LA LIBERTA’ DEL MASSONE
Il primo passo verso la libertà è la consapevolezza di essere schiavi. Schiavi del sistema, dei dogmatismi religiosi, dei fanatismi, del conformismo, di informazioni parziali e incomplete, anche infine schiavi di se stessi e della propria ottusità. In ogni essere umano esiste un anelito d’infinito che è la chiave per provare a essere liberi: alcuni lo nascondono, altri lo rifiutano, altri invece non sanno neppure che cosa sia. Ma c’è anche chi sa riconoscerlo e lo coltiva ogni giorno. Non tutti quelli che lo seguono diventano massoni, ma nonostante il mio cammino nel Grande Oriente d’Italia sia giovanissimo, posso affermare con sicurezza che tutti coloro che oggi sono miei fratelli hanno seguito, cullato e innaffiato quotidianamente quell’anelito di infinito e ne hanno fatto una costante nella ricerca del proprio libero cammino.
Se il primo passo verso la libertà è sapere di essere schiavi, il secondo è conoscere se stessi. E per farlo sino in fondo non c’è nulla di più pregnante della Massoneria. Entrare a far parte della grande Fratellanza Universale è il passo fondamentale per ritrovarsi più vicini alla libertà, è il compimento di una tappa fondamentale nel percorso per essere un uomo libero. Credo sia una ricerca continua e senza fine, perchè ritengo che nessun uomo e nessun massone sia mai veramente libero: quello è uno stato proprio solo del Grande Architetto dell’Universo. Ma il massone è senza dubbio il soggetto più consapevole dell’importanza della libertà e di quali siano gli atti e i pensieri giusti per anelare ad essa.
La singolare suggestione che mi ispira queste riflessioni è il fatto che si inizia a diventare massoni da profani. E’ un po’ come l’anelito di infinito che, ho detto, esiste in ogni essere umano. Ritengo che un anelito di massone esistesse in me, e in lei Venerabile Grande Maestro, e in voi tutti fratelli all’Oriente e tra le colonne, anche da profani. Quando ancora le catene del metallo, dei giudizi precostituiti, degli steccati ideologici e dell’egoismo ci mordevano le caviglie e l’anima, allora una flebile impronta della massoneria era già dentro di noi ed è stata quell’ispirazione innata – compresa, perseguita e mai lasciata – a liberarci dai vincoli e a portarci sulla strada giusta, a darci la spinta per renderci ciò che siamo oggi. A essere fratelli “liberi di coscienza e di pensiero” perché “la libertà di coscienza e di pensiero” è ciò che il Grande Oriente d’Italia propugna, sottolineandolo esplicitamente in un passaggio della sua Costituzione.
Perchè massoni non si nasce, si diventa. Si diventa con l’esempio quotidiano; con i gesti “bianchi” come i nostri guanti; con i buoni comportamenti; con il conseguimento di un’etica personale e con la volontà di diffonderla; con il perseguimento dei valori di giustizia e uguaglianza, dei quali la libertà è il naturale complemento e compimento; con il negare ogni forma di schiavitù fisica e morale. E quindi, infine, con l’agire a tutela di ciò che la Massoneria salvaguarda da secoli. La libertà del massone implicitamente sottintende la capacità di restare fedele e coerente con se stesso e l’Istituzione, la libertà del massone è non accontentarsi mai di ciò che sa o è diventato, ma cercare di rinnovare e implementare sempre la propria conoscenza. Il massone fa di ogni passo, di ogni gradino salito nella scala della vita, un nuovo inizio e mai un ultimo arrivo. Il massone non si accontenta di essere libero, ma ha il compito e il dovere di continuare a cercare per essere libero.
Dobbiamo ricordarci che non siamo semplici Muratori. Siamo Liberi Muratori. E non è un attributo scelto a caso o assegnato per sorteggio. E’ l’essenza stessa della fratellanza. E’ il primo dei valori trinomici. E’ ciò che siamo, è ciò che sentiamo di essere ed è anche un ideale che vorremmo fosse di tutti. Perché esistiamo e operiamo “per il bene e per il progresso dell’Umanità”.
