RIFLESSIONI SULLA MASSONERIA

Riflessioni sulla Massoneria

La Massoneria, che. pratichiamo nelle Logge in generale e nelle Camere Rituali in particolare, opera per estendere a tutti gli uomini i legami di amore che uniscono i Fratelli, propugna la tolleranza, il rispetto di se stessi e degli altri, la libertà di coscienza e di pensiero.

La Massoneria opera “per il bene dell’Umanità”, offrendo alla Società uomini maturi e liberi, buoni cittadini, responsabili delle loro azioni, rispettosi delle altrui diversità, disponibili a collaborare con altri, dove necessario, per cercare di risolvere le difficoltà esistenziali che punteggiano, sempre più numerose, la vita dei nostri giorni.

La Massoneria è un modo di vivere; il risultato del suo insegnamento non è tanto espresso da “un retto pensiero”, quanto, in realtà, dal comportamento dei propri sostenitori, misurato e virtuoso, dove la virtù, come enunciato nei nostri Rituali “è la forza di adempiere, in ogni occasione, i doveri del proprio stato, nei confronti della società e della famiglia”.

Sono consapevole che queste enunciazioni sono un’Utopia, in quanto le loro realizzazioni configurano un essere umano perfetto e questo è un traguardo irraggiungibile, poiché la perfezione, come tale, è attributo soltanto divino.

Ciò non toglie però che si debba fare ogni sforzo per avvicinarsi, quanto più possibile, a questa condizione, proponendosi di esaltare in ognuno di noi le proprie qualità positive e di eliminare ogni caratteristica negativa.

La Perfezione umana, come limite estremo, come tendenza a cui ispirare ogni nostra azione, in un continuo processo di miglioramento di noi stessi e dei rapporti di ciascuno con ogni altro; fare in modo che ogni passo costituisca la premessa per il passo successivo e accresca la dimensione della nostra umana coscienza.

Solo così possiamo uscire dalle tenebre del male ed andare verso la luce del bene.

La Massoneria ci insegna a riconoscere come valore supremo della vita umana: “la Libertà e il diritto al rispetto”, che ognuno di noi deve avere da parte di chiunque, ed anche da parte di se stessi, della propria personalità.

Il pensiero umano, così modellato, diventa conscio delle proprie potenzialità e prerogative: il diritto alla libertà, libertà dai bisogni, libertà di determinare se stessi ed il proprio destino, genera i concetti di socialità insieme a quelli di uguaglianza e fraternità.

I nostri rituali ricordano che: “noi lavoriamo senza tregua al nostro miglioramento perché è solo regolando le nostre inclinazioni e i nostri costumi che perverremo a dare a noi stessi quel giusto equilibrio che costituisce la saggezza, cioè la scienza della vita”.

L’appartenenza al Rito Scozzese ci obbliga a precisi doveri da assolvere, in qualità di semplici Fratelli, fra le Colonne delle nostre rispettive Logge: dalla rispettosa e stimolante attenzione con cui seguire e promuovere il buon andamento del lavoro iniziatico, fino alla responsabile e prudente valutazione per un proselitismo serio, qualitativo e mai frettoloso.

Quanto più saremo consapevoli di questi principi, quanto prima l’Utopia comincerà a prendere forma definita.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’.   G.T.

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