FATIMA – GLI ETERNI PARADIGMI DEL MITO

FATIMA – GLI ETERNI PARADIGMI DEL MITO

Prodigi e divinazione nel XXI secolo

Vittorio Vanni

Ottimo indovino è colui che abilmente congettura…

Euripide

Plutarco fu sacerdote delfico per più di vent’anni. Gran Gerofante dei Misteri, appassionato neoplatonico, spirito sinceramente religioso, poneva dei precisi limiti alla credenza negli oracoli, criticando per primi quegli stessi che la Pizia profetizzava a Delfi, affermando:

” …l’esalazione profetica provocherà comunque con la sua presenza l’entusiasmo e disporrà al vaticinio non solo l’anima della Pizia, ma anche quella della prima persona che ne venga sfiorata. Da ciò ne consegue che è una sciocchezza impiegare per la divinazione una sola donna, rendendole inoltre penosa la vita con la continua sorveglianza della sua castità’

Ciò che Plutarco intendeva affermare è il concetto che il rapporto dell’uomo e dell’umanità con il divino non è soggetto a regole, e che il Nous, la mente divina, ispira quell’umana per naturale affinità e contatto.

Vi sono purtuttavia delle costanti universali nella necessità umana dei vaticini e dei prodigi, perché “l’uomo ha necessità di segni visibili… “

Il mondo antico proponeva l’eterno femminino faustiano come entità legate alle grotte o alle caverne, alla presenza di acque scorrenti. Le Ninfe, le Driadi, le Ondine, esseri inquietanti e sovrannaturali, si presentano agli uomini come le fate del folklore, benefiche come la Ninfa Egira di Numa o Melusina la bellissima, ma anche con un aspetto oscuro e terribile. Quando si uniscono in unione coniugale con i prescelti pretendono una fedeltà assoluta, come le Fate del Conte di Gabalis. Quando si presentano ai veggenti, questi devono essere puri come alcuni preadolescenti. Il “Camillus”, l’assistente fanciullo nei riti sacrificali romani, le Sibille, la Pitonessa Delfica, le “Pupille” dei magnetizzatori del XVIII e XIX secolo, devono essere vergini e caste, a garanzia di una corretta visione. I paradigmi universali delle teofanie infantili o verginali annunciano in genere terribili avvenimenti, a meno che…

Ed è in quella frase “a meno che” la chiave di tutto. Ma prima di trovare la chiave, bisogna trovare la serratura…

Giovanni Paolo II era stato in Germania pochi mesi prima del 13 maggio del 1981 (anniversario dell’apparizione di Fatima). Nella Rivista tedesca “Stimme des Glaubens” n. 10/81, che afferma di conoscere l’estensore dell’intervista e di possedere l’autenticazione del documento•, è riportato che furono poste a Giovanni Paolo II varie domande, di fronte a piccolo gruppo di persone. Il verbale stilato riportava queste domande e risposte:

Alla domanda “Che n’è stato del terzo segreto di Fatima? Non doveva essere pubblicato già nel 1960?”

Giovanni Paolo Il ha risposto:

Data la gravità del contenuto, per non incoraggiare la potenza mondiale del comunismo a compiere certe mosse, i miei predecessori nell’ufficio di Pietro hanno diplomaticamente preferito soprassedere alla pubblicazione. D’altra parte a tutti i cristiani può essere sufficiente sapere questo: se vi è un messaggio in cui sta scritto che gli oceani inonderanno parti della Terra, che da un momento all’altro milioni d’uomini periranno, non è davvero più il caso di bramare tanto la divulgazione di un tale messaggio segreto. Molti vogliono semplicemente sapere per curiosità e gusto del sensazionalismo, ma dimenticano che sapere comporta anche una responsabilità. Si cerca solo l’appagamento della propria curiosità e ciò è pericoloso se si è convinti che nulla si può fare contro il male, se non si è disposti in pari tempo a far qualcosa. ‘

Alla domanda – “Che cosa avverrà nella Chiesa?” – Giovanni Paolo II risponde:

“Dobbiamo prepararci a subirefra non molto grandi prove, le quali esigeranno da noi la disposizione a fra getto persino della vita e una dedizione totale a Cristo e per Cristo. Con la preghiera vostra e mia è possibile mitigare questa tribolazione, ma non è possibile stornarla, perché solo così la Chiesa può essere effettivamente rinnovata

Quante volte nel sangue è spuntato il rinnovamento della Chiesa! Anche questa volta non sarà diversamente. Dobbiamo essere forti, prepararci, confidare in Cristo e nella Sua Madre Santissima. ‘

Su Fatima ed i suoi segreti si è scritto molto, propriamente o meno. Chi ha un interesse reale ad approfondire la conoscenza dei fatti, può consultare il testo più attendibile ed esauriente As apariçôes e a mensagen de Fàtima conforme os manuscritos de Irmâ Lùcia, Editora Vera Cruz, Rua Dr. Martinico Prado, 246, 00124 — Sio Paulo, SP Antonio A.Borelli Machado.

In questo testo sono riportate i manoscritti di Suor Lucia, con tutti gli imprimatur possibili.

Prima di sintetizzare i castighi minacciati, esaminiamo quali sono le colpe imputate all’umanità dall’Immacolata Concezione:

“Le guerre non sono altro che il castigo per i peccati del mondo. Bisogna far penitenza. Se non si emendano verrà il castigo. Gesù è profondamente indignato per i peccati ed i delitti che si commettono in Portogallo. Per questo un terribile cataclisma d’ordine sociale minaccia il nostro paese e specialmente la città di Lisbona. Si scatenerà, come pare, una guerra civile di carattere anarchico e comunista, accompagnata da saccheggi, uccisioni, incendi e distruzioni d’ogni specie. La capitale si convertirà in un’immagine dell’inferno.”

“I sacerdoti devono occuparsi solo di cose di Chiesa! I sacerdoti devono essere puri, molto puri! La disubbidienza dei sacerdoti e dei religiosi ai loro superiori ed al S. Padre offende molto Gesù. Guai a quelli che perseguitano la Religione di Gesù. Se il governo lasciasse in pace la Chiesa e lasciasse libertà alla santa religione, sarebbe benedetto da Dio”

“I peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati della carne. Fuggire le ricchezze, essere amici della santa povertà. Osservare i comandamenti. La confessione è un sacramento di misericordia. La Madre di Dio vuole molte anime vergini, che si leghino a lei con il voto di castità. Chi non adempie le promesse che fa alla Madonna, non avrà più pace

La buona fede e la purezza di cuore dei tre pastorelli non sono assolutamente discutibili e, proprio per questo, neanche l’apparizione, che rientra negli schemi tradizionali ed universali.

La trasmissione di questi schemi è tuttavia legata al contesto religioso, cultuale, culturale e storico in cui la teofania si esprime. I “peccata mundi” che indignano Gesù e la Beata Vergine, e le indicazioni generiche di buon comportamento sono quelle che qualsiasi buon parroco di campagna potrebbe indicare ai suoi ragazzi. La penitenza personale e comunitaria indicata sostituisce i sacrifici cruenti prescritti dalle antichi Sibille. Vi è ancora la sessuofobia tipica del cristianesimo, ancora presente nel nuovo catechismo, ma che sta scomparendo nei paradigmi comportamentali della società cristiana, come del resto la pratica della confessione. Ancora più tipica dei primi decenni del XX secolo è la paura ecclesiastica degli sconvolgimenti politici e sociali che avrebbero minato nei decenni susseguenti il controllo della società da parte della Chiesa. Ma la fase illuminate è quella della Vergine che si dichiara Immacolata Concezione, dogma, a quei tempi, da poco dichiarato e che impedisce qualsiasi ecumenismo nei confronti delle Chiese riformate, così come quello dell’infallibilità papale quando i Pontefici parlano ex cathedra.

