IL CONCETTO DI LIBERTA’

Il concetto di Libertà

Quando,  in maniera istintiva, diciamo “la libertà  è il bene più prezioso“, esprimiamo il concetto più profondo della parola.  Infatti essa rappresenta una  esigenza primaria del nostro essere, ne è addirittura un elemento costitutivo.
La sua espressione più significativa è in riferimento a decisioni di ordine morale perché è solo in questo che l’uomo raggiunge il suo senso più autentico.
L’uomo nasce libero e viene proiettato in una società che fornisce autonomamente una miriade di valori oggettivi, l’uomo è libero di decidere quali di essi fare propri.
Premesso che, è in tali scelte che l’uomo raggiunge il suo senso più autentico, possiamo affermare che l’uomo è tale solo se è libero. Condizione questa che traspare da ogni nostra azione e che determina delle scelte molto importanti quando saremo chiamati a decidere su ciò che è bene e su ciò che è male, su ciò che è giusto e su ciò che è ingiusto.
La libertà così intesa non è da confondere con la libertà di agire , perché chiunque può essere privato di agire, ma nessuno può togliere la capacità di pensare la libertà.
Sorge spontaneo chiederci, a questo punto, a cosa serve essere liberi pensanti se non si esprimono delle scelte tra alternative diverse.
L’alternativa è un altro elemento costitutivo dell’uomo, non vi è libertà se non integrata con l’alternativa.
Alcuni filosofi definiscono la libertà come l’assenza di condizioni coercitive imposte dallo Stato o da altre autorità.
Ebbene, pur realizzando l’uomo, le proprie aspirazioni in assenza totale di coercizione, egli non ha agito in libertà in quanto è venuto meno il requisito dell’alternativa, che assicura la libertà di scelta a favore di una si esse.
E’ solo così che si materializza la libertà dell’individuo e fa sì che si instauri il concetto di morale, affinché quei valori oggettivi offerti dalla società divengano soggettivi perché fatti propri da ognuno di noi in maniera responsabile.
Non a caso é qui che si inserisce il pensiero massonico, che concepisce la morale come la più alta realizzazione della perfezione iniziatica.
Io credo che l’uomo potrebbe essere libero, anche subito se solo lo volesse. Il problema  è che essere liberi richiede uno sforzo enorme che a nessuno piace fare, perché è molto comodo che siano altri a decidere cosa sia giusto fare o non fare.
Educare alla libertà non è un utopia purché si accetti il capovolgimento radicale di tutto il nostro modo di essere, della nostra mentalità della nostra cultura, nonché del nostro agire dato che, come diceva Socrate “si deve tener conto non tanto del vivere, ma bensì del viver bene”. Può sembrare un utopia ma, come ripetutamente ascoltato recentemente, questa parola stimola alcuni e ne imprigiona altri. Per  il rivoluzionario rappresenta una fede profonda, una ragione di vita è la vita. Per il conservatore è una parola che stronca ogni tentativo di proposta alternativa, è la negazione, il rifiuto è la base del non fare. Noi massoni più di altri dobbiamo abbracciare questa fede, abbiamo il dovere morale di creare le condizioni ideali, affinché l’uomo e di riflesso la società,  possa riscattarsi e liberarsi da tutti i pregiudizi, i condizionamenti che fino ad oggi hanno caratterizzato la nostra esistenza. La libertà è uno status che si conquista con un incessante lavoro di ricerca e di studio, ma affinché possa raggiungere le giuste finalità deve essere supportato da due principi essenziali: l’umiltà e la carità, senza di essi il nostro studio sarà solo e soltanto un indottrinamento che non farà mai di noi degli iniziati.
Essere massoni significa sacrificare noi stessi, affinché questa utopia  divenga la speranza di una società nuova dove i nostri figli possano essere uomini liberi in mezzo a uomini liberi. TAVOLA SCOLPITA DAL Fr.·.  G.  V.
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