Educazione sessuale
di Nemo
Spesso i medici e soprattutto i ginecologi, nello svolgimento delle loro quotidiane mansioni, sono costretti ad interessarsi di questioni sessuologiche anche se non appartengono alla categoria dei sessuologi che peraltro non compare nell’attuale ordinamento degli studi universitari. Le sollecitazioni pervengono spesso da donne insoddisfatte, da coppie infelici, da pazienti incapaci di trovare i giusti mezzi per potere raggiungere quell’appagamento sessuale che fa parte dell’impasto necessario per l’unione della coppia. La nostra generazione ha vissuto in un periodo in cui il sesso rappresentava un tabù misterioso nelle discipline scolastiche e nel connettivo istituzionale di tipo prevalentemente repressivo e in una società, in questo campo come in altri, spesso improntata ad una certa ipocrisia puritana. Lo stesso pensiero scientifico, in questo specifico settore, è rimasto per lungo tempo in una situazione di incultura quasi che la sessualità non facesse parte della personalità umana. Nella stessa formazione del medico, le tematiche inerenti al sesso entrano nel suo bagaglio culturale solo come concetto unilaterale e superficiale: nel corso di anatomia normale e patologica come descrizione morfologica degli organi genitali, nel corso di endocrinologia come indicazione delle conseguenze patologiche di alcune sindromi ormonali e nel corso di ostetricia e ginecologia solo per quanto concerne la gravidanza e le malattie dell’apparato genitale femminile. Nei riguardi della vita sessuale normale, delle varietà di comportamento in cui l’istinto sessuale si realizza, delle possibilità di adattamento ad una malattia, il medico ne sa poco più del comune cittadino, in quanto scarso di nozioni specifiche corre pericolosamente il rischio di restare egli stesso vittima di distorsioni sessuofobe e di pregiudizi che fino a poco tempo fa hanno dominato la cultura del nostro e di altri paesi. In questi ultimi anni, all’ingiustificato assenteismo scientifico in campo sessuale ha fatto riscontro l’esplosione del problema, in parte sollecitato anche dalle conquiste conseguite in campo sociale ma soprattutto alimentato dalle industrie cinematografica e tipografica, con orientamento quasi esclusivamente consumistico. I libri sulla sessualità hanno capeggiato le liste dei best-seller (basti ricordare Emanuelle nelle varie versioni, La donna sensuale, L’uomo sensuale, Le gioie del sesso, ed altri. Grande successo hanno ottenuto i films a contenuto erotico: Conoscenza carnale, Ultimo tango a Parigi, Gola profonda e tanti altri films proiettati in sale cosiddette a luce rossa. I films erotici sono entrati anche nelle nostre case attraverso le trasmissioni televisive private, in particolare nelle ore notturne. Utenti di questi consumi, con le motivazioni più diverse, volenti o nolenti lo siamo un po’ tutti. i Spesso l’opera d’arte accoglie la nostra approvazione su certi temi inerenti ai tempi e portati avanti con estrema destrezza e delicatezza ma il più delle volte un moto di ribellione e di amarezza ci colpisce per lo squallore di particolari attraverso i quali si applicano al sesso 1 ridicoli ingredienti della farsa e della bassa pornografia. Il filone del film pornografico, in questi ultimi anni, si è via via ingigantito, in molti casi anche con caratteristiche di cattivo gusto e tali da offrire talora visioni distorte del rapporto sessuale e come tale cagionevole anche di disfunzioni personali e di deviazioni sul comportamento sociale fino alla nevrosi. Il problema della sessualità quindi si impone e con soluzioni urgenti ai fini di una razionale formazione del medico in campo sessuologico e nella direzione di una educazione sessuale sociale. Anche se con molto ritardo, da alcuni anni in Italia funzionano i consultori familiari con scopi e compiti molto importanti. Purtroppo tali consultori sono e rischiano di esserlo ancora per molto tempo, dei semplici luoghi dove si distribuisce la pillola, si applicano spirali oppure si inoltra la domanda di interruzione volontaria di gravidanza, fallendo così lo scopo di una consulenza sessuale e di educazione, di conquista, di consapevolezza e responsabilità in una sfera ch’è tra le più importanti per la maturazione della personalità umana. Ma come si può educare gli altri senza un bagaglio tecnico e culturale nel settore specifico della sessualità? Si può educare senza essere educati? Occorre che il medico sappia essere, da solo o con altri, interlocutore degli uomini sani impegnati a