LA RUOTA E LA ROSA NELLE ANTICHE RELIGIONI

LA RUOTA E LA ROSA NELLE ANTICHE RELIGIONI

di L. M.

La ruota è forse, insieme con la croce, il simbolo più ricorrente nelle religioni antiche sia occidentali che orientali.

Diffusissima nelle rappresentazioni celtiche rappresenta la divinità creatrice (il perno immobile) intorno alla quale tutto gira. È il dio druidico Dagda al quale Mag è servitore o meglio «servitore della ruota».

Nella piastra di Gundestrug un uomo gira la ruota cosmica mentre il dio, le braccia levate in alto, è impassibile fermo nel tempo e nello spazio, perno di un moto che è insieme avanzamento e ritorno proiettato all’infinito, simbolo quindi dell’eternità.

La ruota di Mag è fatta di legno di tasso, albero della morte (i suoi archi si piegano nel dare la morte ma indefinitivamente ritornano nella loro posizione di partenza). Questa ruota è una ruota cosmica.

Quando apparirà sulla terra ne seguirà la fine: chi la toccherà morrà, chi la vedrà perderà la luce, chi ne udrà il rumore perderà l’udito. Arianrhod, dea gallese, è la ruota d’argento.

Essa ha due figli, uno si chiama Dylan eil Ton e nuota rapidissimo nell’acqua, l’altro è Llew ed è un guerriero invincibile.

Riti e danze di queste popolazioni sono tutte improntate al moto rotatorio e si perpetuano ancor oggi nel folklore inglese, bretone, normanno e nel nord in genere. Ruote alate, ruote infiammate di Daniele, ruote dei cherubini di Ezechiele nella religione ebraica.

Le ruote infiammate girano perpetuamente intorno al Bene immutabile; sono ruote rivelatrici ed elevano l’intelligenza dell’uomo abbassandosi nel loro movimento fino ai più umili. Esse sono portatrici dell’ illumlnazione divina.

Le ruote alate girano eternamente su un perno senza declinazione: rappresentano la verità, unica ed assoluta, verità che può lambire il mondo ma non pervaderlo completamente in quanto imperfetto. La perfezione è unicamente cosa divina e quindi totalmente ultramondana.

La cintura di Ishtar (casa della luna per gli antichi babilonesi) è per gli arabi la ruota dello Zodiaco. Zodiaco significa ruota della vita, Primitivamente con significazione lunare si trasforma nel tempo in significazione solare.

I limiti dell’orizzonte sono circolari, il firmamento è emisferico, gli astri si muovono con moto circolare, la perfezione filosofico-matematica è nel cerchio, sublimazione divina del quadrato, limite dello spazio umano.

Nell’iconografia indiana la ruota ha spesso dodici raggi: sono il ciclo lunare ed il ciclo solare espressi nei mesi.

La ruota cinese ha trenta raggi; sono i giorni approssimati del ciclo lunare.

La ruota dell’esistenza buddista ha sei raggi, cioè quante sono le classi di esseri o Ioka: è la ruota della Legge volta in un movimento in unico senso. La ruota del Dharma, con i suoi otto raggi simbolizza gli otto sentieri della vita.

Il perno della ruota è sempre la Divinità, il Sovrano, l’Uomo univerSale. Il Chakra è attributo peculiare di Vishnu e non è altro che un disco solare.

Nel mondo occidentale, medioevale la ruota è attraverso il rosone delle cattedrali il simbolo del centro cosmico e del centro mistico ricongiunti in una sola figura.

I raggi vanno dal centro alla periferia e da questa ritornano al centro: unità nella totalità.

RUOTA – ROSONE – ROSA

La fiamma che, sotto il crogiolo dell’Alchimista, fonde la croce di vile metallo e la trasforma in metallo perfetto ed incorruttibile è la rosa. E essa mistica rigenerazione nel mondo greco.

Apuleio nel suo «Asino d’oro» fa mangiare, con l’aiuto di un sacerdote di Iside, a Lucio un serto di rose vermiglie: solo così egli potrà riacquistare le sue sembianze umane.

Nell’antica Grecia i roseti erano dedicati ad Afrodite ed in certi casi anche ad Atena, dea dell’ulivo. Sulle tombe venivano poste le rose: i «rosalia» dei latini che, nel mese di maggio simbolizzavano in que53

sto modo la rigenerazione della natura. Da ciò derivava un simbolo di resurrezione e quindi di immortalità.

Centro mistico, perfezione assoluta, anima, cuore ed amore della coppa della vita: ecco gli aspetti simbolici della rosa indiana.

Nell’iconografia cristiana la rosa è la coppa che raccoglie il Sangue di Cristo (il Santo Graal) ma anche con i suoi petali vermigli, la trasfigurazione di questo sangue.

L’erta per giungere al Santo Graal è piena di spine e di triboli. Persino il peccato si dovrà commettere per potervisi avvicinare. Peccato e redenzione, terra e cielo.

«Rosa candida», «rosa mistica», «rosa aurea», ecco tre simboli cristiano-medioevali con significati che spaziano dalla purezza assoluta alla potenza spirituale.

La Riforma protestante si fregia di una rosa apposta sulla croce. Analogo emblema è dei Rosa-Croce. In questi due casi la rosa non è che il Cuore del Cristo.

Rosa è purezza, amore, sofferto amore, sublimato attraverso la sofferenza che ne arrecano le spine. Giardino dell’anima, giardino del cuore, tramite di elevazione: Rosa dei Cavalieri, Giardino dell’Amore, Romanzo della Rosa…

Perfezione umana mai perfetta, perfezione divina sempre perfetta. L’eterno slancio dell’Uomo, che cosciente della sua razione rna anche impotente nei suoi limiti cerca nel Trascendente di raggiungere quella perfezione che intuisce ma che non sarà mai sua. La rosa e la ruota: identificazione ma non totale.

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