“Un’esistenza senza ideali – ha scritto il Gran Maestro Stefano Bisi nella sua Allocuzione per l’equinozio d’autunno del 2014 – risulterebbe arida come la sabbia del deserto e farebbe cadere l’individuo nel pozzo vuoto e senza fondo dell’indifferenza, dell’inutilità, della depressione, in quelle che i Liberi Muratori chiamano tenebre. Al contrario, un’azione forte, sostenuta da valori e da nobili aspirazioni riempie la vita, la rende luminosa, la arricchisce di significati. Prendere riempie le mani, dare riempie il cuore”. Ecco, la Libertà è senz’altro il più comune e il più alto degli ideali, talvolta svuotato dei suoi contenuti primari dalle azioni dell’uomo, talvolta parola utilizzata per riempirsi la bocca in cerca di facili apprezzamenti. Per noi massoni non è aria fritta, tutt’altro, la libertà è la spina dorsale della nostra opera che ci porta lontani dai metalli, dai vincoli di qualunque tipologia, dalle tentazioni e dalle agonie del mondo profano per cercare sino in fondo la nostra pienezza spirituale.
Ma ciò che canalizza il nostro moto di libertà è l’Istituzione. E questo è un aspetto fondamentale, mai da sottovalutare. Perchè se ciò che è dentro la scatola, la nostra continua ricerca di noi stessi per essere ogni giorno migliori del precedente e per modellare un mondo di luce, ci rende ciò che siamo, il contenitore rappresentato dall’Istituzione massonica sublima il nostro cammino. Siamo liberi di essere liberi dentro schemi precostituiti, rispettando le Leggi – non solo scritte – che regolano l’Ordine, tenendo buoni comportamenti, battendoci non solo per la propria libertà spirituale, ma anche per quella dei fratelli e dei profani stessi, siamo liberi se sappiamo mantenere e amare ogni volta tradizioni modellate e definite nei secoli, siamo alfine veramente liberi perchè l’Istituzione ci impedisce di muoverci nel caos, indirizzando le nostre energie e le nostre risorse affinché siano utilizzate in modo massonico. E questo è indispensabile per discernere quali siano pensieri e azioni degni della Massoneria e a ricordarci sempre qual è la retta via, impedendoci di scivolare nella superficialità e nella supponenza.
La libertà del massone, in definitiva, aumenta il proprio raggio d’azione via via che si acquisiscono conoscenze massoniche, come i cerchi disegnati da un sasso lanciato nell’acqua. Man mano che ci si allontana dal mondo profano, diventa più forte la piena consapevolezza dei valori dell’Ordine e aumenta il senso di incompletezza ripensando al nostro cammino senza la Massoneria.
Ma un aspetto fondamentale deve esserci di conforto quando ripensiamo alla valenza dell’Ordine nel nostro universo personale: siamo noi a scegliere ciò che decidiamo di essere. Siamo noi, ognuno di noi, ad aver scelto la strada della Verità, senza limiti e imposizioni, senza vincoli e paure. Abbiamo scelto la libertà. Quella assoluta. Abbiamo il dovere di difenderla. Abbiamo il compito di viverla. Abbiamo la missione di perseguirla mantenendo, “per il bene e il progresso dell’umanità”, la rotta verso la Verità e la Luce. “Verrà un giorno – recita una delle citazioni più suggestive di Giordano Bruno – che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo… L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero”. Noi tutti, fratelli, ce ne siamo resi conto. Svegliandoci dall’oblio, abbattendo i paletti ideologici, cercando in noi stessi le domande e trovando nella Massoneria Universale le parole per darci delle risposte. Da Liberi Muratori, dobbiamo continuare ad avere fame di Luce e Verità. Di Libertà.