L’INFLUENZA DELLA MASSONERIA SULLA COSTITUZIONE AMERICANA

L’INFLUENZA DELLA MASSONERIA SULLA COSTITUZIONE AMERICANA

Per comprendere l’influenza della Massoneria sulla Costituzione Americana è necessario considerare il ruolo da essa rivestito durante la guerra contro la Gran Bretagna: l’Istituzione servì da collegamento con l’attività politica, ma soprattutto trasmise i propri valori all’esercito delle colonie appena formato, oltre a costituire un vincolo con i volontari stranieri Liberi Muratori. Oltre a ciò contribuì a creare un clima psicologico e a formare un ambiente sociale che condusse a modellare il pensiero non solo dei massoni, ma anche dei non massoni: senza di essa principi quali libertà, uguaglianza, fraternità, tolleranza – in sostanza i diritti dell’uomo – non si sarebbero potuti trasmettere in tale proporzione. Inoltre diffuse tali principi non solo nelle classi dirigenti della società e nella casta degli ufficiali, ma anche tra i soldati semplici, che trovarono nell’Istituzione un legame comune soprattutto all’interno dell’esercito continentale. Questo, in assenza di tradizioni reggimentali (a causa della sua recente costituzione), utilizzò la Massoneria come un valido sostituto di esse, creando legami non solo tra soldati, ma tra questi ed i loro ufficiali, fino ad influenzare le relazioni tra i due eserciti: la Guerra di Indipendenza americana abbonda di aneddoti che dimostrano come la lealtà fraterna condizionasse  e, talvolta, trascendesse altri fattori, e come i soldati degli opposti schieramenti fossero pronti a riconoscere e ad aiutare un fratello anche se appartenente al campo avversario1.

Nel novembre 1777, dopo la battaglia di Saratoga, il Congresso continentale aveva stabilito a grandi linee la forma istituzionale da adottare per la nascente repubblica: una federazione di stati, ciascuno dei quali avrebbe dovuto ratificare gli Articoli di Confederazione proposti. Il 25 maggio 1787 la Convenzione Costituzionale si aprì a Filadelfia per mettere a punto la struttura del governo della nuova nazione.

La Massoneria contribuì al disegno delle sue dinamiche e della sua architettura: questa presenta delle caratteristiche indubbiamente geometriche e richiama i modelli teorici formulati dal Collegio invisibile2 e dalla Royal Society3 un secolo prima. Il pensiero libero muratorio non influenzò solo la creazione del governo americano, ma ebbe un ruolo ancora più incisivo sulla formazione del modello complessivo di tutto lo stato: anche se ormai indipendenti dalla Gran Bretagna, le colonie non erano ancora unite, gli articoli della Confederazione non fornivano un Governo nazionale saldo, una moneta comune o un sistema giudiziario unificato.

Occorreva andare oltre e trasformare una fragile Confederazione di stati in una nazione forte e unita e di nuovo la Massoneria fornì lo schema ideologico e formale: dal momento che il suo sistema di organizzazione federale era l’unico efficiente all’interno delle tredici colonie, giocoforza costituiva il modello più logico da cui prendere esempio, una struttura ben collaudata di sistema federale efficiente, forse l’unico di tal genere funzionante  all’epoca, e come tale sarebbe stato possibile riferirsi ad esso per una sua applicazione al governo4. Una delle prime decisioni prese all’apertura dei Lavori della Convenzione fu  quella di non limitarsi a modificare gli Articoli di Confederazione che fino ad allora avevano legato le colonie divenute indipendenti, ma di creare le basi per un governo centrale, scelta che condusse i delegati a

lavorare per trasformare la Confederazione in un’unica nazione.

La linea di lavoro che essi seguirono faceva per no su due principi che singolarmente erano già conosciuti, ma che adottati insieme costituivano uno sviluppo unico nelle istituzioni politiche del tempo. Il primo si traduceva nel fatto che il potere veniva conferito alla carica, non all’uomo che la rivestiva, e che quest’ultimo sarebbe stato sostituito ad intervalli regolari di tempo per mezzo del voto: l’uomo non era dunque inseparabile dalla carica. Tale principio non era una novità in ambito politico e la storia aveva dimostrato come esso più volte fosse stato nei fatti violato, ma in Massoneria esso funzionava bene e godeva di fiducia: i Gran Maestri venivano eletti tra i loro pari per un periodo stabilito e non solo non esercitavano un potere assoluto, ma erano chiamati a rispondere dei loro atti. In caso di abuso veniva destituita la persona senza che il prestigio della carica risultasse offeso.

Proprio per garantire la separazione dell’uomo dal ruolo rivestito, la Convenzione costituzionale

adottò il secondo dei suoi principi cardine, particolarmente innovativo per l’epoca e sul quale si

basa ancora oggi il governo americano: un sistema di “controlli ed equilibri” avrebbe permesso di distribuire in maniera uguale il potere tra due organi di governo distinti ed autonomi, l’Esecutivo,

sotto la forma della presidenza, ed il Legislativo, sotto la forma delle due Camere del Congresso.

Ognuno dei due organi sarebbe stato quindi in grado di prevenire qualsiasi anomala concentrazione

di potere nelle mani dell’altro. Anche questo principio non era nuovo, ma fino a quel momento

era stato applicato solo al Legislativo, che spesso controllato dall’Esecutivo si trovava di fatto impotente

ad agire, mentre nella nuova repubblica lo stesso principio sarebbe stato adottato anche per il capo dello Stato.

