DITTATURE E MASSONERIA

Dossier

Dittature e Massoneria

L’avversione nei confronti della Massoneria si manifesta in molteplici forme e gradazioni: indifferenza, negazione della sua rilevanza in quanto istituzione storica, irrisione della sua identità e dei suoi affiliati, avversione polemica attraverso scritti e vignette satiriche, lotta contro la sua organizzazione in seno alla società, intralcio della presenza massonica nella vita pubblica, legislazioni punitive nei confronti di organizzazioni massoniche e dei loro affiliati, e infine incarcerazione o eliminazione fisica dei massoni.

D. B.

È proprio su quest’ultima gravissima forma di antimassonismo, perpetrata dalle principali dittature, che vorremmo soffermarci in questa Tavola. Dal fastidio nei confronti dei massoni e della Massoneria all’annientamento delle Logge e dei suoi affiliati la distanza è enorme. Tuttavia in alcuni paesi a volte è stata colmata in pochi anni o in pochi mesi. Da questo punto di vista l’antimassonismo risulta altresì interessante come «caso di studio » emblematico del fenomeno generale della demonizzazione dell’avversario (religioso, politico, culturale …) e delle persecuzioni delle minoranze in varie forme e gradi di violenza. Le dittature nazifasciste detentrici del potere politico assoluto nella loro lotta alla Massoneria hanno messo in atto una svariata serie di misure coercitive che vanno dal divieto, allo scioglimento delle Logge, al contrasto normativo ufficiale nei confronti del suo pensiero o della sua filosofia per passare infine all’esplicita persecuzione e punizione dei massoni. La legislazione antimassonica dittatoriale, a differenza di una civile giurisdizione, punisce fatti non accertabili come reato o comportamenti criminali inesistenti. Furono i legislatori fascisti a decretare la loro perseguibilità sulla base di capi d’accusa generici, oscuri e pretestuosi. Al fine di non dimenticare i preziosi insegnamenti della storia, ripercorriamo sinteticamente i principali eventi che nel volgere di poco tempo portarono in Italia, Germania, Spagna e Francia ad una scandalosa persecuzione della Massoneria e dei suoi adepti.

L’antimassonismo fascista

Nel 1923 Mussolini fece dichiarare dal Gran Consiglio l’incompatibilità tra Partito nazionale fascista e Massoneria. Da quel momento si scatenò la violenza contro i Massoni, i loro templi e le loro logge. Come ricorda Marco Novarino, membro del GOI, in («Massoneria oggi», n°6, 1997) il giornale Cremona Nuova, organo di stampa di Farinacci, sollecitò lo Stato a entrare in possesso dei nomi dei Massoni per «fucilarli in massa, come traditori della patria» e a Firenze il Direttorio del Fascio pubblicò un manifesto in cui si proclamava: « Da oggi in poi, né i Massoni, né la Massoneria devono rimanere anche un solo attimo liberi dalla persecuzione. Si devono annientare, senza misericordia, i Massoni, i loro beni, i loro interessi. Essi devono venir cacciati via dai pubblici impieghi … Nessuno deve restare escluso. Bravi cittadini devono schivare ogni Massone. Sotto il peso della nostra forza, essi devono venir isolati, come lebbrosi; noi dichiariamo guerra a questa associazione di codardi e vogliamo fare il nostro dovere liberare finalmente l’Italia da questi acerrimi nemici». Le conseguenze della campagna antimassonica non si fecero attendere: esecuzioni sommarie, distruzioni di sedi massoniche in diverse città italiane, comprese le sedi del Grande Oriente a Palazzo Giustiniani e quella della Gran Loggia di Piazza del Gesù. Per evitare inutili spargimenti di sangue e ulteriori violenze, il 22 novembre 1925 il Gran Maestro del GOI, Domizio Torrigiani, ordinò l’autodissoluzione delle logge italiane della sua Obbedienza e la «Rivista Massonica » , dopo 54 anni di vita regolare cessò le pubblicazioni.

