LA MELAGRANA

LA MELAGRAMA

La Melagrana ha da sempre fatto parte della mia vita, ogni terreno casa o sede di lavoro, che appartengono alla mia famiglia da anni, possono vantarsi di avere almeno una pianta di Melograno che nel periodo tra ottobre e novembre matura i suoi frutti ma che nel periodo invernale sembra quasi morire. Devo questa singolarità a mio nonno e forse solo ora capisco la sua passione che va oltre l’amore per la dolcezza dei suoi chicchi.

Fatta questa piccola ma dovuta premessa ho intenzione di affrontare lo studio della Melagrana come un viaggio, un viaggio che percorre le fasi della mia crescita da bambino a uomo e da uomo a Massone. Un viaggio nel tempo e nello spazio perché con la mia evoluzione cambia anche il punto di vista da cui osservo le cose.

La prospettiva infatti è il punto dal quale gli occhi di chi guarda osservano il soggetto. A tutti è evidente come agli occhi di un bambino l’esame di una Melagrana sia dettato soprattutto dai suoi sensi, crescendo entrano in gioco altri fattori legati prima alle emozioni che ci trasmette e poi allo sviluppo dell’intelligenza con l’analisi che diventa sempre più razionale. Meno evidente e ancora tutto da scoprire per me è invece il passaggio da Uomo a Massone, oltre all’intelligenza entrano in gioco altre due facoltà che il Libero Muratore deve imparare ad attivare: l’immaginazione e l’intuizione. Vale a dire la capacità di rappresentare le cose e la conoscenza appresa prescindendo dal ragionamento logico argomentativo.

Si dice che è ceco chi guarda solo con gli occhi, eppure noi fin da bambini impariamo a sviluppare insieme alla vista altri quattro sensi: l’udito, il gusto, il tatto e l’olfatto. Sono sicuro che la prima volta che l’ho vista sono stato attratto dal suo colore: quel rosso così intenso che fin dall’antichità è stato usato come pigmento per colorare. Avrò apprezzato anche la sua sagoma tonda e quel caratteristico finale dal lato opposto al picciolo a forma di corona a quattro-cinque pezzi residuo del calice fiorale. Non so se l’ho fatto ma se avessi tenuto chiusi gli occhi avrei comunque apprezzato, tramite il vento e il profumo che emana, il suo essere frutto di una natura fertile e rigogliosa. Impossibile a questo punto resistere, nonostante la sua scorza molto dura al tatto e non commestibile, con un lavoropaziente la Melagrana si può aprire e portare alla luce centinaia di chicchi o arilli.

Questi semi di colore rosso sono circondati da una polpa bianca e separati gli uni dagli altri da una membrana detta cica, anche qui il lavoro per liberarli richiede tempo e calma ma ne vale la pena perché il loro sapore è molto dolce come dolce è il sapore della conoscenza per l’intelletto umano.

L’adolescenza è il periodo dello sviluppo che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta, adolescenza significa appunto crescere e anche se oggi non è più ben chiaro quando termina, idealmente è indicata tra i 12 ed i 20 anni: è il periodo della nostra vita dominato dalle emozioni, si vive con incertezza la propria identità cercando di comprendere chi siamo. Affrontare un tema sulla Melagrana in questa

fase significa concentrarsi sicuramente su quello che ci trasmette a livello emozionale, sentimenti e ricordi legati ad amori, persone o eventi della vita. Direi che personalmente questa fase è legata a mio nonno: ho sempre vivo nella mia mente il ricordo di lui seduto sotto il Melograno che mi osserva mentre facevo le mie prime esperienze di lavoro. Ricordo in particolare un episodio in cui con una pala e con tutta l’energia di un diciottenne, mi affannavo a caricare un monte di ghiaia su una carriola. Lui mi osserva a lungo senza parlare ma capisco che il suo sguardo è critico, non interviene solo perché spera che impari dai miei errori.