Caratteristica delle veggenti è l’espressione di una conoscenza superiore alla loro cultura o qualificazione, una conoscenza che purtuttavia non si discosta da quella media della società in cui vivono. Tradizionalmente una veggente è ispirata da ciò che gli esoteristi potrebbero chiamare eggregore, cioè una sorta d’immaginario collettivo che trae l’energia dagli archetipi eterni (la Virgo, la Diana, la Donna del Lago, la Sophia, la Fata) e la forma dalle idee che turbano la coscienza dei popoli, idee molto spesso più imposte che pensate.

Ma spesso, quando ha finito di parlare il Nume, chi è che continua a parlare? Madre Godinho, la superiora del Convento in cui viveva Giacinta, sorella di Suor Lucia e partecipe delle apparizioni, le domandò chi gli insegnava tante cose. Giacinta rispose “La Madonna, ma alcune cose le penso io. Mi piace tanto pensare. ‘

La missione di Suor Lucia è quella di instaurare la devozione al Cuore Immacolato di Maria, secondo le stesse parole che la Vergine le rivolse: ” Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato” Questa missione ricorda quella di Suor Maria Alacoque, che profetizzava al suo re grandi disgrazie se non si fosse instaurato il culto del Sacro Cuore di Gesù. Il culto del cuore è spesso associato ai misteri femminili. Nelle estasi dionisiache le Menadi e le Baccanti vagavano per i boschi alla ricerca di cerbiatti, e nello stravolgimento e nella possessione del Dio, gli strappavano il cuore, come una riparazione all’offesa fatta al cuore stesso del Dionisio fanciullo, perseguitato e sacrificato. I testi Orfici affermano: “Dalle membra del fanciullo fecero sette parti, ma solo il cuore, dotato d’intelligenza, fu abbandonato” Neanche gli empi Titani osarono mangiare il cuore del Dio. I Pitagorici imponevano “Non mangiare il cuore, non mangiare  il cervello” assieme al più noto tabù per le fave. Il cervello ed il cuore sono, in effetti, nell’essere vivente, secondo le concezioni antiche, il luogo della generazione: genèseôs archè. Il cuore è la fonte del calore e dell’energia divina che si spande in ogni cellula dell’anatomia umana, il generatore del seme, scintilla del fuoco del Padre, sorgente di vita.

Riproporre il culto del Cuore nell’ambito cristiano ha valore di ritorno all’omphalos, al centro generativo della Resurrezione, nel momento stesso che la crisi del concetto di Grazia stava per arrivare al suo momento di acme, al punto di non ritorno. L’etica e la morale laica stava per sostituirsi alla Grazia, indispensabile alla salvezza. La Chiesa, nella sua tradizione, insegna che non è la morale che trae al salvamento, né le opere che da lei derivano. L’umanità può solo mendicare la grazia della pietà divina, il migliore degli uomini è solo un panno sporco di fronte allo sguardo dell’Altissimo. Ma questo ritorno al culto del Cuore, secondo le richieste della Vergine, doveva essere prima di tutto una testimonianza dell’unità di tutti i Vescovi attorno al Papa. Chiede quindi al Papa e tutti i Vescovi la consacrazione della Russia, simbolo geopolitico del comunismo ateo, al suo Cuore Immacolato. Suor Lucia venne riconoscendo come valida la consacrazione fatta da Giovanni Paolo II il 25 marzo 1984, ma con molti dubbi ed interpretazioni contrastanti.

Purtuttavia la distruzione del mondo attraverso la guerra atomica è ormai un incubo quasi finito. Gli avvenimenti dell’est europeo, anche se non si può parlare di un’effettiva “conversione” della Russia, sembrano aver placato la furia divina.

Ma gli uomini non sono affatto cambiati e gli “errori” ed i “peccati” continuano e diventano anzi sempre più complessi, più difficili ad inserirsi con chiarezza nei dieci comandamenti e nella legge dei noachiti. La morale di un cattolico praticante di oggi farebbe arrossire Voltaire.

