CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI SULLE RELIGIONI

CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI SULLE RELIGIONI

La necessità di orientarsi durante la nostra breve esistenza è un’esigenza fondamentale di tutti gli uomini. Non abbiamo bisogno soltanto di mangiare e bere, di calore, di comprensione e di intimità fisica: abbiamo soprattutto bisogno di trovare la risposta al “perché viviamo”.

Capita quindi che ci poniamo domande esistenziali, domande alle quali un po’ tutte le religioni cercano di dare una risposta. Le più frequenti sono:

-Chi sono io?

-Come è nato il mondo?

-Esiste un dio?

-Cosa accade quando moriamo?

Ci sono poi coloro (sicuramente alcuni di noi) che non sentono di appartenere ad una specifica religione, ma ciò non significa necessariamente che abbiano perduto l’interesse per le importanti domande alle quali prima accennavo.

Tutti insomma abbiamo bisogno di un nostro modo di vedere il mondo ed è per questo che ritengo opportuno conoscere meglio tutte le religioni, la loro nascita, il loro significato filosofico, i loro riti ed i loro dei ed infme perché ritengo giusto che tutto questo aiuti a capire meglio noi stessi, a cercare di rispondere con nostri concetti alle domande che prima formulavo, per rendere più chiara la nostra visione del mondo, o per rafforzarla dove già chiara fosse.

Lo studio delle religioni ci permette inoltre di capire il ruolo che le stesse hanno nella vita sociale e politica dei popoli. Basti riflettere sui numerosi conflitti etnici tutt’ora presenti (cattolici contro protestanti nell’irlanda del Nord; cristiani contro musulmani nei Balcani; musulmani contro induisti in India; buddisti contro induisti nello Sri Lanka per non parlare delle tante sette estremiste che spesso seminano terrore negli Stati Uniti o in Giappone).

Certamente chi osserva, o tenta di conoscere sui libri si pone in una prospettiva esterna e vede le religioni dal di fuori, ricerca somiglianze e differenze, ma la visione non sarà mai del tutto soddisfacente rispetto a quello che un fedele sente nei confronti della sua personale religione. Accade la stessa cosa con la musica, dove, a parole, non si potrà mai ricreare l’esperienza data dall’esecuzione di un brano musicale; oppure con il cibo, dove sarà impossibile “spiegare” il gusto di un gelato o magari il profumo del tartufo.

D’altra parte devo anche ricordare il concetto a noi tanto caro della Tolleranza che è ancora più importante quando parliamo di religione: il rispetto per le convinzioni, la visione del mondo e la vita religiosa degli altri è un presupposto necessario per la convivenza umana.

Ma ché cdsa è la Religione? E’ la cerimonia del battesimo in una piccola chiesa cristiana; èl’adorazione in un tempio buddista; sono gli ebrei con i rotoli della Torah di fronte al muro del pianto a Gerusalemme; sono i pellegrini che si raccolgono di fronte alla Ka’ba alla Mecca.

Ed ancora ci possiamo chiedere: questiriti’hanno qualcosa in comune? Coloro che vi partecipano condividono sentimenti simili? E perché lo fanno? Che cosa significa per loro? Quanto sono influenzati i loro comportamenti dalla società in cui vivono?

Come sono nate le religioni.

Nel corso della storia sono esistite molte forme di religioni e diversi sono stati i tentativi per spiegare il perché siano nate. Una delle spiegazioni è che inizialmente l’uomo vedeva la natura intorno a sé come “animata”: animali, piante, fiumi, montagne, sole, luna e stelle contenevano spiriti che era importante ingraziarsi. L’antropologo Edward Tylor (1832-1917) chiamò tutto ciò Animismo. Influenzato dalla teoria dell’evoluzione di Darwin, sosteneva che a pari passo con l’evoluzione culturale e tecnologica si era verificata anche un’evoluzione religiosa, dapprima verso il politeismo, poi verso il mdnoteismo. Tylor prendeva ad esempio le popolazioni tribali, le quali, non essendo progredite dall’età della pietra, praticano la stessa forma di Animismo. Questa teoria evoluzionistica è ora abbandonata, e si è d’accordo sul fatto che il tennine Animismo non descrive in modo soddisfacente la religione delle popolazioni tribali.

