I VEGETALI NELLA MASSONERIA

I SIMBOLI VEGETALI NELLA MASONERIA

Ricerca di MARCO ROCCHI

Introduzione

Introduzione

Il mondo massonico presenta numerosi simboli di ispirazione vegetale;  alcuni traggono la loro origine dalla cultura dei liberi muratori medievali, altri attingono dalla tradizione di altre istituzioni esoteriche, altri infine sono di moderna creazione,  ma  hanno già assunto un ruolo importante nel deposito simbolico della moderna Massoneria. Di tutti questi simboli, e del loro significato, si tratterà in questo lavoro.

Ancora, verrà affrontato il tema dei cosiddetti giardini massonici e quello di istituzioni esoteriche molto vicine alla Massoneria che hanno altri precisi riferimenti vegetali.

Infine, verranno citati alcuni Massoni che si sono distinti nell’ambito della Botanica.

2. Simboli vegetali nell’universo massonico

L’acacia

È doveroso iniziare dall’acacia, simbolo massonico che si riferisce, in particolare , al terzo grado. Nel rituale di elevazione a questo grado, il Compagno d’Arte che ha meritato l’aumento di salario al grado di Maestro rivive la leggenda di Hiram Abiff. Era costui I’architetto incaricato da re Salomone di costruire il Tempio di Gerusalemme. La leggenda narra che Hiram detentore dei segreti delle costruzioni

architettoniche venne ucciso da tre Compagni infedeli che volevano carpirgli questo segreto. Dopo averlo ucciso, lo seppellirono, ma una pianticella di acacia rivelò agli uomini inviati da Salomone il luogo  della sepoltura.1)

Il Compagno che vive il rituale di elevazione al terzo grado viene deposto in una bara (in un chiaro processo di identificazione con l’eroe del mito)2) dalla quale risorge come nuovo Maestro. In Massoneria, lnfatti, I’espressione “conoscere l’acacia” indica 1’avvenuta elevazione al grado di Maestro.

L’acacia, dunque, è simbolo per eccellenza del processo di morte  dell’uomo vecchio e rinascita nell’uomo nuovo, punto cardine della filosofia massonica.

L’acacia è anche presente, all’interno di una fortezza che rappresenta la  Gerusalemme Celeste, nell’emblema del XIX grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, ossia quello di Gran Pontefice.3)

Nella simbologia biblica, l’acacia è riservata alla costruzione di quanto di più sacro e previsto per il culto a Javhé. È lui stesso a indicare che siano di questo legno prezioso l’Arca dell’Alleanza, la Mensa, l’ossatura della Dimora, le colonne che reggono il Velo e quelle che reggono la Cortina, l’Altare degli olocausti e quello dei profumi.4) Dunque, nella simbologia biblica, 1’acacia è legno che indica il legame tra l’Uomo e il Sacro.

C’è, infine, un interessante riferimento letterario all’ acacia nell’Eugenio Onegin, opera del massone Aleksandr S. Pu5kin,    in cui si legge il verso:

Come dicevo, il mio Zareckij, all’ombra delle

amarasche e delle acacie, aveva alfine trovato

rifugio dalle tempeste e viveva come un autentico

saggio.6)

In questi versi, l’acacia è dunque associata ad una vita saggia, vissuta lontano dalle tempeste del mondo profano.

La melagrana

Questo frutto, che al giorno d’oggi orna una delle due colonne d’ingresso ai templi massonici,7) nella Bibbia orna entrambe le colonne d’ingresso al Tempio di Salomone 8) ,come riferito sia nel Primo Libro dei Re, ove si legge che Hiram fece melagrane su due file intorno al reticolato per coprire i capitelli sopra le colonne; allo stesso modo fece per il secondo capitello9), e che nel Secondo Libro delle Cronache, in cui si afferma che il Maestro architetto fece ghirlande e le pose sulla cima delle colonne. Fece anche cento melagrane e le collocò fra le ghirlande.l0)

Sul significato simbolico della melagrana in Massoneria si è detto e scritto molto. Come sempre capita parlando di simboli, tuttavia, è evidente che il significato non può essere cristallizzato in un solo aspetto, e che nessuno può vantare il possesso della verità. Detto questo, due sono le interpretazioni più accreditate: la prima è che simboleggi l’unità nella diversità (l’unità del frutto nella diversità dei chicchi; e quindi, per analogia, l’unità della Massoneria nella diversità dei Fratelli massoni); la seconda è che stia a indicare la difficoltà di penetrare il mistero massonico, ma insieme la piacevolezza del risultato quando questo sia raggiunto (la scorza coriacea, difficile da aprire, contrapposta al sapore gradevole dei chicchi).

