CHE FAREI IO SENZA L’ASSURDO

Che farei io senza l’assurdo” (Frida Kahlo)

 In occasione di un passaggio al Grado di Maestro

 Libero Muratore Ghirlanda, Massa Marittima, 13 luglio 2018 Rispettabilissimo Maestro Venerabile, Carissimi Fratelli tutti, Voglio esprimere i miei rallegramenti ai Fratelli che sono passati al grado di Maestro. Il III grado è il massimo grado del Nostro Ordine Iniziatico. Il Maestro Libero Muratore, è chi è riuscito potenzialmente ad acquisire i segreti dell’Arte Reale. L’Arte Reale è un’arte molto difficile da comprendere, ma lentamente, riuscirete a conoscere quest’affascinante “Real Segreto”; ed essendo un’Arte Reale, essa è una “poiesis”, cioè deve essere “creata dal nulla”… la sua ricerca deve essere del tutto personale e deve nascere dentro di Voi, nel vostro “IO”; avete a disposizione solo alcuni strumenti che il Nostro Ordine vi dona ed io credo che lo strumento più importante sia quello dell’“intuizione”. è la nostra intuizione che deve essere messa in movimento dalla “curiosità dirompente verso la conoscenza, verso la “luce”; dalla conflittualità sempre aperta tra la dualità “Finito” e “Infinito”. In fondo è questo che caratterizza Noi “Uomini Iniziati Liberi di Pensare”. Mi piace citare una frase di una grande artista messicana Frida Kahlo, secondo me fantastica come pittrice ma ancora di più come scrittrice: “Che farei io senza l’assurdo”… ecco io credo che la Massoneria sia per noi qualche cosa che assomiglia o si avvicina molto all’“Assurdo”. Il termine assurdo (dal latino absurdus, composto dalla particella ab (da), che indica allontanamento, e una sardus, da cui deriva l̓antico verbo sardare (parlare saviamente o saggiamente) indica tutto ciò che è contrario alla logica, alla ragione, all’evidenza, al buon senso: qualcosa di dissonante, qualcosa di stonato, qualcosa che si allontana dall’armonia del suono -alcuni, infatti, fanno derivare il termine “assurdo” dal latino ab/ surdus = stonato/sordo- ma senza l’assurdo -come dice la Frida Kahlo- che cosa potremmo fare? Non potremmo dare o sforzarsi di trovare un senso alla nostra esistenza, piena di contraddizioni (di vita e di morte; di male e di bene; di gioia e di dolore). L’“assurdo” è tutto ciò che deve attrarre la nostra attenzione, è ciò che deve stimolare la nostra riflessione. è una emozione dolceamara esplorare nell’abisso della nostra esistenza, ed è li che noi ci “illudiamo di trovare il nostro mondo reale”, e come diceva Hegel: “il reale è proprio un insieme (una sintesi) degli opposti”, anche se siamo pienamente consapevoli di non arrivare ad alcuna “Verità” e che la “realtà” nella sua concretezza è un’altra cosa. Ecco perché il Nostro “Ordine Iniziatico”, non può e non deve essere compreso da chi è fuori dal Nostro “Recinto Sacro”, perché noi ragioniamo su un piano diverso, contrario a quello della razionalità in senso stretto; viaggiamo con la nostra mente su un piano dell’“Assurdo”… su un piano prevalentemente spirituale. La conoscenza per noi non è nient’altro che una “conoscenza spirituale”. Il nostro modo di ragionare, la nostra “dialettica” -termine utilizzato ampiamente nella filosofia 11 68 occidentale- è una proprietà del pensiero razionale, della ragione; essa procede, secondo J. G. Fichte, attraverso tre momenti, cronologicamente contigui: della tesi o positivo, della antitesi o negativo… di opposizione e della sintesi o della conciliazione degli opposti. Per G.W.F. Hegel, il concetto è lo stesso, anche se usa altri termini; il primo momento della dialettica viene definito dell’“intelletto” o del “pensiero astratto”, che consiste nel considerare i concetti opposti del pensiero (l’intelletto è il pensiero astratto) e il momento successivo è quello della “ragione” o del “pensiero concreto”, razionale positivo o speculativo… è il momento della sintesi: è la ragione che mette in evidenza i limiti dell’intelletto, riuscendo in tal modo a cogliere l’unità degli opposti… la sintes

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