ILLUMINISMO E MASSONERIA

Illuminismo e Massoneria

L’Illuminismo fu il movimento intellettuale di più vasta portata ed estensione geografica della seconda metà del Settecento. La metafora della luce, che entra nella definizione che se ne è data anche nelle altre lingue (francese, tedesco, inglese e spagnolo), voleva espressamente indicare le caratteristiche di un pensiero che si poneva l’obiettivo di disperdere le tenebre dell’ignoranza e dei pregiudizi in funzione di un uso costruttivo della ragione per il bene individuale e collettivo.

Lo sviluppo del movimento fu contemporaneo a quello della Massoneria e analoga ne fu la diffusione dal punto di vista geografico. Trasse origine infatti dalla filosofia empirista e dalla nuova scienza affermatesi in Inghilterra a partire dal secolo precedente; ebbe il suo centro di irradiazione in Francia, giungendo successivamente a investire l’Europa orientale; interessò solo parzialmente i Paesi dell’Europa mediterranea, dove dovette fare i conti con la Chiesa cattolica.
Ma i possibili collegamenti con la Massoneria sono di portata ben più ampia. Le logge massoniche, assieme ai salotti che spesso accoglievano gli identici personaggi, costituirono soprattutto in Francia formidabili occasioni di aggregazione del ceto intellettuale e delle classi dirigenti, facilitando la diffusione delle idee nuove, dello spirito filantropico, della tolleranza.
I più importanti Illuministi francesi, come VOLTAIRE (1694-1778), D. DIDEROT (1713-1784) o M.-G.-A.-N. CARITAT marchese di CONDORCET (1743-1794), furono Massoni, e così la maggior parte dei frequentatori del salotto di madame Helvétius che dopo la morte del marito, filosofo di orientamento sensista, radunava regolarmente ad Auteuil gli eredi spirituali della precedente generazione dei Philosophes. Questo secondo gruppo, detto degli Ideologi (cioè studiosi dell’origine delle idee), ebbe stretti contatti con BENJAMIN FRANKLIN (1706-1790), che fornì il modello dell’uomo di scienza che non disdegna di abbracciare una ‘giusta causa’ politica e comunicò loro l’entusiasmo e lo spirito con cui negli Stati Uniti era stata affrontata la battaglia per l’indipendenza. Gli Ideologi arrivarono così a dare il loro appoggio alla Rivoluzione francese, per subire come i Girondini la sconfitta da parte di Robespierre e dei Giacobini.

Questo capitolo della storia della Massoneria è importante per vari motivi.
In primo luogo segna il momento di massima estroversione dell’Ordine, prima del definitivo ripiegamento nella segretezza per quanto riguarda i rapporti con il mondo politico. Un’opera come l’Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito umano di Condorcet (1793-1794), comunque inneggiante alla rivoluzione nonostante che l’autore l’abbia scritta da latitante perché la Convenzione aveva decretato il suo arresto (catturato il 14 maggio 1794, si sarebbe poi ucciso in cella), è incompatibile con la ‘discrezione’ che la Massoneria come istituzione sarebbe poi andata assumendo in materia di politica.
In secondo luogo segna, in relazione sia all’affacciarsi di nuove istanze spirituali fra gli intellettuali e ai primi sintomi del Romanticismo, sia al periodo storico della Restaurazione, il tramonto del deismo in materia di religione e dell’anticlericalismo.
Infine, l’arbitraria attribuzione agli Illuministi della responsabilità non solo della Rivoluzione francese, ma anche dei suoi esiti cruenti e in particolare del Terrore, coinvolse la Massoneria nella ‘teoria del complotto’, vincolandola a una linea difensiva.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *