IL NOSTRO TRINOMIO È UN DOVERE MEGLIO CHE UN DIRITTO

IL NOSTRO TRINOMIO È UN DOVERE MEGLIO CHE UN DIRITTO

Menotti Riccioli (1882- 1969)

Machiavelli asseriva che per non perdere la libertà, l’unica maniera era quella di non permettere ad alcuno di metterci le mani sopra; ed ammoniva anche che il migliore baluardo di difesa della Patria erano  i petti  dei cittadini.

Sino dalla fine del ‘400 quindi vi era chi pensava alla libertà come un insopprimibile Dovere anziché come Diritto.

Questo tema viene ripreso da Mazzini quattro secoli dopo, nei “Doveri dell’Uomo” dove il grande Pensatore afferma i Doveri che un uomo ha verso se stesso, verso la Patria, verso l’Umanità.

Questo concetto della Liberta come Dovere, ancor più che come Diritto, vi è espresso chiaramente: “Senza Libertà voi non potete compiere alcuno dei vostri doveri.

Voi avete dunque diritto alla Libertà, e Dovere di conquistarla in ogni modo contro qualunque potere la neghi…”. “Dove non è libertà, la vita è ridotta ad una pura funzione organica…”. “Non v,è libertà dove una casta, una famiglia, un uomo s’assuma dominio sugli altri in virtù d’un preteso diritto divino, in virtù d’un privilegio derivato dalla nascita, o in virtù di ricchezza”.

E si capisce che sotto questo aspetto debbono essere considerate le dittature di un partito sugli altri, o di una oligarchia su tutti gli altri.

La Storia insegna quale sorte aspetti un popolo che considera la libertà come  un Diritto anziché come Dovere, perché ad un diritto si può rinunziare mentre ad un dovere non si può.

Tutti i paesi che hanno considerato la Libertà solo come un Diritto, sono politicamente finiti in malo modo.

La Francia insegna: la Nazione francese ha trovato un uomo che ha ragionato così: “La Francia è stata potente: si può ancora renderla tale se ad un Uomo di forte ascendente, si attribuiscono pieni poteri nella guida del Governo”. La Francia ha giuocato la carta; non ha raggiunto lo scopo  e la sua libertà è finita.

La Russia, dopo la caduta degli zar e la cattiva sorte toccata a Kerenski, ha subito il bolscevismo,  che ha promesso pane se si fosse dato il pieno potere ad un partito (quello Bolscevico)’ E’ successo  che la Russia ha perso la libertà; non c’è bisogno di ricordare  che cosa sia avvenuto in questo mezzo secolo. Il pane non è stato assicurato: il potere è caduto in mano di oligarchie politiche, che sono degenerate in oligarchie di gruppo o personali: la Siberia ed i campi di concentramento e di “rieducazione”, sono stati popolati da milioni di perseguitati e il grano non è stato sufficiente.

Nei Paesi satelliti è avvenuto qualcosa di simile: a Cuba è successo lo stesso sviluppo delle cose: in Cina non se ne parla nemmeno; si sa quale  orientamento prendano le cose.

In Spagna, in Portogallo succede qualcosa di simile e la Libertà è rimasta parola vana.

Non si può quindi che dedurne ciò che Mazzini prevedeva: la libertà, se non è considerata come un rigoroso  dovere da conquistare                                                                  da mantenere e da sviluppare, è destinata ad avere una cattiva sorte.

Tocca a noi a trarre profitto dell’insegnamento della Storia.

Dalla Libertà considerata come un Dovere ne emergono altri altrettanto imperiosi e inderogabili. La libertà come dovere impone il concetto di eguaglianza: dove i cittadini non godono degli stessi diritti e si impongono gli stessi doveri, non può esservi Libertà.

La Libertà non si afferma che dove i cittadini hanno gli stessi diritti e doveri: dove si sviluppa il privilegio, non può esservi libertà: questa presuppone l’Eguaglianza, intesa  come  parità di considerazione, di obblighi, di doveri di tutti i cittadini.

Se è un Dovere quindi la Libertà, non lo è in minor grado I’Eguaglianza.

E se si vuole conservare per i nostri figli e per i nostri discendenti la Libertà, bisogna come Dovere istituire l’eguaglianza. Non si conserva e non si sviluppa la Libertà, dove fiorisce il privilegio.

Politicamente quindi la Libertà non è conciliabile che con la Repubblica e la Democrazia.

E dalla Libertà considerata come Dovere, come dall’Eguaglianza considerata altrettanto come un Dovere, emerge il principio di Fratellanza.

Poiché non si vive soli od isolati, ma si svolge la vita assieme ai nostri simili, non possiamo fare a meno di sentire un Dovere di Fratellanza. E come voi siete vincolati a coloro che vi circondano e con voi si fondono in Nazione, così le Nazioni non vivono e non progrediscono isolate, ma si sviluppano nella Umanità.

I popoli sono quindi come gli individui dell’Umanità: ogni Popolo ha una missione da compiere e deve considerarsi fratello degli altri Popoli, senza discriminazione di razza, di lingua e di costume. La Fraternità fra gli individui quindi si traduce in una fraternità di Popoli.

La Fratellanza quindi sorge come dovere da quelli della Libertà e della Eguaglianza. Ne consegue la universalità del nostro trinomio considerato come Dovere: e ne consegue anche la sua immortalità, cioè il suo carattere perenne.

L’Eguaglianza quindi è indivisibile dalla Libertà: la Fratellanza non può sussistere senza la Libertà.

I1 Trinomio così assume per noi un aspetto del tutto particolare e questo trinomio resta pur sempre immortale perché noi possiamo interpretarlo in funzione delle nostre convinzioni filosofiche e politiche, ed in funzione del grado di civiltà in cui viviamo.

La immortalità del Trinomio quindi, è dovuta al fatto che in ogni epoca questo Trinomio può essere considerato in funzione dello stato di progresso e di sviluppo della civiltà.

Nel ‘700 la Libertà era rivolta soprattutto al concetto politico: una volta affermata in questo campo si rivolge al campo sociale: Libertà dal bisogno ed in questo senso si collega al concetto della Eguaglianza e della Fratellanza.

In oggi noi siamo all’avanguardia sviluppando il concetto di Libertà sotto I’aspetto della “Libertà di coscienza”. Si capisce come la nostra posizione di avanguardia possa e debba essere patrimonio delle comuni idealità democratiche.

Altri aspetti della Libertà e del Trinomio si svilupperanno in avvenire ed anche allora il nostro Trinomio potrà essere pienamente efficiente, perché assumerà altro carattere ed altro intento; ma comunque avrà sempre nei secoli il suo valore purché venga considerato un dovere insopprimibile e non un diritto che possa essere alienato.

E poiché a questo riguardo il Trinomio deve essere considerato un Dovere, abbiamo l’obbligo morale di seguirlo e svilupparlo sotto ogni aspetto in tutti i nostri atti, anche nella vita quotidiana.

Per questa ragione perciò ci incombono dei Doveri e si profilano imprescindibili.

A noi così si impone il compito di essere di esempio a tutti.

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