La Germania nazista

In modo ben più spietato che in Italia si attuò la repressione dei Liberi Muratori nella Germania degli anni 30. Nel 1933 il nazismo appena giunto al potere promulgava una legge che definiva la Massoneria «organizzazione nemica del popolo e dello Stato». Moltissimi Fratelli vennero eliminati nei campi di concentramento. La presunta giustificazione di tale massacro era rappresentata dai famosi «protocolli dei savi di Sion», pubblicati nel 1903. Nel 1921 si dimostrò che il testo era un falso clamoroso. Furono creati appositamente per trovare un pretesto ad ogni genere di persecuzioni verso ebrei e massoni, considerati dagli ebrei come «mezzo per appropriarsi le leve del potere ». La tesi centrale del testo sostiene che esisterebbe un organismo segreto che mira alla sovversione, al controllo della stampa e, da ultimo, alla finanza mondiale con il fine

« La presunta giustificazione di tale massacro era rappresentata dai famosi «protocolli dei savi di Sion», pubblicati nel 1903. Nel 1921 si dimostrò che il testo era un falso clamoroso. »

di assumere la direzione della storia e creare una società nella quale tutti i posti di comando fossero in mano ad Ebrei e Massoni. I gangli vitali della società: esercito, poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, Università, mezzi di informazione … erano gli obiettivi principali dei loro piani. Nonostante il libro venne inequivocabilmente smascherato, fu comunque pubblicato in tutto il mondo diffondendo una vergognosa propaganda antiebraica ed antimassonica.

L’ostracismo comunista

 Nella storia della persecuzione massonica la Libera Muratoria è stata spesso associata al comunismo. Regimi come quelli di Mussolini, Franco o Salazar si accanirono contro la Massoneria perché ritenuta collegata al comunismo. Tuttavia era ormai assodato da tempo che la Libera Muratoria era oggetto di un inequivocabile ostracismo anche da parte dei comunisti. È sufficiente leggere la voce «Massoneria» dell’autorevole Grande enciclopedia sovietica del 1954 per rendersi conto della dichiarata incompatibilità tra Massoneria e comunismo. In essa si afferma: «Proclamando la fraternità universale nelle condizioni di antagonismo di classe, contribuisce a rafforzare lo sfruttamento degli uomini, poiché allontana le masse lavoratrici dalla lotta rivoluzionaria». L’articolo, in sede conclusiva, affermava perentoriamente che « Nella nostra epoca la Massoneria è uno dei movimenti più reazionari dei paesi capitalisti ed ha più diffusione negli Stati Uniti dove vi è il suo centro di organizzazione.» La Massoneria, che aveva già conosciuto parecchi problemi durante gli ultimi anni dell’autocrazia zarista, fu proibita in Russia dal 1917 con l’avvento del regime sovietico. Inoltre durante il terzo congresso della Terza Internazionale del 1921 la politica antimassonica fu estesa a tutti i partiti comunisti occidentali.

Antimassonismo

L’antimassonismo è ritornato. Ovunque gli attacchi contro coloro che Léo Taxil chiamava, nella sua bufala del XIX° secolo, i Fratelli dei Tre Punti si moltiplicano. Su internet, in certe manifestazioni, attraverso tags senza equivoci, l’odio che si credeva ormai relegato nelle pattumiere della storia, ha fatto la sua riapparizione con il suo corteo di insulti e sudici slogans.

Questo fenomeno è ancora più inquietante che in passato. Non è in effetti molto sorprendente vedere una destra revanscista riprendere, nel nauseabondo fondo di magazzino sfruttato durante gli anni 1930, i sui attacchi contro quella che essa chiama il giudeo-massonismo. Il contrario sarebbe stato sorprendente : la risurrezione di tesi razziste e ultranazionaliste doveva fatalmente reincarnarsi in un antiparlamentarismo sia antidemocratico, antimassonico e antisemita. No, ciò che oggi è allarmante è constatare che questa trasformazione dell’estremismo « tradizionale » trova nuovi alleati. Per non prendere che un esempio sul piano politico, si è sbalorditi dal discorso di una certa sinistra – le anime di Trotsky devono saltare dalla gioia.

 Più grave ancora : il pubblico che fa suo questo odio è giovane. Giovanissimo. Ignorando tutto del passato, sistematicamente portati all’amalgama, questi naufraghi del Codice Da Vinci mescolano Illuminati, Massoni, democratici, difensori dei diritti umani e sette sataniche in un guazzabuglio desolante. Ora sembra illusorio sperare di combattere questa cattiva stupidità con un appello alla ragione e al dialogo. Pregata sia di adorare che di detestare, una gran parte della generazione Facebook ha trovato dei comodi capri espiatori per spiegare il suo malessere. Rispondervi si approssima, purtroppo,  alla quadratura del cerchio.

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