Quindi, i segreti non finiscono mai, con la loro conseguente serie di richieste perentorie e di castighi terribili se non verranno soddisfatte. È stato diffusa una versione del terzo segreto molto generica, che indica come il male ed il demonio siano ormai vicini anche al Soglio Pontificio, (ma Papa Borgia è stato un santo?), come il Falso Messia ed il Falso Agnello, aspetti dell’Anticristo, navighino ormai intrepidi su Internet ed impestino le demenziali fiction televisive. Di recente è stato diffusa ufficialmente una versione del terzo segreto come una semplice preveggenza dell’attentato al Papa, nell’attesa di una “spiegazione” autorevole, che nega intanto la preveggenza di una catastrofe universale. Ma alcune attività del Papa, alquanto anomale nel consueto atteggiamento prudente del Vaticano, fanno congetturare altre possibili rivelazioni, d’altro canto prevedibili.

Il Santo Padre ha chiesto a Dio perdono di alcune attività di antichi Pastori, che un tempo erano considerate lodevoli, ma oggi evidentemente non rientrano più nel “religiosamente corretto”. Perdono richiesto a Dio però, non agli uomini nella loro innocenza. La volontà ecumenica di riconciliazione, soprattutto nei confronti dell’islamismo e dell’ebraismo, con frequenti ed importanti viaggi nei luoghi santi, non comporta un ordine mariano di conversione delle religioni uscite dal seno d’Abramo, piuttosto difficile da ottenere? E se questo non succederà, finirà finalmente questo mondo, suoneranno le trombe del giudizio? E ammettendo che questo succeda, che cosa dovrebbero temere i credenti, che saranno accolti come agnelli alla destra di Dio? Ma nemmeno i reprobi, se ci credessero, dovrebbero temere, trovando il riposo e l’oblio della seconda morte.

Nel Fatimismo, che è forse l’ennesimo divertimento mediatico, tipico dei nostri tempi, o la concorrenza pessimista allo stupido ottimismo del New Age, vi sono dei lati oscuri, incoerenti, forse strumentali.

Tutte le forme del Sacro, da quello più numinoso e sublime a quello studiato e pubblicizzato dal marketing, stanno nuovamente e potentemente influenzando i paradigmi della società attuale ed ancor più di quella futura. Più che l’illuminismo, che ha visto morire i suoi figli più amati, il positivismo ed il materialismo, le grandi religioni monoteiste temono la Gnosi, che non è lo gnosticismo religioso, ma la ricerca libera dell’uomo di un piano superiore cui tendere, senza dogmi e senza intermediari. L’occidente ha concesso per duemila anni l’esclusiva religiosa al cristianesimo, ma sembra oggi orientato ad un pluralismo spirituale in cui l’etica e la morale diventano un fatto esclusivamente

laico e civile. L’occidente non crede più ad un dio indignato e corrucciato che conta sul pallottoliere gli atti carnali di ognuno, che minaccia morte e distruzioni se si adora, ad esempio, un fegato ed un cervello piuttosto che un cuore, come diceva Tommaso Crudeli. Come si può amare e credere in un dio che non ci conceda, con supremo amore, la libertà di non amare, di non credere, di non dubitare. Che non guarda, con misericordia e con rigore assieme, le nostre opere ed i nostri pensieri, che ci concede salvezza e liberazione con gli ingiusti favori di un satrapo orientale, o con l’intermediazione sacramentale di una casta d’uomini come noi, migliori o peggiori che siano?

Spenti i roghi, crollate le forche, chiuse le galere ai reati di pensiero, l’umanità intera ha la libera possibilità di porsi questi interrogativi eterni, di fronte ad un dio che è indefinibile, inimmaginabile, ineffabile, un’energia incomprensibile che ha tutti i nomi e tutte le forme. Di fronte a questo scabro mistero impenetrabile alla ragione, di fronte all’amore che in ogni modo l’umanità prova per questo mistero, e che riesce a superare l’indescrivibilità dell’indefinibile, dell’infinito, dell’eterno, cosa diventano i misteri di Fatima? Ciò che Maria Rosa dos Santos, madre di Lucia, disse quando la bambina raccontò di aver visto, assieme ai suoi fratelli, un angelo, l’angelo del Pace: “Sciocchezze”.

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