IL LAVORO DEL LIBERO MURATORE

IL LAVORO DEL LIBERO MURATORE

        Viviamo in un momento di grande confusione, incalzati come siamo dai problemi della nostra terrestrità; cariche le nostre spalle di moltipesi inutili e di fardelli che ci provengono da desideri smodati di ricchezza e da sogni ingannevoli di potere; piena la nostra testa di paure, insicurezze, angosce, ansie di protagonismo. Siamo costretti a strisciare per terra riducendo al minimo l’orizzonte davanti a noi.   Questa mancanza di visuale ci rende ciechi ed indifferenti a tutto quanto avviene intorno a noi e di conseguenza pensiamo solo alla nostra sopravvivenza con spietato egoismo.

        La mancanza di orizzonti rende la nostra vita vuota ed inutile, limitata alla sola soddisfazione dei bisogni elementari. Senza sogni, senza ideali, senza alcuna proiezione verso il mondo del trascendente.

Siamo tutti protagonisti della cronaca, ma nessuno di noi è neanche sfiorato dalla storia.

        Il risultato è che, se ci guardiamo attorno, siamo costretti a vergognarci di noi stessi, a sentirci umiliati e sconfitti. La società profana ci appare ogni giorno più debole, più limitata nei suoi orizzonti, più incerta e confusa sul proprio futuro.

        Solo il mondo iniziatico ha certezze. È l’unico mondo che non sogna rivoluzioni né violente, né programmatiche, né istituzionali. L’iniziato accetta attivamente e con saggezza la tradizione e cerca di interpretarla sempre più profondamente e sempre più coerentemente. L’iniziato lavora alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo e ciò gli consente di guardare verso il cielo in una contemplazione dolce, poetica e realistica nello stesso tempo.

        L’iniziato lavora alla costruzione di una diversa umanità: più giusta, più tollerante, più disponibile a guardare negli occhi il proprio simile, a condividerne gioie e dolori.

        L’iniziato ha i  suoi scampoli di cielo e di beatitudine in questa terra, ed essi si realizzano ogni volta che, con gli altri Fratelli, lavora in Loggia alla edificazione del Tempio della propria personalità, sotto la guida di una Istituzione massonica monda di sospetti e di brutture, protesa all’elevazione materiale, culturale e spirituale dell’inte6 umanità.

        Guai a noi se non elimineremo i maestri di profanità che siedono fra le nostre Colonne, Fratelli che pur cingendo i propri fianchi del grembiule di Maestro sono spiritualmente legati alla Colonna del Nord ed agiscono e si comportano come se la loggia fosse una pubblica piazza o peggio un club profano.

        Bisogna combattere il lassismo, generatore di confusione e disordine. È urgente ed improcrastinabile instaurare una disciplina esteriore che produca scrupolosa osservanza  della sacralità e ritualità della loggia.

        L’insegnamento e la pratica iniziatica devono accompagnarsi ad una grande disciplina interiore, sicché ogni parola, ogni comportamento, ogni gesto, ogni atteggiamento siano di estrema coerenza con I’assoluta esclusione dei metalli dal Tempio.

        La saggezza della Tradizione massonica insegna che si deve lavorare nei tre Gradi: Apprendista, Compagno e Maestro. Ma a quest’ultimo Grado si deve pervenire, non per anzianità, ma per acquisizione di saggezza massonica e di pienezza iniziatica. Solo così, mentre l’umanità striscia per terra, noi saremo una élite che potrà contemplare il cielo da Occidente ad Oriente, da Settentrione a Mezzogiorno e dal Nadir allo Zenith.

ARMANDO CORONA

HIRAM  Gennaio 1988

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *