FRANCESCO BARACCA

il Nieuport di FRANCESCO BARACCA

FRANCESCO BARACCA (Lugo 1888 – 1918)
Francesco Baracca nacque a Lugo nel 1888; frequentò giovanissimo l‟Istituto degli Scolopi a Firenze, poi, nel 1907, entrò nella Scuola Militare di Modena, uscendone nel 1909 con il grado di sottotenente di cavalleria, ed assegnato al reggimento Piemonte Reale. Nel 1912, chiese di far parte della scuola di aviazione a Reims, dove conseguì il brevetto di pilota. Nel dicembre del 1914 fu inviato a Pordenone, e l‟anno successivo ritornò in Francia, dove l‟aviazione militare aveva già acquisito esperienza in tecniche di combattimento, per un ulteriore periodo di addestramento. Nel 1916 ricevette l‟ordine di recarsi in zona di guerra, a guardia della città di Udine, dove erano gli alti Comandi. Il 7 aprile del 1916, a bordo del suo Nieuport, riportò la prima delle sue trentaquattro vittorie, abbattendo un Aviatik nel cielo di Medeuzza. Il giorno 8 aprile in una sua lettera alla famiglia raccontò: ”Fin dalle 4 della notte eravamo in piedi perché fra le nubi e sopra di noi si udivano rumori di velivoli austriaci; in tutte le direzioni, in alto verso Palmanova, Tricesimo, Casarsa sparavano. Alle prime luci, prima delle 5, siamo tutti partiti in volo e ci siamo poi dispersi nel cielo verso i 2000 metri; e giravo in tutte le direzioni scrutando l’orizzonte; e ho veduto di lassù il sole uscir dietro i monti ed uno spettacolo di luci meravigliose. Dopo mezz’ora sparavano verso Palmanova; un aeroplano passava, altissimo, lontano, puntando verso Gorizia; un altro più indietro veniva dal Tagliamento pure su Gorizia, velocissimo: erano austriaci. Ho stimato di poter attaccare quest’ultimo ed ho virato verso il Torre per tagliargli la strada. L’ho incrociato che era ancora 600 metri sopra di me ed allora ho cominciato la caccia; montavo il piccolo “Nieuport” 170 km. Vedevo sopra di me le grandi ali dell’ “Aviatik” con le croci nere, filava velocissimo e poco guadagnavo su di lui; quando salivo troppo m’avanzava in velocità . Accostandomi ho cominciato una manovra difficilissima per coprirmi dai suoi colpi; vedevo il mitragliere affacciarsi da una parte ed io viravo dall’altra e viceversa; questo giuoco è durato qualche minuto finché gli sono arrivato 50 metri dietro la coda e sotto, verso i 3000 metri d’altezza. Allora, in un attimo, ho cabrato forte l’apparecchio, ho puntato e sono partiti 45 colpi di mitragliatrice. E’ stato un istante; il nemico si è piegato pesantemente ed è precipitato quasi a picco ed io dietro, giù, urlando di gioia. Eravamo già quasi sull’Isonzo, se non sbagliavo andava di là. L’ho seguito per un pò nella discesa poi l’ho perduto, poi l’ho visto, dopo qualche tempo, in un prato vicino a Medea, mentre una folla di persone accorreva da ogni parte. Sono sceso là presso e mi son visto precipitare addosso una massa di soldati e di Ufficiali che gridavano “Viva l’Italia” e mi hanno preso, baciato, portato in trionfo sull’apparecchio nemico…
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…Come senti, ricca di emozioni è stata la giornata di ieri. L’apparecchio abbattuto da me solo è il primo in Italia…” Questa prima vittoria gli valse la medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione: “Nell’occasione di una incursione aerea nemica, addetto al pilotaggio di un aeroplano da caccia, con mirabile sprezzo del pericolo arditamente affrontava un potente aeroplano nemico e dando prova di alta perizia aviatoria e di grande sangue freddo, ripetutamente lo colpiva col fuoco della propria mitragliatrice fino a causarne la discesa precipitosa nelle nostre linee. Per impedire che gli aviatori nemici distruggessero l’apparecchio appena atterrato, discendeva anch’Egli precipitosamente, raggiungendo lo scopo e concorrendo alla pronta cattura dei prigionieri”.
Cielo di Medeuzza, 7 aprile 1916. Alla terza vittoria gli fu conferita una seconda medaglia d’argento, alla settima venne decorato della terza medaglia d’argento, all’ottava gli venne decretata l‟ambitissima onorificenza di Ufficiale dell’ordine Militare di Savoia, dopo la diciannovesima fu promosso Maggiore per eccezionali meriti di guerra. Il 19 giugno 1818, in volo sul Montello dove infuriava la battaglia, scese di quota, e cominciò a mitragliare le truppe austriache che muovevano all‟assalto; ad un tratto tutto l‟aereo fu invaso dal fuoco e rapidamente il velivolo precipitò al suolo: un proiettile, da terra, aveva forato il serbatoio della benzina e colpito Baracca alla testa. Il bollettino Ufficiale del 21 giugno disse: “Il valoroso Maggiore Baracca, che aveva raggiunto la sua 34ma vittoria aerea, il giorno 19 corrente non ha fatto ritorno da un eroico volo di guerra”. La sua passione per i cavalli gli aveva fatto scegliere un cavallino nero rampante quale simbolo del suo apparecchio, simbolo che successivamente fu utilizzato per le proprie auto da Enzo Ferrari, del quale era conterraneo e al quale era legato da giovanile amicizia. Francesco Baracca appartenne al 18° grado del R.S.A.A. all’obbedienza di S.C. di Piazza del Gesù.

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