrancato, non essere legato, schiavo in senso più ampio e morale cioè non soggiacere, non dipendere, da padroni; nell’Europa continentale la terminologia «Uomo Libero» subisce una distorsione per l’indirizzo che i Liberi Muratori di varie «nazioni», pur tra loro disgiunte, imprimono per averlo ereditato dalla matrice napoleonica: promuovere la libertà

civica, i principi libertari, istituzioni volte a rovesciare la restaurazione ed a ristabilire la libertà! Uomo libero è cioè anche sinonimo di Amante, della Libertà, Libertario, .Patriota. È la, deviazione storica della Muratoria continentale Europea alla quale ascendono i malesseri che ancora travagliano, qua e là, l’Istituzione ma anche — ed è titolo di merito per i Liberi Muratori — la nascita, lo svilupparsi e

l’affermarsi della coscienza nazionale!

Il primo ‘900 intende Uomo Libero l’appartenente alla nobiltà, alla

borghesia benestante, all’alta burocrazia, i patrioti. E la Muratoria, pur nel travaglio che la deviazione le reca, è riunione di intellettuali, burocrati, borghesi e patrioti accomunati dai sentimenti nazionali, ma divisi dalle inevitabili strutture di   quel sistema.

La riemersione dopo il buio che va dal 1924 al 1945, avviene

contemporaneamente all’alba della Democrazia la cui instaurazione, in Italia, avviene per mano degli Uomini della Resistenza e dei politici sopravvissuti al periodo buio.

In quel clima l’Uomo libero viene ad assumere un significato del tutto nuovo che e, anche, discriminatorio, ideologicamente. La Libera Muratoria si democratizza, diviene riunione di menti… dilata le sue fila, moltiplica il numero delle Logge, assimila anche qualche sistema della nostra democrazia… Uomo Libero non ha un suo proprio classificante valore: il privilegio della scelta — che  non è di certo un principio democratico — diviene «facoltà di veto»!

La così deità potenza della Muratoria (summa delle individuali possibilità dei Liberi Muratori) è impropria, costretta a patteggiamenti propri del clima democratico… La Solidarietà che fu la vera forza della Muratoria, è per lo più scambio di cortesie e favori con risultati di scarso o nullo rilievo ai fini generali dell’istituzione e della nazione.

La Muratoria deve ridivenire riunione di Uomini liberi e dì buoni costumi dove Uomo libero è l’uomo sciolto, non stretto da ricompense per lavori umilianti, non stretto da legami associativi che condizionano la sua libertà personale a linee ideologiche che giungono anche a prevaricare la discrezionalità individuale; Uomo libero è nel contempo colui che oltre ad aver conservato la indipendenza di

pensiero, ‘accoppia liberalità di costumi di vita tale che la partecipazione all’Ordine non costituisce privazione alcuna per sé e per la propria famiglia, né motivo di soggezione…

Di buoni costumi in una società come l’attuale è… termine difficile da

classificare… Anziché la facoltà di veto i Liberi Muratori tornino ad esercitare il privilegio della scelta. Le Logge sono nate con lo spirito corporativo di mestiere in una società liberale; ritornino ad essere, le Logge, corporazioni nella società democratica!

Il privilegio della scelta è il cardine della Loggia: è determinante della

fisionomia della Loggia e condiziona l’operatività dell’Officina che si manifesta, è noto, su tre grandi strade:

— proselitismo

— miglioramento dell’individuo

— solidarietà.

Tre indirizzi, strettamente legati l’uno con l’altro, che poggiano sul

«privilegio della scelta» e tendono al miglioramento dell’individuo,

intellettualmente, moralmente, materialmente. Se le scelte sono oneste, oculate, obiettive il processo di perfezionamento individuale e la solidarietà procedono con serenità e compostezza su livelli

apprezzabili a beneficio dei singoli, della Loggia, dell’Ordine e della Società italiana. Il processo di perfezionamento chiede e vuole, per essere tale, la presenza, in ciascun Libero Muratore, di certi valori morali ed intellettuali: la macerazione interna nuove dalla Tradizione e dalla dialettica della Loggia. Il Libero Muratore interpreta e dialoga, partecipa ai confratelli il proprio ragionamento. Tutto cadrebbe nel vuoto, o quasi, in assenza di valori intellettuali e morali atti a recepire il pensiero ed ad inserirsi nel dialogo.

La Solidarietà non è lo scambio di cortesie, piaceri, agevolazioni su un

piano meramente utilitaristico individuale o catena affettiva sul piano morale; Solidarietà è anche questo, ma non può e non deve venire meno al rafforzamento, al potenziamento ed all’utilitarista per la Loggia e per l’Ordine che non sono e non devono essere punto d’incontro disinteressato di siffatta operativa. La carenza di valori nelle relazioni umane d’ambiente dei singoli Liberi Muratori riduce la

solidarietà al nulla o quasi. Il privilegio della scelta è così fattore determinante per la vita della Loggia e dell’Ordine; vita non vegetativa ma dinamica, non avulsa dal suggerire motivi per il superamento di posizioni di stallo. I Liberi Muratori hanno da essere cioè quella riunione di Uomini Liberi a di buoni costumi, o corporazione avente per mestiere la pratica attiva della «morale», per fine il superamento costante dei successivi stadi di miglioramento spirituale, intellettuale ed utilitaristico in ciascun Libero Muratore così che la Loggia, l’ordine costituiscano, per la Patria e l’Umanità, punto di riferimento e di orientamento nei fausti come negli infausti  avvenimenti.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR .’. D.V.

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