CONCORSO LETTERARIO R. LOGGIA “N. GUERRAZZI” ITALIA E’ …

PRIMO PREMIO

VITTORIA STACCHINI Istituto di Istruzione  Superiore

FOLLONICA

MOTIVAZIONE

UNA LUCIDA E APPROFONDITA ANALISI DELL’ITALIA COME APPARE OGGI AGLI OCCHI DI UN GIOVANE, UN PAESE AMATO E DEL QUALE CI SI SENTE ORGOGLIOSI, ANCHE SE RAZIONALMENTE SI RISCONTRANO ZONE D’OMBRA E SACCHE DI INEFFICIENZA DA SANARE.

LA STORIA DELLA NOSTRA NAZIONE E’ LUMINOSA, GLI ITALIANI SONO MOLTO APPREZZATI ALL’ESTERO PER I RISULTATI ECCELLENTI RAGGIUNTI NEI CAMPI DELL’ARTE, DELLA CULTURA, DELLA SCIENZA, DEL LAVORO, MA SONO ANCHE SOTTOPOSTI A CRITICHE PER ALCUNI DIFETTI CHE, SEPPURE TALVOLTA INGIGANTITI, APPARTENGONO AL NOSTRO MODO DI ESSERE.

LE COSE PERO’ POSSONO CAMBIARE, NON TUTTO E’ IMMUTABILE PER SEMPRE; OCCORRE CHE I GIOVANI ABBIANO LA VOLONTA’ DI AGIRE PERCHE’ “LE SPERANZE PIU’ LUMINOSE SONO AFFIDATE ALLE NUOVE GENERAZIONI”.

SVOLGIMENTO

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”; così recita l’art.1  della nostra Carta Costituzionale.

Forse di questi tempi, in cui ogni occasione è giustamente buona per richiamare l’attenzione sulla Costituzione italiana, la prima definizione di Italia che viene in mente è proprio questa.

Ma basta davvero per dire cosa sia l’Italia e, soprattutto, cosa essa rappresenti per gli italiani?

Certamente no.

Del resto la Costituzione è relativamente giovane, ha “solo” 63 anni rispetto ai 150 di unità che si festeggiano proprio quest’anno e il suo può essere un possibile punto di partenza necessario ma non sufficiente.

Cambiamo per un attimo la prospettiva e immaginiamo, invece, che qualcuno dica ad un ipotetico Italiano Qualunque: “descrivi la tua Italia in poche parole”.

Quali termini userebbe questo Italiano Medio ideale?

Sicuramente, inevitabilmente, nel racconto che ne farebbe al suo interlocutore emergerebbe come la sua amata penisola,  il suo Stivale, sia in verità un paese pieno di contraddizioni sintetizzabili in un’infinità di luoghi comuni; come alcuni proverbi che a volte dicono la verità e a volte andrebbero sfatati con forza. E che, comunque, ci hanno resi famosi, in un modo o nell’altro, in tutto il mondo.

E’ innegabile, infatti, che l’Italia, per quanto geograficamente non rappresenti altro che una piccola appendice dell’Europa sul Mediterraneo, sia famosa in tutto il mondo per le caratteristiche proprie, prima di tutto, degli italiani. Senza gli italiani, infatti, non è affatto scontato che un paese geograficamente così piccolo avrebbe avuto nella storia dell’umanità l’importanza che ha avuto I’Italia.

Nel bene e nel male.

“Chi sono, allora, gli italiani?” domanderebbe l’interlocutore.

Sembra quasi di vederlo, questo Italiano Qualunque, che racconta di come il suo sia, prima di tutto, un popolo di scrittori e di poeti, di pittori e di scultori che hanno reso il nostro Paese un museo a cielo aperto famoso in tutto il mondo, con migliaia di turisti che ogni anno affollano le sue strade.

Un popolo di navigatori che hanno scoperto terre lontane che nessuno pensava potessero esistere davvero. Nel parlare, avrebbe negli occhi l’emozione di chi vive nel luogo che ha dato i natali a personaggi unici nella storia e che non hanno bisogno di troppe presentazioni: Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci; una lista troppo lunga per continuare.

Si sentirebbe orgoglioso per l’ingegno altrui e profondamente italiano al solo pensare che la Divina Commedia – che magari non ha mai letto nella sua vita! – o la Gioconda – di cui probabilmente non conosce l’enigmatica e misteriosa storia – sono solo due degli esempi infiniti di opere per cui i suo passati concittadini sono famosi nel mondo.

Si sprecherebbe nelle descrizioni dei paesaggi paradisiaci, perché in Italia c’è davvero tutto: c’è il mare, meraviglioso, ci sono le isole, ci sono le Alpi e le Dolomiti, ci sono i boschi, le pianure e le colline.

Le città italiane raccontano storie lontane secoli, dall’epoca greca a quella romana, passando per il Medioevo, prima, il Rinascimento, poi, fino agli stili barocchi e liberty dell’inizio del secolo scorso.

E poi? Che cosa racconterebbe, ancora, l’Italiano Qualunque?

Si farebbe vanto dello stile italiano, di quel “made in Italy” che tutti ci invidiano. Un “made  in Italy” che non riguarda solo la moda in senso stretto, ma che è divenuto un po’ il marchio di un vero e proprio modo di essere e di vivere.

