FRATELLANZA MASSONICA

FRATELLANZA MASSONICA

           Affermare, come a volte si sente, che tutti gli uomini sono fratelli può essere giusto e corretto da un punto di vista religioso o antropologico, nel senso che tutti gli esseri umani, al di là. delle razze o del colore della pelle, derivano probabilmente da un unico ceppo iniziale che poi si è sparso, in milioni di anni, su tutta la Terra, Ma tale affermazione non 6 giusta e corretta se si vuole significare che tutti gli uomini sono fratelli da un punto di vista massonico. La fratellanza massonica è un vincolo più forte e più profondo di quello che può esistere in funzione di una origine comune, oserei dire che 4 perfino più solido e consistente di quello che lega due fratelli di sangue, nati dagli stessi genitori. Fra questi ultimi infatti esistono certamente legami affettivi, spesso tratti somatici simili, ma non sempre il loro pensiero, la loro spiritualità, il loro carattere hanno delle affinità e delle sintonie; al contrario spesso si differenziano in modo notevole. Inoltre essi sono fratelli per volontà di altri e cioè dei genitori che in periodi diversi li hanno concepiti e i loro legami sono determinati e costituiti dalla educazione familiare e dalla Società in cui vivono e tenuti insieme dalle abitudini e dalle consuetudini.

           L’essere fratelli in Massoneria 6 invece una scelta adulta, consapevole, liberamente assunta e perseguita, superando barriere di religione, di razze, di pensiero. Il massone che prosegue lungo la strada iniziatica opera continuamente tale scelta ragionata, non impulsiva, non obbligata; egli rafforza con tenacia i suoi legami con gli altri massoni senza esservi costretto da consuetudini o da leggi, ma solamente come risultato di una razionale decisione. Egli sa perfettamente che così come è stato libero di entrare in Massoneria, é altrettanto libero di uscirne, senza conseguenze; ma nel momento in cui decide di rimanere egli rinnova con forza il suo patto di unione e di amore nei confronti di tutti i massoni, esaltando nel contempo il suo modo di concepire i rapporti con gli altri basati su fondamenta solide e universali quali la tolleranza, la solidarietà  l’affetto, l’amicizia, l sostegno materiale e spirituale, etc.  Ma vediamo quando nasce il vincolo che individua l’appartenenza alla Fratellanza Massonica, perché riflettere sul momento fondamentale dal quale parte, per ciascun massone, l’inserimento nella catena di unione” é importante e consente di inquadrare in modo concreto e univoco il tema in esame.

           Per fare ciò occorre partire dalla Cerimonia di Iniziazione, che tutti noi conosciamo molto bene. Ovviamente non intendo citarla tutta, ma vor­rei soffermare la vostra attenzione sul fatto che l’uomo che viene introdotto bendato nel Tempio, pur essendo conosciuto da molti fratelli, stimato e amato, viene continuamente, direi quasi ossessivamente, chiamato dal MT VT “profano”. Dopo le prove iniziatiche, essendo stato egli purifi­cato dai quattro elementi, assume il nome di “candidato” avendo simboli­camente indossato un manto candido, immacolato e puro.

           Egli viene liberato dalla benda che gli copre gli occhi e gli si consente di guardare il Tempio, il luogo consacrato, ma non ancora coloro che fra poco abbraccerà come fratelli. Viene accompagnato all’Ara e in modo solenne pronuncia la Promessa e la sottoscrive di suo pugno.

           A questo punto gli é permesso di vedere in volto i massoni presenti alla cerimonia ,i quali si tolgono i cappucci e gli si mostrano con piena lealtà e fiducia. Che cambiamento rispetto ai primi momenti della Inizia­zione!! Egli ora é praticamente diventato uno di noi!!.

           Eppure il MT VT pur noti considerandolo più un profano, continua a rivolgersi a lui senza mai pronunciare la parola “fratello”. Lo fa inginocchiare e imponendogli la Spada Fiammeggiante sul capo, in virtù dei poteri a lui conferiti dalla secolare e ininterrotta Tradizione Muratoria,  lo inizia, lo costituisce, lo crea Libero Muratore.

           Solo ora e soltanto ora il MT VT abbraccia il neofita e gli dice solenne­mente :“ TU SEI MIO FRATELLO”, facendo poi ripetere l’annuncio alle Co­lonne dal 1° e dal 2°Sorv. Ecco il momento esatto in cui l’iniziando acquisisce in via definitiva la qualifica di fratello ; non un secondo prima né in altra forma tale qualifica può diventare patrimonio di un individuo. Solo il MT VT (o in sua assenza solo chi é già stato MT VT) ha la facoltà di iniziare, costituire e creare un nuovo massone, e solo dopo che egli ha esercitato il suo potere iniziatico quella persona, amata e stimata da tutti, può essere chiamata fratello in senso massonico, con l’obbligo per tutti i massoni di riconoscerlo come tale; solo da quel momento egli entrerà a pieno titolo nella Fratellanza Massonica Universale.

           Carissimi fratelli, riflettendo su quanto il Rituale di Iniziazione ci propone e individuato il punto Locale dal quale si diparte l’apparte­nenza legittima alla Famiglia Massonica, ci rendiamo conto senza possi­bilità di equivoci di quale deve essere il nostro comportamento nei confronti di coloro che tale iniziazione non hanno subito o che sono stati affiliati in una Loggia appartenente ad una delle tante massonerie spurie essi sono e rimangono dei profani, senza che a questo termine si debba dare un significato negativo o spregiativo, in quanto esso sta solo ad indicare una persona che non appartiene, secondo i criteri sin qui esposti, alla Fratellanza Massonica.

           Che poi uno dei nostri doveri sia quello di estendere a tutta la Fami­glia Umana i vincoli di amore che uniscono i massoni, vuole soltanto significare che noi dobbiamo amare tutti gli uomini come se fossero nostri fratelli, comportarci con loro con tolleranza, con rispetto, con lealtà, a testimonianza concreta del nostro modo di intendere i rapporti umani senza distinzione alcuna di razze, di religioni, di censo, di idee. Amare tutto il genere umano, tuttavia, non può e non deve essere inteso come la possibilità offertaci di chiamare un profano con il titolo di fratello, perché altrimenti ognuno di noi si arrogherebbe il potere che non ha di creare nuovi massoni al di fuori dì quanto la Tradizione ci ha tramandato.

           In conclusione, da un punto di vista massonico, il chiamarsi fratello é un titolo distintivo unico e indelebile, destinato e riservato a colui che é stato sottoposto ad una rituale iniziazione, in una Loggia regolare, giusta e perfetta, all’obbedienza di un Ordine regolare e legit­timato ad agire secondo la Tradizione Massonica Universale         

           Carissimi fratelli, al termine di questa mia lunga tavola sul Trinomio vorrei solo precisare, se mai ve ne fosse bisogno, che le riflessioni esposte, da fratello a fratelli, sono solo il frutto di personali medi­tazioni senza avere la pretesa di imporre a nessuno le mie conclusioni, proprio in nome di quella libertà con la quale ho iniziato il mio lavoro. Mi auguro soltanto di avere suscitato in voi stimoli e spunti per fu­turi approfondimenti su argomenti così complessi e interessanti.

           Vi ringrazio sinceramente per la pazienza con la quale mi avete ascoltato e per la fraterna attenzione.

           A me rimane l’impagabile piacere di avere lavorato a lungo sulla Tavola da disegno e la gioia di aver potuto esternare in questo Tempio il mio pensiero, avendo come scopo l’unica ricompensa veramente ambita da ogni massone e cioè la speranza di avere operato per il bene della nostra Loggia e del nostro Ordine, a gloria del G.A.D.U.

           Vi abbraccio tutti fraternamente.

Eros Rossi

10/06/94     

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