La Dichiarazione di Indipendenza firmata undici anni prima non può essere definita a pieno titolo un documento massonico, perché essa venne redatta sotto l’influenza di molte altre organizzazioni e solo una minima parte delle persone che avevano ruoli importanti all’epoca apparteneva alla Libera Muratoria.

La Costituzione degli Stati Uniti, invece, può essere definita come tale, poiché quando la Convenzione

si riunì per discuterne il contenuto, l’influenza di essa aveva prevalso e costituiva l’elemento dominante: in realtà dopo la fine della Guerra di Indipendenza la Massoneria era rimasta a tutti gli effetti l’unico vero apparato esistente e operante attraverso i confini degli stati. Inoltre tra i 39 firmatari della Legge Fondamentale undici erano massoni in attività e due sarebbero stati iniziati alcuni anni più tardi.

Le correnti di pensiero che la Massoneria aveva introdotto nella società avrebbero avuto un ruolo più influente della stessa Istituzione: la repubblica nata dalla guerra non era una repubblica creata solo per i massoni in conformità dei loro ideali, però li incarnava profondamente, rimanendone influenzata in modo determinante5, ed è proprio nella Costituzione che essi risultano più evidenti.

La linea di lavoro assunta dalla Convenzione non si appiattì su questioni teoriche, la sua attività non

fu quella di difendere genericamente la libertà o rivendicare la paternità di una rivoluzione (tutti

passi già compiuti subito dopo il 1776 da ogni singola colonia). La Convenzione aveva il compito di discutere pragmaticamente sui diritti degli stati, non sui diritti dell’uomo in generale. I documenti da essa prodotti non mostrano assunti grandiosamente dichiarativi o di sfida come sarebbe accaduto due anni più tardi nella Costituente francese del 1789: l’America aveva già attraversato e superato quella fase, tali fondamenti filosofici appartenevano già ai membri della Convenzione ed i membri non si erano riuniti per ribadirli o per

giustificare la nascita degli Stati Uniti, ma per istituire un governo che lavorasse per tale unione.

Quando la Convenzione federale discusse sul potere politico o sull’autorità governativa lo fece cercando

di immaginare quali sarebbero state le conseguenze pratiche di determinate scelte e non per disegnare un modello filosofico, anche perché la maggior parte dei membri della Convenzione era formata da politici navigati i quali, se erano stati educati alla filosofia del diritto e alla scienza del governo, non si facevano distrarre da ragionamenti sui massimi sistemi, ma restavano concentrati sulla soluzione dei problemi imminenti.

Dalle varie proposte emersero i due differenti piani su cui si concentrò la discussione. Il primo venne presentato dallo stato della Virginia, e fu elaborato da James Madison: esso, attraverso un  parlamento bicamerale con i membri suddivisi proporzionalmente alla popolazione degli stati, con poteri forti rispetto alla legislazione dei singoli stati (compreso il potere di veto), con un esecutivo nominato dal legislativo ed una corte federale composta di giudici inamovibili, tendeva a favorire gli stati più ampi. Il secondo venne presentato dallo stato del New Jersey e fu elaborato da William Paterson, che si opponeva all’ipotesi

di dare un eccessivo potere al governo e agli stati più grandi. Questo, attraverso un Parlamento monocamerale con grandi poteri e con i membri suddivisi secondo un criterio paritario tra gli stati

(ogni stato avrebbe avuto diritto ad un voto), un esecutivo nominato dal legislativo, ma senza possibilità

di rielezione e soggetto al potere di revoca dei governatori degli stati, ed una Corte federale composta da giudici nominati dall’esecutivo ed inamovibili, tendeva a favorire gli stati più piccoli.

L’accordo venne trovato grazie ad un terzo progetto, conosciuto come il Compromesso del Connecticut,

presentato da Roger Sherman, che prevedeva un parlamento bicamerale in cui la Camera bassa sarebbe stata proporzionale rispetto alla popolazione e la Camera alta sarebbe stata paritaria fra gli stati con un voto ciascuno.

Grazie a questa soluzione i delegati alla Convenzione riuscirono ad adottare una legge fondamentale per trasformare una Confederazione di stati indipendenti in un’Unione federale e per definire i diritti e i poteri di tutti gli organi di governo6.

Per concludere, i principi democratici che confluirono nella struttura della Costituzione venivano praticati nel territorio che divenne quello degli Stati Uniti fin dalla metà degli anni trenta del XVIII secolo da varie istituzioni, ma probabilmente nessuna era così ampiamente diffusa nelle colonie come la Massoneria. All’interno di quest’ultime esistevano differenze di religione, di governo, di economia, difficoltà di trasporto e comunicazione ed uno spirito di localismo ed individualismo tangibile, ma i principi di base della Libera Muratoria erano identici nelle circa cento logge esistenti nel 1775 e gran parte dei leaders locali faceva parte di una di esse. Questa generale accettazione di concetti fondamentali da parte di un largo segmento

dei componenti della classe dirigente risultò determinante nella formazione di un tipo di governo basato su

un’unione federale e costituì il cemento della nuova nazione.

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