Bruno Poggi, di recente, ha invece così sintetizzato il simbolismo della melagrana nel mondo muratorio:

L’immagine simbolica si commenta da sola se mentalmente si trasferiscono le componenti del frutto a realtà umane. Il frutto, nel suo insieme:

“Unum ad Omnes” (Una realtà unica per tutti). La scorza coriacea, tossica e amara: il potere di isolamento e di difesa da agenti esterni con intenzioni aggressive o distruttive. All’interno del frutto la sepimentazione in loculi: si riferisce alle tante distinte sedi dell’Istituzione.11) La pelle (arillo) che ricopre ogni chicco: è la coscienza

autonoma del singolo. La comune dolce e rossa sostanza che dà il

colore: è il simbolo delle Virtù teologali che uniscono tutti i componenti (Fede, Speranza e Amore). 12)

Il nontiscordardime

Questo fiore è entrato solo nell’ultimo secolo nel deposito simbolico della Libera Muratoria, ma è subito diventato una delle immagini più amate dai Massoni di tutto il mondo.

L’origine del nome di questo fiore è raccontato in una antica leggenda austriaca: due giovani innamorati si stavano scambiando, lungo le rive del Danubio, una promessa d’amore, e il giovane stava donando un mazzolino di questo fiore alla fanciulla, quando improvvisamente scivolò nel fiume e fece in tempo soltanto a gridare alla sua amata:  “Non ti scordar di me!”. Sin dal tardo medio evo, in Austria, il fiore assunse il simbolo di memoria di chi non c’è più. Non stupisce, quindi, che durante il nazismo – prima in Austria, poi in Germania il nontiscordardime sia stato assunto come simbolo della Massoneria, svolgendo un duplice ruolo: quello di memoria dei tanti Massoni perseguitati, internati e uccisi dal regime di Hitler e, insieme, quello di segno di riconoscimento tra gli appartenenti all’Istituzione, laddove il canonico simbolo di squadra e compasso sovrapposti era diventato troppo pericoloso. Quando, al termine della Seconda Guerra Mondiale, la storia fu risaputa, i Massoni di tutto il mondo adottarono, in un moto spontaneo, questo simbolo.

La spiga di grano

La spiga di grano è da sempre simbolo di abbondanza, ma non è forse per questo che entra a far parte della tradizione massonica, quanto piuttosto per le caratteristiche della parola ebraica che la indica.

Infatti, l’ebraico per “spiga di grano” è shibboleth, una parola di difficilissima pronuncia, 13) poiché la coppia di lettere sh andrebbe pronunciata, stando ai manuali, come un suono aspirato simile a quello di un respiro difficoltoso.

Narra la Bibbia che i Galaaditi la richiedessero come parola di passo a chi voleva attraversare il fiume Giordano; poiché gli Efraimiti (nemici dei Galaaditi) la pronunciavano con un suono sibilante, essi venivano costantemente respinti o uccisi:

I Galaaditi intercettarono agli Efraimiti i guadi del Giordano; quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: “Lasciatemi passare”, gli uomini di Galaad gli chiedevano: “Sei un Efraimita?”. Se quegli rispondeva: “No”, i Galaaditi gli dicevano: “Ebbene, di’ Shibboleth”, e quegli diceva Sibbolet, non sapendo pronunciare bene. Allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano.14)

In effetti, con ogni probabilità, in questo caso la parola shibboleth assumeva un altro significato (più consono al contesto), e precisamente quello di “acqua corrente“; la tradizione massonica, tuttavia, preferisce quest’ultimo il significato già descritto di “spiga di grano“.

E facile in ogni caso, dal racconto biblico, comprendere perché la Massoneria ne abbia fatto una  “parola di passo” per accedere da una camera all’altra.

Il lauro e l’ulivo

Trattiamo insieme questi due simboli vegetali poiché è insieme che essi compaiono nei rituali del Rito Scozzese Antico ed Accettato, e precisamente al IV grado, quello di Maestro Segreto, ove – nella fase di apertura dei lavori il Potentissimo Re Salomone chiede ad Adonhiram dove questi sia stato ricevuto Maestro Segreto, ed egli risponde: “Sotto il lauro e l’ulivo”. Un ramoscello d’ulivo e uno di alloro ornano, insieme ad altri simboli, il grembiule di questo grado e, intrecciati a formare una corona, sono posti sull’ara.

