DONNE IN MASSONERIA

Alla fine del secondo articolo che riguarda i Landmark, ci siamo riservati di analizzare la questione dell’ammissione delle donne in Massoneria.
Perché una donna non dovrebbe poter intraprendere un cammino iniziatico? Perché la soluzione deve essere quella di percorsi collaterali, stimolanti ed importanti quanto si vuole, come quelli delle Stelle d’Oriente, o essere relegate in Logge esclusivamente femminili, e non poter far direttamente Massoneria?

Lo stesso Mackey a commento del diciottesimo Landmark scrive:

Fin dalla nostra entrata nell’Ordine abbiamo trovato certi decreti che stabiliscono che potessero entrarvi solo uomini capaci di affrontare fatiche o di adempire al dovere dei massoni speculativi. Noi abbiamo preso l’impegno solenne di non alterare questi regolamenti che non potrebbero esser cambiati senza una completa disorganizzazione del sistema intero della Massoneria speculativa.

Ovvero, la spiegazione è solo rimandata ad una consuetudine, né ad una tradizione tantomeno vengono addotte delle spiegazioni di natura esoterica.

Sul sito della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, quella che cioè si erge ad arbitro della regolarità, forse solo per aver codificato per prima delle regole, nella pagina delle FAQ, ovvero delle Frequently Asked Questions, si legge:

Are there women Freemasons?
Yes. Whilst UGLE, following the example of medieval stonemasons, is, and has always been, restricted to men, women Freemasons have two separate Grand Lodges, which are restricted to women.

Che tradotto in italiano suona:

Ci sono donne Massoni?
Sì, mentre la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, seguendo l’esempio dei tagliapietre medioevali è, e sarà sempre, ristretta agli uomini, le donne Massoni hanno due Gran Logge separate che sono ristrette alle donne.

Adesso, ci sono almeno due buoni motivi per contestare questa giustificazione.
Il primo è di natura storico. Ci sono diverse testimonianze dell’accettazione di donne nelle corporazioni medioevali di muratori. Alcuni esempi sono molto citati tra coloro che perorano la possibilità di accettare anche le donne.

Già nel 1268 in Francia il ‘Livre des Métiers’ di Etienne Boileau ammetteva le donne anche al grado di Maestro nelle varie corporazioni artigiane, anche quelle legate a mestieri all’apparenza esclusivamente maschili.

La Gilda dei Carpentieri di Norwich negli Statuti del 1375 faceva riferimento a Fratelli e Sorelle.

Lo Statuto della Loggia di York del 1693 recitava:

Colui o Colei che deve esser fatto Massone pone le mani sul Libro ed allora le istruzioni sono date.

Questi gli esempi più citati, ma ve ne sono tantissimi altri. Il motivo di questa tradizione ha una spiegazione molto semplice. I Maestri che non avevano figli maschi potevano assicurarsi il controllo del patrimonio di famiglia ammettendo le proprie mogli o figlie, che nel caso di morte prematura del Maestro, potevano così assumere il controllo della Loggia. Si tratta di un’ammissione non operativa, nella maggior parte dei casi, ma la nostra Massoneria, non è operativa, è solo speculativa.

Questo ci porta al secondo motivo secondo il quale il richiamo alle consuetudini delle corporazioni medioevali di muratori non è assolutamente sufficiente a giustificare il rifiuto di ammettere le donne. I criteri che erano indicati per la Massoneria Operativa sono improponibili nella Massoneria Speculativa. Il passaggio che vieta l’ingresso a chi è “mutilato” è scomparso abbastanza presto, senza che nessuno sia stato accusato di eresia o di irregolarità.

Inoltre, voler ancorare la tradizione Massonica alle sole corporazioni medioevali, risulta senza dubbio riduttivo. Del resto, la posizione critica nei confronti dei Landmark da parte di autori come lo stesso Guénon sono note.

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