SIMBOLI E TRADIZIONI NELLE DIVERSE CULTURE

 

SIMBOLI E TRADIZIONI NELLE DIVERSE CULTURE

La Croce, il Cerchio e la “Decade Pitagorica”

di

Aldo Chiarle

Nello spirito degli antichi filosofi qualcosa di divino e di misterioso si è sempre riallacciato alla forma del Cerchio che rappresenta la prima origine del concetto di Croce. Il mondo antico rappresenta la Divinità con un Cerchio.

Una fortunata combinazione mi ha fatto trovare una ventina di anni fa e forse più su una bancarella di uno dei tanti mercatini delle pulci che pullulano in Italia, dove si possono trovare, per un ricercatore attento, accanto alle cose più folli ed assurde, anche piccoli tesori, una pubblicazione che ha subito attratto il mio interesse.

Era per terra, confusa fra centinaia di romanzetti rosa e di evasione, con le pagine stracciate ed ingiallite dagli anni. Appena ho iniziato a sfogliarla, l’ho trovata di così denso sapore iniziativo e simbolico che, acquistata, non appena a casa, l’ho letta tutto di un fiato in una sola notte. Dalla pubblicazione del titolo “LA CROCE IL CERCHIO, LA DECADE PITAGORICA” di Edoardo Tinto ho tratto una sintesi, alcune considerazioni che vado ad esporre.

La croce è uno dei più antichi simboli mistici usati dall’uomo. Ma la pretesa di considerare la Croce come segno sacro puramente cristiano è veramente strana e non risponde alla verità.

La prova è nel fatto che le vestigia della Croce si trovano nei monumenti più antichi, fino alle inesplorate profondità di epoche arcaiche.

I Re assiri, come Assurnasirpal e Saudiraman, le cui statue si conservano nel Museo Britannico, portavano un monile speciale a forma di Croce: e crociformi sono gli orecchini trovati nelle tombe puniche di Cartagine.

Il mistero che avvolge, la Croce, anziché diradarsi, si addensa sempre di più, allorché la si trova sulle statue gigantesche preistoriche dell’Isola di Pasqua. Senza parlare dell’uso preminente della Croce ansata nell’ antico Egitto, della Croce a forma di Tau, di Svastica che si trova scolpita o dipinta sulla roccia, nella Scandinavia precristiana e in tante isole e terre sperdute del nostro globo esplorate solo da qualche decina di anni.

In verità, soffermandosi nello studio della filosofia religiosa degli antichi si vede che i popoli primitivi davano al simbolo e alla simbologia una importanza sovrana.

Perché la storia religiosa di tutti popoli è chiusa nelle difficilissime spire del misticismo allegorico: essa non è quasi mai espressa con parole.

I geroglifici egizi non sono trovate, ma espressioni profonde ideate dai più dotti dell’ antichità. Essi costituiscono la lingua misteriosa con la quale si esprimevano tutte le teologie.

I grandi sistemi filosofici arcaici conosciuti sotto il nome di Scienza Sacra possedevano una lingua universale e simbolica non solo agli Iniziati.

La cristianità rigetta queste significazioni, classificandole strane, arbitrarie ed oscure e respinge questi studi con la convinzione aprioristica che essi sono contrari alla fede e pericolosi per le coscienze.

Vogliamo iniziare questo breve studio sulla Croce affermando che questo simbolo è uno dei più antichi usati dall’uomo. In verità, la prima figura simbolica è stata un semplice cerchio, che significava il Divino Infinito.

Ad essa seguì il Cerchio con un punto centrale che indicava la prima differenziazione nelle manifestazioni periodiche della natura insessuale ed eterna.

In una terza fase, il punto si trasformò in un diametro del Cerchio e servì a simboleggiare la Madre Natura, divina e universale.

Ma quando, dopo questa terza fase, il diametro venne crociato da un altro trasversale, si ebbe la Croce del     Mondo, segno che simboleggiò il principio della vita umana.

Molto più tardi, queste epoche arcaiche, e cioè presso gli egizi, la Croce si trasformò in emblema di vita.

Gli indiani rappresentavano la Croce come contemporanea del Cerchio del Divino Infinito e della prima differenziazione dell ‘Essenza, dell ‘ Unione, dello Spirito e della Materia. Vi è anche un rapporto tra la Croce e l’ allegoria astronomica.

Mercurio che, figlio del Cielo e della Luce, mitologicamente è figlio di Giove e di Maya.

Egli è il messaggero di suo padre, il Messia del Sole. In greco il suo nome è Ermes e significa, fra l’ altro, l’Interprete, la Parola, il Verbo.

I simboli di Ermes-Mercurio, che erano posti lungo le strade maestre, nei punti di intersecazione erano crociformi. Ogni sette giorni i sacerdoti ungevano di olio santo questi Termini e una volta l’ anno li ornavano con ghirlande floreali.

Mercurio era rappresentato con teste e chiamato Triplice, come se formasse un tutt’uno col Sole e con Venere.

Ma, Mercurio era anche rappresentato sotto forma cubica, cioè, senza braccia, poiché si teneva presente che “la facoltà di parlare può predominare senza l’aiuto delle braccia e dei piedi”

Ed è questa forma cubica che riallaccia direttamente i Termini alla Croce.

In alchimia, Mercurio è il principio radicale, umido, l’ acqua primitiva elementare che racchiude i semi dell ‘ Universo, fecondati dal fuoco solare.

Ora, se l’Ermes cubico si riallaccia alla Croce perché il Cubo sviluppato rende appunto il Tau, esso diviene Croce nella forma egizia, alla quale i Faraoni attaccavano i Cerchi, formando così la croce ansata.

Gli egizi conoscevano la Croce da molti secoli, attraverso i loro sacerdoti e i loro Re Iniziati, e sapevano anche molto bene cosa ciò significava: porre un uomo sulla Croce significava far corrispondere con l’idea di una nuova rinascita dell’uomo, ma per una generazione soltanto spirituale, non fisica.

I candidati all’iniziazione venivano attaccati al Tau, o Croce Astronomica, in virtù di una idea più alta e più nobile di quella della origine della vita umana.

Non è dunque sulla Bibbia che dobbiamo fare le nostre ricerche per trovare l’origine della Croce, ma molto prima.

Nello spirito degli antichi filosofi qualcosa di divino e di misterioso si è sempre riallacciato alla forma del Cerchio che, come già accennato, rappresenta la prima origine del concetto di Croce.

Il mondo antico – in ciò d’ accordo con il suo simbolismo e con le sue intuizioni panteistiche – rappresenta la Divinità con un Cerchio.

Secondo la filosofia mistica questa Divinità durante le sue notti sue e i suoi giorni, o cicli di riposo e di attività, costituisce l’eterno  movimento perpetuo, l’ incessante divenire: così la Croce equivale al giro dell’ anno.

La Croce ansata non era quindi una semplice figura  geometrica, ma esprimeva il concetto profondo della Croce e del Cerchio uniti assieme.

Il più curioso di questi simboli egizi della Croce e del cerchio è il simbolo la cui completa spiegazione è il significato finale derivato dai simboli della stessa’           Natura.

La Croce più sacra dell ‘Egitto che tenevano nelle mani gli Dei, i Faraoni e i Morti mummificati è l’Ank (Croce Ansata), segno di vita, il vivente… la sua sommità non è altro che il Cerchio geroglifico, messo per diritto sulla croce del rappresenta l’ingresso e l’uscita. Ecco perché il Tau era il segno di ogni principio.

La versione purànica (il Puranà è il poema induista) degli indiani espone tutta la questione sotto un particolare aspetto.

Il nodo dell ‘ Ank non appartiene infatti al solo Egitto    una corda che Shiva dalle quattro braccia, tiene in una mano sinistra.         modo che il primo dito e la mano formano la croce e l’ anello.

Esso costruisce l’ emblema di ingresso ed allude alla porta che condurrà al Regno dei Cieli.

E’ ben vero che si tratta di Croce col Cerchio, o Croce Ansata, ma è una Croce sulla quale devono essere crocefissi tutte le passioni umane, prima che lo Spirito possa trovare la porta che porterà l’uomo interiore in

un cielo infinito.

Questo sacrificio con le umani passioni sulla Croce, costituisce la parte essenziale dell’ Iniziazione. Il Cerchio, dal quale ha avuto origine il significato mistico della Croce, ha sempre e dovunque simbolizzato

lo Spirito della vita e l’immortalità.

Il Serpente che si morde la coda rappresenta il Cerchio della Saggezza nell’infinito, precisamente come la Croce astronomica – Croce inserita in un Cerchio – è il globo alato, che diviene lo scarabeo sacro degli Egizi.

Nella filosofia primitiva degli Jerofànti (gran sacerdoti greci incaricati di presiedere ai misteri eleusini) cultori di Cerere e Proserpina e di insegnare agli Iniziati la dottrina segreta, questi cerchi invisibili erano le cause di tutti i globi terrestri che costituiscono le forme e gli involucri visibili, dei quali essi erano le anime.

E’ facile comprendere quali di questi accenni, la significazione simbolica che veniva annessa al piccolo Cerchio attaccato al Tau.

Pitagora prescriveva durante le ore di meditazione una profonda concentrazione e una posizione circolare. Una delle ragioni per le quali il gatto era considerato sommamente sacro in Egitto era che il suo corpo, durante il sonno, si aggomitola in forma di cerchio.

L’uovo d’oro bramànico, dal seno del quale emerse Brahama, Divinità creatrice è il Cerchio con il punto centrale di Pitagora. Nella filosofia mistica, I ‘Unità nascosta è simbolizzata da un cerchio o dallo zero; mentre il Dio manifestato per le sue opere è rappresentato dal diametro del Cerchio.

Il Cristianesimo ha visto nella Croce soltanto lo strumento di tortura usato dai romani per i loro schiavi e sebbene quell ‘infame patibolo fosse sublimato dal Cristo, non ha avuto il coraggio di esporla per interi secoli.

Infatti nelle Catacombe cristiane sino al quinto secolo non è stato trovato alcun segno di Croce cristiana. E nei confini della Croce si trova la chiave maestra che apre sempre la porta di tutte le scienze tanto fisiche che spirituali. La Croce infatti simboleggia la nostra esistenza umana, perché il Cerchio della vita circoscrive le sue quattro punte che rappresentano successivamente la nascita, la vita, la morte e la sopravvivenza.

E’ interessante, a questo punto accennare al rituale delle Iniziazioni e delle cerimonie mistiche in uso presso i popoli orientali in epoca molto anteriore alla venuta del Messia, che ha analogie impressionanti con il Mistero della Passione, della Morte e della Resurrezione del Cristo.

L’ adepto Iniziato che aveva subito tutte le prove, veniva attaccato (non inchiodato ma solo legato) sopra ad un letto in forma di Tau ove rimaneva immerso in sonno profondo.

Egli era lasciato in questo stato per tre giorni e per tre notti, periodo durante il quale il suo Io Spirituale era considerato come in comunione con la Divinità, come disceso nell ‘ inferno e come operante opere di carità in favore di Esseri invisibili, anime umane e spiriti.

Durante questi tre giorni il suo corpo rimaneva nella Cripta d’un Tempio o in una caverna sotterranea.