Quando capisce che le energie mi stanno mancando si alza e viene verso di me, si stava avviando verso gli ottanta anni e il suo passo era malfermo dando l’impressione che anche una folata di vento avrebbe potuto buttarlo giù. Si avvicina e mi prende la pala, poi con movimenti sicuri e con il minimo sforzo delle braccia ma coordinando busto e gambe in un gesto armonizzato, comincia a spalare con un’efficacia a me sconosciuta. Faccio tesoro di tutti i suoi insegnamenti, anche di quelli che, con l’arroganza tipica di un diciottenne, sembravo voler contrastare. Riprenderò questa immagine a me cara in seguito, mi basta qui accennare che questo ricordo è la ragione per cui ho voluto approfondire l’analisi della Melagrana ed è sintomatico di come, salendo quel gradino dopo l’ingresso in loggia, ci si distacchi dal pavimento profano e si cominci a cambiare la nostra prospettiva, prospettiva che però cambia solo se siamo predisposti di

animo e si intraprende un lungo lavoro su noi stessi. Come lo scalpellino che lavora la pietra grezza si potrà avere alcuni colpi incerti o a vuoto ma l’importante è progredire sempre in un movimento continuo e non fermarsi.

Massoneria e Melagrana rimangono in questo momento della vita due cose ben distinte. Affrontare negli anni della scuola dell’obbligo un’analisi specifica della Melagrana sarebbe stato un esame più strutturato rispetto alle sensazioni di un bambino, si passa ad uno studio tecnica più dettagliato dell’oggetto, ma rispondente comunque ad alcune semplici domande: Che cosa è? Come è fatto? Da cosa deriva il nome? Da dove viene? Quali qualità ha?… La Melagrana è il frutto dell’albero del Melograno. Un frutto di un bel colore rosso e dalla buccia coriacea, la cui parte commestibile è rappresentata dagli Arili. A questi chicchi (circa 600 per frutto) dal sapore incredibilmente dolce è anche riconosciuto un valore medicamentoso (Termine usato da Ippocrate) con proprietà: antinfiammatorie, antibatteriche, vaso protettrici, diuretiche e antiossidanti. Il nome deriva dal latino malum-mela e granautum-con semi, tanto che qualcuno ha ipotizzato essere questa la mela del giardino dell’eden. Il Melograno originariamente era presente nella zona dell’Iran e dell’india settentrionale e venne introdotta nella penisola iberica ad opera dei Mori durante la loro dominazione ed è da questa bacca che prende il nome la città di Granada nel sud della Spagna, città che ancora oggi ha una forte presenza di questa pianta.

Sempre in ambito scolastico avrei potuto imbattermi nella poesia di Carducci “Pianto antico” dedicata al figlio Dante morto a solo tre anni. Quel piccolo orto, prima luminoso e reso vitale dalla presenza del bimbo e dell’albero del Melograno, appare alla fine dell’inverno secco e arido tale da sembrare morto. Con l’arrivo della primavera la pianta resusciterà a nuova vita ma non cosi il bambino ormai per sempre nella terra fredda e nera. Un tema quello della morte e rinascita che difficilmente avrei colto nel suo valore iniziatico, come solo oggi con la mia iniziazione posso vedere.

Con gli studi di storia, ci sono i primi contatti con il mondo della Massoneria, ma è banale e spesso fuorviante per le informazioni che vengono date. Rispetto ai miei coetanei mi ritengo un privilegiato perché è in questi anni che mio padre mi rende partecipe della sua appartenenza all’ordine, ma più in generale mi ha sempre spinto a non fermarmi alla superficie, a comprendere a fondo ogni cosa e a trarre le mie conclusioni. Ho spesso travalicato questi insegnamenti a dimostrazione che non si smette mai di imparare e che il lavoro su noi stessi deve continuare sempre, epiche alcune battaglie con i miei insegnanti per dimostrare, con raccolte gigantesche di dati e fatti, teorie tutte mie.