Il lauro, o alloro, era pianta sacra ad Apollo, divinità legata al Sole è quindi indirettamente simbolo, in Massoneria, del Maestro Venerabile.

Nell’antichità, come ben noto, le corone di lauro erano poste sul capo dei saggi, dei campioni, dei condottieri vittoriosi.

L’ulivo era invece pianta sacra a Minerva (dea che accompagna simbolicamente le virtù del Maestro Venerabile); nella tradizione giudaico-cristiana, invece, il ramoscello di ulivo è simbolo di pace e di rinnovato equilibrio.

Sintetizzando il simbolismo delle due piante, dunque, si può pensare che esse riassumano le doti di saggezza, illuminazione, equilibrio interiore che si riconoscono al Maestro Venerabile, per estensione, ai Maestri in generale.

Non è dunque strano che sia sotto questi simboli che avviene il “passaggio” al grado immediatamente successivo a quello di Maestro, ovvero quello di Maestro Segreto.

Cosi Giordano Gamberini, già Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, commenta la presenza di questi due simboli nell’emblema araldico del Grado di Maestro Perfetto:

Sull’altare, una corona di alloro, simbolo della vittoria da riportare su se stessi ed una di olivo, simbolo della fecondità della pace che segue la vittoria. 15)

La rosa

La rosa, nel variegato simbolismo massonico, compare associata alla croce, in modo particolare in alcuni alti gradi dei Riti di Perfezionamento (XVIII grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato: Principe Rosa+Croce, Cavaliere dell’Aquila e del Pellicano; XI grado dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim: Cavaliere dell’Aquila e del Pellicano, Principe Rosa+Croce).16)

Dunque, è nel contesto dell’eredità rosacrociana che va studiato il simbolismo di questo fiore nella Libera Muratoria.

La rosa simboleggia la bellezza, la dolcezza, la purezza, l’amore spirituale; in particolare, poi, per il modo in cui petali e sepali si stringono tra loro, può anche rappresentare la concordia e l’amore fraterno.

La croce è invece alchemicamente considerata l’incontro fra i quattro elementi (acqua e aria sul piano orizzontale, terra e fuoco su quello verticale); il centro rappresenta quindi il perfetto equilibrio tra questi elementi alchemici.

Ma la croce è anche fusione della materialità (sul piano orizzontale) e della spiritualità (su quello orizzontale).

Nel simbolo rosacrociano, quindi, la rosa è situata al centro dei due bracci della croce, perfetto equilibrio tra la materialità e la spiritualità, dunque simbolo di amore e fratellanza che nasce nel punto d’incontro tra grandi diversità.

Ma, nella versione originaria del rosacrocianesimo – una delle forme più alte di esoterismo cristiano, da cui la Massoneria ha attinto copiosamente la rosa che fiorisce dalla croce indica anche la possibilità di rinascita di un patto tra Uomo e Dio in forza della crocifissione di Gesù. Infatti, almeno in origine, le rose erano cinque: le prime quattro erano poste all’estremità della croce (e il quattro è numerologicamente simbolo di compiutezza), mentre la quinta, posta al centro, rappresenta una nuova possibilità, la riapertura di ciò che pareva compiuto.

Un’ altra interpretazione è che la rosa fiorita sulla croce indichi che il mistero della crocifissione deve ancora essere rivelato; infatti la croce risulta simbolicamente sub rosa, espressione che indica un segreto. Un’altra interpretazione – e per di più proprio nell’ambito massonico – è stata infine fornita da Carl Gustav Jung:

La croce e la rosa rappresentano il problema degli opposti dei Rosacroce (per crucem et rosam), e cioè degli elementi cristiano e dionisiaco.l7)

Va altresì ricordato che le Obbedienze massoniche nordiche (e sempre più spesso anche le altre Obbedienze, incluse quelle italiane) celebrano, nel giorno del Solstizio d’Estate, la Festa delle Rose, cui possono accedere anche i profani. Durante il suo svolgimento, tutti i presenti posano una rosa rossa sull’ara del Tempio. Il significato è riportato in un passo del rituale, in cui è presente la seguente invocazione al Grande Architetto Dell’Universo :

Abbiamo adornato di rose rosse l’Ara a te edificata, e bruceremo la pergamena con i nostri nomi. Attraverso questi atti simbolici noi manifestiamo l intenzione di bruciare ogni errore profano commesso in passato. Dalla fragranza delle rose ricaveremo Saggezza, Bellezza e Forza, le grandi Virtù che ci proponiamo di mantenere nei nostri cuori,  onde meglio servire in Tuo nome l’Umanità. Incidi nella nostra coscienza le massime sublimi che ci insegnano: “Prima che la tua Rosa possa restare alla presenza del Grande Architetto Dell’Universo, essa deve essere intrisa nel sangue dei sacrifici del Tuo cuore”.18)

La spiegazione del simbolismo delle rose è approfondita in un passo

successivo: Diffondete sempre più lontano la fragranza della pura Saggezza, o Rose, simbolo dell’Io superiore, nella Sua veste di Luce iniziale fecondata dallo Spirito.

Voi, diventate rosse, foste bagnate dal sangue del sacrificio dei nostri cuori. Voi, simbolo di Bellezza, di Riservatezza e d’Amore. l9)

3. I giardini massonici

Negli ultimi anni, diversi ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione sui cosiddetti giardini massonici, che nel settecento iniziarono ad ornare ville e parchi cittadini introducendovi chiare simbologie esoteriche e, più specificamente, libero muratorie.

Come ha sottolineato Agostinetti, tre sono i fattori che possono far classificare come massonico un giardino settecentesco: la presenza di simboli inequivocabili come squadra e compasso, le due colonne contrassegnate da J e B, la stella fiammeggiante (per citare i più comuni e caratterizzanti) o, in assenza di questi, ma  in presenza di altri simboli a potenziale lettura esoterica (le grotte, le piante, i colori, i ponti), l’identificazione del committente o dell’architetto come un affiliato alla Massoneria.20)

Come sempre, lo scopo era di velare valori dietro i simboli, a volte direttamente massonici, molte altre mutuandoli dal deposito simbolico dell’alchimia (cui, peraltro, la simbologia massonica deve molto). Cosi, non è difficile trovare giardini organizzati in quattro zone (corrispondenti ad aria, acqua, terra e fuoco) o in tre livelli, corrispondenti alle tre fasi dell’opera alchemica (opera al nero o nigredo, opera al bianco o albedo, opera al rosso o rubedo): qualcosa di simile si trova a Pesaro, a Villa Caprile, residenza estiva della famiglia Mosca-Barzi, che annoverò alcuni massoni tra suoi membri.21)

Più in generale, per capire i1 significato del giardino massonico, riportiamo le esaurienti parole di Agostinetti:

un’arcana unione di elementi, talvolta tra loro contrastanti: fonte e montagna, acqua e ponte, montagna e caverna, grotta ed alberi. ( . . .) Era però un ritorno alla natura, alle radici dove, ad  esempio, la nuda montagnola o la neo-gotica torre potevano corrispondere all’ascesa ai gradi massonici. Naturalmente tutto dipendeva dalla sensibilità e dalle possibilità economiche del committente, signore e padrone della villa o del palazzo, dovendo in ogni caso il giardino corrispondere ad alcuni canoni di costruzione che, spesso, corrispondevano a precisi simboli massonici. Il nuovo giardino poteva essere visto come ideale immaginazione di riferimenti prospettici, di luce-ombra, di interpretazione tra paesaggio e santuario e dove i Fratelli potevano spaziare nel classico dualismo massonico tra ragione e mito; 22)

e, ancora, quelle dí Biedermann:

il percorso dalla foresta selvaggia attraverso il boschetto sacro conduce al giardino, cioè è ad una porzione di natura organizzata e curata in modo artificiale, a cui il simbolismo tradizionale assegna un ruolo positivo… Il Giardino del Paradiso rimanda al Creatore, che assegno ai primi esseri umani un luogo ben curato e dal quale erano esenti i pericoli. (…)

Nell’iconografia alchimistica un giardino di questo genere rappresenta una contrada a cui è possibile accedere attraverso una stretta porta e soltanto a condizione di aver superato grandi fatiche e difficoltà.23)

Dunque il giardino massonico è la rappresentazione simbolica del percorso di liberazione che l’Uomo compie all’ interno dell’istituzione libero muratoria, non tuttavia in senso celebrativo, quanto piuttosto come ulteriore stimolo alla riflessione.24)

In questo senso va anche interpretato il celebre Parc Guell di Barcellona, progettato da Antoni Gaudi, esoterista cristiano molto vicino alla Massoneria.25)

Una annotazione a parte merita infine Leon Dufourtry, architetto francese affiliato alla Massoneria, che progettò e realizzò l’Orto Botanico di Palermo con simbologie egizie – secondo il gusto massonico dell’epoca – ed altre più distintamente libero muratorie.

