ALL’AMICO NEOINIZIATO

All’amico neoiniziato

(di Sidus)

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L’iniziazione Massonica, sempre così ricca di suggestioni ed emozioni, è stata, la sera della tua iniziazione, così densa di significati che ancora oggi a distanza di anni dalla mia ne sento i riverberi sempre forti di quella influenza spirituale che è riuscita a trasmettermi.

Volevo farti gli auguri più sinceri alla mia maniera ricordandoti con le parole del filosofo e maestro spirituale René Guenon , che tu conosci già, che l’iniziazione appartiene all’individuo, e rappresenta in sé una realizzazione che si dovrà perseguire metodicamente, sotto un controllo rigido ed incessante da parte di tutti noi, e che dovrà condurre a superare le possibilità stesse dell’individuo come tale.

Questo primo passo quindi non basta da solo, poiché è evidente che l’individuo non può superare se stesso solo con i propri mezzi.

L’iniziazione insegna a pensare, come diceva il massone Ermetico del G.O. di Francia Osvaldo Wirth, contemporaneo di Guénon; essa insegna anche a compiere quel personale sforzo che conduce alla elaborazione della Verità.

Questa non è mai rivelata all’Iniziato la cui missione consiste nello scoprire da solo i segreti che lo interessano.

L’arte reale, come è chiamata la Nostra, esige da te che tu sappia costruire ‘l’edificio delle tue convinzioni’ secondo le tue proprie possibilità.

Ogni realizzazione iniziatica è quindi essenzialmente ‘interiore’; la parola initium significa ‘entrata’ o ‘principio’.

L’iniziazione è una ‘seconda nascita’; l’essenza della iniziazione, quell’aura di spiritualità che ci pervade tutti nella notte dei viaggi iniziatici, è assolutamente e propriamente incomunicabile, poiché realizza uno Stato dell’Essere che si realizza interiormente nella scala degli stati molteplici che possono essere percorsi durante tutta la via iniziatica.

Dal di fuori può essere fornito un aiuto, un appoggio per facilitare il lavoro da compiersi, ed anche un controllo per allontanare gli ostacoli ed i pericoli che possono presentarsi.

E’ dunque in un modo nuovo che deve essere intesa la trasmissione iniziatica propriamente detta, e non sapremmo meglio caratterizzarla con il filosofo esoterico Rene Guénon che dicendola essenzialmente la trasmissione di un’influenza spirituale.

 Il lavoro interiore quindi, che deve essere incessantemente perseguito, anche e soprattutto nei primi stadi con l’aiuto di ‘cooperanti’ o di ‘appoggi’ esteriori, porterà ad uno sviluppo che sarà realizzato gradualmente, facendo passare l’essere, di gradino in gradino, attraverso differenti gradi della gerarchia iniziatica, per condurlo allo scopo finale della ‘Liberazione’ o dell ‘Identità Suprema’ .

‘Lo scopo essenziale e finale dell’iniziazione oltrepassa il dominio dell’individualità e le sue possibilità particolari’.

Le prove iniziatiche costituiscono un insegnamento destinato ad essere meditato ulteriormente; secondo Wirth chi non ha ben penetrato i concetti ed i simboli iniziatici del primo grado, che sono i più importanti ed il pilastro della costruzione iniziatica progressiva, non riuscirà a penetrare mai i concetti fondamentali della conoscenza effettiva.

Nelle sue parole c’è il terribile monito: “per quanti gradi possa aver ricevuto un massone , se egli ignora l’esoterismo del grado di apprendista non ha della massoneria alcuna conoscenza effettiva, e tutte le ‘’insegne’’ con cui si decora non sono che vani trastulli!”

Il primo grado è quindi la chiave di tutti gli altri. Il processo iniziatico è quindi la conquista della Luce della Conoscenza ed attraverso di essa della luce del trascendente che è l’unica essenza di ogni spiritualità.

Intendo precisare la distinzione fra l’iniziazione effettiva e l’iniziazione virtuale poiché ritengo questo concetto di estrema importanza per un apprendista: il lavoro interiore che segue all’atto iniziatico vero e proprio rappresenta l’iniziazione effettiva. L’iniziazione virtuale è dunque l’iniziazione intesa nel significato più stretto del termine, vale a dire come una ” entrata ” o un ” principio” e cioè vale solo come punto di partenza necessario per tutto il resto; quando si è entrati in una via, bisogna altresì sforzarsi di seguirla.

Si può riassumere tutto in poche parole: entrare nella via e nel Tempio è l’iniziazione virtuale; seguire la via è l’iniziazione effettiva; molti, come amaramente constatava Guénon, di fatto restano sulla soglia, non sempre per colpa della loro incapacità nel procedere oltre, ma anche, nelle condizioni attuali del mondo occidentale, a causa della progressiva naturale evoluzione degenerativa delle organizzazioni iniziatiche tradizionali sempre più incline alla ”speculazione immanente” e poco ‘operativa’ nel senso medioevale del termine.

Il discorso potrebbe a questo punto essere ampliato aggiungendo che le nostre attuali officine sono spesso carenti di insegnamenti al riguardo, un po’ per incompleta o mai approfondita preparazione tradizionale, un po’ per colpevoli indolenze, e la carenza docetica spesso si appalesa, come conseguenza finale, nello scarso attaccamento alle cose massoniche ed a comportamenti non sempre in linea con i landmarks tradizionali.

Non voglio comunque intraprendere il terreno accidentato delle facili critiche sulle carenze di preparazione tradizionale che si appalesano a volte così chiaramente in seno alla nostra organizzazione iniziatica che possono produrre pericolose insufficienze nella trasmissione di queste conoscenze, e degli scarni proponimenti e di converso numerose dichiarazioni di intenti di migliorie che tanta ed illustre parte accademica in seno alla nostra fraternita propone in maniera gattopardesca discutendo di Massoneria, non è di mia competenza!

Tornando a noi volevo concludere, riprendendo il filo del discorso, come all’apprendista viene inoltre accordato il beneficio del silenzio, e si badi bene, non come punizione-espiazione di qualche atavica od ancestrale macchia originale da mondare, ma bensì come privilegio di conoscenza, motore di luce iniziatica. Al neofita è concesso l’atto dell’ascoltare; per Plutarco questa assurge ad arte tanto da fargli scrivere un piccolo trattato (l’Arte di Ascoltare appunto) dedicato al giovane Nicandro che si affacciava per la prima volta ‘al sole della maturità’ (in occasione del rito di concessione della toga virile). L’ascolto è una delle pratiche fondamentali per il conseguimento di quella conoscenza di sé che è a sua volta la premessa per liberarsi dalle inquietudini e pervenire alla serenità interiore come sottolinea Giuliano Pisani nella prefazione dell’opera del filosofo e biografo greco. Occorre infine meditare sulle parole del Grande saggio Egiziano Ptah-Hotep: ‘’quando si ascolta bene buone sono anche le parole. Colui che ascolta domina tutto ciò che può essergli di vantaggio. Ascoltare è vantaggioso per colui che ascolta; ascoltare è tra tutte la cosa migliore; così nasce l’amore perfetto”.

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