“Gli stilisti famosi? Italiani, naturalmente!” esclamerebbe soddisfatto il nostro ipotetico Italiano Medio.

Racconterebbe, fiero, di quanto sia emozionante vivere nel paese della pasta e della pizza, della salsa di pomodoro e del vino. Perché come abbiamo già detto, alcuni luoghi comuni descrivono l’Italia meglio degli italiani stessi.

E poi il calcio!

L’Italiano Medio certo non dimenticherebbe di enfatizzare la sua nazionalità, sottolineando come l’Italia sia uno dei paesi del mondo più famosi per il gioco del pallone, con la straordinaria caratteristica unica nel suo genere di rendere italiani anche giocatori di altri paesi.

Perché l’Italia è anche un paese dove basta la bandiera appesa alla finestra di casa durante i mondiali di calcio, per far sentire tutti un po’ più italiani.

Se poi non si conosce l’inno, pazienza: tanto nemmeno i calciatori lo sanno…

Forse si fermerebbe qui, l’Italiano Qualunque,senza scendere troppo in dettagli meno belli, meno poetici, che ci fanno meno onore.

Ma se noi non siamo l’Italiano Qualunque – e non lo siamo – abbiamo il dovere di raccontare al nostro curioso interlocutore anche I’altra faccia della medaglia, anche l’altra Italia che spesso si vorrebbe non vedere, girando la testa dall’altra parte.

Purtroppo, è il caso di dirlo, la nostra fama va oltre le tante meraviglie che costellano da tutti i punti di vista il nostro Paese, e si estende ad aspetti non troppo positivi che spesso ci precedono all’estero.

La Mafia, per fare un esempio tristemente eccellente, che è stata esportata come un vero e proprio prodotto locale nel luoghi dove l’immigrazione italiana dell’inizio del Novecento ha avuto maggiore concentrazione, divenuta famosa con tratti a volte anche affascinanti e romantici nei film di grandi registi americani. Purtroppo la Mafia italiana non ha nulla di scenografico e nulla di romantico; non si può far finta che non esista e non si può negare che alla domanda “Italia è …” in molti rispondono “Mafia!”, prima ancora che spaghetti e mandolino.

Il dovere di cambiare questa situazione, che sembra a volte immutabile nei secoli, grava sulle nuove  generazioni di giovani italiani; perché se è vero che certi costumi sono radicati nella cultura della gente che li vive, è anche vero che non tutto è immodificabile per sempre.

Basterebbe volerlo.

I mezzi ci sono tutti e sta solo a noi saperli usare con intelligenza: la cultura, il sapere, la curiosità di non fermarsi alla prima facciata delle cose, ma di andare oltre, di fare sempre una domanda in più.

Perché chiedere è l’unico modo per sapere.

Se dovessimo elencare ancora le caratteristiche negative che caratterizzano l’Italia, oltre al fatto che spesso siamo additati come un popolo di fannulloni che ama solo la bella vita senza sacrifici e fatica per ottenere i propri obiettivi, “tanto basta la spinta giusta data dalla persona giusta”, dobbiamo certamente dare atto di come l’attuale situazione politica italiana sia ormai allo sbando, fuori da ogni controllo.

Non vuole essere un discorso politico o un discorso moralista, sia chiaro.

Non vuole esserlo e non lo sarà perché il tema è un altro, ma al tempo stesso non possiamo fare come l’Italiano Qualunque e far finta che va tutto bene solo perché viviamo nel luogo dove si trova il Colosseo o la Torre di Pisa.

Come sfatare il mito dell’italiano fannullone che pensa solo alla bella vita e a trovarsi una buona raccomandazione per trovare lavoro, quando dalle più alte istituzioni dello Stato arrivano proprio questi  messaggi?  Come emanciparsi da una situazione politica che ormai è ristagnante su problematiche che non riguardano quasi mai i veri problemi dei cittadini italiani?

Sembra scontato dirlo, ma anche in questo caso le speranze più luminose sono affidate alle nuove generazioni.

In un’epoca storica in cui l’anniversario dell’Unità di Italia si festeggia all’interno del più ampio contesto europeo di cui facciamo parte, non possiamo più permetterci di essere considerati solo il paese delle meraviglie culinarie, storiche, architettoniche e artistiche.

Dobbiamo fare il salto di qualità che ci è da tempo richiesto da più fronti, dobbiamo imparare a trattenere i nostri tratti caratteristici unici nel loro genere per farne un punto di forza, non di scherno. Perché non viviamo più in un mondo dove basta improvvisarsi per ottenere risultati concreti ed importanti per tutti: serve  volontà, serve impegno, serve studio e disciplina.

Non tutti gli italiani sono i pasticcioni descritti con il sorriso sulle labbra dai nostri vicini di casa oltre confine.

Non è vero che l’Italia non può essere una meta dell’eccellenza e ci sono dimostrazioni concrete ogni giorno in tanti importanti settori, da quelli scientifici di ricerca a quelli lavorativi d’impresa.

Perché alla fine I’Italia è e resta una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, situata in luogo geograficamente privilegiato con un popolo composto da persone simpatiche, solari, a volte melodrammatiche a volte superficiali, ma sempre generose con il prossimo e che quando vogliono, sanno lasciare il segno.

Buon compleanno Italia.

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