4. Le massonerie vegetali

Nel corso degli ultimi tre secoli, dalla fondazione della Massoneria moderna (intesa in senso speculativo) convenzionalmente fissata il 24 giugno 1717 con la costituzione della Gran Loggia di Londra, numerose Istituzioni, di tipo massonico o paramassonico, si sono ispirate per il loro simbolismo al mondo vegetale, piuttosto che fare riferimento al simbolismo della pietra, materia prima dei costruttori di cattedrali, ai quali si rifà invece la Massoneria intesa in senso stretto. Analizzeremo, di seguito, alcune di, queste Istituzioni.

La Massoneria Noachita

Questo ordine massonico (rappresentato in Italia dall’Antico Rito Noachita, che gode del riconoscimento del Grande Oriente d’Italia) è spesso definito come Massoneria del Legno, poiché si rifà al simbolismo della costruzione dell’Arca di Noè. Dunque, mentre i Massoni di norma costruiscono un Tempio utilizzando la pietra, i Noachiti sono simbolicamente chiamati a costruire l’Arca utilizzando il legno. Si tratta di un rito fortemente ispirato a un’ideale riconciliazione del trinomio Uomo-Natura-Dio.

La tradizione noachita ha un corrispettivo inglese nel grado di Royal Ark Mariner.

Carboneria, Charbonnerie, Ordre des Fendeurs, Sorelle Giardiniere

Anche la Carboneria è spesso stata indicata come Massoneria del Legno, per via del suo riferimento al carbone. Si tratta senza dubbio della più nota e più importante società segreta con fini politici e rivoluzionari dell’Ottocento. Le sue origini vanno con ogni probabilità ricercate nell’Ordre des Fendeurs (ossia dei Taglialegna), che fu fondato a Parigi nel 1747 dal Massone Cavaliere di Beauchaine con l’intento di costituire una società segreta con un simbolismo simile a quello massonico (tuttavia di stampo vegetale), che fosse però aperta anche alle donne.26)

Un ruolo ha senza dubbio avuto, nella sua costituzione, anche la Charbonnerie francese, società segreta che sosteneva di discendere direttamente dalla corporazione dei carbonai medievali; quel che è certo, è che fu proprio un membro della Charbonnerie, Joseph Briot, a fondare a Napoli, nel 1808, la Carboneria quale ci è pervenuta nei pochi documenti giunti sino a noi, quella cioè che ha poi partecipato ai moti indipendentisti italiani. Fu lo stesso Briot a dotarla di rituali che combinavano quelli della Massoneria e quelli della Charbonnerie.

La Carboneria non ebbe carattere di unitarietà e, da nazione a nazione (talvolta da città a città), potevano svolgersi rituali abbastanza differentitra loro, anche se tutti di chiara impronta massonica.27)

In Carboneria, infine, erano ammesse anche le donne, seppure con un ruolo subordinato, identificato dall’appellativo di Sorelle Giardiniere.

Order of Free Gardeners

Si tratta di una società fraterna paramassonica, nata in Scozia – secondo la tradizione – nel XVII secolo, ossia in contemporanea alle prime Logge massoniche a carattere speculativo.

I1 forte legame, anche simbolico, con la Massoneria, si evince anche dall’emblema dei Free Gardeners che aggiunge, ai tradizionali squadra e compasso, un coltello da giardiniere aperto in modo da sovrapporsi alla squadra.

Il richiamo simbolico è quello della costruzione di un nuovo giardino dell’Eden; torna quindi l’idea – già vista per i Massoni noachiti – della riconciliazione del trinomio Uomo – Natura – Dio.28)

Si tratta, anche in questo caso, di una società fraterna paramassonica, il cui primo meeting ufficiale avvenne a Leeds nel 1834. Tuttavia, la tradizione attesta la presenza di questo ordine (sotto il nome di Royal Foresters) già nel 1745.

Si tratta di una società di fraterno e mutuo soccorso, che simbolicamente richiama l’idea di viandanti che si assistono l’un l’altro durante il lungo percorso entro la foresta della vita. Nota oggi con il nome di Foresters Friendly Society, è una associazione con chiare finalità filantropiche.

Tall Cedars of Lebanon

Si tratta, in questo caso, di un ordine paramassonico in senso stretto; ossia, vi possono aderire soltanto Maestri Massoni e i loro rituali si svolgono, in genere, presso il locale Tempio Massonico.

Il richiamo è ai cedri del Libano, uno dei materiali di costruzione utilizzati, secondo le fonti bibliche, per la costruzione del Tempio di Salomone:

Hiram 29) fornì a Salomone legname di cedro e

legname di abete, quanto ne volle.30)

fa esattamente riferimento alla figura di Noè, mentre il primo è ispirato a quella di Adamo e il terzo a quella di Salomone.

Lo scopo degli Alti Cedri del Libano è essenzialmente filantropico e supportano coi loro finanziamenti la ricerca medica, specie nell’ambito delle distrofie muscolari.

8.5. I botanici massoni

Vogliamo ricordare, per concludere, alcune figure di botanici, senza alcuna pretesa di completezza che hanno aderito alla Massoneria.

Botanici italiani

Ricordiamo anzitutto Antonio Cocchi, il primo italiano ad essere iniziato alla Massoneria in una Loggia in territorio italiano 3l) (si trattava di una Loggia innalzata a Firenze, di obbedienza inglese), il 4 agosto 1732. Era un medico e un naturalista nato a Benevento nel 1695. Lo ricordiamo qui in quanto membro della Società Botanica 32) e di un’opera d,i interesse botanico sulla pianta di cacao e sul suo uso alimentare, dal titolo “Discorso sopra la cioccolata“. 33) Fu inoltre autore del trattato Del vitto pitagorico per uso della medicina, concernente i benefici dell’alimentazione vegetariana.34)   Infine, nel 1737 fu incaricato di tenere, î Palazzo Vecchio in Firenze, l’elogio funebre di Pietro Antonio  Micheli botanico del Granduca di Toscana e fondatore della Società Botanica Fiorentina.

Domenico Cirillo, medico e botanico napoletano, patriota della Repubblica Napoletana del 1799, fu affiliato alla Massoneria a Napoli presso la Loggia Les Zèles di obbedienza olandese nel 1770, e in seguito alla Loggia La Zelée et la Sécrète, passata dall’obbedienza olandese a quella inglese. Per l’adesione alla Repubblica, fu condannato a morte; la sentenza fu eseguita il 29 ottobre 1799. Botanico di grande valore, fu autore di svariate opere riferibili a questa disciplina. Ne ricordiamo: Plantarum rariorum regni Neapolitani,35) Fundamenta botanica sive Phitosophiae botanicae expticatio,36) Ad botanicas Institutiones introductio,37) Tabulae botanica elementares quatuor priores sive Icones partium qua in fundamentis botanicis describuntur.38)

Pietro Petruccio marchese pesarese, nacque nel 1777. Aderì alla Carboneria e alla Massoneria. Per la sua partecipazione ai moti che nel 1831 cacciarono da Pesaro il Legato pontificio, fu esiliato e si trasferì a Marsiglia. Rientrato a Pesaro solo nel 1847 o vi rimase fino alla morte, sopravvenuta nel 1863 . Professore presso l’Accademia Agraria di Pesaro, fu autore di un prezioso erbario o purtroppo ridotto ormai in pessime condizioni ed oggi conservato presso il Centro Ricerche Floristiche Marche della Provincia di Pesaro e Urbino; fu inoltre in contatto coi maggiori botanici dell’epoca, che 1o citano sovente nelle loro opere. Lodovico Calvesi, esule con lui a Marsiglia, gli dedicò una pianta, la Sphaeria petrucciana.39)

Botanici stranieri

Partiamo senz’altro da Elias Ashmole (1617-1692), uno dei primissimi massoni speculativi accettati da una Loggia operativa nel XVII secolo; antiquario, alchimista, collezionista d’arte, storico, astrologo, egli fu anche un valente botanico. Eredito la ricca collezione botanica di John Tradescant e ne finanziò la pubblicazione del catalogo, il cosiddetto Musaeum Tradescantiam .40)

Ricordiamo ancora il portoghese Jose Correia da Serra (17 5 1- 1823), che ebbe un ruolo importante nel trasferire al chiuso ambiente portoghese i metodi più avanzati raggiunti dagli specialisti europei nell’ambito della classificazione botanica. 41)