Alcuni studiosi considerano la religione come il prodotto di fattori sociali e psicologici. Karl Marx sosteneva per esempio che la religione, così come l’arte, la filosofia, le idee e la morale, non è altro che una sovrastruttura costruita sulla base del sistema economico. Il progresso della storia èregolato dal modo in cui viene organizzata la produzione e da chi ne possiede i mezzi, le fabbriche ed i macchinari; la religione rispecchierebbe solo questi rapporti fondamentali.

Nella scienza delle religioni, oggi domina il concetto di religione come elemento indipendente nell’esistenza umana, legato a fattori sociali e psicologici, ma allo stesso tempo dotato di una propria struttura.

Personalmente, leggendo alcuni testi, dai quali ho poi estrapolato il sunto riguardante le principali religioni che Vi ho illustrato nelle precedenti tornate, pur nella sua incompletezza e parzialità in rapporto alla vastità della materia, ho trovato che è facile cogliere una serie di elementi (al9uni dei quali risalgono a tempi antichissimi) comuni a tutte le religioni, un po’ come se le idee, !a filosofia, le forme di culto, si fossero trasmesse tra gruppi di popolazioni allo stesso modo di altri fenomeni culturali, come la conoscenza della ruota o dell’aratro.

Ne faccio alcuni esempi:

–           esiste sempre una entità soprannaturale, un creatore del tutto, un simbolo al quale indirizzare le suppliche e le preghiere (che sono poi altri elementi sempre presenti).

–           troviamo in tutte la simbologia della morte e della rinascita, che a volte può essere vista come reincamazione, ma pur sempre considerata quale premio o condanna in funzione delle azioni e della moralità condotte durante la vita dell’individuo.

–           l’uomo deve vivere in armonia con la sacralità della natura, con l’universo e con tutte le altre creature, in quanto lui stesso elemento, più o meno importante del creato secondo a quale religione si analizzi.

–           è comune il fatto di avere riti di iniziazione, come il battesimo per i cristiani, la circoncisione per gli ebrei ed i musulmani, o molti altri degli induisti.

–           ritroviamo infme tutta un’altra serie di elementi che, pur essendo rappresentati con pratiche diverse, sono presenti in tutte le religioni. Si tratta del sacrificio, della purificazione e del pasto sacro.

E’ anche per l’insieme di questi fattori che non dobbiamo essere scettici circa quelli che sono i

principi di chi crede in altre tradizioni, ma dobbiamo invece capire che ogni religione,

soprattutto se esposta da chi la condivide pienamente, ha un suo fascino particolare:

–           l’Ijduismo, che serenamente ci assicura che viviamo in un mondo a misura d’uomo.

–           il Buddhismo, con la sua miscela di saggezza e comprensione.

–           il Confucianesimo, che ci rammenta come la modestia possa essere prossima alla divinità, se non tutt’uno con essa.

–           Il Taoismo, con la sua affascinante interpretazione della vita come qualcosa che è organico alla natura.

–           l’Ebraismo, esempio di sopravvivenza e rinascita nonostante la lunga oppressione.

–           il Cristianesimo, sempre teso ad emulare il suo fondatore “pienamente umano e pienamente divino”.

–           1’ Islam, persuaso, con la maestosa semplicità di una moschea, dell’assoluta supremazia di Dio.

Aggiungo poi che ogni cristiano convinto, se fosse nato in un’altra nazione, sarebbe sicuramente un fervente musulmano, ebreo, buddista o induista e naturalmente il ragionamento può essere esattamente ribaltato.

Ma dobbiamo anche riflettere che, se fossimo completamente vittime di concezioni mistiche o irrazionali, non si sarebbe verificato alcun processo scientifico, tecnico, speculativo, alcun cambiamento nella nostra società, come bene ci ha insegnato la nostra storia cominciando da Galileo Galilei.

I problemi sono nati, infatti, quando l’uomo ha preteso di regolare tutta la vita quotidiana, anche quella naturale, sulla base unicamente di spiegazioni religiose. Così sono nati (ed esistono purtroppo anche oggi) i fondamentalismi. Faccio due esempi per tutti: i roghi della chiesa al tempo della inquisizione e quello molto più attuale del regime afgano dei Taliban, che ha sbriciolato due enormi statue in pietra di Buddha che erano state scavate prima della nascita della religione islamica, oltre ad aver raso al suolo il museo archeologico di Kabul. Quanti modi di essere religiosi ci sono!