A questa fase segue l’età adulta vera e propria a sua volta divisa e in tre stadi: l’età della giovinezza (20-30), l’età matura (30-45) e la mezza età (45-65). Nella prima fase dell’età adulta si raggiunge una maggiore stabilità cognitiva ed emotiva con rapporti più stabili e una progressiva emancipazione dalla famiglia di origine non che dall’ingresso in società. Per me questo momento coincide con il percorso universitario che ha il suo culmine nella tesi di laurea. Massoneria e Melagrana sono ancora su due piani separati e a fatica intravedo possibili relazioni ma senza realmente vederle. Un approfondimento sulla Melagrana in questo momento avrebbe messo in evidenza oltre alle qualità come frutto anche il suo valore storico, simbolico e scientifico. Per la sua esplosione di chicchi rossi dalla prodigiosa bontà e per la sua capacità di adattarsi alle zone più impervie senza particolari cure, la pianta del Melograno è entrata nella tradizione di molte civiltà sotto molteplici significati: simbolo di fecondità, abbondanza, produttività, energia vitale, ma anche di unione, carità, umiltà. Nelle religioni politeiste viene spesso associata alle divinità che hanno a che fare con la sessualità e la procreazione: Era, Afrodite, Iside, Cibele, Demetra, Astarte, Isthar ecc. ma entra nella tradizione di gran parte delle religioni monoteiste compresa quella Cristiana, Ebraica, Musulmana ecc.

Numerosi sono gli esempi nei miti Greci a partire dalla sua stessa creazione: secondo una leggenda Dionisio, nato dalla coscia di Zeus, venne catturato dai Titani su ordine Era e fatto a pezzi; seguendo le disposizioni della gelosissima moglie del re dell’olimpo, i suoi resti furono messi a bollire e dalle stille di sangue nacque l’albero del Melograno. E’ accostata quindi per le sue proprietà a un’origine divina, non è un caso che Dionisio, inizialmente identificato come generico dio della vegetazione, si sia poi affermato come dio del vino o più in generale dell’estasi, dell’ebrezza e della liberazione dei sensi. Quindi un frutto che per la sua bontà manda in estasi i sensi ma anche sinonimo di bellezza come si evince da un’altra tradizione: Side, moglie di Orione, viene scaraventata nell’Ade per aver sfidato Era in una gara di Bellezza e qui si trasforma in Melograno. Anche oggi per le sue qualità estetiche troviamo spesso questo frutto come ornamento nelle case. A sottolineare la sua importanza come simbolo di fecondità è infine un altro mito della tradizione Ellenica che vede Afrodite, la dea dell’amore, scegliere il Melograno come prima pianta da mettere nell’isola di Cipro a lei dedicata.

Molteplici i significati che assume nella simbologia Ebraica: per la presenza di 613 semi come le prescrizioni contenute nella Torah, simboleggia onestà e correttezza, perché osservando queste si ha la certezza di vivere rettamente; poiché i suoi grani sono uniti strettamente tra loro e la pianta cresce in zone impervie viene accostata anche a simbolo di unità e produttività ma anche ricchezza e fertilità.

Anche nella tradizione Cattolica e Cristiana il Melograno assurge a simbolo di energia vitale, l’espressione dell’esuberanza della vita e significa fecondità, abbondanza, amore ardente, carità, umiltà e unione di tutti i figli della chiesa.

Come non portare come esempio della sua importanza il racconto (1 RE 6,1) della bibbia della costruzione del tempio di Salomone, cronaca di una costruzione di abili artigiani tra l’altro alla base della tradizione della Massoneria come metafora per l’educazione morale degli iniziati; Secondo i racconti (1 Re 7,21) le colonne del tempio erano ornate con Melagrane. Ma la Melagrana è soprattutto metafora della fertilità e amore fedele come nel Cantico dei Cantici dove l’amato scorge queste qualità nel viso della sua sposa: “come spicchio di Melagrana è la tua tempia dietro il tuo velo”. Il giardino, metafora dell’agognato amore, è un fiorire di Melagrani e lui vi scende per vedere se le piante sono fiorite. Trovata l’amata vorrebbe condurla nella casa di sua madre, come metafora del matrimonio, per gustare insieme il nettare dei chicchi.

