Il Gabinetto di riflessione
Sentimenti di smarrimento e di emozione sono stati tra i primi ad essermi venuti alla mente prima che chi mi guidava durante il rito di iniziazione mi conducesse in quella piccola stanza angusta. Quando sono rimasto in compagnia solo di me stesso e delle mie riflessioni, finalmente ho potuto guardarmi attorno: ho avuto improvvisamente la sensazione di essere caduto nel buio, nel silenzio più profondo del mio Io; una sensazione molto intensa, come se una parte del mio cuore e della mia mente fosse rimasta fuori da quella porta e stessi “vivendo”, consapevolmente, una morte e nello stesso momento una nascita. Conoscevo, per aver letto qualcosa in precedenza, il significato (o meglio una sommaria descrizione) di alcuni dei simboli e delle scritte che vedevo intorno a me: l’invito a non tenere conto delle distinzioni umane, a tornare indietro se spaventato o se solo curiosità mi avesse spinto là dentro, ma mai avrei potuto prevedere quanto tutto questo sarebbe stato vissuto così intensamente. Ho parlato di morte, di buio, di riflessione, di silenzio, di nascita e credo che questi siano alcuni dei concetti da analizzare parlando del Gabinetto di Riflessione. La Morte è stata per me la sensazione più forte perché è da intendersi come volontà di abbandonare una vita a cui era negata la possibilità di ricercare la vera essenza dell’uomo in un sentimento di fratellanza universale; noi entriamo nel Gabinetto di Riflessione “nudi”, spogliati di quegli orpelli che rappresentano la vita profana: i “metalli”. Lasciandoli fuori dal tempio e scrivendo il testamento mettiamo il sigillo alla volontà, per noi stessi e per i nostri fratelli, di intraprendere un cammino che sarà ricerca di nuova vita e nuovo essere. La Morte non può che trovare nel Buio che in quella stanza ci circonda e imbriglia nel suo mistero, un naturale parallelo. Il Buio assume un ruolo fondamentale in quel momento, come rappresentasse allo stesso tempo la tomba della vita passata e la zolla ideale su cui depositare il seme della nuova vita. Preparazione al viaggio (alla ri-nascita) che stiamo per iniziare esso rappresenta quindi una sorta di limbo in cui il nostro Io, sicuramente un po’ frastornato e confuso sta però pian piano maturando la propria forza, la propria consapevolezza nel voler ri-nascere e nell’ affrontare le prove che da quel momento in poi ci verranno richieste; un momento direi quasi di ascesi in cui tutti i nostri sensi sono chiamati a raccolta per essere concentrati e quindi pronti ad accogliere ciò che da lì ad un po’ sentiranno, toccheranno, vedranno. Tutto questo si svolge nel Silenzio, in un silenzio che non è solitudine ma raccoglimento, un assaggio di quello che per il Fr.·. Apprendista L.·.M.·. sarà un obbligo, e massonicamente svilupperà come virtù vissuta in modo da essere stimolo per un lavoro di attenta Riflessione sulle debolezze che ancora ci legano alla precedente vita e delle virtù che verranno scoperte con il lavoro di sgrossamento della pietra grezza. Queste sensazioni sono state da me vissute così velocemente che quasi non mi sono reso conto, allora, dell’importanza e del significato che quei pochi minuti avrebbero assunto nella mia vita futura, nella mia volontà di essere Massone. A sangue freddo sicuramente ho una percezione più limpida, più distaccata e reale del suo significato. Il silenzio, momento magico di estasi del nostro Io, è per chi come me fa il mestiere del musicista momento di carica, di concentrazione e di preparazione al dispiegarsi del discorso musicale, cioè per noi massoni all’iniziare la nuova vita. Quell’unico ed irripetibile momento che viviamo in solitudine o meglio, in compagnia di noi stessi, dentro il Gabinetto di Riflessione, sarà un bagaglio spirituale e morale che ci porteremo appresso nella nostra crescita di L.·.M.·., e nello stesso tempo l’inizio di un cammino che ci vedrà impegnati, finalmente, nel lavoro di costruzione del Tempio, che è costruzione di noi stessi e quindi dell’intera umanità. La Nascita ( la ri-nascita) è per noi liberi muratori uno dei concetti chiave che proprio nel Gabinetto di Riflessione vengono vissuti in maniera intensa; è quello il momento in cui stiamo per diventare persone nuove e non lo diventiamo per caso ma per Volontà; per la volontà di cercare dentro di noi una nuova presenza del nostro Io, per la volontà di essere per noi stessi nuovo Essere, per la volontà di essere per gli altri nuova immagine, per la volontà di essere per l’umanità nuovo fratello, per la volontà di essere per ciò che sentiamo dentro di noi come bisogno di trascendenza, nuova anima che ora si potrà nutrire di una ricerca consapevole che trova nel G.·.A.·.D.·.U.·. il nostro simbolo di fratellanza spirituale, riferimento e necessità di vita. E’ come se in quegli istanti stessimo ripercorrendo ciò che ci è accaduto agli inizi della nostra vita profana, adesso però coscienti che il trovarsi nel liquido amniotico della nostra stessa volontà sia preparazione ad affrontare le altre prove dell’iniziazione come un momento di acquisizione totale di noi stessi. Mentre rifletto su ciò che sto scrivendo mi viene in mente che non a caso questa prima prova si svolge nell’elemento Terra; facendo questa considerazione si capisce ancor meglio quale sia l’importanza che ha nel nostro cammino di iniziati. E’ la Terra simbolo di Morte ma anche di Speranza di nuova Vita per il seme che è stato piantato; simbolo di Buio perché nelle sue viscere è l’oscurità più totale a regnare; simbolo di Silenzio perché al suo interno non si sentono voci di umani vizi e quindi è ideale momento di vera Riflessione. Una volta usciti dal Gabinetto di Riflessione e quindi aver affrontato la prova della Terra siamo pronti ad affrontare le altre, quella dell’Aria, dell’Acqua e del Fuoco, sicuramente ancora smarriti ed emozionati ma un po’ più sicuri e convinti della scelta che abbiamo fatto e della Volontà di portarla avanti in cerca di quella che non è ancora nuova vita, ma che lo sarà quando ci verrà data “piena luce”.
Fr.·. G.S.