Voglio ora leggre parte di un articolo apparso sul “Laboratorio” del Novembre/Dicembre 2000, nel quale un Nostro Fratello descrive quella che ~ la realtà in numerose Logge straniere, riportata nell’Annuario della GL di Scozia:

La fede in un Essere Supremo è la convinzione preliminare di appartenenza: noi siamo convinti del fatto che ciascuno abbia la libertà di onorario in misura della propria fede ed accettiamo il Libro delle Sacre Scritture, che la Massoneria speculativa ha ereditato da quella operativa, sulla quale si fonda buona parte del nostro rituale.

Se il Vecchio ed il Nuovo Testamento della Bibbia, vengono considerati come due libri separati~ allora ci sono non meno di sette gruppi di Sacre Scritture che vengono aperte all ‘Oriente delle nostre Logge tra Israele e la Nuova Zelanda. Questi sono:

i)          La Bibbia (14 T.) per gli ebrei

2)        La Bibbia (NT.) per i cristiani

3)        Il Dhammapada per i buddisti Mahay-ana

4)        11 Gita per gli indù

5)        Il Granth Sahib per i sikhs

6)        Il Corano per i musulmani

7)        Lo ZendAvesta per iparsi e zoroastriani

Tutti questi sacri testi fanno riferimento ad una divinità suprema. Qui da noi è abitudine tenere la Bibbia aperta o chiusa sull ‘altare: Non è ritenuto indispensabile usare una sola Bibbia con il N. T. dal momento che i massoni cristiani ammettono un unico volume come libro sacro. In Israele per4 dove per la maggioranza vale solo il VT. come sacra scrittura, si è soliti tenere anche il N. T. qualora fossero presenti dei cristiani.

La Loggia Singapore n0 7178 tiene sull ‘altare tutti e sette i libri~ di cui sei aperti: La Bibbia usata, infatti. c~,ptiene i due Testamenti~ ma aperto è solo il VT.; squadra e compasso sono stesi abitualmente sulla Bibbia: se però un iniziando è legato ad un altro libro sacro, allora si pongono su questo a parte una squadra e compasso. fl Corano risulta abitualmente chiuso, fino a quando non lo si usa per una Promessa Solenne: infatti questo non può essere toccato dalle mani scoperte di un non musulmano, perciò i Fratelli portano i guanti ed il Corano è, in ultima analisi, coperto con un panno.

La G.L. dell ‘India tiene sei libri sull ‘altare, di cui cinque aperti; poiché in India non ci sono Fratelli Buddisti, il Dhammapada viene lasciato da parte. Durante le riunioni della G.L., squadra e compasso vengono messi sul libro sacro al quale il credo del Gran Maestro appartiene e tutte le Logge della comunione seguono le medesime direttive. Logge di altre obbedienze indiane utilizzano sull ‘altare la Bibbia e, solitamente, gli altri libri sacri, qualora la religione dei loro membri lo richieda. Alcune Officine pongono sull ‘altare la loro Bibbia, ma hanno a portata di mano tutti gli altri libri sacri in caso di Promessa Solenne.

Le Logge di Israele mettono sempre il 14 T. aperto sull ‘altare con squadra e compasso; quando sono presenti Fratelli cristiani o musulmani, vengono aggiunti anche il N. 7’. ed 11 Corano coperti da squadra e compasso, poi seguono gli altri tre librL

Da questa lettura si può capire piuttosto bene come la Massoneria intenda rapportarsi con le religioni e credo che il testo non abbia bisogno di ulteriori commenti.

Mi rendo conto, con questo lavoro, di aver sollevato (a me per primo) una gran quantità di interrogativi e, se vogliamo, di aver confuso idee anziché contribuito a fare chiarezza sui punti che riguardan6 la religione, ma, come ho già avuto occasione di dirVi, questo va considerato un lavoro aperto, una traccia per spunti di riflessione a 3600, senza pretese. E’ per questo che non voglio tirare alcuna conclusione    tranne forse una mia personalissima riflessione: credo che dobbiamo vivere nella convinzione che nella pluralità delle religioni ci sia qualcosa di affascinante, anziché di allarmante.

Voglio infine chiudere con altre domande alle quali, spero, qualcuno possa darmi delle risposte convmcenti:

–           perché assistiamo alla nascita di sette religiose, di nuove correnti e di movimenti alternativi?

–           Quale, fra tutte quelle prese in esame, può essere definita la migliore religione?

–           La religione è paura? E’ superstizione?

–           Quanto l’uomo-massone è religioso?

–           Perché sono nate le religioni?

–           La religione limita la libertà dell’uomo?

–           Quali saranno le conseguenze della “globalizzazione” delle religioni?

Follonica 21 Marzo 2001

  FR.’. M. L.

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