La Melagrana è menzionata anche nel Corano tra le buone cose create da dio e ancora oggi continua ad essere simbolo di fertilità e prosperità tanto che in Turchia è tradizione per le spose gettare a terra una melagrana come auspicio di quanti figli avranno in base ai semi che escono.

Infine, come accennato, la Melagrana ha un ruolo essenziale anche nella tradizione simbolica della Massoneria. Perfino uno studio profano può facilmente mostrare come per i fratelli muratori questo frutto simboleggi la moltiplicazione dei fratelli e delle logge nel mondo quindi simbolo di fertilità e abbondanza ma anche l’unione dei fratelli all’interno delle logge, legati da vincoli di fratellanza e solidarietà quindi simbolo di unità. Difficilmente un tale studio può andare oltre questa analisi superficiale e comprendere che per un massone la Melagrana rappresenta l’essenza stessa della Massoneria e che i significati che può assumere possono essere infiniti.

Come accennato all’inizio di questa fase, questo periodo culmina per me nella realizzazione della tesi universitaria che non a caso ha come tema la Massoneria.

In questa scelta, che risale all’anno 1996, ha influito molto il fatto di aver già ben chiaro cosa avrei fatto una volta finito gli studi e potevo scegliere sulla base delle mie passioni, libero da vincoli accademici o di lavoro: la mia conoscenza senza preconcetti della Massoneria e l’amore spassionato per la storia hanno fatto il resto. Non intendo riportare qui gli argomenti approfonditi, ma semplicemente utilizzare alcuni concetti funzionali all’argomento trattato e che alla luce del mio

percorso iniziatico posso vedere da una prospettiva diversa. Ho affrontato l’argomento Massoneria secondo un approccio volto a razionalizzare e schematizzare, come sostengo in un passaggio l’obbiettivo era fare ‘tabula rasa’ di quelle che sul momento apparivano solo illazioni o favole. Non rinnego quanto fatto e rileggere la mia tesi mi riempie ancora di orgoglio, ma ammetto che alcuni passaggi oggi mi creano il desiderio di arricchire i contenuti secondo un diverso punto di vista: una nuova prospettiva dove la Melagrana non è  solo un ornamento della loggia. Il punto di partenza del mio lavoro è stata la semplice definizione della Massoneria come associazione e già questo mi garantirebbe le occhiatacce del mio primo oratore, non so se era un effetto della mia mente o se era lui che lo ripeteva all’infinito per farcelo capire, ma la  parola ‘ordine iniziatico esoterico’ rimbombavano nella mia testa colpevolmente per ore. Al tempo però è stato un paletto fondamentale di tutta la mia opera di razionalizzazione, partendo dalla semplice definizione di associazione quale insieme organizzato di persone che decidono di unirsi al fine di perseguire un obbiettivo comune, ho posto in evidenza poi le particolarità’ che la contraddistinguono. L’obbiettivi comuni sono ricavabili dalle costituzioni di Anderson del 1717 e sono riassumibili nei fini di natura culturale e sociale rispondenti alle spinte nate dalle grandi trasformazioni della società a cavallo tra il XVII e il XVIII. Per distinguerla dalle altre associazione di questo tipo ho poi introdotto i termini di complessa e mutevole. Complessa in quanto formata da più parti quali logge, gradi e riti ma soprattutto da più elementi tra cui quello umano ha una valenza fondamentale. Mutevole è un aggettivo che indica una cosa che muta con facilità e la Massoneria ha mostrato nella sua storia di poter cambiare con semplicità sia nello spazio sia nel tempo, adattandosi di volta in volta alle differenti situazioni ambientali tanto che a un certo punto della mia tesi ho parlato di una scatola vuota dove collocare una quantità infinita di idee.