difendere la loro salute e che impari a definirli e capirli nella loro cultura e nelle loro necessità più impellenti. i In proposito sarà indispensabile che le sue conoscenze si siano formate in una Università i cui strumenti culturali non abbiano più la tendenza ad ignorare la sessualità ma a considerarla elemento importante della struttura psicosomatica dell’uomo. È quindi indispensabile, prima di parlare di educazione sessuale di massa, creare un corpo competente nella Facoltà di Medicina, nel campo specifico della sessuologia come disciplina importante non soltanto a livello specialistico o superspecialistico ma come materia interdisciplinare per la formazione stessa del medico. È altresì indispensabile proporre una concezione della medicina che superi i limiti offerti dalla pratica tradizionale: la diagnostica e il trattamento non sono più l’unico obiettivo; vi è la prevenzione della malattia, l’acquisizione e il mantenimento di una buona salute fisica, psichica e sessuale. Un’interpretazione del genere sembra in fase di avanzata attuazione in altri paesi socialmente più evoluti del nostro. L’Italia resta ancora un terreno relativamente vergine per la messa a punto di una sessuologia scientifica autentica ed è quindi sempre più necessario affrettare i tempi tanto più che dalla stessa organizzazione mondiale della Sanità è stato ufficialmente riconosciuto che il concetto di salute sessuale fa parte integrante e indispensabile della definizione di una buona salute generale. La realtà del nostro paese si pone di fronte una sessuologia non organizzata, una sessuologia portata avanti per osmosi, per iniziativa privata e spesso a livello empirico per cui il dibattito della integrazione della sessuologia negli studi medici universitari, come materia interdisciplinare, si impone ed è di estrema attualità. Altrettanto importante è il problema della educazione sessuale in una società particolarmente impegnata € tormentata in una critica fase evolutiva. i La necessità di una guida sessuale è ovvia e costituisce un diritto del genere umano in ogni paese, per bambini ed adulti. L’ignoranza in questo campo costituisce la motivazione di molte infelicità e di molti problemi. Fra le problematiche che possiamo considerare propedeutiche al discorso operativo vero e proprio, si devono porre alcune considerazioni relative a tre grandi problemi di fondo:
1° quando l’educazione sessuale deve essere iniziata;
2° da chi deve essere condotta;
3° in quale maniera.
In una società la cui concezione della sessualità è sempre stata di tipo repressivo, assume un’importanza vitale la discussione in merito al momento più propizio per iniziare l’educazione sessuale. Uno dei cardini di accettazione della sessualità sta nel riconoscere che la sessualità stessa incomincia quando l’individuo inizia a vivere. Non è raro il caso di madri che si rivolgono al medico per ottenere consigli e cure di fronte al comportamento masturbatorio di bambini di 3 o 5 anni. L’educazione moderna ha scientificamente chiarito che maggiore è la situazione di sicurezza e di gratificazione affettiva in cui il bambino si trova, tanto più potrà sviluppare ormonicamente il potenziale di una personalità positiva. Escludere dalla gamma esperienziale del bambino l’istintivo piacere fisico, significa reprimerlo con pericolo di blocchi a tutti i livelli. L’educazione sessuale quindi dovrebbe cominciare, tramite genitori ed educatori, nelle scuole materne, con atteggiamento di accettazione della sessualità infantile di tipo naturale onde non creare recessi psicologici nell’io inconscio che va sviluppandosi. Il compito preminente comunque è quello della scuola: essa accoglie una popolazione che va dall’infanzia alla pubertà fino alla prima giovinezza e ha il dovere di educare, né può essere altrimenti essendo tali e tanti mezzi di informazione ricchi di ogni capacità di trasmissione e di diffusione da rendere inadeguata la scuola ove considerata unicamente nozionistica. La scuola ha il compito di preparare e formare il cittadino di domani e quindi è sollecitata ad adeguarsi alle nuove e impellenti sollecitazioni derivanti dal movimento evolutivo in tutti i settori scientifici, biologici e filosofici. L’educazione sessuale entra nel contesto di questa trasformazione sociale con diritto prioritario in quanto presupposto di acquisizione di una coscienza sessuale fondata sulla conoscenza della persona umana, sul rispetto delle leggi che la governano, sul rifiuto dei falsi pregiudizi e delle errate abitudini