DOMANDE FREQUENTI

FREQUENTLY ASKED QUESTIONS

Aggiungiamo al sito una sezione di domande sulla Massoneria, prendendo spunto da una richiesta fattaci da Mario, un giovane studente che ci ha contattato per una ricerca scolastica sulla nostra istituzione.

Saremo lieti di aggiungere nuovo materiale a questa lista: basterà contattarci all’indirizzo harmoniauniversalis@yahoo.it, ponendoci nuovi quesiti.

Cosa significa per voi essere massoni?

Come vi ponete nei confronti di chi non lo è? E come si pongono quelli che non sono massoni nei vostri confronti?

Quale è il rapporto tra voi e la religione?

Quali sono gli elementi fondamentali della vostra simbologia e cosa significano?

Che scopo ha la massoneria?

Quanti membri conta la massoneria in italia e nel mondo?

Ci sono differenze tra la massoneria italiana e quella di altri paesi?

Esistono dei gradi o dei ruoli all’interno della massoneria?

Esistono dei riti particolari?

1. Cosa significa per voi essere massoni?

R. Significa appartenere a un gruppo di uomini che si riconoscono in un’esigenza di approfondimento interiore e di conoscenza di sé. Tale approfondimento si compie, in primo luogo, attraverso la meditazione su un corredo simbolico, ricco di significati filosofici ed etici. Dal punto di vista sociale, essere massoni significa porsi come obbiettivo il miglioramento della comunità umana; dal punto di vista spirituale significa scoprire e coltivare in sé il desiderio di attingere una dimensione dello spirito purificata dalla limitatezza propria di ogni soggettività.

2. Come vi ponete nei confronti di chi non lo è? E come si pongono quelli che non sono massoni nei vostri confronti?

R. Siamo ugualmente legati, affettivamente e intellettualmente, a Fratelli come a profani (coloro che, nel nostro gergo, non sono massoni). Non crediamo che il non essere massoni costituisca in alcun modo un motivo di demerito. I valori fondanti della Massoneria (libertà, uguaglianza, fratellanza, tolleranza) trovano applicazione sia con i confratelli, sia con l’umanità. Anzi riteniamo che la loro applicazione sia un dovere etico per ogni massone che, come tale, deve essere un cittadino esemplare. Purtroppo, la tolleranza non viene sempre ripagata con la stessa moneta: non si può nascondere che esistano ancora dei gruppi di persone pregiudizialmente avverse alla Massoneria, e un gruppo ancora più ampio che la guarda con superficiale diffidenza. Di solito la diffidenza è causata da fenomeni di devianza (ad esempio la irregolarissima loggia P2), che però i veri massoni combattono da sempre. Pensiamo che la maggiore informazione sui nostri scopi ed attività sia l’unica via di eliminare la diffidenza, così come accade in molti altri paesi d’Europa e del mondo.

3. Quale è il rapporto tra voi e la religione?

R. Ciascun massone è portatore di una propria visione del mondo e della trascendenza, che insieme determinano il rapporto con Dio. Quindi – in molti casi – egli appartiene ad una religione. L’unico requisito imprescindibile che viene richiesto per l’ammissione in massoneria è credere in quello che viene chiamato Grande Architetto dell’Universo, così detto proprio affinché ognuno vi possa riconoscere il Dio in cui crede, senza escludere quello degli altri, in obbedienza al principio della Tolleranza. Alcuni, più che il Dio delle religioni storiche, lo identificano in un principio spirituale. In ogni caso, bisogna dire con fermezza che non esiste un Dio massonico, che la massoneria non è una religione, e che, anzi, tra l’altro, è un modo per permettere a persone di religioni diverse di condividere un’esperienza dello spirito. Dal momento che la fratellanza è universale, incasellare i fratelli a seconda del loro orientamento religioso (o politico, ideologico, socio-economico, culturale, sessuale ecc.) non avrebbe alcun senso e contribuirebbe solo a ricreare le artificiose divisioni del mondo profano all’interno del Tempio massonico.

4. Quali sono gli elementi fondamentali della vostra simbologia e cosa significano?

R. La massoneria che pratichiamo oggi (cosiddetta speculativa), prende a prestito il corredo simbolico dei massoni operativi dell’Europa occidentale del medioevo e della prima età moderna. Un po’ romanticamente, si fa riferimento ai costruttori delle cattedrali, che erano organizzati in Logge. Quindi i simboli che usiamo (e si tratta di simboli tangibili: ad esempio la squadra ed il compasso sono sempre fisicamente presenti in Loggia) sono quelli che venivano usati dai muratori. Naturalmente, in Loggia, questi strumenti non vengono utilizzati per i loro impieghi originali. Sono a disposizione di tutti i Fratelli per meditare sulla loro valenza simbolica. Il rituale, che è una sorta di rappresentazione drammatica usata durante le riunioni di una loggia, fa largo uso di questi strumenti, attraverso cui favorisce la meditazione dei Fratelli sui valori propri della massoneria, quelli sopra ricordati. Per fare un esempio concreto, all’apprendista ammesso (ovvero il massone appena creato tale) viene spiegato come la pietra grezza (appena estratta dalla cava) viene trasformata in una pietra adatta all’impiego architettonico attraverso strumenti quali il maglietto e lo scalpello. Questi riferimenti si riconducono all’apprendista stesso (la pietra grezza), che attraverso la volontà (lo scalpello), unita al martello (la forza della volontà), si trasforma in un uomo migliore. Va comunque osservato che il simbolismo massonico è una materia estremamente complessa in cui non si finisce mai di imparare. Questo si spiega con la ricchezza della Tradizione, e con la complessa lettura archetipica che se ne può fare. Ad ogni modo, va detto che il massone compie una ricerca simbolica individuale, tanto che il corredo simbolico con cui ciascun massone vive la sua esperienza non sarà mai perfettamente identico a quello di un altro. E non c’entrano la cultura o le letture istruite: il simbolo si rivolge all’anima, più che all’intelletto.