Robert Kaye Greville (1794-1 866) fu membro della Royal Society of Edinburgh e presidente della locale Botanical Society. Fu apprezzato autore di numerosi saggi, in particolare sulle piante crittogame. Massone è anche ricordato per aver partecipato in qualità di vicepresidente alla Convention Mondiale anti-Schlavista, che si tenne presso la Freemasons’ Hall di Londra nel 1840.42)

William James Tutcher ( 1867 -1920) fece la sua carriera botanica in Hong Kong dove arrivò a coprire il ruolo di Sovrintendente del locale Dipartimento Botanico. Fu a Hong Kong che egli divenne Massone, e arrivò a ricoprire la carica di Deputy Dirtrict -Grand Master of Hong Kong and South China.43)  Gli fu dedicato il genere Tutcheria da Stephen Troyte Dunn.

Per concludere, segnaliamo che in un saggio del 2010 è riportato l’elenco completo dei Massoni membri  della Royal Society, in cui figurano i seguenti botanici (in ordine alfabetico): 44)

Joseph Banks (1743 – 1820): sotto la  sua guida (virtuale, poiché non assunse mai il ruolo ufficiale di Direttore, pur svolgendone le mansioni) il Kew Royal Botanic  Garden divenne  il principale Orto Botanico a livello mondiale.

Charles Dubois (1656-1740): il suo erbario di oltre 13.000 esemplari è oggi conservato all’oxford Botanic Garden.

Naphtali Franks (1714-1796): fu un collezionista di semi e piante provenienti da tutto il mondo.

Joseph Reynolds Green (1S48-1914): fu docente di Botanica e membro della Società Farmaceutica della Gran Bretagna.

George Hibbert  (1757-1837) collezionò numerosi reperti botanici

John Martyn (1699-1768): medico, applicò le sue conoscenze botaniche alla cura di diverse patologie. Pubblicò un volume dal titolo Historia plantarum rariorum nel 1728.

Richard Richardson ( 1663 -174l): fu un assiduo viaggiatore e raccoglitore di campioni botanici e, con le sue ricerche, ampliò considerevolmente la lista delle piante del territorio Britannico.

Philip Barker Webb (1793 – 1854): grande viaggiatore, costituì un ricco erbario che lasciò poi in eredità al Museo di Storia Naturale di Firenze. L’Università di Firenze gli ha dedicato la rivista botanica Webbia tutt’ ora attiva.

William Whitering (1741-1799): medico, applicò le proprie competenze botaniche alle terapie cliniche. Fu l’autore di un testo botanico di riferimento, The botanical arrangement of att the vegetables naturally growing in G. Britain, che conobbe diverse edizioni.

NOTE

1) Del personaggio di Hiram si riferisce nella Bibbia, e precisamente in I Re, 7: 13-14 e 2  Cronache, 12-13; tuttavia la leggenda del suo omicidio da parte dei compagni infedeli è una leggenda squisitamente massonica.

2) A proposito dell’identificazione, nei riti di iniziazione, con l?eroe del mito, Jung afferma: “Un’altra identificazione importante per l’esperienza di trasformazione è quella col dio o con I’eroe che si trasforma nella cerimonia sacra. Molte cerimonie cultuali hanno come scopo la creazione di questa identità” (C.G. Jung, “Sul rinascere”, in Anima e morte; Sul rinascere) Bollati Boringhieri, Torino 1978,p.61

3) Si tratta di un cosiddetto grado desueto – ossia, non più praticato – del sistema rituale del Rito Scozzese Antico ed Accettato.

4)Esodo 25: 10 – 30:1.

5) Il poeta fu membro della Loggia Ovidio all’Oriente di Ki5injov.

6) A.S.Pu5kin, Eugenio Onegin, Milano, Rizzoli 1999, p. 301.

7) Per la precisione, la colonna Jachin.

8) quindi sia la colonna Boazc he la colonna Jachin.

9) 1 Re, 7: 18.

10) 2 Cronache,3: 16.

11) Ovvero alle Logge.

12) B. Poggi, Symbola, simbologia alchemica araldica e muratoria, Pescara, Ianieri Editore 2007, p. 146.

13) In sociolinguistica, addirittura, il termine shíbboleth sta proprio ad indicare una parola di non sia madrelingua.

 14) Giudici; 12 5-6

15) G. Gamberini, Gli emblemi araldici della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato, Firenze, Convivio/Nardini Editore 1988, p. 89.

16) È del tutto evidente la corrispondenza dei gradi nei due sistemi rituali.

