PICCOLO PROMEMORIA …


Piccolo promemoria sull’analisi logica dei simboli

Autore: Altomonte, Athos A.

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Prima di affrontare l’analisi di un simbolo di antica saggezza, bisognerebbe considerare il presupposto per cui, non è facile stabilire con immediatezza la sua primogenitura. Questo per diverse ragioni, e sarebbe un grave errore quello di voler fissare in fretta i limiti dei suoi significati (apparenti), senza prima averne individuato la causa prima della sua origine.

A complicare la ricerca, ogni simbolo di antica saggezza è ricoperto da un intreccio di implicazioni exoteriche, composte da tutti i “significati formali”, sedimentati nei periodi seguenti la loro creazione. Implicazioni improntate agli usi promiscui delle culture exoteriche che hanno velato il significato originario del simbolo. Perciò, l’Adepto sa bene che il simbolo non è un’immagine di cultura, ma un indizio di un’antica idea.

Usi arbitrari, dunque, hanno occultato nell’immaginario popolare “l’idea prima” che simboli di pregio erano destinati a contenere e trasmettere. Così, gli intenti iniziatici di antichi ideatori sono stati spesso confusi dalle ideologie di successivi fruitori.

E questo risulta evidente dal come simboli uguali siano presenti in culture diverse, che li “usano”, ma attribuendo loro significati esteriormente dissimili.

Sottolineo solo esteriormente dissimili, perché, nonostante ogni “travestimento”, il valore interiore del simbolo continua a parlare il suo “linguaggio silenzioso”, per trasmettere il suo messaggio a quanti sono pronti ad “intenderlo” .

Anche grazie al “passamano exoterico”, di cultura in cultura molti simboli sono giunti fino a noi. E questo è bene. Ma sono arrivati inquinati da significati impropri. Inesatti rispetto all’idea che ne aveva “ispirato” la forma esteriore; forma che di per sé non ha valore, se non quello di contenitore del concetto. Ed è il concetto che va svelato attraverso la forma del suo contenitore.

Ecco, dunque, il simbolo come rappresentazione duale di forma e concetto che, per interpretare, bisogna procedere su due vie parallele ma distinte. Distinguendo, cioè, tra la volontà dell’artefice e l’intenzione dell’ultimo “fruitore” del simbolo. Questo distinguo porterà il ricercatore a capire, da una parte il cammino storico del simbolo, dall’altra verrà a trovarsi in corrispondenza del pensiero del suo primo ideatore. E quest’ultimo effetto, è quello che alcuni Iniziati chiamano: la Restaurazione degli Antichi Misteri.

Con questo si pone il giusto distinguo tra “fruitore” del simbolo ed “ideatore” del concetto. Ma questo distinguo non vale solo per i simboli, ma è altrettanto valido per i significati delle parole.

E questo dovrebbe sorprendere, perché hanno tutte un’origine comune. Infatti: ogni “segno, colore, tratto, nota e parola”, non sono altro che precipitazioni di un’idea che compare, così, nella materia. 

Ora vedremo un esempio di analisi di un simbolo, prendendo a riferimento un lavoro di notevole fattura, intrapreso ora da due Ricercatori di Esonet ed improntato sul manoscritto originale di un antico rituale.

La Bilancia di Salomone

Affermano i due Ricercatori:

Nel manoscritto del Rituale, «a partire dal 7° grado (Cavaliere dell’Aquila Nera e Rosa+Croce) ci si imbatte (e ancor di più nei gradi successivi) nella Bilancia di Salomone.

Nel manoscritto originario, fatto curioso, c’è un primo schizzo dell’estensore, che sembra aver “copiato” il simbolo della Bilancia di Salomone da un altro testo, rimettendolo poi, “pulito”, nel disegno del testo.

La Bilancia, secondo il Rituale, è uno strumento “operativo”. Credo servisse a “dosare” gli elementi del composto.

Il disegno definitivo, allegato al manoscritto, è stato fatto con grande accuratezza. Voglio dire che le righe sono perfette e, soprattutto, è stata posta grande attenzione alle dimensioni del disegno. Orbene, ho “quotato le dimensioni” di ogni parte del disegno. Questo perché, dato che la cura con cui è stata fatta l’immagine non mi sembra casuale, credo che le parti della Bilancia di Salomone abbiano un preciso rapporto tra loro. Quindi l’analisi dimensionale delle parti, ovvero, il rapporto che intercorre tra loro, dovrebbe condurre a dei “numeri” significativi, che forse potevano servire a dosare i composti.

