SUI CORPI MASSONICI. TRADIZIONI MASSONICHE

Relazione del FR.’. LINO SALVINI EX GRAN MAESTRO DEL G.O.I

TRADIZIONI MASSONICHE

La Massoneria pur essendo eminentemente protesa verso il futuro quale associazione tendente, attraverso la meditazione dei propri affiliati affinata nel corso dei lavori di Loggia, a favorire l’evoluzione del pensiero per il progresso dell’umanità, non deve e non può dimenticare la sua storia remota e recente, gli uomini che la rappresentarono ed operarono nel suo seno, le affermazioni e gli eventi che, direttamente od indirettamente, scaturirono dalla operosità dei suoi lavori.

Ogni Oriente, ogni Loggia non dovrà perdere occasione, per celebrare questi eventi allo scopo di temprare, attraverso gli esempi del passato, lo spirito dei fratelli e, dove possibile e con il consenso del Gran Maestro, tali eventi dovranno essere ricordati al mondo profano attraverso manifestazioni bene organizzate che ricordino le opere e la tradizione laica dell’Ordine massonico.

In particolar modo è augurabile che prima dell’insediamento del nuovo governo dell’Ordine, la commissione disposta dalla Gran Loggia del 30/31 marzo 1969 abbia potuto concretamente attuare la deliberazione della Gran Loggia stessa per la celebrazione del 20  settembre 1970.

A distanza di un secolo dal compimento dell’unità del Paese, con Roma capitale, sarebbe imperdonabile per la Massoneria italiana non rievocare, con la solennità del caso, la ricorrenza centenaria della presa di Roma, identificandovi la necessaria conclusione ed il termine fatale ed ultimo della vicenda eroica del nostro risorgimento: e soprattutto non reclamare a gran voce dagli attuali reggitori del Paese che la data del 20 settembre sia ripristinata fra le festività nazionali della Patria.

Varrà il discorso pronunziato dal Fratello Giosuè Carducci al Senato del 17 luglio 1895, tuttora valido oggi, a ricordare agli italiani perché, a 25 anni di distanza dalla breccia di Porta Pia, la ricorrenza del 20 settembre fu dichiarata festività civile dai legislatori dell’epoca: « Il testamento di gloria dei nostri pensatori, l’eredità di sangue dei nostri padri e fratelli, vi raccomandano, signori senatori, il nome di Roma, la commemorazione perenne del giorno in cui l’Italia poté riabbracciarsi alla sua alma madre, a Roma, non papale, non imperiale, non cosmopolita, a Roma italiana, a Roma intangibile, intangibile a nome dell’Italia, della libertà e della scienza». Sarà irrinunciabile dovere della Massoneria concorrere validamente col mondo laico italiano a risvegliare intorno alla ricorrenza del 20 settembre, perché il suo ripristino ufficiale fra le festività della Patria sia percorso, a guisa di espiazione per le specifiche responsabilità remote e recenti, dalla volontà unanime del popolo italiano, il sentimento che ispirò i legislatori del 1895 ad inciderne la data tra le ricorrenze più sacre del Paese, a identificare storicamente le dichiarate ragioni di politica antirisorgimentale che indussero il fascismo a cancellare quella stessa data dal calendario ufficiale dello stato fascista ma non certo dal cuore degli italiani, e condannare, infine, severamente, le altre ragioni, di indole queste squisitamente confessionale, che determinarono la maggioranza clericale del Parlamento repubblicano del 1949 a non ripristinare la ricorrenza fra le festività della Patria.

È una occasione questa che, contrariamente a quanto è stato dichiarato da chi, anche fra noi, ha avuto il torto di ignorare il valore della tradizione nella vita dell’Ordine, la Massoneria non dovrebbe perdere.

Comunque, la meditazione e lo studio della storia e delle tradizioni è un compito basilare per il massone al fine di individuare l’essenza e l’etica dell’azione che deve essere proiettata nei tempi futuri.

Allontanarsi dalle tradizioni significherebbe perdere uno dei motivi fondamentali che ci caratterizzano e che giustificano il sacrificio di gran parte della nostra vita agli ideali supremi. È in questo spirito che il XX Settembre deve essere considerato motivo di profonda meditazione per coloro che reggono le sorti della Massoneria.

Carissimi Fratelli, molti sarebbero ancora gli argomenti che noi dovremmo affrontare nella nostra trattazione sia di ordine teorico che pratico cd organizzativo, ma preferiamo limitare, in questa occasione, l’esame agli argomenti trattati perché la riflessione possa determinare in noi un risultato efficace.

Vi sono particolarmente riconoscente per l’attenzione che mi avete concesso permettendomi di esporre il pensiero su alcuni dei principali temi massonici e sarò particolarmente grato a coloro che vorranno arricchirlo con il contributo della loro esperienza.

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