17) C.G. Jung, Ricordi, sogni, riflessioni, Milano, Rizzoli 1998, p.285.

l18) R. Chissotti, Moderno Dizionario Massonicoo Foggia, Bastogi 2001,p.496.

19)  lbidem.

20) N. Agostinetti, Giardini massonici dell’Ottocento veneto,Padova, La Garangola 2006,pp. 7-8.

21)Francesco Mosca Barzi, in particolare, è ricordato da Carlo Porta nella poesia Ona vision, che ne

fa esplicito riferimento in quanto Massone: “Hoo vist Bovara, hoo vist Battaja…el dis, / Mosca…

Pensa… Vian… Ohíbò, ohibò, ohibò! / Anch de sta sort de robba in Paradis? /No sal che son de quej

che l’ha daa in lista / el Devecc per Massoni a noi Sussista?”.

22) lvi,pp. I l-12.

23)H. Biederm ann, Enciclopedia dei simboli,Milano, Garzanti 1991, pp.226-228.

24) Pe, una ricca disamina sui giardini massonici in particolare ed esoterici in generale, si veda B. Mazza Boccazzi, “Esoterismo nei giardini veneti”, in G.M. Cazzaniga (a cura di), Storia d’Italia, Annali 25, Esoterismo, Torino, Einaudi 2010, pp. 405-429.

25) M. Rocchi, “L’esoterismo senza tempo di Barcellona, dai costruttori di cattedrali a Gaudi”o in

Secreta l: 46-60,2011.

26) J.M. Greer, Dizionario enciclopedico dei Misteri e dei Segreti,Milano, Mondadori 2008, pp. 438- 439.

27) M. Rocchi, Rinato nella pietra, Catania, Tipheret 2014, p. 88.

28) Peraltro, il secondo dei tre gradi dell’Ordine dei Free Gardeners.

29) Si tratta in questo caso di Hiram re di Tiro, da non confondersi dunque con l’architetto Hiram Abiff, che progettò il Tempio di Salomone.

30) I Re 5:24.

31) La  precisazione è d’obbligo, poiché il primo Massone italiano fu il musicista Francesco Xaverio Geminiani, che venne però iniziato nella Loggia londinese Queen’s Head, il  1° febbraio 1725.

32) Presso la quale tenne nel 1734 un discorso dal titolo Dei vermi cucurbitini detl’ttomo.

33) A. Cocchi, Discorso sopra la cioccolata, Firenze, Polistampa2005.

34) A. Cocchi, Del vitto pitagorico per uso della medicina, Venezia, Simone Occhi 1744.

35) D.. Cirillo, Plantarum rariorum regni Neapolitani, Napoli, Pironti 2005.

36) D.Cirillo, Fundamenta botanica sive Philosophiae bòtanicae explicalio, Napoli, s.e. 1785-1787.

37) D. Cirillo, Ad botanicas Institutiones introduilro, Napoli, Donatl Campi 1771.

38) D. Cirillo, Tabulae botanica elementares quatuor priores sive lcones partium qua infundamentis botanicis describuntur,Napoli, s.e. I 790.

39) M. Rocchi, Naturalisti pesaresi dett’Ottocento: Pietro Petrucci, Domenico Paoli, Francesco Baldassini, in Pesaro tra Risorgimento e Regno unitario,Venezia, Marsilio 2013, pp. 3ll-320.

40) J. Tradescant, Musaeum Tràdescantianum, or A Collection of Rarities, London,John Grismond 1656.

41)M.P..Diogo, A.Carneiro, A.Simoes, The Portuguese naturalist Correia da Serya (ITSI-1523) and his impact on early nineteenth-century botany,ln Journal of the History of BiolòSy 34: 353-3g3, 2001.

42) Obituary. Dr.Robert Kaye Greville, in Quarterly Journal of Microscopical Science s2-6: lgg- 200, I 966.

43) B. Coak, Wlliam James Tutcher 1867-1g20 Botanist & Freemoson. consultabi le al sito web : http ://www.kernowkid.com/uploads/ ?P!l/2/29l2680llbro.-williamjamesJutcher-hk-botanist_. pdf [ultimo accesso 26/lt/20t4].

44)  Freemasons and The Royal Society: Alphabetical List of Fellows of the Royal Society who were Freemason.  Consultabile al sito: http://www.freemasonry.london.musseum/os/wp-content/reources/frs   freemason_complete_jasn2010.pdf(ultimo accesso 26/11/2014

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