Già, ma qual è la “base” di partenza? Ho supposto che il lato inferiore fosse l’unità (1) e ho ricavato di conseguenza le misure delle altre parti. Poi sono passato ad assumere lato inferiore =3, =4 e =5 unità (lati triangolo pit.) nonché lato inferiore = 1.618. …»

Qui noi, però, ci fermiamo lasciando i due ricercatori al loro lavoro. Perché, com’è evidente, per seguire il filo del ragionamento, bisogna possedere una notevole esperienza nella «Scienza dei Numeri». Anche se ciò non toglie che ci si possa soffermare un momento a vagliarne qualche significato.

La virtù iniziatica del Numero è strettamente collegata a quella della “Geometria Sacra”.

Il Valore del Numero, dunque, è il significato che “lo anima” con cui è possibile realizzare i canoni della Geometria sacra. Quest’ultima nasce dall’interazione tra la forma esteriore e lo spazio interiore del simbolo. E dalla capacità di riconoscere i significati dello spazio interiore di un simbolo dipende la possibilità d’intendere la “sonorità” ch’esso contiene.

La sonorità degli spazi interiori, anche quelli dell’essere umano, corrispondono alle Leggi dell’Armonica (da Pitagora a Hans Kaiser), da cui nasce la denominazione di: Forme Sonore (v.).

Come ricordano anche le metafore bibliche, le Leggi dell’Armonica sono il fondamento d’ogni forma cosmica in manifestazione: “in principio fu il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio”.

Ma vi sono altri modi di affrontare un simbolo. E tra questi quello dell’anamnesi (v. la reminiscenza dell’idea di Platone) è tra i migliori. Perché, come suggerisce la regola ermetica: nell’analogia è velata la chiave delle corrispondenze.

In questo caso, l’analogia si trova nel termine “bilancia”. Ricordiamone, allora, alcune tra le più note.

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Nella Dottrina iniziatica, la Bilancia è l’Unione tra la luce dell’intelligenza e l’afflato del cuore. Uno “strumento” con cui l’Iniziato attribuisce “peso e misura” ad ogni pensiero, gesto ed azione data o ricevuta. Quindi, la virtù exoterica della Bilancia è l’Equilibrio, mentre la virtù esoterica è quella dell’Unione.

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Nell’esoterismo, è con la bilancia che l’Iniziato dà “nome” ad ogni elemento, grave o sottile, che permea il suo habitat.

Nel misticismo, la bilancia rappresenta la Giustizia divina, che giudica le azioni e “pesa” i destini di giusti e ingiusti.

Nell’astrologia, la bilancia è il segno di Saturno-Cronos, Dio che giudica dispensando tempi e misure. L’asse della bilancia è l’Asse del Mondo, proveniente dalle sette stelle dell’Orsa maggiore, a cui corrispondono le sette Pleiadi (7 sorelle o 7 spose).

Nei fatti, viene detto che come i nostri 7 centri energetici sono connessi con i 7 pianeti (sacri) del sistema solare, anche il nostro sistema solare è correlato con altri 7 sistemi, come la nostra galassia lo è con altre 7 galassie. Ed infine, il nostro universo è concomitante ad altri 7 universi. Ma, come sappiamo, 7 sono i “centri exoterici” di ogni forma, mentre quelli esoterici sono 12 (vedi l’Albero Sephirotico). Questa nozione potrebbe aprire, al ricercatore, un orizzonte dalla vastità straordinaria.

Ma nel piano fisico la bilancia rappresenta sopratutto l’equilibrio delle Forze Naturali e: “di tutte le cose che sono nate per essere unite”.

Nell’ermetismo e nell’alchimia, la bilancia rappresenta la “scienza delle corrispondenze” tra universo corporeo ed universo spirituale: tra cielo e terra.

Nell’esoterismo islamico è chiamata Mizan. La “Bilancia delle lettere”, che stabilisce i rapporti tra pensiero, lettere e linguaggio. Ovvero, l’unione tra il linguaggio (v. suono) e la sua essenza (v. idea). Comprendendo il quale, si raggiunge la Saggezza suprema.

La conoscenza è una scienza esatta ed ogni suo elemento viene pesato sulla bilancia della saggezza: “Ascoltami figlio, e impara la sapienza e rendi attento il tuo cuore. Ti insegnerò un sapere pesato sulla bilancia e ti farò conoscere una scienza esatta”. Ecclesiaste

In ogni cultura exoterica, la Bilancia è simbolo di giustizia e di equilibrio. Se associata alla Spada è simbolo di Diritto: dura lex sed lex, (legge dura, ma legge) dicevano i latini.

Per concludere, nel nostro caso, in cui al termine bilancia viene aggiunto il nome di re Salomone, credo che questo “fatto di giustizia” possa, in effetti, commentarsi da sé.

Altomonte, Athos A

ull’analisi logica dei simboli

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