La prevalenza dell’elemento umano e l’astrattezza dello statuto consentono all’associazione di variare strategie e contenuti a seconda delle caratteristiche economiche, politiche, sociali e culturali dell’epoca pur mantenendo i suoi precetti base. Tutto nel mio studio era volto a razionalizzare, a rendere i confini netti e precisi, di qui anche la scelta di utilizzare tecniche proprie dell’analisi della personalità per descrivere le sue caratteristiche quale il risultato di fattori genetici e ambientali. L’accento dei primi, i fattori genetici, è posto non tanto sull’esperienza corporativa, ma sugli uomini che l’hanno concepita già a partire dalla seconda metà del XVII secolo ben prima del 1717, mentre per i fattori ambientali ogni evento è

spazzato via o superato dall’esplosione dirompente dell’illuminismo. Sto semplificando al massimo, ma spero di riuscire a rendere l’idea di come oggi ai miei occhi, questi confini che tanto mi sono affannato a delineare, non appaiano più così netti o perlomeno importanti e di come non serva un contatto diretto ed empiricamente dimostrabile con simboli, idee o tradizioni iniziatiche del passato per dimostrarne l’influenza diretta. La tradizione simbolico rituale che viene messa a disposizione degli iniziati è il grande tesoro della Massoneria a prescindere dalla sua origini e affrontare uno studio attraverso la simbologia aiuta ad entrare su un piano diverso da quello scientifico, un piano esoterico (dal greco esoteros) o interiore dove oltre all’intelligenza razionale entrano in gioco le facoltà dell’immaginazione e dell’intuizione.

Siamo finalmente arrivati all’ultimo passo di questo viaggio in cui vi ho voluto portare, la Melagrana e il suo significato nella trasformazione da uomo a massone, ma questo è un percorso che è solo all’inizio e in continuo arricchimento. In questo senso la Melagrana come è rappresentata nella loggia è la miglior descrizione di se stessa: posta all’ingresso del tempio sulla colonna J è mostrata matura e aperta per mettere in risalto la fecondità e la ricchezza dei suoi semi all’interno, ogni seme può rappresentare il viaggio e il cambiamento di prospettiva che ho intrapreso nella mia vita ma qui ogni rappresentazione è valida allo stesso tempo. Dagli occhi di un bambino all’intelletto di un adulto, ogni rappresentazione ha la sua validità e contribuisce a rendere ricco e fecondo l’interno del frutto in maniera inclusiva e non esclusiva, come potrebbe portare il solo ricorso all’intelletto razionale. La Melagrana è un frutto, la melagrana è un emozione, la melagrana è un simbolo che cambia a seconda del punto di osservazione.

L’immagine della Massoneria che mi ero fatto da profano come una scatola vuota dove collocare una varietà infinita di idee mi appare oggi completamente agli antipodi. La Massoneria oggi mi appare come una Melagrana, non vuota ma ricca di semi, di idee di significati che non si escludono ma si sommano.

Per la Massoneria come già accennato nel suo significato più vasto la Melagrana è la rappresentazione della molteplicità, una molteplicità ordinata e unita di logge e fratelli che lavorano per la propria crescita protetti dalla buccia dura del segreto iniziatico: un ‘ordine iniziatico esoterico’.

A me rimane cara immagine di mio nonno seduto sotto il Melograno che vi ho raccontato all’inizio, quell’uomo avviato verso gli ottanta anni con la sua pelle rugosa e indurita dalla vita, ma che al suo interno ha una ricchezza per me infinita di conoscenze, esperienze e idee. Quella figura mi appare oggi come una Melagrana matura e aperta che vuole condividere con me il suo succo.                                                                                                                                               Un’immagine che ha richiesto tre anni solo per essere messa a fuoco, tre anni per assestare il mio primo vero colpo malfermo e incerto alla pietra grezza. Nonostante avessi già varcato le colonne del tempio, nonostante avessi già salito il primo gradino per distanziarmi dal mondo profano ho dovuto lottare con me stesso per non ridurmi a scrivere un semplice elenco di fatti e date utili a descrivere un ornamento su una colonna. Tre anni per dare un valore al racconto di mio padre il giorno della mia iniziazione, pochi di voi ricorderanno che proprio quel giorno Anso parlò di mio nonno e della sua sedia che io ho voluto mantenere sotto il melograno.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. L. P.

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