La voce dei Fratelli (GLS 02/2016)
Povertà, sottosviluppo e immigrazione
Gli imponenti flussi migratori di cui siamo
spettatori attoniti in questi ultimi tempi trovano la loro origine in un
divario economico e tecnologico sempre più profondo tra paesi poveri, in gran
parte del sud del mondo e i paesi ricchi, situati prevalentemente nel nord
del pianeta.
Chi pensava che lo sviluppo scientifico e
tecnologico avrebbe ridotto il divario tra paesi ricchi e poveri non può che
ricredersi davanti all’evidenza dei fatti. Non solo non ha saputo
assottigliarlo, ma lo ha notevolmente ampliato. Basti pensare che l’80% delle
risorse del mondo sono controllate da appena il 20% della popolazione che è
concentrata nei paesi dell’Occidente, mentre appena l’1% delle risorse è a
disposizione del 25% della popolazione, che è ammassata, in condizioni di
vita precarie e disagiate, nei paesi più poveri. Mentre nelle zone ricche ed
industrializzate dell’Occidente il progresso scientifico e tecnologico avanza
senza sosta, soprattutto nel campo medico sanitario ed in campo digitale
apportando notevoli benefici ai suoi fruitori in termini di allungamento e
miglioramento della vita, in alcune aree del Terzo Mondo, in particolar modo
dell’Africa, si continua a morire a causa della fame e della mancanza delle
più elementari condizioni igienico-sanitarie.
L’emigrazione come conseguenza del divario tra paesi
ricchi e poveri
Un effetto di tale divario è il recente esodo dai
paesi colpiti dalla miseria e sovente anche devastati da conflitti etnici e
religiosi, verso i paesi ricchi alla ricerca di condizioni di vita più umane
e dignitose. Questa massa di disperati che ha perso tutto approda in luoghi
che hanno poco della «Terra promessa». Diffidenza, pregiudizi,
discriminazioni e ostilità sono spesso gli ingredienti dell’« accoglienza». E
la situazione, come detto, tende a peggiorare progressivamente. Per
rendersene conto basta soffermarsi su alcuni dati demografici inconfutabili.
Nelle aree del Nord del pianeta si assiste ad un vistoso calo delle nascite
ed ad un invecchiamento della popolazione, al contrario nei paesi in via di
sviluppo si constata degli incrementi demografici inquietanti. Nel Terzo
Mondo infatti aumenta vertiginosamente la popolazione che tende ad accalcarsi
nelle grandi metropoli che si estendono in periferie sovraffollate sprovviste
di qualsiasi servizio e tutela igienico-sanitaria. Megalopoli come Calcutta,
Bombay, Nuova Delhy, Giacarta, Rio, San Paolo, Città del Messico… superano
notevolmente i 10 milioni di abitanti. Le loro periferie sono ridotte a vere
e proprie «bidonvilles», sprovviste di servizi pubblici e strutture sociali
elementari. Ancora oggi oltre un miliardo e mezzo di persone non hanno
accesso ad impianti di acqua potabile e 2 miliardi non dispongono di impianti
fognari. Allucinante è soprattutto che ben 13 milioni di bambini muoiono ogni
anno nei paesi del Terzo Mondo prima di aver raggiunto il quinto anno di età.
Tale mortalità infantile è dovuta soprattutto alla mancanza di vaccini, dato
che le vaccinazioni di massa programmate dall’O.M.S. non raggiungono il 70%
della popolazione mondiale. Inoltre una quantità incredibile di bambini muore
per dissenteria, affezioni alle vie respiratorie, paludismo, malaria. Sarebbe
sufficiente una vaccinazione su larga scala di queste popolazioni per ridurre
drasticamente il fenomeno. Non parliamo poi del problema dell’AIDS che in
queste regioni è lungi dall’essere risolto. A questa situazione già di per sé
critica bisogna aggiungere le piaghe dell’analfabetismo e della descolarizzazione.
Cosa può fare la Massoneria?
Non si può agire se prima non si è compreso la
dimensione del problema. È difficile pensare di poter risolvere la questione
chiudendo le frontiere e trincerandosi dietro barriere artificiali e sistemi
di polizia rafforzati. Le improvvise e virulente epidemie che negli ultimi
anni sono emerse nei paesi in via di sviluppo possono evolversi in modo
incontrollabile e non si arrestano certo davanti a muraglie militarizzate o a
riduzioni drastiche delle concessioni di permessi di soggiorno. Personalmente
ritengo che la scienza al giorno d’oggi possa disporre di strumenti
efficacissimi per far fronte a molti dei problemi summenzionati. Purtroppo di
questi progressi ne beneficia unicamente una fetta molto ristretta della popolazione
del pianeta e cioè, inutile dirlo, quella più ricca. La Libera Muratoria,
come istanza internazionale, dovrebbe far pressione sui governi affinché si
coordino investimenti in campagne sanitarie di massa per la prevenzione delle
epidemie; mobilizzare persone e mezzi per l’istruzione e l’apprendimento,
fattore necessario per ogni progresso significativo e duraturo. Ma
soprattutto è necessario rendersi conto che le politiche di indebitamento e
degli scambi ineguali nel mercato mondiale attuate dai paesi benestanti nei
confronti di ampie regioni dei paesi sottosviluppati – che si traduce in un
imponente ed inarrestabile processo di trasferimento di risorse dal Sud
povero al ricco Nord – costituiscono le premesse che impediscono qualsiasi
miglioramento dei paesi più poveri. La corda sempre più tesa tra un mondo
supertecnologico ipnotizzato dal mito del consumismo e un mondo che non ce la
fa più e che sta precipitando nel baratro del caos e della disperazione
rischia oggi più che mai di spezzarsi con conseguenze tragiche. I fattori del
sottosviluppo sono conosciuti. Come già accennato il colonialismo nella forma
di una dipendenza politica e militare prima e nella veste economico
commerciale negli ultimi decenni. Esso blocca ogni possibile tentativo di
porre le basi per un autonomo processo d’industrializzazione e potrebbe
alleviarsi solo nel caso di una rinuncia dei creditori occidentali ad una
parte del debito, almeno quella relativa agli interessi. Un secondo fattore
concerne l’incapacità di molti governi di dotarsi di istituzioni
democratiche.
Riconquistata l’indipendenza diversi paesi sono
degenerati in regimi dittatoriali i quali hanno preso le difese di ristrette
cerchie oligarchiche piuttosto che quelle della popolazione. Costretta al
margine del progresso tecnologico ed industriale a causa di decisioni poco
oculate dei governanti che hanno preferito investire nell’acquisto di armi
piuttosto che in programmi di sviluppo tecnologico e industriale, essa non ha
potuto sfuggire alla miseria. Per sperare di rilanciare l’economia dei paesi
in via di sviluppo servirebbe in primo luogo ridurre la spirale
dell’indebitamento e cercare di tener sotto controllo l’esplosione
demografica che ha causato una sovrappopolazione rispetto alla scarsità dei
mezzi di sussistenza disponibili con conseguente esodo massiccio verso i
paesi industrializzati. La Massoneria si dimostra lungimirante sottolineando
come la conquista della pace nel mondo passa anche attraverso una più equa
distribuzione delle risorse. D.B.
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