LA NOTTE

“A proposito della Notte che scolpii per uno dei sepolcri della Famiglia Medici, voglio raccontarvi un piccolo particolare che provocò un po’ di stupore nei miei contemporanei.

Giovanni di Carlo Strozzi rimase tanto affascinato dalla figura che volle dedicare e me e a lei un paio di versi. Mica potevo star zitto e non replicare, ci mancherebbe altro. Tanto gli pareva viva la scultura che suggeriva di svegliarla a chi non avesse creduto alle sue parole:

la Notte che tu vedi in sì dolci atti

dormir,fu da un Angelo scolpita

in questo sasso e, perché dorme, ha vita:

destala, e se nol credi, e parleratti.

Scrisse Lo Strozzi tutto innamorato della Notte. Per inciso, l’angelo di cui fa menzione sarei io: Michelangelo. Replicai ai suoi versi con rime affilate come coltelli:

Caro m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso,

mentre che ‘l danno e la vergogna dura;

non veder, non sentir m’è gran ventura;

però non mi destar, deh, parla basso.” 

La Notte è una scultura in marmo (155×150 cm, lunghezza massima in obliquo 194 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 15261531 e facente parte della decorazione della Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze. In particolare è una delle quattro allegorie delle Parti della Giornata, e si trova a sinistra sul sarcofago della tomba di Giuliano de’ Medici duca di Nemours.

Storia

La Notte fu tra le prime sculture ad essere conclusa e godette di una straordinaria fama grazie anche a una nota quartina di elogio di Giovanni di Carlo Strozzi, in cui la statua veniva invitata a svegliarsi per farsi vedere animata

Michelangelo rispose nel 15451546 con alcuni versi, intitolati “Risposta del Buonarroto”, fatti “pronunciare” alla statua stessa, in cui indicava come il sonno, alla luce dei disordini che imperversavano a Firenze durante il governo di Cosimo I de’ Medici, fosse il motivo della serenità della Notte rispetto all’inquietudine delle altre statue.


Descrizione e stile

La Notte è rappresentata come una personificazione femminile, semidistesa e nuda, come le altre statue della serie. Essa ebbe come modello, forse, le rappresentazioni antiche della Leda o di Arianna dormiente: in effetti la posizione sdraiata, con la gamba sinistra piegata, la testa reclinata, ricordano da vicino la Leda e il cigno di un perduto cartone michelangiolesco del 1530 circa.

Il braccio sinistro sta piegato dietro la schiena e quello destro regge la testa appoggiandosi alla coscia sinistra. Ciò provoca una torsione che ruota il busto in favore dello spettatore. I capelli sono lunghi, raccolti in trecce e in testa indossa un diadema col crescente e una stella.

Tra le varie letture iconologiche proposte, si è vista la statua come emblema dell’Aria o dell’Acqua, del temperamento melanconico della teoria umorale, della fecondità della notte. Gli attributi sono sparsi attorno alla figura e non come di consueto impugnati. Essi sono la civetta (animale notturno), un mazzo di fiori che forse rappresentano papaveri (sia simbolo di fertilità che di sonnolenza in quanto oppiaceo), e la maschera, che può significare i sogni notturni o la morte, intesa come sonno del corpo in attesa della resurrezione.

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