In Egitto il corpo dell’iniziato veniva legato al Tau e posto nel sarcofago della Camera del Re della Piramide di Cheope; durante la notte precedente al terzo giorno era trasportato nell’ ingresso della galleria, ove ad una certa ora i raggi del sole nascente illuminava la figura del candidato ancora in catalessi e lo facevano risorgere, glorioso e trionfante, dopo la prova subita, per essere iniziato da Osiride e da Thot, il Dio della saggezza. Ciò prova che la figura del Tau rappresenta l’uomo, nonché il fatto che l’ Iniziato rinasceva dopo la sua crocifissione sull’ albero della vita.

Quest’ albero essendo stato, indipendentemente da ogni sua significazione mistica, usato dai romani come strumento di tortura, venne in virtù di non conoscenza dei primi cristiani, chiamato l’albero della morte.

Va ancora notato che molto tempo prima che la Croce fosse adottata come simbolo del Cristianesimo, il suo segno era usato come riconoscimento fra gli Adepti e i Neofiti pagani, e che anche il segno della croce, che è ora l’ alto distintivo cristiano, non è che lo stesso segno usato parecchi millenni prima, dagli adepti del paganesimo.

Veniamo ora a parlare della Decade Pitagorica. Questa Decade che rappresenta l’ Universo e la sua evoluzione dal seno del Silenzio e degli Abissi sconosciuti dell ‘ Anima del Mondo, si offerse agli studiosi sotto due aspetti. Innanzitutto essa si applicava al Macrocosmo; in un secondo tempo dal Macrocosmo discendeva al Microcosmo, vale a dire sino all ‘ Uomo. Vi era poi la Scienza Intima puramente intellettuale e metafisica e la scienza superficiale che non poteva spiegare insieme all’ altra con la Decade, che le conteneva entrambe. In una parola tutte e due queste Scienze potevano essere studiate tanto con il metodo deduttivo di Platone, quanto col metodo induttivo di Aristotele.

La prima aveva per punto di partenza una comprensione divina secondo la quale la pluralità procede dall ‘ unità; la seconda si basava sulla percezione dei sensi, per la quale la Decade poteva essere considerata sia come I ‘Unità che si moltiplica, sia come la materia che si differenzia.

Il suo studio era in questo secondo caso, limitato alla superficie piana, alla Croce e al Sette che precede il  Dieci, esso pure numero perfetto.

Il numero Uno significa per gli Iniziati di Alessandria, un corpo diritto, un uomo vivente perché esso è il solo animale che gode di tale privilegio.

La duade presso i primi pitagorici ero lo studio di imperfezione, nel quale il. primo essere manifestato, allorché si stacca dalla Monade.

Il ternario è la prima figura geometrica. Il triangolo è la prima figura perfetta. Il numero Tre era quindi, il numero misterioso per eccellenza.

Il Quaternario era il primo solido ed il simbolo dell’immortalità. Esso costituisce la piramide, perché la piramide poggi su una base quadrangolare.

Il numero Cinque è composto di un Binario e di un Ternario e si allaccia ai concetti sopra esposti.

Il numero Sei era considerato dagli Antichi Misteri come un emblema della natura fisica. Perché il Sei è la rappresentazione delle sei direzioni di tutti corpi, le sei direzioni che si estendono verso i quattro punti cardinali e le due direzioni in altezza e in spessore che corrispondono allo Zenit e al Nadir.

Ed eccoci al numero Sette, e di conseguenza ritorniamo ai simboli della Croce.

La Croce nella sua forma di Tau così esaltata dagli Egizi, dai Greci, e dai Giudei, si riallaccia misteriosamente alla Decade.

Il Tau è l’ Alfa e l’Omega della Saggezza divina che si simboleggiava con la lettera finale di Thot (Ermes).

Thot era l’inventore dell’alfabeto egizio e la lettera Tau chiudeva anche gli alfabeti dei Giudei e dei Samaritani, i quali chiamavano questa caratteristica: termine o perfezione.

E’ interessante notare che alcuni fra i primi cristiani, probabilmente Iniziati, avessero una cognizione precisa di questa dottrina pitagorica.

Nell’ abbracciare la Religione del Nazareno essi recavano nel loro spirito, il simbolismo ermetico del Tau che esprimevano con l’ Alfa e l’ Omega della Saggezza.

Di conseguenza la Croce da essi venerata nei primi secoli del Cristianesimo non poteva non conservare il misticismo dell ‘Ermes egizio.

Questa asserzione che peraltro conferma la esistenza della Croce nelle religioni precristiane è provata da una scoperta di una Croce gemmata nel cimitero del Ponziano in Roma e dalle prime Croci che ornavano le tuniche dei primi cristiani. Come sono raffigurati in un affresco trovato nel cimitero di Domitilla su una tunica del fossore Diogene, ivi sepolto: “Diogenes Fossor in Pace Depositus”, le sue croci non sono che Svastiche. E provano senza ombra di dubbio, la conoscenza ermetica e pitagorica dei cristiani, mentre la Croce gemmata risale al principio del quinto secolo del Cristianesimo.

Forse è questa la prima Croce cristiana ed un fatto inaspettato nella storia della Passione è che si impernia sul mistero della “Passione del Cristo” che non ha avuto nessuna Croce cristiana nei primi cinquecento anni di vita e di sviluppo.

Infatti i più antichi monumenti sui quali si vede Gesù crocefisso, sono della fine del quinto secolo ed occorre attendere il settimo e l’ottavo secolo per trovare la Croce in quasi tutti i monumenti cristiani.

Evidentemente questa Croce rappresenta il trait-d’union fra il simbolismo pitagorico e il simbolismo cristiano, fra il culto di Thot (Ermes) e il culto del Nazareno, ed è la prova che il segno della Croce venerato in epoche anteriori alla nostra, non rappresenta solo un disegno ornamentale, ma costituisce un simbolo altamente significativo e profondamente sacro.

Il Tau che si simboleggia con la lettera iniziale e finale di Thot, significa per gli gnostici l’Alfa e l’ Omega della Saggezza Divina e la croce gemmata del cimitero di Ponziana in Roma esprime questo concetto pagano nella maniera più netta, quasi voglia rendere chiaramente il pensiero originale degli Egizi, perché reca sui due bracci trasversali due catenelle, ad una delle quali è attaccata la lettera Alfa e all’altra la lettera Omega. Ciò che i pitagorici conoscevano attraverso le iniziazioni segrete, il costruttore della Croce del cimitero di Ponziano ha reso manifesto con l’ applicazione delle due lettere significative: Alfa e Omega.

Ma ritornando alla Decade pitagorica, i popoli più disposti al Simbolismo avevano fatto della Croce il loro simbolo più sacro. La Scuola di Pitagora considerava il numero Sette come un composto dei numeri Tre e Quattro; sul piano del mondo spirituale, il triangolo era la prima concezione della Divinità, mentre il Quadrato, altro numero perfetto, era la Sorgente ideale di tutti i numeri e di tutte le cose sul piano fisico.

Occorre precisare che il Quaternario agli occhi degli antichi non costituiva che una perfezione secondaria, poiché non si riferiva che ai piani visibili, menù? solo il Triangolo (il Delta geco) era il veicolo della divinità invisibile”.

I Pitagorici sostenevano inoltre che il numero Sette possiede tutta la Perfezione dell ‘Unità che è il numero dei numeri. Infatti il numero Sette è paragonabile all’Unità assoluta, che è increata e indivisibile; che non  rappresenta alcun numero e che nessun numero può generare. Per dare un esempio dei sistemi pitagorici, basta leggere con la chiave di Pitagora, il numero dei giorni di un anno (365). Così la terra (3), animata (6) dallo spirito della vita (5). Infatti il 3 è anche il simbolo della terra, il 6 è il simbolo del principio che anima ed il 5 è la quintessenza universale che si diffonde in tutte le direzioni e forma quindi tutta la materia. Vi fu un tempo che il simbolo orientale della croce e del cerchio – la svastica – era adottato universalmente.

Per i buddisti, i cinesi, i mongoli, la croce e il cerchio o la svastica significavano “diecimila verità”, verità

 che essi dicevano, rivelano molti misteri dell’universo, della cosmologia primordiale e della teogonia. La Cosmogonia è la dottrina religiosa, filosofica e scientifica che spiega l’ origine e la formazione del mondo, mentre la Teogonia è la scienza che tratta della discendenza degli Dei. Ed è per questo che la Svastica, al pari della Croce ansata dell’Egitto, era posta sempre sul petto dei mistici defunti. E’ provato così che le antichissime venerazioni della croce, sia nella forma di Tao sia nella forma di Croce ansata, sia nella forma di Svastica. Per i Simbolisti precristiani essa era, come abbiamo detto, il letto delle parole, durante i misteri dell’iniziazione e la Croce era collocata orizzontalmente. Nella forma di Svastica la Croce ha avuto una venerazione quasi universale. Pochi simboli usati dall ‘ uomo, sono saturi di significazioni simboliche come le Svastiche. Una versione iniziata ai misteri della Svastica poteva rintracciare su di essa, con una precisione matematica, l’ evoluzione del Cosmo.

La Svastica rappresentò anche il rapporto fra il Visibile e l’Invisibile, nonché la prima procreazione dell’uomo e del suo genere.

Per lo studioso della saggezza arcaica orientale, la Croce, il Cerchio, l’Albero e il Tau contengono un profondo mistero nel loro passato e su questo mistero egli dirige il suo sguardo.

Continuando nella serie dei numeri, abbiamo il numero Otto, simbolo dell ‘ eterno movimento nella spirale dei cieli che dimostra la regolare respirazione del Cosmo.

E siamo al Nove, il triplo ternario. Il Nove è il segno della circonferenza, poiché il valore della circonferenza è eguale al 3 + 6 + 0.

Il Nove, in talune condizioni è un numero infausto. Il Sei era il simbolo del nostro globo, prossimo ad essere animato da uno Spirito divino, il Nove simboleggiava la nostra Terra animata da uno spirito cattivo e maligno.

Il Dieci riporta all’unità di tutte le cifre, conclude la Decade pitagorica e rappresenta il simbolo della Divinità, dell ‘ Universo e dell’ Uomo.

Ecco la significazione filosofica della “vigorosa stretta della zampa del leone della tribù di Giuda” fra due nani, il cui numero delle dita è appunto Dieci.

In questa veloce carrellata sulla Croce, sul Cerchio e sulla Decade pitagorica abbiamo sollevato qualche velo, ma soltanto qualcuno, sul profondo mistero del passato con sufficienti prove che i simboli e il misticismo degli antichi non erano né sciocchezze né follie di esaltati, ma rispondevano ad una profonda filosofia. Abbiamo anche dimostrato che il simbolo della Croce, nella sua forma di Tau, o Ansata o di Svastica, è stato venerato molti millenni prima della Croce cristiana, e ancora alcuni – almeno cinque – dopo l’ avvento del Cristianesimo.

La croce di Cristo, la sua passione, la sua morte, e la sua resurrezione, non sono che la copia tradizionale del culto e della dottrina dei popoli antichissimi per i quali l’ iniziazione misteriosa si compiva precisamente con la crocifissione del Tau, letto dei sacrifici, con il seppellimento in una cripta, con la discesa spirituale all’ inferno e con la resurrezione trionfale alla fine del terzo giorno.

Prima di Cristo, migliaia di iniziati sono stati crocifissi sul Tau e sepolti misticamente per tre giorni, alla fine dei quali sono poi risorti a nuova vita, gloriosi e trionfanti, dopo le prove subite.

Caso, oppure continuazione di riti antichissimi, la Croce cristiana? Ecco l’ interrogativo base, e da questo interrogativo vi sono concatenazioni di altri mille interrogativi, che sarebbe interessante esaminare in seguito con la dovuta attenzione, serenità e competenza. •

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