5. Che scopo ha la massoneria?

R. E’ estremamente difficile dire se la massoneria, come istituzione storica, abbia avuto degli scopi, non essendo mai stata un’organizzanizzazione monolitica e controllabile, proprio per la natura dei valori che essa trasmette. Certo la libertà individuale, la sua difesa e la sua promozione, sono uno degli scopi universalmente riconosciuti propri di ogni istituzione massonica, e non a caso una frase tradizionale recita “lavorare per il Bene ed il Progresso dell’Umanità”. Tuttavia, crediamoo che la domanda “Che scopo ha la massoneria?”, alla fine venga a coincidere con la prima “Che cosa significa essere massoni?”. La massoneria, col suo simbolismo e col suo modo peculiare di far stare assieme gli uomini, offre gli strumenti e un’occasione: sta ad ogni singolo massone trovare il modo di adoperarli. Certo, chiunque intraprenda correttamente questa strada non può che diventare un mattone migliore per la società.

6. Quanti membri conta la massoneria in italia e nel mondo?

R. La storia massonica italiana è purtroppo caratterizzata da una certa litigiosità a livello di vertice (su questioni che spesso non interessano granché la maggioranza dei massoni) che si è spesso tradotta in scissioni. Quindi il numero totale degli iscritti è incerto, mancando un organo centrale che coordini tutti i massoni italiani. Si può comunque ritenere che esistano circa 40.000 massoni divisi in tre Gran Logge principali e numerose obbedienze medio-piccole. Nel mondo, la massoneria negli USA è la più numerosa, contando più di due milioni di membri. In Inghilterra sono circa 300.000. La massoneria esiste nella maggioranza dei paesi ad esclusione di quelli in cui retti da regimi totalitari (va ricordato come la massoneria sia stata ugualmente perseguitata e vietata da tutti i regimi totalitari).

7. Ci sono differenze tra la massoneria italiana e quella di altri paesi?

R. A livello mondiale, il nucleo simbolico della massoneria è simile per tutti i massoni. Cambia però il modo di vivere la massoneria. Negli USA, ad esempio, molti dei discorsi sulla filosofia o sulla natura dell’uomo che appassionano i massoni italiani, sarebbero viste con sorpresa. Per contro, il tema del volontariato e della beneficenza che tanto appassiona i massoni d’oltreoceano, a noi potrebbe sembrare naturalmente collocato altrove. In Gran Bretagna, la patria della massoneria speculativa (fondata nel 1717), la massoneria è un’istituzione più tradizionalista di quanto non lo sia da noi. Bisogna anche ricordare che esistono obbedienze (strutture organizzative massoniche a livello nazionale) che si distinguono per il fatto di accettare o meno l’affiliazione delle donne, così come esistono organizzazioni massoniche esclusivamente femminili.

8. Esistono dei gradi o dei ruoli all’interno della massoneria?

R. Per funzionare, le cerimonie massoniche richiedono che alcuni Fratelli ricoprano degli incarichi specifici. Ad esempio, un membro della Loggia viene annualmente eletto suo capo: il Maestro Venerabile ha la responsabilità globale del buon funzionamento della Loggia. A lui spetta anche il compito di presiedere le riunioni (tornate rituali). Il Maestro Venerabile è assistito da numerosi ufficiali i cui ruoli e responsabilità dipendono dal rituale e/o dalla Gran Loggia. I principali ufficiali sono comunque il Primo e il Secondo Sorvegliante. Esistono poi incarichi di tipo amministrativo quali quello di Segretario e di Tesoriere. Le Logge si federano tra loro per formare una Gran Loggia (o Grande Oriente). Questa gran loggia (anche denominata obbedienza, o comunione massonica) elegge un Gran Maestro con compiti simili a quelli del Maestro Venerabile di una Loggia, semplicemente con un’autorità maggiore e – spesso – con ruoli di pubbliche relazioni. La nostra obbedienza si chiama Gran Loggia Regolare d’Italia. Va comunque detto che la gerarchia massonica serve solo a farla funzionare. Nessun vero massone si sentirebbe migliore di altri solo perché gli è stato affidato un incarico.

9. Esistono dei riti particolari?

R. Ciascuna Loggia deve seguire un rituale (una sorta di sceneggiatura) per funzionare. Di rituali ne esistono moltissimi, alcuni dei quali sono molto pittoreschi e usano parole e titoli che rimandano indietro nel tempo. Una caratteristica comune a quasi tutti i rituali è quella della loro progressività iniziatica. Un massone appena creato (Apprendista Ammesso: primo grado), non può assistere ad una cerimonia svolta nel secondo grado (quello di Compagno di Mestiere), e così via. L’iniziazione, il rito che ammette un profano all’interno della fratellanza, è sempre una cerimonia suggestiva, in cui il candidato si impegna a non rivelare i segreti che gli verranno confidati (ma è bene precisare che si tratta di segreti simbolici, non oggettivi), e promette di portare assistenza ai fratelli nei limiti della legge e della morale. Nella cerimonia, egli rinuncia alle tare della vita profana, per rinascere simbolicamente ad una vita più elevata. Esistono poi numerose altre cerimonie, dall’installazione del Maestro Venerabile neoeletto, alla creazione di un Maestro Muratore, che allude alla leggendaria figura di Hiram Abif, l’architetto del Tempio di Re Salomone, che è in qualche modo il personaggio in cui si compendiano molti dei simbolismi essenziali della massoneria.

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